ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00464

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 192 del 18/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: GALAN GIANCARLO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 18/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/03/2014
BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 18/03/2014
Stato iter:
21/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/03/2014
Resoconto GALAN GIANCARLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 21/03/2014
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 21/03/2014
Resoconto GALAN GIANCARLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/03/2014

SVOLTO IL 21/03/2014

CONCLUSO IL 21/03/2014

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00464
presentato da
GALAN Giancarlo
testo presentato
Martedì 18 marzo 2014
modificato
Venerdì 21 marzo 2014, seduta n. 195

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   Poste italiane spa è il fornitore del servizio postale universale in Italia, il cui capitale è posseduto al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;
   il gruppo Poste italiane ha cambiato anima nell'ultimo decennio e si presenta, oggi, come un conglomerato di numerose attività diversificate, con oltre 24 miliardi di euro di fatturato; tuttavia, soltanto 4,6 miliardi di euro provengono dal settore storico dei servizi postali e commerciali; 13,8 miliardi di euro vengono, infatti, dai servizi assicurativi – con il gigante Poste Vita – e altri 5,3 miliardi di euro dai servizi finanziari, attraverso Banco Posta Fondi; il gruppo controlla, inoltre, una corposa lista di società attive nella telefonia, nei fondi immobiliari, nella digitalizzazione della pubblica amministrazione e adesso si è «lanciato» nel business del trasporto aereo, ovvero nell'ennesima operazione di salvataggio della compagnia di bandiera;
   come noto e certificato da istituti di ricerca e dalla stessa Corte dei conti, Poste italiane spa ha potuto usufruire negli anni di una peculiare posizione di privilegio e vantaggio competitivo nei diversi segmenti di mercato; in particolare, nel segmento tradizionale, quello postale, l'ex monopolista gode di un beneficio fiscale senza precedenti in Europa, vale a dire l'esenzione del pagamento dell'iva per i prodotti di posta massiva (la fetta più importante di mercato), nonostante sia la Corte di giustizia dell'Unione europea, con sentenza del 23 aprile 2009 (C-357/07), sia l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato italiana abbiano sostanzialmente rilevato l'illegittimità di tale asimmetria legislativa;
   inoltre, lo Stato paga a Poste italiane gli oneri per la gestione del servizio universale e una serie di rimborsi per le tariffe agevolate su alcuni prodotti postali speciali (spedizioni elettorali, invii in capo alle onlus, servizi editoriali e altro) per un totale di circa 320 milioni di euro all'anno;
   purtroppo, non si tratta degli unici fondi pubblici che i cittadini italiani pagano al gruppo: ad una lettura più attenta dei dati macroaggregati del bilancio dello Stato, pubblicati annualmente nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale, risulta che lo Stato effettua una pluralità di trasferimenti movimentando diverse voci del bilancio pubblico. Di questi trasferimenti, alcuni sono effettuati direttamente verso Poste italiane, il cui bilancio riflette tali compensi per simmetria, dandone evidenza, come nel caso degli oneri per il servizio universale. Altri trasferimenti, invece, non transitano per la contabilità di Poste italiane e costituiscono partite interne di contabilità pubblica di cui tuttavia Poste italiane è beneficiario indiretto;
   risulta agli interpellanti che nel periodo finanziario 2008-2013 siano stati effettuati i seguenti trasferimenti pubblici per il trattamento di quiescenza del personale dipendente di Poste italiane (capitolo 1620 – «Spese Obbligatorie»): negli anni 2008, 2009 e 2010 sono stati assegnati all'Istituto Postelegrafonici (Ipost) 810 milioni di euro all'anno, mentre nel periodo compreso tra il 2011 e il 2013 sono stati erogati 990 milioni di euro all'Inps, per un totale, ad oggi, di circa 5 miliardi di euro;
   a occuparsi del trattamento previdenziale del personale postale è stato, fino a maggio 2010, l'Istituto Postelegrafonici, costituito con decreto del Presidente della Repubblica n. 542 del 1953, che ha visto confermato il proprio ruolo anche in seguito alla trasformazione delle Poste italiane in ente pubblico economico nel 1994 e in società per azioni (Poste italiane spa) nel 1997. Il legislatore italiano, con decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, ha successivamente disposto la soppressione dell'Ipost, trasferendo tutte le sue funzioni all'Inps, che ne ha ereditato i rapporti attivi e passivi, compresi i trasferimenti statali per il trattamento previdenziale del personale;
   è di immediata evidenza come i trasferimenti in questione siano costanti negli anni, il che induce ad escludere una correlazione tra le dinamiche previdenziali, per loro natura cangianti nel tempo in funzione di diversi fattori, e gli importi corrisposti a Poste italiane. Al contrario, i trasferimenti appaiono come importi forfettari, tali da configurare un passivo di bilancio relativo all'ex gestione previdenziale dei postelegrafonici;
   parte dell'onere relativo al trattamento pensionistico del personale del gruppo pare gravare sui cittadini italiani e il Ministero dell'economia e delle finanze ripiana questo «buco» in assenza di qualsivoglia politica di trasparenza e pubblicità degli atti, che sono stati resi noti soltanto da alcuni articoli di stampa;
   a livello europeo, la Commissione europea, nell'ambito della valutazione degli aiuti di Stato compatibili con il mercato interno, ha avviato il 29 gennaio 2011, ai sensi dell'articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, un procedimento contro il Regno Unito (C-07/07), contestando un pacchetto di aiuti alla Royal Mail (poste inglesi), che avrebbe portato lo Stato britannico a farsi carico di ben 9 miliardi di sterline di deficit accumulato dal colosso postale inglese, in quanto l’«abbuono» di debiti pensionistici mediante accollo degli stessi da parte dello Stato è chiaramente incompatibile con le norme comunitarie;
   il Commissario per la concorrenza Joaquin Almunia ha dichiarato che è necessaria un'indagine approfondita sulla vicenda, lamentandosi del fatto che i servizi della Commissione europea non siano mai stati informati su tali tipologia di trasferimenti –:
   se il Governo intenda chiarire i profili che appaiono agli interpellanti di illegittimità anticoncorrenziale dei trasferimenti pubblici in capo a Poste italiane spa per i trattamenti di quiescenza e, al di là del piano di privatizzazione avviato dal precedente Esecutivo, se intenda promuovere un piano di riforme in un'ottica di piena liberalizzazione del settore postale, in linea con le pronunce adottate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
(2-00464) «Galan, Brunetta, Bergamini».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

POSTE ITALIANE SPA

EUROVOC :

liberalizzazione del mercato

servizio postale

finanziamento pubblico

servizio universale

bilancio dello Stato