ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01080

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 482 del 15/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 15/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PISICCHIO PINO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 15/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/09/2015
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 16/09/2015
Stato iter:
18/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/09/2015
Resoconto PILI MAURO MISTO
 
RISPOSTA GOVERNO 18/09/2015
Resoconto BRESSA GIANCLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 18/09/2015
Resoconto PILI MAURO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 18/09/2015

SVOLTO IL 18/09/2015

CONCLUSO IL 18/09/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01080
presentato da
PILI Mauro
testo presentato
Martedì 15 settembre 2015
modificato
Venerdì 18 settembre 2015, seduta n. 485

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della difesa, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   la continuità politica e programmatica dei Governi Monti, Letta e Renzi impone l'esigenza di valutare realisticamente gli atti concreti relativi alla cosiddetta vertenza Sardegna;
   è fin troppo evidente che sulla già complessa questione sarda si registrano ulteriori gravi e colpevoli ritardi legati a mancate decisioni del Governo e, in alcuni casi, a decisioni che appaiono contrarie alla risoluzione dei problemi stessi;
   l'esigenza di affrontare con urgenza tali problemi riveste priorità assoluta al fine di non pregiudicare in modo irreversibile le questioni oggetto della vertenza Sardegna;
   in particolar modo appaiono sin troppo evidenti le questioni relative:
    a) alla questione trasporti, con l'esigenza ad avviso degli interpellanti improcrastinabile di revocare la convenzione con la Tirrenia per palese contrasto con l'interesse pubblico e contributo di Stato di dubbia legittimità, non commisurato e non giustificato rispetto ad un servizio inadeguato e con costi proibitivi per i residenti e i non residenti;
    b) alla questione relativa alla continuità territoriale aerea con un'inaccettabile limitazione a soli nove mesi della tariffa unica e con continue limitazioni alla disponibilità di posti sulle tratte da e per la Sardegna, che hanno duramente penalizzato la stagione estiva, oltre alla limitazione delle tratte di collegamento tra l'isola e il resto del Paese;
    c) alla questione energetica con la pesantissima ricaduta sul sistema economico industriale della Sardegna, dalla mancata realizzazione del metanodotto Algeria – Sardegna – Europa a favore di quelle che gli interpellanti ritengono lobby protese a realizzare rigassificatori con un gravissimo impatto sia sul fronte costiero che nell'entroterra, con la distribuzione su gommato del gas, per arrivare alla mancata definizione di un regime tariffario, attraverso contratti bilaterali e regimi di riequilibrio, a partire dalla interrompibilità e super interrompibilità, al fine di consentire la competitività, ora negata, delle attività industriali della Sardegna;
    d) alla questione insularità e all'esigenza di dare attuazione all'articolo 22 della legge n. 42 del 2009, considerato che, sino ad oggi, il divario insulare non solo non è stato limitato ma risulta gravemente ampliato da scelte che hanno anche sul piano infrastrutturale totalmente escluso la Sardegna, come per esempio l'ultimo documento di economia e finanza;
    e) alle questioni industriali della Sardegna: dalla chiusura dell'Alcoa, alla mancata realizzazione del sistema integrato miniera Carbosulcis centrale, alla definizione della ripresa produttiva della società Eurallumina, alla ripresa produttiva della Vinilys di Porto Torres, alla definizione dell'assetto energetico per gli stabilimenti energivori del Sulcis e quelli della Ottana Energia, ex Enichem di Ottana;
    f) alla questione infrastrutturale sarda con la definizione degli interventi nell'ambito della piastra logistica euromediterranea e degli interventi in grado di eliminare il grave gap infrastrutturale sul fronte ferroviario, stradale e connettivo strategico;
    g) alla definizione di un nuovo regime di entrate per la Sardegna, in considerazione della sua condizione insulare con l'attuazione della zona franca integrale come strumento di riequilibrio del divario insulare, come già contemplato in disposizioni di legge a partire dal decreto legislativo n. 75 del 1998;
    h) alla definizione concreta della «partita» delle entrate oggetto di ricorsi alla Corte costituzionale in relazione ai quali, ad avviso degli interpellanti, è risultato inaccettabile il comportamento dello stesso Governo in carica;
    i) alla dismissione del patrimonio militare relativo a immobili ubicati in aree strategiche per lo sviluppo delle comunità locali e occupate da servitù militari inutilizzate o sottoutilizzate, compresa la riconversione delle aree oggetto di servitù militari di cui la Sardegna continua ad essere gravata;
   in particolar modo si ritiene indispensabile interpellare il Governo su tutti gli impegni assunti e non mantenuti;
   ad oggi, su questi temi si registra un gravissimo arretramento non solo sostanziale ma anche procedurale considerato che nessun serio e concreto atto è stato messo in campo dal Governo e anzi tutte le vertenze languono senza alcuna prospettiva di soluzione –:
   se il Presidente del Consiglio dei ministri, che aveva annunciato per settembre 2015 iniziative concrete dopo quasi due anni di promesse non mantenute e di ritardi, non intenda predisporre con somma urgenza iniziative normative, operative e concrete che affrontino in modo efficace e immediato le vertenze che costituiscono la più ampia questione sarda;
   se il Governo non intenda assumere iniziative, in base all'articolo 15 della convenzione con la Tirrenia, anche alla luce del nuovo gravissimo monopolio generato dall'acquisizione dell'intero pacchetto azionario da parte dello stesso socio che detiene la compagnia Moby Lines, per la revoca della stessa per manifesta inadempienza rispetto all'interesse pubblico con gravissime limitazioni al servizio di continuità marittima e l'utilizzo di un contributo di 73 milioni di euro che appare sotto ogni punto di vista ingiustificabile e di dubbia legittimità, avviando procedure corrette di evidenza pubblica per la gestione della continuità territoriale marittima da e per la Sardegna;
   se non si intendano assumere iniziative con somma urgenza per revocare la limitazione a soli 9 mesi all'anno della tariffa unica per la continuità territoriale e disporre l'immediata attivazione di procedure al fine di estendere il regime di continuità territoriale anche su altre rotte da e per la Sardegna, ripristinando un servizio pubblico indispensabile a rompere l'isolamento del quale la Sardegna è sempre più vittima;
   se il Governo non intenda, attraverso iniziative normative urgenti, arrivare alla definizione di un regime tariffario, promuovendo contratti bilaterali e norme funzionali all'attuazione di regimi di riequilibrio tariffario elettrico, come interrompibilità e super interrompibilità, al fine di consentire la competitività, ora negata, delle attività industriali della Sardegna;
   se il Governo non intenda giustificare il fatto che dopo tre anni dalla chiusura dello stabilimento Alcoa non solo non ha proposto nessuna concreta iniziativa o provvedimento teso a soddisfare le esigenze energetiche, ma ha presentato una proposta di procedura europea solo a maggio 2015 con un ritardo inaudito;
   se non intenda dare notizie concrete sullo stato di tale procedura, considerato che il vertice con il commissario europeo per la concorrenza dei giorni scorsi a Roma si è tradotto in un nulla di fatto;
   se non intenda assumere ogni iniziativa, per quanto di competenza, volta a evitare che i lavoratori, come nel caso dell'Alcoa, siano, ingiustamente perseguiti per manifestazioni di protesta;
   se il Governo non ritenga di dover attivare per Alcoa procedure analoghe a quelle adottate per l'Ilva, considerate le analogie anche sul piano ambientale, attraverso apposite iniziative normative, a partire dal riconoscimento strategico dell'alluminio primario e il conseguente riavvio commissariale degli impianti, qualora non ci fosse la disponibilità concreta di soggetti terzi;
   se non si intenda dare continuità a quanto sostenuto dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale relativamente alla realizzazione del metanodotto Sardegna-Algeria, anche in considerazione dell'approvvigionamento sempre più problematico sia con la Libia che con la Russia, anche al fine di non favorire lobby diverse protese a realizzare rigassificatori con un gravissimo impatto sia sul fronte costiero che nell'entroterra, con la distribuzione su gommato del gas;
   se il Governo non intenda, valutata la gravissima situazione, con il rischio di fallimento per decine di migliaia di imprese sarde e con il pignoramento di migliaia di aziende agricole, predisporre un'iniziativa normativa urgente che preveda un periodo di moratoria di almeno un anno al fine di definire procedure in grado di attivare percorsi economico-finanziari in grado di salvaguardare la ripresa produttiva e occupazionale;
   se non ritenga il Governo di affrontare con una concreta iniziativa normativa la questione dell'insularità e l'esigenza di dare attuazione all'articolo 22 della legge n. 42 del 2009, considerato che sino ad oggi il divario insulare non solo non è stato ridotto, ma risulta gravemente ampliato da scelte che hanno, anche sul piano infrastrutturale, totalmente escluso la Sardegna, come per esempio è accaduto con l'ultimo Documento di economia e finanza, dove la Sardegna, a giudizio degli interpellanti, è completamente omessa;
   se il Governo non intenda agire concretamente sulle questioni industriali della Sardegna, considerato che ad oggi queste non solo non sono state risolte ma risultano gravemente compromesse a partire dalla questione aperta di Ottana Energia e dal riconoscimento del regime di essenzialità che scadrà il 31 dicembre 2015 e dalla ripresa produttiva dell'ex Enichem di Ottana, assumendo iniziative affinché Eni ceda la linea produttiva indispensabile a ricostituire la filiera chimica essenziale per lo stabilimento di Ottana Polimeri;
   se non intendano provvedere a fornire le necessarie garanzie per la proroga della cassa integrazione straordinaria dei lavoratori di Ottana che scade a novembre 2015 e, nel contempo, garantire la ripresa produttiva degli impianti di xileni dello stabilimento Versalis di Sarroch che forniva a Ottana il paraxilene e verificare la possibilità tecnica ed economica che questi impianti possano essere rimessi in marcia anche senza la gestione diretta dell'Eni, proprietaria dello stabilimento;
   se il Governo non ritenga di dover rimodulare le risorse dei vari piani infrastrutturali a favore del riequilibrio verso la Sardegna con la definizione degli interventi nell'ambito della piastra logistica euro-mediterranea e interventi in grado di eliminare il grave gap infrastrutturale sul fronte ferroviario, stradale e connettivo strategico, considerate la totale inconsistenza degli annunci sinora fatti a partire dalle dichiarazioni del presidente di Anas di un miliardo di euro per le strade sarde, la bocciatura europea dei fondi per la velocizzazione delle reti ferroviarie e l'assoluta esiguità e assenza di proporzionalità delle risorse stanziate per il rischio idrogeologico, 16 milioni di euro a fronte di 81 milioni di euro, per Olbia, e zero, per Cagliari, a fronte di 30 milioni di euro;
   se il Governo non ritenga urgente predisporre un'apposita iniziativa normativa per la definizione di un nuovo regime di entrate per la Sardegna in considerazione della sua condizione insulare con l'attuazione della zona franca integrale come strumento di riequilibrio del divario industriale;
   se non ritenga di dover predisporre iniziative concrete tese all'attuazione dell'articolo 14 dello statuto speciale della Sardegna con l'immediata dismissione del patrimonio militare relativo a immobili ubicati in aree strategiche per lo sviluppo delle comunità locali, a partire dalla città di Cagliari, e occupate da servitù militari inutilizzate o sottoutilizzate;
   se il Governo non ritenga di dover far cessare, per quanto di competenza, la distruzione ambientale e naturalistica nelle aree militari della Sardegna (oggetto di procedura di infrazione) e di dover predisporre un piano di riconversione delle aree oggetto di servitù militari di cui la Sardegna continua ad essere gravata garantendo la piena occupazione sia in termini di sicurezza che protezione civile.
(2-01080) «Pili, Pisicchio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

distribuzione d'energia

politica dei prezzi

rilancio economico