ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01203

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 537 del 16/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: BORDO FRANCO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/12/2015
MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA 15/12/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 15/01/2016
Stato iter:
15/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/01/2016
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 15/01/2016
Resoconto BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 15/01/2016
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

NUOVO PRIMO FIRMATARIO IL 15/01/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 15/01/2016

DISCUSSIONE IL 15/01/2016

SVOLTO IL 15/01/2016

CONCLUSO IL 15/01/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01203
presentato da
SCOTTO Arturo
testo presentato
Mercoledì 16 dicembre 2015
modificato
Venerdì 15 gennaio 2016, seduta n. 548

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   in data 1o settembre 2015 il consiglio regionale del Veneto ha approvato con 24 voti favorevoli e 9 contrari la mozione consiliare «La scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti quali l'ideologia gender»;
   i presupposti della mozione che impegna la giunta regionale ad intervenire nelle scuole di ogni ordine e grado della regione Veneto sono oltremodo discutibili, sia riguardo alla veridicità di quanto scritto, sia per la visione a giudizio degli interpellanti alquanto mistificatoria e retrograda in merito all'educazione all'affettività che da anni ispira i programmi delle scuole della Repubblica. Nel testo della mozione si legge che: «In alcuni casi purtroppo l'educazione all'affettività è diventata sinonimo di educazione alla genitalità, priva di riferimenti etici e morali, discriminante per la famiglia fatta da un uomo e da una donna, che induce una sessualizzazione precoce dei ragazzi – in Paesi dove simili strategie sono state applicate, come in Inghilterra e in Australia, questo ha portato ad una sessualizzazione precoce della gioventù, con conseguente aumento degli abusi sessuali (anche tra giovani), dipendenza dalla pornografia, all'attività sessuale prematura con connesso aumento di gravidanze ed aborti già nella prima adolescenza, e all'aumento della pedofilia – i risultati delle indagini sociologiche dimostrano come ritardare l'inizio dell'attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenti le possibilità di intrattenere relazioni stabili e riduca i problemi psicologici quali la depressione, specialmente nelle ragazze»;
   oltre alla contrarietà allo svolgimento nelle scuole di educazione all'affettività secondo criteri di parità e di correttezza educativa riconosciute da tutte le democrazie occidentali, la mozione dedica un'ampia parte alla fantomatica «ideologia gender», invenzione creata dalle componenti religiose più conservatrici e retrograde. Una strategia comunicativa di reazione all'autodeterminazione delle donne e recentemente utilizzata come strumento di reazione negativa all'equiparazione dei diritti e all'accettazione sociale delle persone lgbt, creando paura e terrore nei genitori per far credere che i programmi educativi che contrastano le discriminazioni e gli stereotipi di genere mirano all'omosessualizzazione dei bambini o all'annullamento delle differenze biologiche fra maschi e femmine;
   l'evidente intento di conservazione dei pregiudizi e delle discriminazioni della mozione è reso in modo plastico da questo passaggio: «Errate convinzioni vorrebbero equiparare ogni forma di unione e di famiglia e giustificare e normalizzare qualsiasi comportamento sessuale»; da ciò è richiesto alla giunta regionale del Veneto che: «Siano coinvolte le famiglie nella predisposizione dei progetti sull'affettività e sulla sessualità e nell'opera di educazione, rendendo i loro contenuti trasparenti ed evitando il contrasto con le convinzioni religiose e filosofiche dei genitori – sia oggetto di spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all'articolo 29, privilegia la famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”, della quale riconosce gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione – si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue»;
   la mozione contiene numerosi riferimenti alla prerogativa delle famiglie di decidere e sovrintendere all'educazione dei propri figli in ambito scolastico;
   il diritto delle famiglie all'educazione dei propri figli e alla trasmissione dei propri valori è un diritto riconosciuto e legittimo, ma non può essere utilizzato per la trasmissione di pregiudizi o di preconcetti;
   nella formazione della persona umana è compito riconosciuto e conclamato della scuola dare ai ragazzi tutti gli strumenti per comprendere la società e relazionarsi con gli altri, senza pregiudizi o comportamenti discriminatori;
   la vicenda in questione appare assai discutibile anche sotto il profilo del rispetto dell'assetto delle competenze, definito a livello costituzionale, relativo ai rapporti Stato-regioni, considerata oltretutto l'estrema delicatezza della materia;
   il 6 ottobre 2015 il consiglio regionale della Lombardia ha approvato con deliberazione X/856 la «mozione concernente l'educazione sessuale e il contrasto alla diffusione della teoria gender nelle scuole lombarde» n. 500 che impegna la giunta regionale ad intervenire presso il Ministro interpellato e l'ufficio scolastico regionale sulla medesima materia della mozione approvata dal consiglio regionale del Veneto –:
   quali iniziative di competenza si intendano adottare per impedire che le regioni esulino dalle proprie attribuzioni con riferimento ai programmi scolastici relativi all'educazione all'affettività e al contrasto alle discriminazioni;
   quali iniziative il Ministro interpellato intenda adottare per tutelare gli insegnanti e i dirigenti scolastici che non vorranno tener conto di interventi – quale quello segnalato in premessa – a giudizio degli interpellanti di natura propagandistica e basati su discriminazione, pregiudizio e omofobia.
(2-01203) «Scotto, Franco Bordo, Marcon».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la discriminazione

malattia mentale

autodeterminazione