ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01200

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 537 del 16/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: FICO ROBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 15/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/12/2015
Stato iter:
29/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/01/2016
Resoconto FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 29/01/2016
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 29/01/2016
Resoconto FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/01/2016

SVOLTO IL 29/01/2016

CONCLUSO IL 29/01/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01200
presentato da
FICO Roberto
testo presentato
Mercoledì 16 dicembre 2015
modificato
Venerdì 29 gennaio 2016, seduta n. 558

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, il Ministro dello sviluppo economico per sapere – premesso che:
   il 21 dicembre 1985, nella zona di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, un'esplosione nel deposito di carburante dell'Agip provocò la morte di 5 persone, il ferimento di altre 165, oltre ad una serie di drammatiche conseguenze sul piano socio-economico e, soprattutto, sulla salute delle persone;
   dalla prima metà degli anni ottanta in poi le raffinerie dell'area furono via via dismesse, permanendo tuttavia negli anni successivi le attività di deposito di idrocarburi, oli combustibili e GPL nei pressi della darsena Petroli, nonostante i ripetuti quanto vani tentativi di delocalizzazione delle stesse;
   l'aria, il suolo e l'acqua di San Giovanni a Teduccio, Barra e buona parte della periferia est sono letteralmente devastati, ormai da decenni. Nei terreni e nelle falde acquifere si annidano sostanze pericolosissime (fenoli, cromo esavalente, piombo, nichel, benzene, stirene, benzopirene, arsenico, piombo, mercurio, per citarne alcune), l'aria è irrespirabile, soprattutto di notte a causa della pulizia dei silos, l'acqua dai rubinetti talvolta fuoriesce oleosa o nera, come avvenuto nei giorni tra novembre e dicembre del 2015, senza che alcuna autorità o istituzione preposta abbia fornito ai cittadini una spiegazione dell'accaduto;
   i livelli di inquinamento della zona hanno determinato l'inclusione dell'area «Napoli Orientale» fra i siti di interesse nazionale (SIN) per i quali sono necessari interventi di bonifica, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge n. 426 del 1998;
   abnormi livelli di contaminazione delle acque e del suolo sono stati riconosciuti, più recentemente, anche sul piano istituzionale, nell'ambito della conferenza di servizi decisoria propedeutica all'approvazione di progetti di bonifica concernenti il SIN «Napoli Orientale» (nella fattispecie, si trattava dell’iter amministrativo relativo all'ex deposito AgiPetroli e all'area ex Feltrinelli), tenutasi presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 31 maggio 2013, alla presenza di rappresentanti del Ministero della salute e del Ministero dello sviluppo economico;
   pur in mancanza di dati e statistiche ufficiali, si può affermare che l'incidenza dei tumori, anche fra i giovani, nell'area di San Giovanni a Teduccio sia fortissima, oltre qualsiasi «ragionevole» soglia, come del resto qualunque residente della zona ha potuto, per esperienza diretta, constatare;
   la delocalizzazione dei depositi di idrocarburi e oli combustibili presenti nell'area, della quale per anni s’è discusso, avrebbe dovuto inserirsi nel contesto di un'ampia riqualificazione della fascia costiera di San Giovanni a Teduccio e, più in generale, della zona orientale di Napoli, da realizzarsi in primo luogo attraverso gli strumenti di pianificazione urbanistica e dell'autorità portuale;
   con decreto del presidente della giunta regionale della Campania n. 323 del 2004 è stata approvata la variante al piano regolatore generale del comune di Napoli per la zona orientale, nella quale ricade l'ambito 13, occupato da attività produttive e industriali a rischio di incidente rilevante, quali quello della raffineria Q8 dismessa e da depositi di derivati petroliferi (fra i quali i due depositi della Kuwait Petroleum Spa: il Kupit e l'ex Benit);
   la variante di piano relativa all'area di San Giovanni a Teduccio si basa essenzialmente sulla delocalizzazione di tutti gli impianti petroliferi, in considerazione del loro impatto ambientale e della loro pericolosità in relazione ad un'area ad elevata urbanizzazione;
   i progetti di bonifica del sito di Napoli orientale sono oggetto di distinti procedimenti amministrativi in quanto distinte sono le proprietà delle aree e dei depositi da bonificare;
   il 15 novembre 2007 il Ministero dell'ambiente, la regione Campania e il comune di Napoli hanno sottoscritto un accordo di programma per la bonifica del SIN di Napoli orientale;
   il sito è suddiviso in quattro macro-aree, una delle quali è costituita dal polo petrolifero (circa 345 ettari) dove sono localizzate le principali aziende petrolchimiche, fra le quali la Kuwait Petroleum Italia Spa, che detiene la proprietà di un'area di circa 90 ettari (cosiddetto deposito fiscale) e gestisce gran parte della movimentazione di idrocarburi che dalle navi attraccate alla cosiddetta darsena Petroli vengono dirottati verso i depositi;
   in virtù del protocollo d'intesa siglato nel 2006 da regione Campania, comune di Napoli, Napoli orientale Scpa, Kuwait Petroleum Spa e Kuwait raffinazione e chimica Spa la permanenza delle attività di stoccaggio di prodotti petroliferi è stata assicurata, con piena operatività, fino al 2026 nell'ambito di una determinata area detta «di ripiegamento» o «operativa», che ha un'estensione di circa 53 ettari;
   ai sensi dell'articolo 143, comma 3, della variante al piano regolatore generale la restante parte del suoli dei siti di proprietà della Kuwait, pari a 37 ettari, è identificata come «area di immediata dismissione», ovverosia l'area da bonificare, ancora occupata da strutture industriali essenzialmente non attive;
   negli anni successivi la progettazione della bonifica s'incaglia nelle maglie procedurali, fra pareri non espressi e la mancante valutazione d'impatto ambientale relative ai macchinari individuati per la pulizia dei terreni. Rallentamenti e lacune che hanno causato una enorme dispersione di risorse pubbliche (gestite dalla Sogesid) e che nel 2013 hanno altresì dato luogo al sequestro da parte della magistratura di alcune aree interessate dalla bonifica;
   con nota dell'11 maggio 2015, tuttavia, la regione Campania ha consentito alla Kuwait Petroleum di «ritirare l'istanza di VIA a suo tempo formulata, in quanto non obbligatoria per legge»;
   a distanza di nove anni dall'avvio della progettazione di bonifica dei terreni della Kuwait, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il decreto del 23 luglio 2015, ha approvato il «Progetto definitivo di bonifica dei suoli dei siti di proprietà Kuwait di Napoli», a condizione che fosse rispettata una fitta serie di prescrizioni concernenti, in particolare, le modalità di campionamento e di analisi, nonché il monitoraggio dei terreni oggetto di bonifica;
   per quanto riguarda l'area della Kuwait, ad alimentare la grave preoccupazione dei cittadini per la propria salute è la notizia, diffusa alcuni giorni fa dagli organi di stampa, del sequestro preventivo pari a 240 milioni di euro equivalente al vantaggio economico che l'azienda petrolifera avrebbe tratto dal mancato rispetto delle norme in materia di smaltimento delle acque oleose. Fra gli impianti attivi di proprietà della Kuwait rientra infatti anche un impianto per il trattamento delle acque reflue (WWT) mediante una procedura che, secondo quanto sostenuto dall'azienda nell'allegato tecnico alla domanda di rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, consentirebbe il completo rispetto dei limiti imposti dalla tabella 3 dell'allegato V alla Parte III del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, nonché il rispetto delle norme relative all'immissione delle acque depurate nella fognatura pubblica;
   secondo gli inquirenti, invece, il trattamento delle acque oleose da parte della Kuwait sarebbe avvenuto in modo difforme da quanto dichiarato nell'allegato tecnico e, quindi, dalle prescrizioni di legge. L'ipotesi degli inquirenti è che le acque utilizzate per il lavaggio delle linee di importazione di benzina venissero trasferite in modo improprio da un serbatoio all'altro, trasformandosi esse stesse in un rifiuto liquido pericoloso che avrebbe dovuto pertanto essere smaltito nei modi stabiliti dalla legge e dunque attraverso un processo più oneroso;
   i residenti di San Giovanni a Teduccio e delle aree limitrofe sono fortemente provati, non soltanto a causa dei fenomeni inquietanti a cui non viene offerta loro una adeguata spiegazione (l'acqua nera dai rubinetti o, ancora recentemente, il fortissimo acre odore nell'aria), non soltanto per la nitida percezione che la zona sia funestata da un tasso elevatissimo di malattie tumorali, ma ora anche dalla notizia di acque oleose non correttamente depurate e immesse nella fognatura pubblica;
   la notizia di presunti reati commessi dalla Kuwait Petroleum è l'ennesimo «schiaffo» ad una terra già devastata dall'inquinamento, che attende da decenni interventi di bonifica di cui non si riesce a intravedere la fine, e in alcuni casi addirittura neanche l'inizio –:
   se il Governo non consideri improcrastinabile l'attivazione, per quanto di competenza, di uno screening sanitario nell'area di San Giovanni a Teduccio, con particolare riferimento al monitoraggio delle patologie neoplastiche che hanno colpito i residenti della zona;
   se il Governo non ritenga necessario superare la «parcellizzazione» degli interventi di bonifica del sito di interesse nazionale «Napoli Orientale» e, in caso affermativo, quali iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, affinché tale processo sia svolto attraverso un coordinamento ed una visione d'insieme, invero ad avviso degli interpellanti fino ad oggi inesistenti, atteso che l'accorpamento dei procedimenti amministrativi relativi agli interventi di bonifica è possibile soltanto laddove le aree siano di proprietà della medesima società;
   quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere al fine di dare definitivo impulso alla bonifica del sito di interesse nazionale «Napoli Orientale», una bonifica che costituisce la precondizione essenziale per sottrarre le future generazioni al rischio di sviluppare patologie neoplastiche strettamente connesse all'inquinamento dell'aria, del suolo e della falda acquifera di quest'angolo martoriato del capoluogo campano;
   se, in ossequio al principio della trasparenza dell'azione pubblica in materia ambientale sancito dalla Convenzione di Aarhus, il Governo non ritenga doveroso fornire ai cittadini, anche nei siti internet della Sogesid e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tutti i dati relativi al sito di interesse nazionale «Napoli Orientale» nonché tutti gli atti, lo stato di avanzamento e le stime della conclusione dei singoli interventi di bonifica e messa in sicurezza di cui all'accordo di programma citato in premessa;
   quante risorse siano state fino ad oggi assicurate alla Sogesid – rectius disperse, ad avviso degli interpellanti – per interventi di bonifica mai realizzati, in alcuni casi neppure progettati, e quante risorse la società pubblica abbia a sua volta appaltato a terzi;
   quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di assicurare che qualsiasi attività ricadente nell'ambito del sito di interesse nazionale Napoli Orientale – ivi comprese quelle di smaltimento dei rifiuti pericolosi svolte dalla Kuwait Petroleum – avvenga nel rispetto della normativa ambientale e non sia tale da determinare ulteriori pericoli per la salute delle persone che vivono a San Giovanni a Teduccio e nelle aree limitrofe.
(2-01200) «Fico, Mannino, Colonnese, Luigi Di Maio, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Micillo, Pisano, Sibilia, Tofalo, Frusone, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lupo, Marzana, Nesci, Parentela, Pesco, Petraroli, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Sarti, Sorial, Spessotto, Terzoni, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

immagazzinaggio di idrocarburi

protezione dell'ambiente

diritto dell'ambiente