ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01468

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 725 del 17/01/2017
Abbinamenti
Atto 1/01231 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01465 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01466 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01467 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01469 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01470 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01471 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01472 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01473 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01474 abbinato in data 18/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: SANTERINI MILENA
Gruppo: DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 17/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARAZZITI MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 17/01/2017
SBERNA MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 17/01/2017
DELLAI LORENZO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 17/01/2017
BARADELLO MAURIZIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 17/01/2017
CAPELLI ROBERTO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 17/01/2017


Stato iter:
18/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 18/01/2017
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/01/2017
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC
Resoconto MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto ALTIERI TRIFONE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SANTERINI MILENA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RABINO MARIANO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Resoconto MENORELLO DOMENICO CIVICI E INNOVATORI
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto RAVETTO LAURA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 18/01/2017

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/01/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 18/01/2017

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 18/01/2017

PARERE GOVERNO IL 18/01/2017

DISCUSSIONE IL 18/01/2017

VOTATO PER PARTI IL 18/01/2017

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 18/01/2017

CONCLUSO IL 18/01/2017

Atto Camera

Mozione 1-01468
presentato da
SANTERINI Milena
testo presentato
Martedì 17 gennaio 2017
modificato
Mercoledì 18 gennaio 2017, seduta n. 726

   La Camera,
   premesso che:
    secondo i dati UNHCR sono oltre 5000 le persone morte in mare cercando di raggiungere l'Europa nel 2016, il numero più alto degli ultimi decenni;
    secondo gli stessi dati in Europa tra il 1o gennaio e il 31 dicembre 2016 sono sbarcate in Europa 361.678 persone, di cui 181.405 in Italia. Nel 2016, gli arrivi nel nostro Paese sono aumentati del 18 per cento circa rispetto al 2015, ma solo del 6 per cento rispetto al 2014;
    a livello europeo si tratta di un dato inferiore rispetto a quello del 2015 (1.015.078), anno record, mentre gli sbarchi in tutta Europa del 2016 hanno raggiunto la somma di tutti quelli verificatisi tra il 2011 e il 2014; l'aumento italiano del 2016 rispetto al 2015 va letto anche in relazione, oltre al diversificarsi delle nazionalità dei migranti, con la diminuzione da 856.723 a 173.447 degli ingressi in Europa dalla frontiera greca;
    per quel che riguarda l'Italia, il 2016 ha confermato le previsioni della circolare 3148 del 12 aprile 2016 con cui il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno preannunciava un significativo aumento del fenomeno immigratorio nel 2016, anche se sino a settembre gli sbarchi sono stati in numero analogo rispetto a quelli del 2015;
    la svolta, se così si può dire, è avvenuta nell'autunno, in particolare tra ottobre (27.000 arrivi) e novembre, quando si è superato il numero di arrivi del 2015. A dicembre si è, invece, registrato un rallentamento degli stessi sbarchi (8.300 nel 2016, 9.600 nel 2015), mentre si è avuta un'impennata nei primi giorni del 2017;
    si tratta, certo, di dati significativi ma che non possono far parlare seriamente di «invasione», né giustificare il senso di minaccia che molti sostengono sia percepito nel nostro Paese, anche a causa del fenomeno terroristico che colpisce l'Europa in questi anni;
    inoltre, per superare le attuali inaccettabili sperequazioni nel nostro Paese a causa della reticenza di alcuni comuni italiani ad aderire ai progetti Sprar (su 8.000 comuni italiani solo 1.800 hanno accolto i migranti nel 2016), a ottobre 2016 una circolare del Ministero dell'interno ha stabilito che se un comune aderisce allo Sprar otterrà la progressiva diminuzione della presenza dei Cas sul suo territorio e inoltre riceverà 500 euro all'anno per ogni accolto;
    tuttavia, mentre la distribuzione dei profughi per regione nel sistema dei Cas è disposta dal Ministero dell'interno attraverso le prefetture ed è obbligatoria, l'adesione al sistema Sprar rimane volontaria;
    prosegue a rilento e con diverse criticità il meccanismo di relocation: i dati disponibili al 30 dicembre 2016 indicano che complessivamente dall'Italia sono stati ricollocati in altri Paesi europei 2.654 richiedenti asilo (su un totale di 39.600 previsti entro il 2017) e 6.212 dalla Grecia al 6 dicembre (su 66.400);
    per quel che riguarda in particolare i richiedenti asilo, che come sappiamo sono una particolare categoria di immigrati con uno statuto speciale dovuto all'articolo 1 della Convenzione di Ginevra, si assiste un cambiamento di immagine, da perseguitati individuali a vittime traumatizzate di conflitti, instabilità politica o calamità, perseguitati anonimamente quasi sempre non per quello che hanno fatto ma per quello che sono;
    tale allargamento del tradizionale concetto di rifugiato, verso cui non si ammette il debito politico da parte europea, crea tensioni contrastanti negli Stati nazionali che tendono a difendere i propri confini ma non hanno elaborato una legislazione adeguata verso questo fenomeno;
    si può temere che, di fronte a tale difficoltà di gestire il fenomeno, si intenda porre una stretta alla concessione dell'asilo politico; in particolare, appare preoccupante l'idea di negare il diritto di appello a coloro che si vedessero respinta la domanda di protezione internazionale;
    si tratterebbe di un atto che potrebbe mettere a rischio la vita di molte persone e che, tra l'altro, potrebbe portare ad eventuale condanna italiana da parte della Corte di giustizia europea, che non potrebbe non essere investita della questione;
    infatti, l'Italia, che insieme alla Grecia è inevitabilmente la prima meta dei profughi, e l'Europa sono ben lontane da qualunque «invasione» anche se è evidente che si sia di fronte a mutamenti significativi;
    di fatto gli ingressi legali in Italia per ragioni economiche sono possibili per numeri irrisori: il decreto flussi 2015 permetteva 17.850 ingressi di lavoratori stranieri, di cui 12.350 riservati alla conversione di permessi già esistenti di studio o lavoro; il decreto flussi 2016 ha previsto 30.000 posti, di cui 13.000 riservati a lavoratori stagionali e 12.000 alla conversione di altro tipo di permessi; solo 5000 i permessi per nuovi ingressi. Oggi la richiesta di protezione internazionale è, di fatto, diventata pressoché l'unico modo per entrare regolarmente in Italia;
    dal punto di vista dell'accoglienza, in Italia la situazione è molto frammentata. Vi è, infatti, una non equa distribuzione nei vari comuni del nostro Paese;
    al momento in Italia il 77,7 per cento dei profughi e richiedenti asilo è ospitato in Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) e solo il 13,5 per cento in posti Sprar Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati (il restante 8,8 per cento negli hotspot e centri di prima accoglienza nelle regioni di sbarco). I Cas sono nati come risposta emergenziale agli arrivi dopo le cosiddette Primavere arabe del 2011, diventando poi un sistema parallelo e preponderante rispetto a quello dell'accoglienza ordinaria dei richiedenti asilo nel paese che andrebbe, invece, potenziato;
    la qualità dei servizi offerti dai Cas, spesso allestiti in strutture turistiche, è disomogenea, così come lo è la loro collocazione sul territorio nazionale. Rispetto ai Cas, i centri aderenti allo Sprar hanno standard di qualità più alti, con regole ben precise e hanno come scopo l'integrazione a lungo termine del richiedente asilo e non solo la sua accoglienza temporanea. Inoltre i centri Sprar sono soggetti a una rendicontazione economica più rigorosa, e sono quindi meno esposti ad abusi;
    il decreto governativo del 10 agosto 2016 prevede che gli Sprar non siano più finanziati attraverso bandi periodici, ma continuativamente, in base a un sistema di accreditamento permanente e ai finanziamenti disponibili;
    altrettanto problematica appare la possibilità di restringere le modalità di iscrizione anagrafica a fine di residenza, che non comporterebbe tra l'altro consistenti risparmi ai comuni ma al contrario renderebbe più difficilmente reperibili i richiedenti creando anche maggiori problemi di sicurezza;
    un approccio lungimirante deve portare a gestire il fenomeno nelle sue rapide evoluzioni, anche con una revisione complessiva ed organica della normativa sull'immigrazione con l'obiettivo di difendere i diritti fondamentali dei migranti, operare in sede europea per rivedere, come già richiesto, le convenzioni di Dublino, ottenere la relocation dei profughi, favorire canali e corridoi umanitari previsti dalla legislazione europea;
    l'eventuale riapertura dei Cie, per rispondere al fenomeno, non appare auspicabile se non a determinate condizioni. Il bilancio di una storia ormai di diversi anni ha mostrato, a fronte di sofferenze provocate nei detenuti e di un alto costo economico per le casse pubbliche, l'inefficacia di tali centri rispetto allo scopo per cui sono stati ideati;
    si consideri che meno della metà (46,2 per cento) delle 175.142 persone detenute nei centri dal 1998 al 2013 sono state effettivamente rimpatriate; nei primi nove mesi del 2016, nei Cie rimasti in Italia sono stati reclusi circa 2 mila stranieri irregolari, 876 dei quali sono stati rimpatriati. Nello stesso 2016, il solo Ufficio della Questura di Milano ha realizzato 762 espulsioni: si tratta di quasi la metà di tutte le espulsioni d'Italia, senza il transito da un Cie dato che in Lombardia non vi sono Cie attivi,

impegna il Governo

1) ad operare per potenziare e ampliare il sistema SPRAR, effettuato finora dai comuni su base volontaria a fronte invece dell'obbligatorietà del sistema dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), anche rafforzando il sistema degli incentivi economici ai Comuni virtuosi;
2) ad assumere iniziative per mantenere la possibilità di appello in caso di rifiuto della protezione internazionale, operando al contempo per rendere più rapide le risposte al ricorso e per impiegare i richiedenti asilo in lavori socialmente utili;
3) a facilitare la reperibilità dei richiedenti protezione internazionale e i loro percorsi di integrazione anche mantenendo la possibilità di iscrizione anagrafica;
4) a incentivare e incrementare l'accoglienza diffusa da parte di sponsor, associazioni e singoli cittadini nonché le iniziative di formazione linguistica e professionale dei richiedenti asilo e a favorire le iniziative finalizzate a individuare canali legali di ingresso per i richiedenti asilo come i corridoi umanitari per persone vulnerabili.
(1-01468)
(Nuova formulazione) «Santerini, Marazziti, Sberna, Dellai, Baradello, Capelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

integrazione dei migranti

carcerazione