ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01576

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 773 del 04/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: CENTEMERO ELENA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 04/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2017


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01576
presentato da
CENTEMERO Elena
testo di
Martedì 4 aprile 2017, seduta n. 773

   La Camera,
   premesso che:
    l'infezione da Hiv rappresenta un'emergenza che i numeri non riescono più a fotografare, tanto rapido è il passo della sua espansione che, dal momento in cui ha fatto la sua comparsa, il virus ha contagiato 70 milioni di essere umani in tutti i continenti, uccidendone circa un terzo;
    considerato il lungo tempo di incubazione del virus e la bassa età media delle persone colpite da Aids nel mondo, gli studi epidemiologici consentono di affermare con certezza che un numero molto elevato dei casi abbiano contratto l'infezione quando avevano meno di 20 anni;
    come rilevato dall'indagine condotta dall'Istituto superiore di sanità, negli anni si è progressivamente osservato un cambiamento delle modalità di trasmissione poiché la proporzione di consumatori di sostanze per via iniettiva è passata dal 76,2 per cento nel 1985 al 3,2 per cento nel 2015, mentre è aumentata dall'1,7 per cento del 1985 al 44,9 per cento nel 2015 la proporzione di casi attribuibili a trasmissione eterosessuale;
    lo studio sopra citato ha altresì rilevato come l'incidenza più alta delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è osservata tra le persone di 15-29 anni; nello specifico, nel 2015, sono state segnalate 12 nuove diagnosi di Hiv in adolescenti con età compresa fra 15 e 17 anni e 369 casi di giovani con età compresa tra i 18 e 25 anni;
    nonostante i grandi sforzi preventivi ed educativi realizzati in seguito all'emergenza Aids, a tutt'oggi, solo il 54 per cento degli adolescenti sessualmente attivi riporta un uso consistente del profilattico negli Usa, mentre, in Italia, un terzo di tutti i rapporti sessuali degli adolescenti scolarizzati avviene senza alcuna protezione;
    la comunità scientifica internazionale ha più volte ribadito la convinzione che, per cambiare i comportamenti a rischio legati all'epidemia, la sola informazione – per quanto corretta ed esaustiva – non sia assolutamente sufficiente, bensì debba essere accompagnata in modo continuativo da attività educative;
    la sessualità adolescenziale è accompagnata ad un adeguato sviluppo della sfera emotivo-affettiva e, vissuta in modo consapevole e sicuro dal punto di vista della salute fisica e psichica, può fornire un contributo positivo per lo sviluppo, conducendo a più indipendenza, competenza sociale ed autostima; al contrario, mancando tali prerequisiti, può diventare un fattore in grado di generare problemi al soggetto in crescita;
    la prevenzione dei comportamenti a rischio costituisce oggi l'unica arma davvero efficace per ridurre l'incidenza dell'infezione;
    l'ambito della sessualità rappresenta per gli adolescenti uno dei tratti identitari più forti; uno dei contesti relazionali in cui si esprime con maggiore peculiarità la propria dinamica affettiva, nella sua intrinseca interconnessione sia con lo sviluppo della sessualità, che con la maturità complessiva degli adolescenti;
    sessualità, affettività e maturità intellettuale sono peculiarità che definiscono il perimetro esistenziale entro il quale si colloca l'adolescente, che si muove in cerca del senso e del significato da dare alla sua vita;
    l'immagine prevalente dell'Aids, continuando ad essere legata alla sfera dei comportamenti sessuali, all'aggressività e alla paura della morte, apre o amplifica una lunga serie di questioni sociali, sanitarie ed etico-morali che richiedono interventi formativi e informativi in età precoci e un approccio multidisciplinare;
    i giovani in età scolare rappresentano un gruppo potenzialmente a rischio per il virus dell'Aids e la presenza di comportamenti a rischio è ampiamente documentata, considerato che il contagio per via sessuale appare una modalità di trasmissione in costante crescita rispetto a quella dell'assunzione di droghe per via endovenosa;
    equivoci e lacune si fissano nelle conoscenze dei ragazzi in età scolare su problemi legati all'Aids proprio dove manca un'adeguata educazione alla sessualità. In Italia, alcune ricerche dimostrano la grande disponibilità degli studenti ed anche dei genitori affinché le informazioni sul rischio di contrarre l'infezione da Hiv siano diffuse nell'ambito scolastico;
    una buona prevenzione dell'Aids deve necessariamente partire da una specifica attività educativo-formativa, nella scuola, che, se collegata nella sua azione alla famiglia, costituisce una sede ideale per interventi che siano in grado di accrescere la capacità di promuovere e difendere la propria salute, aumentando la percezione del rischio di infezione prima che i soggetti vi siano esposti;
    il passaggio da una visione strettamente biomedica a un approccio multidisciplinare alla salute chiama la scuola ad assumere una funzione di coordinamento tra le diverse associazioni e istituzioni territoriali su tutti i problemi relativi alla salute fisica, psichica e sociale dei suoi allievi;
    la scuola, luogo di aggregazione e di dibattito, può essere il teatro ideale per l'analisi e la successiva sintesi dei modelli comportamentali suggeriti dal mondo della sanità. Attraverso appropriati messaggi, essa può fungere da mediatrice tra i cittadini, le famiglie, gli operatori sanitari e le diverse realtà territoriali nel formare una solida e diffusa conoscenza sanitaria e favorire poi la conversione in modello culturale;
    l'evoluzione del concetto di educazione alla salute e la stessa emergenza Aids inducono la scuola a una collaborazione sempre più stretta non solo con istituzioni sanitarie, ma anche con associazioni e presidi territoriali, per una integrazione di competenze nella gestione di progetti e processi mirati a produrre salute;
    come rilevato anche nell'ambito scientifico, il nostro Paese mostra evidenti carenze nella prevenzione, in particolar modo per la mancanza di progetti di formazione rivolti in particolar modo alle giovani generazioni in materia di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili;
    se, da un lato, la scuola, quale luogo di partecipazione attiva, può offrire risposte alla difficoltà di comunicazione tra adulti e giovani e tra giovani e istituzioni, dall'altro, una campagna informativa che parta da associazioni e presidi presenti sul nostro territorio può contribuire a sensibilizzare i cittadini, soprattutto i più giovani, alla lotta contro questa gravissima malattia,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative per prevedere, nei percorsi scolastici, programmi specifici di educazione alla sessualità, tenuti da figure professionali specializzate, propedeutici a interventi preventivi per tutte le infezioni sessualmente trasmissibili in costante aumento tra i giovani;
2) ad avviare, con il coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni territoriali, campagne informative e progetti di formazione, rivolti in particolar modo alle giovani generazioni, per diffondere una maggiore sensibilizzazione e conoscenza delle patologie sessualmente trasmissibili.
(1-01576) «Centemero, Occhiuto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

prevenzione delle malattie

AIDS