ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01575

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 773 del 04/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 04/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017
LA RUSSA IGNAZIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017
MURGIA BRUNO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017
NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017
PETRENGA GIOVANNA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017
TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 04/04/2017


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01575
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Martedì 4 aprile 2017, seduta n. 773

   La Camera,
   premesso che:
    la diffusione del virus dell'Hiv e delle infezioni sessualmente trasmissibili costituisce una delle principali sfide della sanità pubblica nel nostro Paese e nell'Unione europea, in generale;
    i progetti finanziati dall'Unione europea negli ultimi anni sono stati incentrati sulla finalità di prevenire la trasmissione del pericoloso virus, attraverso la sensibilizzazione sulla malattia, il miglioramento della qualità dei servizi di salute sessuale, la vigilanza sui comportamenti, la diagnosi e il trattamento precoce;
    nonostante ogni sforzo messo in campo, però, il 2015 è stato un anno record per la diffusione del virus nel continente europeo: 153.407 casi rispetto ai 142.000 dell'anno precedente, con una forte maggioranza nei Paesi dell'Europa dell'Est, ove risiede circa l'ottanta per cento delle persone infette dal virus, a fronte del tre per cento delle persone che risiedono nell'Europa centrale e il diciotto per cento nei Paesi dell'Europa occidentale;
    nei ventotto Stati dell'Unione europea, il primo mezzo di trasmissione del virus è rappresentato dai rapporti sessuali tra uomini, da cui derivano oltre il quaranta per cento delle diagnosi, mentre le relazioni eterosessuali riguardano il trentadue per cento dei casi e la tossicodipendenza il quattro;
    per quanto riguarda, in particolare, l'Italia, la sindrome da immunodeficienza acquisita ha avuto il suo picco nella prima metà degli anni Novanta, e l'anno più drammatico è certamente stato il 1995, in cui si sono registrati 5.563 nuovi casi di Aids e 4.582 morti legate a questa patologia;
    ciononostante, non si può parlare soltanto al passato della diffusione di una infezione che, soltanto nel 2016 è stata diagnosticata a quasi tremilacinquecento persone;
    a livello geografico, l'Hiv si conferma una malattia metropolitana, diffusa soprattutto in grandi città come Roma e Milano e in Emilia, mentre, sotto il profilo dell'età delle persone che contraggono il virus, più della metà dei casi ha interessato persone tra i 30 ed i 49 anni, anche se l'Istituto superiore di sanità ha censito anche sei bambini minori di due anni affetti dal virus;
    in Italia, si calcolano poco meno di centotrentamila persone sieropositive, alle quali bisogna aggiungere circa un venti per cento di «inconsapevoli», che non sanno di avere il virus, e il sessanta per cento delle diagnosi avviene quando la malattia è già in uno stato avanzato;
    i principali gruppi a rischio comprendono gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM), i transgender, le persone che si iniettano droghe (PWID) e i detenuti: queste comunità sono soggette anche a rischi più elevati di altre infezioni come la gonorrea, la sifilide, la tubercolosi (TBC) e l'epatite B e C;
    ovviamente, la società è cambiata e un fattore che non può essere sottovalutato è l'incidenza dell'immigrazione, soprattutto dall'Africa: in Italia il 27 per cento degli Hiv positivi è straniero, quasi uno su tre;
    tra i motivi che continuano a far dilagare il virus, vi è anche l'errata convinzione che in Occidente sia un flagello ormai debellato e relegato nei Paesi più poveri mentre è, invece, purtroppo ancora attualissimo: una cappa di silenzio infranta qualche mese fa dal clamore di una vicenda con al centro un trentenne romano e le numerose ragazze da lui infettate;
    secondo gli ultimi dati dell'organizzazione mondiale della sanità la percentuale di infezione in Europa non è molto inferiore a quella di trenta anni fa, segno che la risposta ai virus non è stata efficace nell'ultimo decennio;
    le campagne di comunicazione e di prevenzione sono scomparse e, da tempo, la stessa Lega italiana per la lotta all'Aids (Lila) ha posto la questione della carenza di dati, prima al Comitato tecnico del Ministero della salute, poi all'Istituto superiore per la sanità;
    diagnosticare il prima possibile l'infezione significa rendere più efficace la cura della persona ammalata, diminuire la sua carica virale e ridurre le possibilità di trasmissione;
    prevenzione e trattamento permetterebbero, inoltre, di abbattere la spesa dello Stato, appesantita dal costo altissimo dei farmaci antiretrovirali, fra i più cari per la sanità pubblica, perché se è vero che ogni diagnosi salva una vita, è altrettanto vero che comporta in media quaranta anni di terapie;
    il nostro Paese eccelle nella cura dell'Hiv, ma risulta estremamente carente nella prevenzione, sia per l'assenza di azioni informative rivolte alla popolazione, sia per la mancanza di un serio progetto di formazione in materia sanitaria delle giovani generazioni e, in particolare, in materia di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili;
    appare ormai improcrastinabile l'esigenza di intervenire affinché siano programmate e sviluppate serie e concrete iniziative per la prevenzione e la cura efficace dell'Hiv nel nostro Paese;
    è necessario, in particolare, sviluppare progetti finalizzati ad approfondire il livello di conoscenza della popolazione, per evitare che persone non consapevoli di essere positive all'Hiv ritardino involontariamente l'accesso alle cure, con gravi rischi per la propria salute;
    la grande sfida della sanità pubblica dovrebbe partire, poi, dall'effettuazione dei test, che potrebbero interrompere la catena infettiva, ma, invece, più di un italiano su tre (il 37 per cento) non lo ha mai fatto e spesso la causa è da ricercarsi nelle difficoltà di accesso o nelle mancate garanzie su anonimato e gratuità dei test, requisiti previsti dalla legge n. 135 del 1990,

impegna il Governo:

1) a provvedere alla concreta attuazione del nuovo Piano nazionale d'intervento contro l'Aids, sul quale ha espresso il parere il Consiglio superiore di sanità, puntando a migliorare il flusso di informazioni, a monitorare i finanziamenti alle regioni, a incoraggiare l'accesso ai test in forma gratuita e anonima e soprattutto ad assicurare il cosiddetto «trattamento preventivo» che mette in sicurezza chi è infettato e persegue l'obiettivo di azzerare i contagi;
2) ad assumere iniziative per finanziare specifici interventi pluriennali relativi a prevenzione primaria (informazione e educazione alla salute sessuale, informazione sulle modalità di trasmissione e di protezione, sui luoghi dove è possibile ottenere consulenza e assistenza) e secondaria (offerta del test Hiv) rivolti alla popolazione generale e a specifiche popolazioni a maggior rischio, informazione e ricerca sull'Aids;
3) ad assumere iniziative volte a promuovere la cultura della prevenzione e favorire un approccio integrato alla lotta contro il disagio e le dipendenze, unendo iniziative di competenza sanitarie e interventi sociali;
4) ad assumere iniziative per promuovere l'introduzione di progetti strutturati di educazione sessuale, nelle scuole medie inferiori e superiori, che non siano iniziative-spot per appagare la coscienza, ma che abbiano l'ambizione di rendere consapevoli le giovani generazioni affinché si possa interrompere quanto prima il meccanismo di diffusione del virus che, troppo spesso, affonda le proprie radici nella mancata conoscenza;
5) a far ripartire le campagne informative, adattandole anche ai social network e ai nuovi mezzi di comunicazione di massa.
(1-01575) «Rampelli, Cirielli, La Russa, Giorgia Meloni, Murgia, Nastri, Petrenga, Rizzetto, Taglialatela, Totaro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

prevenzione delle malattie

AIDS