ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01482

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 728 del 23/01/2017
Abbinamenti
Atto 1/01451 abbinato in data 23/01/2017
Atto 1/01481 abbinato in data 23/01/2017
Atto 1/01488 abbinato in data 25/01/2017
Atto 1/01489 abbinato in data 25/01/2017
Atto 1/01490 abbinato in data 25/01/2017
Atto 1/01491 abbinato in data 25/01/2017
Atto 1/01492 abbinato in data 25/01/2017
Atto 1/01493 abbinato in data 25/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: CAPEZZONE DANIELE
Gruppo: MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Data firma: 23/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
ALTIERI TRIFONE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
BIANCONI MAURIZIO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
CIRACI' NICOLA MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
CORSARO MASSIMO ENRICO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
DISTASO ANTONIO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
FUCCI BENEDETTO FRANCESCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
LATRONICO COSIMO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017
MARTI ROBERTO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 23/01/2017


Stato iter:
25/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/01/2017
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 23/01/2017
Resoconto DI SALVO TITTI PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 25/01/2017
Resoconto BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 25/01/2017
Resoconto PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto CAPEZZONE DANIELE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto PARISI MASSIMO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Resoconto MONCHIERO GIOVANNI CIVICI E INNOVATORI
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto PIZZOLANTE SERGIO AREA POPOLARE-NCD-CENTRISTI PER L'ITALIA
Resoconto AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BIANCONI MAURIZIO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO MISTO
 
PARERE GOVERNO 25/01/2017
Resoconto BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 23/01/2017

DISCUSSIONE IL 23/01/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 23/01/2017

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/01/2017

DISCUSSIONE IL 25/01/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 25/01/2017

ACCOLTO IL 25/01/2017

PARERE GOVERNO IL 25/01/2017

VOTATO PER PARTI IL 25/01/2017

APPROVATO IL 25/01/2017

CONCLUSO IL 25/01/2017

Atto Camera

Mozione 1-01482
presentato da
CAPEZZONE Daniele
testo presentato
Lunedì 23 gennaio 2017
modificato
Mercoledì 25 gennaio 2017, seduta n. 730

   La Camera,
   premesso che:
    in data 11 gennaio 2017 la Corte Costituzionale, pronunciandosi sull'ammissibilità di tre quesiti referendari promossi dalla Cgil, ha dichiarato l'inammissibilità del quesito relativo alla reintroduzione della cosiddetta «reintegra» in caso licenziamento senza giusta causa e alla sua estensione a tutte le imprese sopra i cinque addetti;
    tale referendum, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe dovuto, non solo ripristinare l'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300 («statuto dei lavoratori») nella sua disciplina vincolistica anteriore alle modifiche introdotte dalla legge 28 giugno 2012, n. 92 («legge Fornero»), grazie anche all'abrogazione totale della legge 10 dicembre 2014 n. 183 del (« jobs act»), ma addirittura, tramite l'uso della tecnica abrogativa referendaria, estendere la sua applicabilità alle imprese con oltre 5 lavoratori;
    la Corte Costituzionale in questi decenni ha potuto dare vita ad una consolidata giurisprudenza per valutare l'ammissibilità dei quesiti referendari, in particolare, la Corte ha posto tre requisiti come indispensabili per l'ammissibilità dei quesiti: la loro chiarezza, univocità e omogeneità. In attesa della lettura delle motivazioni addotte dalla Consulta, si può ritenere che i supremi giudici abbiano potuto eccepire che il quesito ponendo tre distinte domande all'elettore, non soddisfacesse la consolidata giurisprudenza (sentenze 16/1978, quesiti sul codice penale e sul codice penale militare di pace; 27/1981 e 28/1987, caccia; 12/2014, revisione circoscrizioni giudiziarie e n. 6/2015 trattamenti pensionistici). Inoltre la Corte potrebbe aver censurato l'uso della cosiddetta «tecnica di ritaglio», attraverso la quale si mira a creare nuove disposizioni, trasformando quindi il referendum, che per legge è solo abrogativo, in un surrettizio referendum propositivo (sentenze 36/1997, quesito su tetti pubblicitari della Rai; 50/2000, durata massima della custodia cautelare; 43/2003, procedure semplificate e incentivi per l'incenerimento dei rifiuti e 45/2003, sicurezza alimentare);
    un'eventuale vittoria del «Si» sul quesito dichiarato inammissibile avrebbe prodotto una pericolosa ingessatura per l'operatività delle piccole imprese, vera spina dorsale della economia italiana, e un pericoloso disallineamento del diritto del lavoro italiano rispetto ai migliori standard dei Paesi dell'OECD, rendendo il nostro Paese sempre meno attrattivo per imprenditori e investitori indebolendo, di riflesso, i lavoratori italiani;
    la Corte costituzionale, invece, ha dichiarato ammissibile la richiesta di referendum denominato «Abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio», cioè l'abrogazione delle disposizioni relative ai cosiddetti voucher che, in questi anni, hanno consentito al datore di lavoro, per prestazioni occasionali di breve o brevissima durata (agricoltura, lavoro domestico, lezioni private, turismo, commercio), di evitare di compiere tutti i complicati adempimenti burocratici previsti per la costituzione di un rapporto di lavoro determinando, allo stesso tempo, una emersione del lavoro nero e assicurando maggiore trasparenza e una migliore tutela del lavoratore stesso;
    i voucher, diffusi da molti anni nel Nord Europa, sono stati introdotti formalmente in Italia nel 2003 dalla legge del 14 febbraio 2003, n. 30 («legge Biagi»), anche se sono stati realmente utilizzabili solo dal 2008 per lavori occasionali per i quali mai si sarebbe stipulato un contratto (assistenza malati e portatori di handicap, lezioni private, giardinaggio e pulizia, manutenzione edifici, lavori stagionali agricoli); uno strumento che consente di mettere in regola, senza complessi adempimenti burocratici, molte attività di carattere occasionale che in passato non avevano alcuna regolamentazione ed esponevano pertanto sia l'utilizzatore che il prestatore a notevoli rischi anche di ordine penale, in caso di incidenti o contenziosi;
    la loro efficacia e validità, nel corso degli anni, ha comportato una diffusione esponenziale del loro impiego, essendosi passati dai circa 24 mila lavoratori «accessori» del 2014, al milione e trecentomila di percettori di voucher del 2015;
    la stessa Cgil, nonostante sia tra i promotori del referendum per la loro abolizione, ne ha ampiamente usufruito. Infatti, nel 2016, come segnalato dal presidente dell'Inps, il sindacato ha fatto uso di voucher per un valore complessivo di 750 mila euro e non solo per i pensionati. Analogamente, anche un altro sindacato, la Cisl, ne ha utilizzati per un valore pari ad 1 milione e mezzo di euro;
    l'utilizzo di voucher è altrettanto diffuso nella pubblica amministrazione, dove, dovrebbe prevalere il contratto a tempo indeterminato e, a norma di Costituzione, previo superamento di pubblico concorso:
     a) il comune di Napoli, attualmente amministrato dal centro sinistra, pur aderendo ufficialmente, con specifica delibera di giunta, alla raccolta di firme della Cgil per il referendum abrogativo, ha «coerentemente», attraverso specifico avviso pubblico, avviata una selezione di lavoratori disoccupati disposti ad effettuare presso l'ente prestazione di lavoro di accessorio retribuiti mediante voucher. Come ha affermato l'assessore al lavoro partenopeo: «non condividiamo lo strumento, tuttavia, abbiamo deciso di non privare i nostri cittadini dall'opportunità di godere di un contributo economico»;
     b) il comune di Torino, amministrato pro tempore da esponenti del Movimento 5 Stelle, a livello nazionale contrarissimi da sempre all'utilizzo dello strumento, utilizzerà i voucher per pagare alcuni giovani mediatori culturali;
    nonostante la validità dello strumento « voucher», nel corso degli anni il suo utilizzo è stato esteso a sempre più settori e lavoratori, compresi non saltuari, determinando, in alcuni casi un abuso nell'utilizzo dello stesso per finalità molto differenti da quelle originariamente previste. Ovviamente, pensare di cancellarli del tutto come chiesto dai promotori del quesito referendario, oltre a non risolvere il problema del lavoro nero, farebbe rimanere il nostro Paese con la più alta quota di sommerso in Europa e determinerebbe un ulteriore irrigidimento del mercato del lavoro, visto anche l'aumentare, nel corso degli ultimi anni, delle restrizioni legislative nell'ambito delle forme di lavoro coordinate e continuative;
    uno studio dell'Inps del 2015 evidenzia i precettori di voucher siano circa il 10 per cento pensionati, mentre il 55 per cento si divide tra chi ha un altro lavoro e i percettori di ammortizzatori sociali. Da questi dati emerge che circa i due terzi dei percettori utilizzano i voucher effettivamente per attività accessorie e per tipologie di mansioni in cui prima il nero era considerato imperante;
    resta fuori discussione la necessità di intervenire una serie di controlli incisivi per impedire abusi e per evitare che lo strumento sia utilizzato per coprire lavoro nero e va riconosciuto come l'entrata in vigore della tracciabilità costituisca una misura che opera in questa direzione;
    tuttavia, nonostante l'importanza rivestita dalla discussione sulla flessibilità dei contratti di lavoro, tema prioritario in una concreta discussione sul mondo del lavoro, resta il problema dell'elevato peso del cuneo fiscale che incide negativamente sul rilancio occupazionale nel nostro Paese. La mano del fisco sui salari è sempre più pesante visto che secondo lo studio « Taxing Wages» dell'Ocse, il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti – cioè il prelievo complessivo sulla retribuzione lorda – nel 2015 è aumentato di 0,76 punti percentuali al 49 per cento. L'Italia si colloca così al quarto posto tra i 34 Paesi dell'Ocse per peso del fisco sul salario del lavoratore medio «single» senza figli, affiancando l'Ungheria, superando la Francia (48,5 per cento) e allontanandosi sempre di più dalla media dell'Ocse (35,9 per cento);
    la realtà, visti questi numeri, è che ad impoverire realmente i lavoratori, anzi a determinarne i licenziamenti e a impedire la creazione di nuovi posti di lavoro, sia lo Stato a causa di un livello intollerabile di tassazione che rende insostenibile, se non addirittura fuori mercato, qualsiasi produzione industriale in Italia (a meno di non ricevere aiuti diretti o indiretti dallo Stato stesso). Unica strada per tornare ad essere competitivi determinando un sensibile aumento dei livelli occupazionali, è intervenire subito per ridurre significativamente il cuneo fiscale,

impegna il Governo:

1) a proseguire nelle iniziative che consentono di accertare e sanzionare eventuali abusi nell'utilizzo dei cosiddetti voucher, preservando comunque questo strumento che ha mostrato risultati positivi nell'emersione del lavoro nero;

2) a valutare l'adozione di iniziative volte ad allineare alle medie OCSE il peso del fisco sul lavoro.
(1-01482)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Capezzone, Palese, Altieri, Bianconi, Chiarelli, Ciracì, Corsaro, Distaso, Fucci, Latronico, Marti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenziamento abusivo

sindacato

lavoro nero