ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01141

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 513 del 30/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: BRATTI ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
SANNA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
GUERINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
GINEFRA DARIO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
CULOTTA MAGDA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
PES CATERINA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
BOCCUZZI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
BONACCORSI LORENZA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
BRAGANTINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
FONTANELLI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
GIACOBBE ANNA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MARIANO ELISA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MARRONI UMBERTO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MASSA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MAZZOLI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MICCOLI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
PORTAS GIACOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
ROSTAN MICHELA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
BOLOGNESI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
FERRANTI DONATELLA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2015
PICCIONE TERESA PARTITO DEMOCRATICO 04/11/2015
CAPONE SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 04/11/2015
CAPODICASA ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 16/11/2015
AMODDIO SOFIA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/10/2015
Stato iter:
27/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/11/2015
Resoconto MASSA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 27/11/2015
Resoconto VICARI SIMONA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 27/11/2015
Resoconto MASSA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 04/11/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 16/11/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 18/11/2015

DISCUSSIONE IL 27/11/2015

SVOLTO IL 27/11/2015

CONCLUSO IL 27/11/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01141
presentato da
BRATTI Alessandro
testo presentato
Venerdì 30 ottobre 2015
modificato
Venerdì 27 novembre 2015, seduta n. 531

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   l'energia, in termini di disponibilità e costi, è un elemento essenziale per la competitività del Paese e del suo sistema industriale;
   come fonte energetica, a livello globale, si consumano quantità enormi di combustibili fossili (ogni secondo 1050 barili di petrolio, 105.000 metri cubi di gas, 250 tonnellate di carbone) immettendo nell'atmosfera, oltre alle sostanze inquinanti che causano numerose malattie, 36 miliardi di tonnellate l'anno di anidride carbonica, gas serra che ha raggiunto la concentrazione di 400 parti per milione. Causa principale del progressivo riscaldamento del pianeta che sta già causando conseguenze catastrofiche;
   gli scienziati del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), sotto l'egida dell'ONU, nel Fifth Assessment Report 2014 hanno sottolineato l'urgenza di intervenire con iniziative immediate: «senza un'azione decisa, è molto probabile che le temperature superino il limite di 2o C, limite per cui si sono impegnati i Governi nazionali. La combustione delle fonti energetiche “fossili” è la principale causa dell'aumento di temperatura. Superare il limite porterà a estreme conseguenze:
    innalzamento del livello dei mari, onde di calore, scioglimento delle calotte polari, distruzione dell'agricoltura e perdita di cibo, aumento della frequenza di tempeste e siccità»;
   uno studio del novembre 2014, commissionato dalla Commissione europea per approfondire l'entità dei sussidi diretti e indiretti e i costi delle esternalità negative di tutte le fonti energetiche fossili e rinnovabili nella produzione dell'energia elettrica, ha evidenziato come i costi delle esternalità negative – danni determinati da riscaldamento globale (innalzamento temperature e aumento frequenza fenomeni meteorologici estremi) e incremento spesa sanitaria per patologie legate ad inquinamento – generati dall'utilizzo di fonti fossili per la produzione di energia elettrica vadano da oltre 90 euro/MWh per le centrali a carbone a quasi 40 euro/MWh per le centrali a cogenerazione alimentate da gas naturale (a fronte di un prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica di 52 euro/MWh per tutte le fonti energetiche fossili e rinnovabili). Tali costi sono oggi essenzialmente a carico del bilancio pubblico, finanziati quindi dalla fiscalità generale. Si può affermare che i costi di estrazione, stoccaggio e dispacciamento sommati ai costi delle esternalità negative prodotti dall'impiego dei combustibili fossili sono tali da rendere più conveniente l'utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili, nonostante il maggior costo e la minore efficienza delle tecnologie di produzione;
   la conferenza CFCC15 (Common Future under Chinate Change), organizzata dall'UNESCO il 10 luglio 2015 in preparazione della Paris COP21, ha sollecitato ancora una volta tutti gli Stati a rendersi consapevoli della gravità della sfida per contrastare i cambiamenti climatici e ad agire di conseguenza;
   le agenzie di rating, tra cui Standard & Poor's mettono in guardia contro i rischi finanziari legati ai cambiamenti climatici e affermano che la limitazione delle emissioni è conveniente anche dal punto di vista dei profitti industriali;
   la produzione di energia da fonti rinnovabili non è più residuale: con le fonti rinnovabili oggi si produce il 22 per cento dell'energia elettrica su scala mondiale e il 40 per cento in Italia, dove il fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari. Poiché i combustibili fossili sono in via di progressivo esaurimento, il processo di transizione alle energie rinnovabili è già avanzato in tutti i Paesi del mondo: in particolare, l'Unione europea ha messo in atto una strategia (il «Pacchetto clima energia 20 20 20», l’Energy Roadmap 2050) che nel 2050 porterà gli Stati dell'Unione a produrre almeno l'80 per cento dell'energia da fonti rinnovabili;
   di recente, l’Energy outlook 2015 dell'agenzia Bloomberg ha stimato che entro il 2040 il 56 per cento delle sorgenti energetiche primarie su scala mondiale sarà composto da fonti a emissioni zero. I sussidi alle fonti energetiche rinnovabili sono uno strumento efficace per favorire lo sviluppo e l'implementazione di nuove tecnologie e, il loro elevato costo, pari a 6.7 miliardi di euro all'anno, interamente a carico delle tariffe energetiche, è giustificato, sia dalla riduzione di esternalità, sia dalla riduzione dei costi complessivi dell'energia, cui sicuramente ha contribuito anche la maggiore disponibilità di fonti energetiche rinnovabili a costo ridotto. Con il successo e la diffusione delle fonti rinnovabili il prezzo medio dell'energia è passato da circa 100 euro/MWh a 50 euro/MWh;
   i combustibili fossili richiedono ingenti investimenti per l'estrazione, la raffinazione e la distribuzione; gran parte di questi costi – per sussidi diretti e indiretti – sono a carico dei Governi nazionali. Il Fondo monetario internazionale, in un working paper del maggio 2015, ha stimato che i sussidi ai combustibili fossili per il 2015 hanno raggiunto un nuovo record: 5.300 miliardi di dollari, ovvero oltre il 6 per cento del prodotto interno lordo mondiale, una spesa maggiore della spesa mondiale per la sanità;
   la BP Statistical Review del giugno 2015 (British Petroleum, BP Statistical Review of World Energy 2015), in accordo con i dati pubblicati dal Ministero dello sviluppo economico (riserve di idrocarburi in Italia al 31 dicembre 2014) segnala che le «total proved reserves» di petrolio in Italia ammontano a 100 milioni di tonnellate, a fronte di un consumo annuale di petrolio di 56,6 milioni di tonnellate. Le riserve accertate coprono, pertanto, meno di due anni di consumi di petrolio: se queste vengono estratte dai giacimenti nell'arco di 20 anni, sono in grado di coprire meno del 9 per cento del consumo annuale. Per il gas naturale, le «total proved reserves» ammontano a circa 50 miliardi di metri cubi, insufficienti a coprire il consumo di 1 anno che è di 56,8 miliardi di metri cubi. In 20 anni, coprirebbero il 4,4 per cento del consumo annuale. È evidente che anche lo sfruttamento integrale delle esigue riserve italiane non renderebbe il Paese indipendente da altri Paesi, dai quali si dovrebbe continuare ad importare gran parte delle esigue risorse energetiche necessarie sotto forma di combustibili costosi ed inquinanti;
   il Ministero dello sviluppo economico ha reso noto che nel 2014 lo Stato italiano ha incassato 70 milioni di euro e le regioni 182 milioni di euro di royalty. La Basilicata, a fronte di introiti per 159 milioni di euro, ha esternalità negative per inquinamento dell'aria e delle falde acquifere, con effetti devastanti sull'agricoltura e diminuzione del prodotto interno lordo regionale. Nelle altre regioni 29 milioni di euro sono andati ai comuni, di cui 450.000 euro al comune di Ravenna, una cifra decisamente inferiore ai danni causati dalle esternalità, fra le quali vanno considerati la subsidenza e i rischi per l'ecosistema marino. Nella migliore delle ipotesi, supponendo cioè che dopo esplorazioni preliminari e messa in opera degli impianti l'estrazione abbia inizio fra 5 anni e continui per i successivi 20 anni fino ad esaurimento delle riserve estraibili, a partire dal 2020 lo Stato incasserebbe 70 milioni di euro di nuove royalty all'anno;
   una recente ricerca del UK Energy Research Centre rileva che investimenti nella efficienza energetica ed energie rinnovabili generano più posti di lavoro rispetto ad investimenti in sistemi energetici intensive; secondo autorevoli studiosi, che hanno ricoperto posizioni di primo piano nell'industria petrolifera, questa non è in grado di dare risposte alle necessità impellenti di occupazione, perché, per sua natura, è ad alta intensità di capitale, ma a bassa intensità di lavoro (L. Maugeri, L'era del petrolio, Feltrinelli, 2006);
   la strategia energetica nazionale è stata definita da un decreto interministeriale dell'8 marzo 2013 e ha visto, ad avviso degli interpellanti, un coinvolgimento meramente formale del Parlamento;
   la richiesta, depositata presso la Corte di cassazione il 30 settembre 2015 dai rappresentanti di dieci regioni italiane, di referendum nazionale abrogativo per alcune parti dell'articolo 35 del decreto-legge n. 83 del 22 giugno 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012 cosiddetto «dl sviluppo», e dell'articolo 38 del decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014 detto «Sblocca Italia» –:
   se non ritenga doveroso assumere iniziative per escludere dalla dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza finalizzata alla valorizzazione di risorse energetiche nazionali la prospezione e il sondaggio di idrocarburi liquidi e gassosi in mare e in terra;
   se, in base a quanto esposto in premessa, non ritenga necessario adottare iniziative volte a prevedere la sospensione delle attività sia di esplorazione che di ricerca in zone ad elevato rischio sismico, vulcanico, tettonico, accertato da indagini scientifiche preventive effettuate dagli enti di ricerca Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Consiglio nazionale delle ricerche e Agenzia per la protezione ambientale, nonché a prevedere il blocco del rilascio di autorizzazioni in zone di particolare ripopolamento ittico, così come opportunamente indicato da indagini scientifiche preventive di supporto effettuate da Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Consiglio nazionale delle ricerche e Agenzia per la protezione ambientale, prevedendo altresì adeguate compensazioni economiche nel caso di danni arrecati agli stock ittici esistenti;
   se non ritenga opportuno adottare iniziative per prevedere il blocco del rilascio di future autorizzazioni sia di esplorazione che di ricerca in prossimità di aree di particolare interesse turistico;
   se non ritenga opportuno, in accordo con le autorità dei Paesi che si affacciano sul mare Adriatico e in applicazione della direttiva 2013/30/UE, promuovere una conferenza congiunta dell'Adriatico per la prospezione e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi offshore, al fine di adottare criteri analoghi per tutelare le spiagge e i territori;
   se intenda attivare un tavolo di confronto con i rappresentanti dei comuni interessati, individuati da ANCI e delle regioni, in vista della partecipazione degli enti locali e territoriali alla conferenza congiunta dell'Adriatico, nonché promuovere una revisione delle procedure di ispezione e sondaggio di idrocarburi liquidi e gassosi in mare e in terra, al fine di prevedere la valorizzazione e il rafforzamento del ruolo degli enti locali e territoriali e l'integrale e tempestiva pubblicizzazione dell’iter autorizzativo;
   se, in base a quanto esposto, non ritenga necessario e urgente integrare e modificare in tempi brevi la strategia energetica nazionale, al fine di promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, riducendo, nel contempo, la produzione di energia da fonti fossili, in accordo con la prevista conferenza congiunta dei Paesi che si affacciano sul Mare Adriatico e in coerenza con l'esito delle indagini scientifiche preventive effettuate dagli enti di ricerca Istituto nazionale di geofisica e vulcanologica, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Consiglio nazionale delle ricerche e Agenzia per la protezione ambientale che rilevino elevato rischio sismico, vulcanico e tettonico dei siti individuati;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per rivedere completamente gli articoli 37 e 38 del decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014 detto «Sblocca Italia», recependo le richieste di cui al secondo, terzo e sesto quesito dell'interpellanza.
(2-01141) «Bratti, Zanin, Giovanna Sanna, Vico, Giuseppe Guerini, Ginefra, Miotto, Culotta, Pes, Bargero, Boccuzzi, Bonaccorsi, Paola Bragantini, Cenni, Fontanelli, Giacobbe, Incerti, Lenzi, Mariano, Marroni, Massa, Mazzoli, Miccoli, Mongiello, Morassut, Portas, Rostan, Tullo, Marrocu, Bolognesi, Villecco Calipari, Ferranti, Piccione, Capone, Capodicasa, Amoddio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

energia rinnovabile

produzione d'energia

risorse rinnovabili