ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01308

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 585 del 08/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 08/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PISICCHIO PINO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 08/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 08/03/2016
Stato iter:
11/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/03/2016
Resoconto PILI MAURO MISTO
 
RISPOSTA GOVERNO 11/03/2016
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 11/03/2016
Resoconto PILI MAURO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 11/03/2016

SVOLTO IL 11/03/2016

CONCLUSO IL 11/03/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01308
presentato da
PILI Mauro
testo presentato
Martedì 8 marzo 2016
modificato
Venerdì 11 marzo 2016, seduta n. 588

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
   secondo quanto si apprende dal comunicato ufficiale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Governo italiano ha ceduto il mare al nord della Sardegna, sino a 40 miglia sul lato est e oltre 200 miglia su quello ovest, e una porzione rilevante sul piano qualitativo della Liguria, in cambio della tutela della linea retta di confine sull'arcipelago toscano;
   non si tratta di un'indiscrezione ma di un documento ufficiale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che ha solennemente affermato: «Nel corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell'Accordo, la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l'arcipelago toscano, già fissata dall'Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977»;
   si tratta di un'ammissione che costituisce un atto lesivo dell'interesse economico della Sardegna e non solo;
   nel documento ufficiale è anche scritto che «per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, è stato completamente salvaguardato l'accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta»;
   si tratta di un'affermazione che non corrisponde al vero;
   nell'accordo di Caen è scritto in modo esplicito che tale accordo, quello richiamato del 1986, sarà abrogato integralmente;
   le aree di pesca comune riguardano invece un solo minuscolo spazio sul lato ovest, ma nessuno spazio comune ad est, nella parte più importante e rilevante;
   tutto questo costituisce un atto grave visto che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale afferma che la Sardegna è stata sostanzialmente scambiata con la Toscana;
   deve essere revocato l'accordo tra Italia e Francia;
   oggi più che mai quell'intesa deve essere cancellata proprio per la gravità dei suoi contenuti;
   appare evidente non solo il danno economico, ma anche quello morale per la cessione di sovranità e di diritti, non solo della Sardegna e del popolo sardo;
   non esistendo nessuna possibile comparazione tra quanto ceduto e quanto ricevuto in quello che la Farnesina definisce negoziato appare evidente che il danno è tale da far derivare un nocumento all'interesse nazionale;
   si tratta di un accordo che va revocato;
   si tratta di una lesione alla Sardegna e una cessione gratuita di sovranità;
   nell'ambito dell'accordo è disciplinata anche la parte relativa ai possibili giacimenti di idrocarburi, gas e petrolio, in quelle porzioni di mare cedute alla Francia;
   è evidente che tale disciplina non è casuale, essendoci sull'area ovest soprattutto un grande interesse da parte di soggetti interessati alla ricerca di idrocarburi;
   in tal senso il Governo avrebbe in animo, attraverso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concedere una nuova proroga nella procedura di richiesta di autorizzazione per la prospezione petrolifera per i norvegesi della Tgs Nopec;
   si tratterebbe dell'ennesimo assalto a petrolio e gas nei mari di Sardegna;
   ci sarebbero studi nella disponibilità dello stesso Ministero dello sviluppo economico per 1,4 trilioni di metri cubi di gas e 0,42 bilioni di barili di petrolio;
   lo studio dichiarato dalla stessa Tgs Nopec dichiara la possibile presenza di 1,4 trilioni di metri cubi di gas, mezzo bilione di barili di petrolio, 2,23 milioni di barili di gas naturale in forma liquida;
   sarebbe questo l'enorme quantitativo che le compagnie petrolifere stanno cercando di accaparrarsi nei mari di Sardegna;
   un dato di raffronto lascia comprendere la posta in gioco: la terra possiede giacimenti accertati di gas pari a 179 trilioni di metri cubi;
   un report riservato in mano al Ministero dello sviluppo economico dice chiaramente che in quella fascia «provenzale» c’è petrolio e gas;
   i norvegesi della Tgs Nopec ci stanno tentando in tutti i modi e alle spalle potrebbero avere colossi come l'Eni, pronti a fare razzia di ogni goccia di petrolio e gas nel Mediterraneo ma non solo;
   ad avvalorare tale progetto c’è, secondo gli interpellanti, la posizione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che, anziché respingere la richiesta di perlustrazione a colpi di «bombe sismiche» a cavallo con il Santuario dei Cetacei, ha prima concesso una proroga termini e poi temporeggia e valuta l'ulteriore proroga da concedere ai norvegesi;
   tutto sembrerebbe lasciar intendere, a parere degli interpellanti, che questa volta il Governo sia intervenuto sull'organo tecnico per arrivare all'autorizzazione alle «bombe sismiche» nei mari di Sardegna;
   i cercatori di gas e petrolio hanno chiesto una nuova proroga per continuare a sperare nel permesso di devastare l'intera area a suon di devastanti «bombe sismiche»;
   la nuova documentazione presentata dalla Tgs lascia intendere che loro quel piano del Ministero lo conoscono perfettamente e quindi vogliono l'autorizzazione;
   proprio per questo motivo sono in atto veri e propri contatti tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e quello dello sviluppo economico, combattuti tra la precedente «bocciatura» dei texani e la nuova richiesta dei norvegesi della Tgs Nopec, la società geofisica che opera per i grandi gruppi petroliferi che restano per adesso dietro le quinte della guerra del petrolio in mare;
   una società, la Tgs, che sembra avere stretti contatti col Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, visto il temporeggiare della commissione di valutazione di impatto ambientale sulla richiesta di autorizzazione a perlustrare con i devastanti air gun lo specchio acqueo davanti alla costa tra Alghero e Oristano;
   la presentazione di nuovi documenti da parte dei norvegesi è, però, la conferma del nuovo «assalto» ai mari di Sardegna con tanto di nave sismica messa agli atti nella risposta al Ministero;
   per questo è stata scelta la nave sismica R/V Akademik Shatskiy pronta ad operare in quel tratto di mare al confine del santuario dei cetacei;
   si tratta di un piano messo in piedi nei minimi dettagli, visto che il Ministero dello sviluppo economico ha individuato quell'area in base a studi ritenuti strategici e sottoposti a regimi di riservatezza;
   in realtà si tratta di un'acquisizione dati da un server americano che dispone di informazioni dettagliate sulla fascia provenzale dove è stata inserita anche la Sardegna;
   è evidente per gli interpellanti che dietro questa operazione si nasconde una grande multinazionale del petrolio;
   l'insistenza nel piano della Tgs e anche quella che gli interpellanti giudicano l'arroganza con la quale essa risponde al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare lascia intendere che l'autorizzazione ambientale sia considerata come atto dovuto;
   è evidente che tutto questo non può in alcun modo essere accettato e soprattutto risulta grave che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non compia sino in fondo il suo dovere di controllo di una partita così delicata;
   quell'area detta zona E deve essere stralciata dai piani del Ministero dello sviluppo economico ed è vergognoso che la regione stia a guardare;
   è evidente che quella clausola di «riparto» inserita nell'accordo di Caen per quanto riguarda le risorse energetiche possa costituire anche un elemento funzionale a spostare l’iter concessorio alla Francia anche in virtù del prossimo referendum in Italia sul tema delle concessioni a mare di ricerca di petrolio e gas –:
   se non si intendano assumere iniziative per rimettere in discussione l'accordo di Caen o si intenda assumere iniziative per procedere alla sua ratifica e con quali tempistiche;
   se non intendano correggere le affermazioni contenute nel comunicato, con particolare riferimento all'accordo del 1986 che non solo non sarà in vigore, ma, secondo quanto previsto nell'accordo, verrà abrogato;
   se non si intenda valutare il danno economico causato da tale accordo o altrimenti esplicitare i vantaggi per lo Stato italiano;
   se non si intenda far conoscere la valutazione della comparazione tra quanto ceduto e quanto ottenuto al fine di valutare il danno all'interesse nazionale;
   se non si intenda valutare la possibilità, per quanto di competenza, di segnalare alle autorità giudiziarie eventuali reati commessi da chiunque abbia, con affari di Stato in territorio estero, provocato nocumento all'interesse nazionale;
   se non si intenda stralciare quell'area di prospezione geologica in mare dai piani del Governo;
   se non si intenda comunicare la mancata ulteriore proroga sulle procedure di valutazione di impatto ambientale relative al progetto della Nopec Tgs;
   se le vicende relative a tale area incidano, direttamente o indirettamente, sulle cessioni fatte al Governo francese in relazione all'accordo sottoscritto a Caen il 21 marzo del 2015;
   se esistono studi del Governo che attestino, e in che quantità, presenze di idrocarburi in quelle aree di mare, con particolare riferimento a quelle ricadenti nei confini sottoscritti a Caen;
   se con il Governo francese si sia discusso e negoziato anche su questi aspetti;
   se l'Eni abbia rapporti diretti o indiretti nell'area di prospezione petrolifera ricadente nel trattato sottoscritto a Caen.
(2-01308) «Pili, Pisicchio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gas naturale

conseguenza economica

sfruttamento dei fondali marini