ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01138

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 511 del 27/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 27/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 27/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 27/10/2015
Stato iter:
30/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/10/2015
Resoconto SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 30/10/2015
Resoconto BELLANOVA TERESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 30/10/2015
Resoconto SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/10/2015

SVOLTO IL 30/10/2015

CONCLUSO IL 30/10/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01138
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo presentato
Martedì 27 ottobre 2015
modificato
Venerdì 30 ottobre 2015, seduta n. 513

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   nei primi 8 mesi del 2015 le morti sul lavoro hanno avuto un preoccupante aumento, secondo quanto dichiarato dall'Anmil, l'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, in occasione della 65esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro che si è svolta l'11 ottobre 2015: nel 2015 il numero di morti sul posto del lavoro è aumentato del 15 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014, con 752 vittime al 31 agosto 2015, a fronte delle 652 rilevate al 31 agosto del 2014, per un totale di ben 100 morti in più;
   questo aumento rappresenta una preoccupante inversione di tendenza nell'andamento del fenomeno, come non si verificava dal 2006, e la conferma che gli incidenti sul lavoro restano un'emergenza nazionale, come sottolineato anche dalla Cgil;
   la Lombardia risulta essere la regione più colpita dal fenomeno delle morti bianche, e il Nord-Est è la macro area dove il rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa è più alto con un indice del 32,7 per cento contro una media nazionale del 21,1 per cento; seguono il Sud (31,1 per cento), le Isole (23 per cento), il Nord-Ovest (16,2 per cento) e il Centro (15,4 per cento); in media, nel Nord-Est si rilevano 90 morti al mese, dato in crescita rispetto allo stesso periodo del 2014;
   secondo l'Anmil «il Testo Unico infortuni, che regola i risarcimenti e le rendite Inail, risalente al 1965, nonostante le modifiche intervenute nel tempo, risulta essere anacronistico, inadeguato e iniquo»;
   secondo quanto riportato dall'Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro «i morti per infortuni sui luoghi di lavoro da noi registrati non sono mai stati così tanti da quando il 1o gennaio 2008 è stato aperto l'Osservatorio»;
   secondo Mauro Rossato, presidente dell'Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre, i numeri delle morti bianche «narrano una morte quotidiana con una media di oltre 90 vittime al mese. Incomprensibile come ancora non vengano consegnate risposte concrete a questa che è una piaga sociale «conclamata», dove le morti, molto spesso, non sono dovute ad una tragica fatalità, ma sono piuttosto la conseguenza più tremenda e visibile della scarsa diffusione della cultura della sicurezza»;
   in una lettera-appello dell'agosto 2015 indirizzata ai più alti livelli istituzionali, Marco Bazzoni, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, da anni in prima linea per promuovere la sicurezza sul lavoro, sottolinea che «con il jobs act, le semplificazioni per la sicurezza, il demansionamento e la videosorveglianza e i controlli a distanza andrà anche peggio, perché i lavoratori adesso sono ancora più ricattabili»;
   risale addirittura al 3 dicembre del 2013, ma risulta ancora senza risposta, l'interrogazione a risposta scritta n. 4-02784 con la quale il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo aveva già sollevato il problema delle cosiddette «morti bianche», sottolineando come esse «rappresentino nel nostro Paese una vera e propria strage che è ancora gravemente sottovalutata: dal 2008 al 2013 in Italia più di settemila lavoratori hanno perso la vita mentre svolgevano semplicemente il loro lavoro, lasciando settemila famiglie italiane senza quella che spesso è l'unica risorsa economica per il nucleo familiare»;
   un Paese che si definisce civile non può permettersi di avere ogni anno oltre 1300 morti sul lavoro, definiti di recente dal professor Umberto Veronesi «gli eroi di oggi», e chiamare ipocritamente tali decessi «morti bianche» o «tragiche fatalità» quando è ben noto che la morte di un lavoratore non è quasi mai dovuta al caso, ma semmai al fatto che nelle aziende troppo spesso non si rispettino a sufficienza le norme per la sicurezza sul lavoro;
   in tutti questi anni poco o nulla sembra essere stato fatto per aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro –:
   se i Ministri interpellanti siano al corrente della preoccupante inversione di tendenza nell'andamento del fenomeno delle morti bianche in significativo aumento nei primi 8 mesi del 2015, come illustrato in premessa;
   quali azioni il Governo intenda intraprendere per frenare questo grave trend negativo e promuovere una maggiore sicurezza sul posto di lavoro facendo in modo che le norme per la sicurezza sul posto di lavoro vengano rispettate dai datori di lavoro a tutela della vita dei lavoratori;
   se non ritenga necessario adottare delle opportune iniziative normative al fine di aggiornare il «testo unico infortuni», che regola i risarcimenti e le rendite Inail, risalente al 1965, al fine di renderlo più attuale, adeguato alle reali esigenze dei lavoratori e giusto;
   se sia stato attuato, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, un monitoraggio dell'attuazione delle disposizioni in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro a partire dai comparti lavorativi più a rischio, coordinando tutte le risorse umane disponibili (ispettorati del lavoro delle asl, dell'Inps, dell'Inail e altri) e, in tal caso, quali siano i risultati e le criticità rilevate;
   in che modo intendano attivarsi per promuovere un intervento organico, coerente e non occasionale a livello di legislazione nazionale in materia di sicurezza sul lavoro, in nome delle migliaia di vittime del lavoro, ma soprattutto a tutela della salute dei lavoratori.
(2-01138) «Sorial, Cominardi, D'Incà».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza del lavoro

mortalita' professionale

politica sanitaria