ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00850

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 376 del 17/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: BRUNETTA RENATO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 17/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 17/02/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 17/02/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 18/02/2015
Stato iter:
24/09/2015
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 18/02/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 18/02/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/02/2015

RITIRATO IL 24/09/2015

CONCLUSO IL 24/09/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00850
presentato da
BRUNETTA Renato
testo presentato
Martedì 17 febbraio 2015
modificato
Giovedì 19 febbraio 2015, seduta n. 378

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   le vicende che circondano l'emanazione del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti, e, quindi, le disposizioni che riformano la struttura delle banche popolari, si arricchiscono, giorno dopo giorno, di ulteriori e inquietanti particolari, determinando una preoccupazione più generale per il modus operandi del Governo, in relazione soprattutto agli obiettivi che persegue attraverso l'emanazione di norme;
   in particolare, il decreto-legge in oggetto impone alle banche popolari con attivo superiore a 8 miliardi di euro la trasformazione in società per azioni; una riforma strutturale adottata, quindi, attraverso lo strumento del decreto-legge in un contesto che, a parere dell'interpellante, è assolutamente privo dei requisiti di necessità ed urgenza;
   si ricorda che è di venerdì 16 gennaio alle ore 18, a chiusura dei mercati, la prima agenzia di stampa che annuncia l'imminente riforma delle banche popolari, inserita nel decreto-legge già messo a punto dal Governo in materia di «Investment compact». Una riforma che, inizialmente, doveva essere prevista all'interno del disegno di legge sulla concorrenza (di prossima presentazione), ma che invece, improvvisamente, sembra particolarmente «urgente»; il 20 gennaio 2015, il Consiglio dei ministri dà infatti il via libera al decreto-legge, che, effettivamente, contiene la norma che impone alle banche popolari con attivo superiore a 8 miliardi di euro la trasformazione in società per azioni;
   è di tutta evidenza come l'intervento di riforma approvato dal Consiglio dei ministri sia stato preceduto da una serie di attività anomale e di operazioni di compravendita di titoli azionari di numerose banche popolari, i cui movimenti fanno presumere, ad avviso dell'interpellante, un sospetto caso di insider trading;
   subito dopo il varo del decreto-legge, la borsa di Piazza Affari ha infatti iniziato a prendere posizione, immaginando possibili aggregazioni tra le banche popolari, i cui acquisti si sono concentrati sulle banche di modesta dimensione, come ad esempio il Banco Popolare, che ha registrato a fine settimana un guadagno del 21 per cento, la Banca popolare dell'Emilia, con un +24 per cento o la Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, le cui azioni sono aumentate del 62,1 per cento in quattro giorni contro un andamento del comparto bancario dell'8,68 per cento;
   un'intensa attività di compravendita di titoli di alcune banche popolari italiane quotate in borsa si è verificata, in particolare, in una delle piazze finanziarie più importanti in Europa e nel mondo: il London Stock Exchange;
   considerati gli effetti dirompenti che la notizia della riforma ha avuto sui mercati finanziari, a partire da lunedì 19 gennaio 2015, con rialzi a due cifre di tutte le banche coinvolte, la Consob ha avviato una serie di accertamenti preliminari sull'operatività dei titoli delle popolari e sta quindi verificando se ci sia stato chi, avendo ricevuto informazioni preventive all'imminente approvazione del decreto-legge, abbia approfittato e speculato sulla trasformazione delle banche popolari in società per azioni;
   come riferito dal presidente Giuseppe Vegas nel corso dell'audizione svolta alla Camera dei deputati l'11 febbraio 2015, la Consob ha monitorato con particolare attenzione l'andamento delle azioni delle banche popolari a partire dall'emersione dei primi rumor sulla riforma, e quindi sin dai primi giorni dell'anno, attraverso analisi e approfondimenti dell'operatività di tutti i principali intermediari in borsa e fuori mercato, inclusa l'operatività in strumenti derivati;
   l'analisi della dinamica delle quotazioni nel periodo antecedente al 16 gennaio 2015 evidenzia che i corsi delle azioni delle banche popolari hanno mostrato in media una performance negativa. Infatti, ad esclusione della Banca Popolare di Milano, che ha fatto registrare un incremento del 9,59 per cento, le azioni delle altre banche popolari hanno segnato ribassi significativi; tuttavia, come confermato all'interno del documento presentato dal presidente Vegas, le analisi effettuate hanno rilevato la presenza di alcuni intermediari con un'operatività potenzialmente anomala, in grado di generare margini di profitto, sia pur in un contesto di flessione dei corsi. Si tratta, in particolare, di soggetti che hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio 2015, eventualmente accompagnati da vendite nella settimana successiva;
   le indagini avviate sono volte ad appurare l'identità dei beneficiari ultimi dell'operatività con margini di profitto significativi effettuata prima del 16 gennaio 2015. La difficoltà di tali accertamenti, come in tutte le indagini di insider trading, è costituita dal fatto che spesso l'intermediario che opera in borsa agisce per conto di propri clienti, i quali a loro volta possono essere soggetti giuridici organizzati in ramificate strutture societarie, spesso con sedi all'estero, rispetto alle quali può essere complesso risalire al controllante ultimo;
   la Consob ha inoltre analizzato le operazioni di trading dei soggetti componenti il consiglio di amministrazione delle banche popolari o di altri soggetti correlati (cosiddette operazioni di «internal dealing»); la Consob ha già proceduto ad inoltrare richieste di dati e notizie agli intermediari sia italiani sia esteri che hanno evidenziato un'operatività potenzialmente anomala. Sulla base delle analisi dei dati ricevuti si è reso necessario inviare ulteriori richieste ai soggetti indicati come clienti o committenti finali. In alcuni casi, trattandosi di soggetti esteri, è stato e sarà necessario predisporre richieste di cooperazione internazionale nei confronti di cinque autorità estere. Una volta acquisito questo set informativo (cosiddetto di «secondo livello») riguardo all'identità dei committenti finali, saranno effettuati ulteriori approfondimenti finalizzati a verificare la sussistenza dei presupposti per le eventuali contestazioni di ipotesi di abuso di informazioni privilegiate, con il relativo seguito sanzionatorio amministrativo ed eventuale denuncia penale;
   il presidente Vegas ha anche dichiarato che sono, inoltre, in corso di predisposizione richieste volte a ricostruire il circuito informativo dell'informazione privilegiata, ovvero l'ambito in cui la stessa è maturata, il momento a decorrere dal quale essa ha assunto i requisiti di informazione privilegiata e i soggetti coinvolti nel circuito informativo, utilizzando tutti i poteri di accertamento previsti dalla disciplina sugli abusi di mercato e procedendo ad audizioni nei confronti di alcuni soggetti rispetto ai quali sono già emersi elementi che portano a ritenere necessarie indagini specifiche più approfondite;
   tutti gli accertamenti annunciati dalla Consob e le approfondite analisi tecniche effettuate saranno quindi finalizzate a dare la massima solidità alle eventuali contestazioni di illecito e alle conseguenti segnalazioni alla magistratura;
   nel frattempo l'11 febbraio 2015 il Ministero dell'economia e delle finanze, su proposta della Banca d'Italia, ha disposto il commissariamento della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, per effetto delle «gravi perdite del patrimonio» emerse agli occhi dei funzionari che da tempo stavano svolgendo accertamenti ispettivi, peraltro ancora in corso;
   inoltre, anche la procura di Roma ha aperto un'indagine sulle presunte operazioni anomale, puntando anche ai rapporti delle banche popolari con gli istituti di vigilanza;
   al di là delle plusvalenze effettive o potenziali di chi ha comprato azioni delle banche popolari prima del decreto-legge per poi rivenderle a prezzi ben più alti, quel che è grave è che, a quanto risulta all'interpellante, non si può escludere che siano state fonti dirette del Governo ad aver comunicato in anticipo a terze parti interessate le imminenti decisioni dell'Esecutivo;
   l'ulteriore stranezza riguarda il requisito dimensionale individuato, ovvero un attivo di 8 miliardi di euro; è così che rientrano nelle norme il Credito Valtellinese, Popolare di Bari e Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, il cui vicepresidente è il padre del Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, anch'essa azionista della banca;
   il 6 febbraio 2015, il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Pier Paolo Baretta, ha risposto in maniera del tutto insoddisfacente alle richieste di chiarimento avanzate dall'interpellante in un analogo atto di sindacato ispettivo –:
   se, alla luce di quanto esposto in premessa e, in particolare, a seguito delle dichiarazioni del presidente della Consob, che confermano la messa in atto di operazioni anomale, non ritenga che le modalità di comunicazione della riforma, anticipata il venerdì e poi attuata per decreto-legge il martedì successivo, possano essersi prestate a fenomeni di insider trading o a manovre speculative su titoli in borsa;
   se il Governo intenda chiarire in maniera puntuale le vicende che hanno portato all'adozione delle misure che incidono sulle banche popolari, e, in particolare, fornire spiegazioni in merito alla propria posizione e all'eventuale improprio utilizzo di informazioni privilegiate, per fare luce su una questione che, in tutta evidenza, mette in discussione la credibilità e i fini delle misure adottate;
   se, più in generale, tale riforma sia in sintonia con la legislazione europea e se essa non esponga le imprese italiane ad un rischio di peggioramento del loro accesso al credito, dato che comunque dispone l'eliminazione di un modello di banca legata alla zona di origine e agli investimenti nel medesimo territorio.
(2-00850) «Brunetta».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca popolare

azione

diritto comunitario