ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01501

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 737 del 07/02/2017
Abbinamenti
Atto 1/01412 abbinato in data 09/02/2017
Atto 1/01495 abbinato in data 09/02/2017
Atto 1/01496 abbinato in data 09/02/2017
Atto 1/01497 abbinato in data 09/02/2017
Atto 1/01498 abbinato in data 09/02/2017
Atto 1/01499 abbinato in data 09/02/2017
Atto 1/01500 abbinato in data 09/02/2017
Atto 1/01502 abbinato in data 09/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: VARGIU PIERPAOLO
Gruppo: CIVICI E INNOVATORI
Data firma: 07/02/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MONCHIERO GIOVANNI CIVICI E INNOVATORI 07/02/2017
MATARRESE SALVATORE CIVICI E INNOVATORI 07/02/2017
DAMBRUOSO STEFANO CIVICI E INNOVATORI 07/02/2017
LIBRANDI GIANFRANCO CIVICI E INNOVATORI 07/02/2017
MENORELLO DOMENICO CIVICI E INNOVATORI 07/02/2017
OLIARO ROBERTA CIVICI E INNOVATORI 07/02/2017
QUINTARELLI GIUSEPPE STEFANO CIVICI E INNOVATORI 07/02/2017
GALGANO ADRIANA CIVICI E INNOVATORI 09/02/2017


Stato iter:
09/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 09/02/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 09/02/2017
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto VARGIU PIERPAOLO CIVICI E INNOVATORI
Resoconto VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CALABRO' RAFFAELE AREA POPOLARE-NCD-CENTRISTI PER L'ITALIA
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto GULLO MARIA TINDARA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 09/02/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 09/02/2017

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/02/2017

DISCUSSIONE IL 09/02/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 09/02/2017

ACCOLTO IL 09/02/2017

PARERE GOVERNO IL 09/02/2017

APPROVATO IL 09/02/2017

CONCLUSO IL 09/02/2017

Atto Camera

Mozione 1-01501
presentato da
VARGIU Pierpaolo
testo presentato
Martedì 7 febbraio 2017
modificato
Giovedì 9 febbraio 2017, seduta n. 739

   La Camera,
   premesso che:
    il citomegalovirus (CMV) appartiene alla famiglia degli Herpes virus, è molto comune ed ha una diffusione molto elevata. Dopo la prima infezione, di norma resta latente all'interno dell'organismo che lo ospita, pronto a reinfettarlo nel caso di riduzione delle difese immunitarie individuali;
    il serbatoio di diffusione del virus è rappresentato essenzialmente dalla specie umana: la trasmissione è interpersonale, e avviene attraverso i fluidi organici, sangue, saliva, urine, liquidi seminali e vaginali, latte. Il contagio può dunque avvenire in modo diretto, ad esempio attraverso i rapporti sessuali, ma anche con un semplice bacio oppure per effetto di carenza di misure elementari di igiene;
    è pertanto indispensabile, specie in gravidanza, nella gestione di un neonato e tra gli immunodepressi, insistere molto sulla necessità di valutare correttamente l'ipotesi di rischio di citomegalovirus attivando conseguentemente ogni necessaria azione di prevenzione: lavarsi spesso le mani, in particolare prima di avere contatti diretti con gli orifizi del neonato; evitare la promiscuità di asciugamani, posate, bicchieri, spazzolini da denti; evitare di frequentare i luoghi troppo affollati e stipati, in particolare nei periodi invernali;
    la cosiddetta «prima infezione», con insediamento del citomegalovirus nell'organismo, passa spesso inosservata sotto il profilo sintomatologico: può talora causare disturbi di tipo influenzale o essere addirittura completamente asintomatica;
    è invece differente l'estrinsecazione del virus negli individui immunodepressi: il citomegalovirus è un vero e proprio spauracchio nei centri trapiantologici o nella popolazione defedata (pazienti oncologici, ammalati di AIDS), potendo causare polmoniti, encefaliti ed epatiti di difficilissima gestione;
    il citomegalovirus può inoltre causare gravi danni nella trasmissione dalla madre infetta al feto, in particolare quando questa trasmissione avviene nel primo trimestre della gravidanza, quando è maggiore il rischio di malformazioni congenite del prodotto del concepimento;
    l'infezione materno-fetale può essere «primaria», quando la donna viene infettata per la prima volta proprio in corso di gravidanza, e «secondaria» quando invece essa discende dalla riattivazione del virus latente oppure da una nuova infezione legata ad un ceppo di virus differente;
    il rischio di trasmissione del citomegalovirus per via verticale materno-fetale, secondo dati dell'Istituto superiore di sanità, è assai elevato (30-40 per cento) nel caso di infezione primaria, lo è assai di meno (0,5-2 per cento) nel caso di infezione secondaria;
    la frequenza di infezione neonatale da citomegalovirus è oggi molto alta (1:100), superiore di quattro volte a quella della toxoplasmosi e di cinquanta volte a quella della rosolia per cui si stima che, ogni anno, in Italia nascano circa 5.000 bambini che hanno contratto l'infezione da citomegalovirus;
    l'85-90 per cento dei neonati che contraggono l'infezione attraverso il circuito materno-fetale è asintomatico ma, in circa il 10 per cento di questi casi apparentemente negativi, il bambino presenta sequele infettive tardive, quasi sempre correlate a danni della funzione uditiva, con andamento ciclico o, talora, francamente progressivo;
    il 10-15 per cento dei neonati infettati presenta invece sintomi alla nascita che spesso sono transitori e regrediscono spontaneamente o dopo terapia. Tra questi, si segnalano sofferenze degli organi splancnici e dei polmoni, ittero e sindrome petecchiale;
    altre volte i danni sono invece permanenti, più frequentemente a carico del sistema uditivo e visivo, con possibili complicazioni neurologiche (convulsioni, ritardo mentale, microcefalia, idrocefalo, atrofia cerebellare, danni cerebrali con sindromi spastiche e disturbi extrapiramidali). I danni possono configurare rilevanti invalidità permanenti, talora ad esordio tardivo, più gravi nei bambini che presentano problemi significativi già alla nascita;
    nonostante la loro relativa frequenza, non sempre i segni della infezione neonatale da citomegalovirus sono immediatamente riconosciuti, sia a causa della loro aspecificità e rilevanza talora modesta, che per effetto della latenza con cui talora si manifestano;
    attualmente non esiste una vaccinazione in grado di prevenire il contagio da citomegalovirus per cui l'unica prevenzione efficace è rappresentata dalla conoscenza del problema e dall'attivazione di misure igieniche cautelari, particolarmente accurate e attente nei soggetti immunodepressi e nelle donne in gravidanza,
    attualmente lo screening sistematico delle donne gravide non è universalmente raccomandato, in quanto la diagnosi di infezione latente o quella di sieroconversione in gravidanza non sempre sono tecnicamente facili da fare e, soprattutto, non comportano l'attivazione di un percorso terapeutico specifico scientificamente validato (anche se esistono studi avanzati sull'impiego della immunoglobuline specifiche e dei farmaci antivirali), non consentono di valutare con certezza l'eventuale danno fetale e corrono invece il rischio di causare vere e proprie sindromi ansiose nelle puerpere, con effetti negativi sulla gestazione, sino al ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza;
    la diagnosi della trasmissione dell'infezione al feto richiede anch'essa esami invasivi (amniocentesi, esame del sangue fetale), può realizzarsi anche tardivamente e addirittura nel corso dell'attraversamento del canale del parto e non introduce a protocolli terapeutici schematizzati;
    è certamente più facile individuare con certezza l'avvenuto contagio nel neonato (ricerca del virus nei liquidi organici) senza che però l'accertamento diagnostico possa essere predittivo di eventuali sintomatologie tardive o esiti permanenti a distanza;
    ogni modifica degli attuali protocolli diagnostici e terapeutici relativi al citomegalovirus, in particolare per quanto attiene alle infezioni in gravidanza, va sottoposta ad attente valutazioni dei rapporti costo/benefici di salute e va validata attraverso la conferma delle best practice internazionali,

impegna il Governo:

1) a potenziare le iniziative finalizzate alla corretta informazione della popolazione sui rischi da infezione da citomegalovirus, con particolare riferimento ai pazienti immunodepressi e alle donne in gravidanza e sulla conseguente necessità di adottare e rafforzare le corrette le corrette misure di prevenzione igienica del caso;
2) a promuovere un potenziamento delle iniziative di formazione specifica del personale sanitario a contatto con i pazienti a maggior rischio di infezione da citomegalovirus, perché cresca la generale attenzione del sistema sanitario nei confronti di tale patologia;
3) ad implementare e diffondere i protocolli per garantire la sorveglianza della corretta attuazione delle misure igienico-sanitarie di prevenzione, per supportare adeguatamente i pazienti nella valutazione del rischio, per garantire la massima vigilanza nella individuazione precoce delle eventuali anomalie di sviluppo ecografico correlabili al sospetto di infezione da citomegalovirus e dei sintomi neonatali, consentendo la diagnosi precoce, il monitoraggio dei casi sintomatici di infezione, l'intercettazione precoce di eventuali patologie tardive e la loro valutazione a distanza;
4) ad incaricare l'Istituto superiore di sanità, con la possibile collaborazione delle società scientifiche, di effettuare una accurata valutazione dei migliori protocolli scientifici internazionali per verificare se esistano evidenze certe che inducano ad introdurre in Italia un sistema di screening sistematico e di diagnosi precoce della eventuale sieroconversione per il citomegalovirus delle donne in gravidanza, da cui conseguano eventuali diagnosi precoci sul feto ed eventuali interventi profilattici o terapeutici in grado di ridurre significativamente il rischio di danni temporanei o permanenti al prodotto del concepimento;
5) ad assumere iniziative per rafforzare il sistema nazionale di monitoraggio delle infezioni da citomegalovirus per avere ogni possibile certezza sulla esatta valutazione dell'incidenza dei danni correlati;
6) a dedicare ogni possibile sforzo ai filoni di ricerca scientifica sul citomegalovirus per garantire il massimo contributo della ricerca italiana nell'individuazione della possibile copertura vaccinica e di ogni nuova opportunità diagnostica e terapeutica che consenta di ridurre il rischio di danno correlato al citomegalovirus per la popolazione a rischio.
(1-01501) «Vargiu, Monchiero, Matarrese, Dambruoso, Librandi, Menorello, Oliaro, Quintarelli, Galgano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

rischio sanitario

prima infanzia