ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00478

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 202 del 01/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: COMINELLI MIRIAM
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FONTANA CINZIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
SBERNA MARIO PER L'ITALIA 31/03/2014
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
BERLINGHIERI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
LACQUANITI LUIGI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 31/03/2014
GALPERTI GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
CASATI EZIO PRIMO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
BAZOLI ALFREDO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
RAMPI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
MONTRONI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
GUERINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
MANZI IRENE PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
MAURI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
SANGA GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
PREZIOSI ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
PASTORINO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
MARTINO PIERDOMENICO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
MANFREDI MASSIMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014
GIULIANI FABRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 31/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 31/03/2014
Stato iter:
16/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/05/2014
Resoconto COMINELLI MIRIAM PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 16/05/2014
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 16/05/2014
Resoconto COMINELLI MIRIAM PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 08/05/2014

DISCUSSIONE IL 16/05/2014

SVOLTO IL 16/05/2014

CONCLUSO IL 16/05/2014

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00478
presentato da
COMINELLI Miriam
testo presentato
Martedì 1 aprile 2014
modificato
Venerdì 16 maggio 2014, seduta n. 230

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della difesa, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   negli ultimi tempi la provincia di Brescia è tristemente assurta all'onore delle cronache nazionali – dalla trasmissione di Rai Tre Presa Diretta, ai quotidiani la Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, solo per citare i più recenti – per numerosi casi di allarmi ambientali legati alle attività delle ecomafie: dai ritrovamenti di discariche abusive di rifiuti pericolosi seppelliti sotto il manto stradale della A4, alle cave trasformate in discariche illegali, agli impianti per lo smaltimento di rifiuti pericolosi chiusi e abbandonati con la loro pesante eredità sul territorio, tanto da essere definita dai media la «Terra dei Fuochi del Nord» per le evidenti similitudini e connessioni con il tristemente famoso territorio posto tra le province di Caserta e Napoli;
   si tratta di un fenomeno di particolare gravità, che, come emerso nelle tante indagini portate avanti negli anni dalle forze dell'ordine e dalle relazioni parlamentari della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, ha riguardato con tutta evidenza non solo le regioni del sud d'Italia, ma anche molte regioni del nord, Lombardia compresa, dove l'attività delle organizzazioni criminali ha trovato terreno fertile nell'alleanza con imprenditori senza scrupoli che hanno minato il futuro dell'ambiente e della salute dei cittadini;
   lo stesso Rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente evidenzia come la Lombardia detenga tra le regioni del nord il triste record di presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso nel ciclo dei rifiuti speciali e pericolosi, che da soli ammontano all'80 per cento di tutti i rifiuti che transitano in Lombardia;
   secondo la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, infatti, dal 2001, anno nel quale è stato introdotto nell'ordinamento italiano il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, nella sola provincia di Milano si sono svolte circa il 10 per cento di tutte le inchieste italiane nel settore;
   tali inchieste sono state e sono fondamentali nel testimoniare la presenza diffusa nelle regioni del Nord della ’ndrangheta calabrese, che nel ciclo illegale dei rifiuti speciali e pericolosi, soprattutto quelli tossici (nella provincia di Milano e di Brescia esistono, ad esempio, numerose industrie dismesse e siti in cui per decenni sono stati smaltiti illegalmente rifiuti e scorie), sembra trovare oggi i propri maggiori profitti;
   in particolare, sempre secondo la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, i reati più gravi relativi al ciclo illegale dei rifiuti vengono commessi in Lombardia mediante la gestione diretta dei lavori di «movimento terra» nei cantieri pubblici e privati (attraverso lo sbancamento, il trasporto del materiale e il riempimento dei vari lotti). La ’ndrangheta, controllando gli appalti su tutto il territorio regionale, gestisce non solo lo smaltimento illegale, ma anche il traffico illecito dei rifiuti grazie alla disponibilità dei camion e dei mezzi utilizzati per il trasporto nei cantieri. Il 2012 e l'inizio del 2013 hanno visto l'avvicendarsi di alcune significative inchieste, dalla provincia di Brescia a quella di Cremona, che hanno come filo conduttore il trasporto e il trattamento di rifiuti al di fuori delle leggi, attraverso la realizzazione di discariche abusive per lo smaltimento illecito, spesso accompagnati da gravi episodi di corruzione;
   anche la presidente della corte d'appello di Brescia, Graziana Campanato, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha citato con preoccupazione l'infiltrazione ormai diffusa in tutta la regione delle ecomafie del ciclo dei rifiuti, con particolare riferimento al traffico illecito: «In questo territorio – ha ricordato la presidente – risulta che il sottofondo delle nostre strade è formato con rifiuti che sono altamente tossici. Non sono reati che vanno a colpire solo determinati settori, ma incidono sulla nostra salute, sulla nostra vita, sono tanto e più gravi di quelli contro il patrimonio»;
   che la provincia di Brescia, insieme a Milano, sia tra le province lombarde presa più di mira dalle ecomafie emerge anche dall'intensa attività di contrasto svolta nell'ultimo anno. Grazie alle operazioni che hanno condotto a procedimenti a carico di imprenditori lombardi, si è accertato che la maggioranza dei reati collegabili al ciclo dei rifiuti riguarda lo sversamento degli stessi in discariche abusive e il tombamento in terreni privati, cave o terrapieni, in prossimità degli svincoli delle tangenziali. Spesso si tratta di cave trasformate in discariche completamente al di fuori della normativa sui rifiuti speciali; si pensi, ad esempio, alle discariche abusive di Ospitaletto e Travagliato in provincia di Brescia, scoperte nei primi mesi del 2013 dalla magistratura;
   fra le più significative indagini condotte nell'ultimo anno dal Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente di Brescia, c’è il sequestro nel febbraio 2013 di un'area di circa 40 mila metri quadri a Cignone, frazione di Corte de’ Cortesi, a pochi chilometri da Cremona, nella quale sono stati rinvenuti 60 mila metri cubi di materiale inquinante. L'insediamento produttivo coinvolge tre aziende del settore edilizio, due del cremonese – di fatto gestite da personaggi calabresi vicini alla ’ndrangheta – e una del bresciano, che hanno per anni sistematicamente eluso le norme sullo smaltimento dei rifiuti speciali, tra cui anche l'amianto, ammassando illecitamente cumuli alti fino a 4 metri, nonostante fossero già state emesse ordinanze di sequestro. Sempre il Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente di Brescia ha sequestrato a marzo del 2013 un'area di 300 mila metri quadrati, a cavallo tra i comuni di Ospitaletto e Travagliato, nel bresciano, trasformata in una maxi discarica abusiva di rifiuti pericolosi, scorie di lavorazione dell'acciaio e rifiuti speciali sul cui terreno venivano coltivate derrate destinate all'alimentazione animale mettendo in grave pericolo la salute pubblica per la possibile contaminazione della catena alimentare da inquinamento ambientale. Un'area di veleni a pochi passi dal nuovo tracciato della linea ferroviaria dell'alta velocità, scoperta durante i lavori di costruzione lungo una parte del perimetro dell'area;
   la sola provincia di Brescia conta la presenza di numerose attività industriali ed agricole dal notevole potenziale inquinante e, in particolare, ben 187 aziende IPPC (integrated pollution prevention and control) nel settore industriale, 217 aziende IPPC nel settore agricolo, 20 aziende a rischio di incidente rilevante (soggette a notifica) e 20 aziende a rischio di incidente rilevante (soggette a rapporto di sicurezza) e nella sua provincia la più alta densità di impianti di smaltimento di rifiuti pericolosi e non; inoltre, nell'ovest bresciano, nell'area compresa tra Castegnato, Ospitaletto, Passirano e Paderno, Legambiente ha censito 21 discariche dismesse: il cratere di 22 ettari della Bosco Sella (5 milioni di metri cubi di rifiuti dell'ex Asm), i siti Pianera e Pianerino (contenenti il pcb della Caffaro), Codenotti, Gervasoni, Bettoni, Arici e Bonara, la Vallosa a Passirano, la Del Bono e la Gottardi a Ospitaletto, a Sorelle Vianelli a Paderno. Naturalmente si tratta di siti che attendono di essere bonificati, con costi altissimi sotto il profilo sociale, ambientale e naturalmente economico;
   in questo scenario oltremodo preoccupante – e dove sarebbe necessario da parte delle forze dell'ordine un monitoraggio costante, sia per contrastare nuovi crimini sia per indagare su quanto avvenuto nel passato – desta particolare sconcerto che attualmente il personale in forza al Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente di Brescia possa notoriamente contare su sole due/tre unità operative. Una quantità di personale del tutto esigua per più di una ragione: per la criticità della situazione che via via sta emergendo sul territorio; per la vastità dell'area di competenza di quel nucleo che comprende, oltre alla provincia di Brescia, anche quelle di Bergamo, Mantova e Cremona; per la molteplicità dei ruoli che gli stessi carabinieri del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente di Milano e Brescia si trovano a dover ricoprire, dal momento che per disposizione regionale i tecnici dell'Arpa della Lombardia, dal 1o febbraio 2011, hanno perso la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria, cosicché ogni accertamento dell'Arpa delegato dalla magistratura o comunque di rilevanza penale deve necessariamente essere integrato e supportato dalla presenza dei carabinieri del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente aventi tale qualifica, attività questa dispendiosa per il Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente alla luce delle scarsissime risorse umane di cui dispongono; l'Arpa di Milano e Brescia hanno altresì visto nel corso del 2014 il potenziamento di un consistente numero di unità di personale; tale potenziamento tuttavia, se non verrà affiancato da un sufficiente numero di militari del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente aventi qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria, per i motivi anzidetti, risulterebbe un provvedimento del tutto effimero e di scarsa efficacia; per l'entrata in vigore del Sistri che vedrà anche il Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente di Milano e Brescia impiegati in prima linea nel controllo del sistema di gestione dei rifiuti nelle aziende;
   inoltre, una struttura così esigua, come quella del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente di Brescia, che già fatica a seguire l'ordinario e che, nonostante tutto, ha continuato fino ad ora ad assicurare ad apprezzabili livelli la propria attività solo grazie allo strenuo sacrificio e senso di responsabilità del personale, appare a maggior ragione inadeguata, in termini di risorse umane, anche in vista dell'Expo 2015, momento in cui i riflettori di tutto il mondo si rivolgeranno verso il nostro Paese e dove, come dimostrano alcune indagini già in corso, si stanno attivando gli appetiti delle organizzazioni criminali –:
   se non intendano attivare le misure necessarie per incrementare nell'immediato il numero del personale in forza al Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente di Milano ma, soprattutto, del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente di Brescia che presenta un gravissimo deficit numerico di personale e che opera, come è del tutto evidente, in un territorio complesso, già segnato da numerosi casi di emergenze ambientali e dove sarebbe necessario incrementare l'azione di indagine e di contrasto da parte delle forze dell'ordine;
   se il Governo non ritenga opportuno provvedere, anche attraverso ulteriori stanziamenti, all'innalzamento del monte ore individuale del personale, anche per il futuro, affinché parte delle risorse gestite dalle prefetture di Milano e Brescia siano rispettivamente destinate alla copertura di eventuali ore di straordinario prestate e non retribuite, se pur impiegate nell'azione di contrasto della criminalità in materia ambientale per il conseguimento delle finalità generali di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica;
   se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non intenda attivare sul territorio bresciano una speciale cabina di regia che comprenda la visione globale sulle diverse province sopracitate in modo da procedere a controlli urgenti e immediati per verificare l'entità e la diffusione della presenza delle situazioni più critiche, al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini e dell'ambiente e di verificare la fattibilità di un'immediata bonifica.
(2-00478) «Cominelli, Cinzia Maria Fontana, Carra, Misiani, Sberna, Carnevali, Berlinghieri, Lacquaniti, Galperti, Casati, Bazoli, Giuditta Pini, Rampi, Montroni, Gribaudo, Giuseppe Guerini, Manzi, Mauri, Bratti, Mariani, Chaouki, Narduolo, Sanga, Rotta, Preziosi, Bruno Bossio, Naccarato, Pastorino, Pierdomenico Martino, Murer, Manfredi, Giuliani».

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

BRESCIA - Prov,LOMBARDIA

EUROVOC :

protezione dell'ambiente

discarica abusiva

eliminazione dei rifiuti

traffico illecito

sicurezza pubblica

inquinamento

rischio sanitario