ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01176

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 528 del 24/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: NUTI RICCARDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 24/11/2015
Stato iter:
27/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/11/2015
Resoconto NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 27/11/2015
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 27/11/2015
Resoconto NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/11/2015

SVOLTO IL 27/11/2015

CONCLUSO IL 27/11/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01176
presentato da
NUTI Riccardo
testo presentato
Martedì 24 novembre 2015
modificato
Venerdì 27 novembre 2015, seduta n. 531

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   il porto di Palermo, sia per flusso di merci che di passeggeri, è uno tra i principali porti italiani e dell'intero mar Mediterraneo: infatti, nel 2014, sono transitate merci per oltre 6,2 milioni di tonnellate, mentre il numero dei passeggeri è arrivato a circa 1,8 milioni;
   la posizione di Palermo all'interno del bacino mediterraneo rende questo porto di particolare rilevanza nei collegamenti tra Europa e Africa, offrendo frequenti collegamenti settimanali con porti nordafricani;
   in virtù di ciò e dell'innalzamento del livello delle esigenze di sicurezza dovuto alla recente attività del terrorismo internazionale, in particolare di matrice islamica, secondo gli interpellanti, il porto di Palermo dovrebbe essere oggetto di un rinnovato impegno sui fronte della sicurezza e dei controlli, sia dei passeggeri sia delle merci;
   dopo gli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi, nonché dopo le ripetute minacce da parte dell'Isis rivolte ai nostro Paese, il rischio di infiltrazione terroristiche è aumentato esponenzialmente, tant’è che è stato innalzato lo stato di allerta al livello 2, ed è avvenuta la fissazione del livello di prevenzione al massimo grado;
   tuttavia, secondo quanto emerge da recenti denunce pubbliche, fatte da svariate sigle sindacali operanti all'interno del porto medesimo, non vengono garantiti nemmeno i livelli minimi di sicurezza, in riferimento al servizio traghetti che collega stabilmente il porto di Palermo con la Tunisia, in special modo a causa del numero ridotto del personale preposto ai controlli, che dunque vengono effettuati sommariamente o a campione, e dell'assenza di strumentazione idonea, quale metal detector, scanner e di aree dedicate ai controlli;
   più nello specifico, come documentato da articoli di giornale e vari servizi televisivi, nonché come testato in due verifiche di parlamentari e deputati dell'assemblea regionale in data 20 settembre e 22 novembre 2015, i controlli sul traffico di persone sono quasi assenti, inclusi quindi anche quelli sui relativi bagagli, così come i controlli nei confronti delle autovetture risultano essere inadeguati e a campione;
   secondo gli interpellanti, dunque, nulla impedirebbe a potenziali terroristi di accedere tranquillamente nel territorio italiano tramite l'utilizzo di un regolare servizio traghetti che collega Tunisi con il porto di Palermo, ovvero ad esponenti della criminalità organizzata di tipo mafioso di condurre liberamente i propri interessi economici illegittimi;
   l'inadeguatezza delle misure di sicurezza è ancor più evidente se si considera che il decreto del Ministero dell'interno n. 154 del 2009, a parere degli interpellanti inattuato riguardo al porto di Palermo, ha espresso la necessità di equiparare le misure di sicurezza da adottare nei porti a quelle già in essere negli aeroporti, come ad esempio la presenza di un'area sterile adibita al controllo per le navi provenienti da «No Schengen countries»;
   nonostante queste vistose mancanze in merito alla sicurezza del porto di Palermo, l'autorità portuale ha dichiarato che «il porto di Palermo è dotato dei piani di security degli impianti portuali e delle aree comuni, debitamente approvati dalla Prefettura» e che «il porto di Palermo è in regola con gli standard internazionali di security e le strutture in atto esistenti sono in corso di potenziamento»;
   alcuni anni fa i funzionari dell'ufficio doganale per l'intera provincia di Palermo risultavano essere circa 150, una cifra che secondo i sindacati di categoria era in linea con gli standard di altri uffici di analoga portata e dimensione nel resto del Paese: a causa del blocco delle assunzioni e di svariati pensionamenti, tale numero è sceso vertiginosamente a meno di 70 unità, raggiungendo il record negativo in assoluto di un funzionario doganale ogni 18.222 abitanti, proporzione che continua a peggiorare per il susseguirsi dei pensionamenti;
   tuttavia, l'attuale dotazione organica, elaborata alcuni mesi fa, semplicemente limitandosi a fotografare lo stato dell'arte del personale di allora, aveva fissato le unità in organico a 80; dunque, anche se il numero di funzionari necessario per garantire un servizio efficiente potrebbe essere sensibilmente maggiore rispetto alle 80 unità dichiarate, ad oggi la dotazione reali del personale appare addirittura sensibilmente inferiore;
   la criticità della situazione è ancor più grave se si pensa che attualmente pochi funzionari doganali rimasti in servizio in provincia di Palermo, oltre a controllare il già affollatissimo porto di Palermo, devono suddividersi anche tra il porto di Termini Imerese, l'aeroporto internazionale Falcone Borsellino, gli uffici centrali, nonché vari attracchi marittimi minori, per un totale di oltre 6,5 tonnellate di flusso merci e circa 6,2 milioni di flusso passeggeri;
   in altre realtà italiane ove si registrano flussi passeggeri e merci nettamente inferiori a quelli registrati in provincia di Palermo, invece, la dotazione organica risulta essere uguale o persino maggiore: nel complesso ben 38 uffici delle dogane hanno più personale dell'ufficio delle dogane di Palermo, oltre agli uffici centrali di Roma, i quali, nonostante il già abbondante numero di funzionari presenti, hanno usufruito di una procedura di interpello per ricerca di ulteriore personale interno all'amministrazione;
   inoltre, quantunque vi sia un numero sufficiente di addetti, l'assenza di strumentazione adeguata, come nel caso del porto di Palermo, renderebbe particolarmente difficoltosa l'attività di controllo;
   già attualmente, come più volte denunciato, i funzionari dell'ufficio doganale di Palermo hanno non poche difficoltà nello svolgere le proprie funzioni essenziali ed ulteriori imminenti pensionamenti rischierebbero di bloccare letteralmente le dogane palermitane;
   infine, nel territorio palermitano è storicamente ben radicata la principale organizzazione criminale mafiosa italiana, «Cosa Nostra», la quale sarebbe ben infiltrata all'interno del porto, come dimostrerebbero recenti sequestri; la progressiva paralisi incontro alla quale sta andando questo ufficio doganale non farebbe altro che facilitare ulteriormente, a giudizio degli interpellanti, l'attività criminale all'interno del porto;
   secondo gli interpellanti, un aumento del personale, ancorché costituisca per le finanze pubbliche un maggior costo, garantirebbe innanzitutto livelli minimi di sicurezza e legalità e, inoltre, potrebbe assicurare ulteriori entrate derivanti da un rafforzato controllo sul flusso delle marci e dalla contestazione delle relative irregolarità –:
   se il Governo non intenda, per le parti di competenza, intraprendere iniziative volte a risolvere l'attuale situazione di crisi in cui versa l'ufficio doganale di Palermo, aumentando il personale del suddetto ufficio, almeno sino al raggiungimento delle unità stabilite nella dotazione organica anche tramite lo strumento della procedura per interpello riservata ai dipendenti della stessa Agenzia delle dogane;
   se il Governo non intenda attivarsi, per le parti di competenza, al fine di finanziare l'acquisto della strumentazione necessaria per garantire un'adeguata attività di controllo del flusso dei passeggeri;
   quali ulteriori iniziative intendano intraprendere, per le parti di competenza, per ridurre i rischi connessi ad eventuali sbarchi all'interno del porto di Palermo di soggetti appartenenti a organizzazioni terroristiche internazionali, nonché al fine di prevenire e contrastare infiltrazioni mafiose.
(2-01176) «Nuti, Di Benedetto, Di Vita, Liuzzi, Lupo, Mannino, Cozzolino, Dadone, D'Ambrosio, Cecconi, Toninelli, D'Incà».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

controllo doganale

impianto portuale

terrorismo