ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01063

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 477 del 08/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 08/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/09/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 08/09/2015
Stato iter:
11/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/09/2015
Resoconto VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 11/09/2015
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 11/09/2015
Resoconto VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 11/09/2015

SVOLTO IL 11/09/2015

CONCLUSO IL 11/09/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01063
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo presentato
Martedì 8 settembre 2015
modificato
Venerdì 11 settembre 2015, seduta n. 480

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   le aziende italiane partecipate da cinesi sono cresciute da 7 a 272, di cui 187 cinesi e 85 partecipate da multinazionali con sede a Hong Kong, con un'occupazione complessiva pari a quasi 12 mila addetti. Secondo Rotschild, dal 2009 a oggi, il 10 per cento delle operazioni commerciali di imprese cinesi in Europa è avvenuto in Italia;
   è evidente che ci sono forti investimenti della Cina in Italia. Soprattutto se tra queste aziende, oltre a un bel po’ di made in Italy, ci sono colossi come Eni, Enel, Assicurazioni Generali, Telecom, Pirelli, Fiat e Finmeccanica. Ancor di più se, recentemente, sono stati appena siglati venti accordi commerciali per un controvalore complessivo di circa 8 miliardi di euro;
   il Presidente del Consiglio dei ministri in una conferenza stampa ha dichiarato che: «In questo momento è molto forte l'attenzione degli investitori cinesi verso il nostro paese e ne siamo ben felici – Sono grandi spazzini che comprano al chilo»;
   è interessante capire dove si concentri l'interesse dei cinesi, in quali ambiti, in che settori e soprattutto su quali realtà. Cosa che può permettere, al pari, di capire dove l'Italia stia trovando capitali per rilanciare la propria economia o stia perdendo sovranità economica;
   nel settore della finanza la People's Bank of China detiene una quota che si aggira attorno al 2 per cento delle Assicurazioni Generali uno dei pionieri del mercato assicurativo. Altrettanto importante, l'accordo definito, in questi giorni, tra la China Development Bank Corporation e Cassa depositi e prestiti, forziere, stavolta pubblico, dei risparmi di milioni di famiglie italiane. I contorni dell'accordo sono ancora oggi poco chiari – si parla di investimenti congiunti in Italia e in Cina – ma già si sa, ad esempio, che il valore economico è di quasi 4 miliardi di dollari;
   nelle telecomunicazioni, la Banca centrale cinese è entrata anche nel capitale di Telecom, anche in questo caso con una quota di poco superiore al 2 per cento;
   nel campo dell'Industria la Xiamen King Long United Automotive Industry, maggiore casa costruttrice di autobus della Repubblica popolare cinese, ha infatti acquisito l'80 per cento di BredaMenarinibus, società del gruppo Finmeccanica, a sua volta o dei principali produttori di autobus italiani;
   l'energia è un altro settore delicato che sta finendo in mani cinesi. Lo scorso luglio la State Grid Corporation of China ha acquistato per due miliardi di euro il 35 per cento di Cassa depositi e prestiti Reti: la società di Cassa depositi e prestiti in cui sono confluiti il 30 per cento di Snam (rete gas) e il 29,8 per cento di Terna (rete elettrica); la State Grid Corporation of China è la settima società al mondo per fatturato, con oltre milione e mezzo di dipendenti, e avrà due componenti su cinque nel consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti Reti e un membro nei board di Snam e Terna. Dopo la volta di Ansaldo Energia, società in forti difficoltà che, dopo mesi di trattativa con la coreana Doosan Heavy Industries, aveva ceduto il 40 per cento del capitale a Shanghai Electric per 400 milioni di euro. Proprietario di Ansaldo Energia è il Fondo strategico italiano, che a sua volta sta cedendo quote alla China investment corporation;
   quote più modeste, il 2 per cento, ma per le maggiori società italiane, Enel e soprattutto Eni, erano già finite a marzo alla People's Bank of China, per rispettivamente 800 milioni e 1,3 miliardi di euro. In entrambi i casi le quote acquistate sono state poco più del 2 per cento, soglia sopra la quale la proprietà di azioni diventa palese: un modo per far capire ai partner europei e soprattutto a quello americano che la Cina era arrivata e aveva messo piede in stanze strategiche. Il settore dell'energia è in grado di spostare gli equilibri geopolitici, oltre che fornire informazioni dettagliate sui cittadini. Per questo, come ha messo in evidenza il quotidiano il Foglio, le acquisizioni in questo campo stanno allarmando i diplomatici statunitensi, preoccupati dall'allentamento del legame diretto tra Usa ed Europa;
   il Governo italiano, d'altra parte, aveva messo la cessione di quote di Eni ed Enel al centro del piano di privatizzazioni del Governo Letta, del novembre 2013, che avrebbe dovuto portare 12 miliardi di euro di entrate nelle casse pubbliche entro il 2015. La stessa Cassa depositi e prestiti Reti fu creata proprio allo scopo di vendere a operatori stranieri;
   le operazioni commerciali suddette preoccupano perché vendere quote di società come Eni, Enel, Telecom, Finmeccanica e Generali, che rappresentano il braccio economico e produttivo del nostro Paese, ad investitori che non hanno delineato chiaramente un piano industriale e prospettive di lungo termine per le imprese predette, rileva solo un'attività commerciale da parte dei cinesi meramente speculativa a discapito del patrimonio italiano –:
   di quali elementi disponga il Governo delle operazioni commerciali sopra descritte;
   se non ritenga che il rapporto commerciale con la Repubblica popolare cinese stia sempre più diventando eccessivamente squilibrato nei confronti di Pechino, considerando che gli investitori sono totalmente controllati da un Governo estero;
   se intenda adottare iniziative al fine di verificare che gli investimenti e gli accordi commerciali con la Cina possono essere lesivi degli interessi dell'Italia.
(2-01063) «Vallascas, Da Villa, Cancelleri, Crippa, Della Valle, Fantinati, Nuti, Cecconi, Cozzolino, Dadone, Dieni, D'Ambrosio, Toninelli, Ferraresi, Bonafede, Agostinelli, Businarolo, Colletti, Sarti, Manlio Di Stefano, Del Grosso, Di Battista, Grande, Scagliusi, Sibilia, Spadoni, Frusone, Basilio, Paolo Bernini, Corda».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica industriale

previsione a lunga scadenza

valore economico