Legislatura: 17Seduta di annuncio: 724 del 16/01/2017
Atto 1/01231 abbinato in data 16/01/2017
Atto 1/01465 abbinato in data 16/01/2017
Atto 1/01467 abbinato in data 16/01/2017
Atto 1/01468 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01469 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01470 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01471 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01472 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01473 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01474 abbinato in data 18/01/2017
Primo firmatario: ALTIERI TRIFONE
Gruppo: MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Data firma: 16/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 BIANCONI MAURIZIO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 CAPEZZONE DANIELE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 CIRACI' NICOLA MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 CORSARO MASSIMO ENRICO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 DISTASO ANTONIO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 FUCCI BENEDETTO FRANCESCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 LATRONICO COSIMO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017 MARTI ROBERTO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 16/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 16/01/2017 Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI INTERVENTO PARLAMENTARE 16/01/2017 Resoconto GUERINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO Resoconto FONTANA GREGORIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE PARERE GOVERNO 18/01/2017 Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO) DICHIARAZIONE VOTO 18/01/2017 Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC Resoconto MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE Resoconto ALTIERI TRIFONE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE Resoconto SANTERINI MILENA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO Resoconto RABINO MARIANO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE Resoconto MENORELLO DOMENICO CIVICI E INNOVATORI Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Resoconto RAVETTO LAURA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/01/2017
DISCUSSIONE IL 16/01/2017
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/01/2017
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/01/2017
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 18/01/2017
IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 18/01/2017
PARERE GOVERNO IL 18/01/2017
DISCUSSIONE IL 18/01/2017
VOTATO PER PARTI IL 18/01/2017
IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 18/01/2017
CONCLUSO IL 18/01/2017
La Camera,
premesso che:
nell'ultimo anno l'ondata migratoria non solo non ha conosciuto soste, ma è addirittura esponenzialmente aumentata. Secondo i dati resi noti ad inizio 2017 da Frontex, l'agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, nel 2016 il numero di migranti arrivati in Europa attraverso la rotta centro mediterranea, che riguarda l'Italia e in misura minore Malta, è cresciuto di circa il venti per cento rispetto all'anno precedente, facendo registrare un totale di 181 mila sbarchi. Tale considerevole incremento riflette una pressione migratoria proveniente dal versante occidentale del continente africano, in particolare da Nigeria, Eritrea, Guinea, Costa d'Avorio e Gambia. Dal 2010, l'Italia ha visto decuplicare il numero di arrivi dall'Africa occidentale: secondo l'Unhcr, nel 2016 sono arrivate in Italia via mare 181.405 persone, rispetto alle 153.842 del 2015 e alle 170.100 del 2014 (dati del Viminale);
la gran parte di questi sbarchi avviene in Sicilia (il 70 per cento), ma ci sono arrivi via mare anche in Calabria (il 17 per cento), Puglia (il 7,5 per cento) e Sardegna (il 4 per cento);
lo stesso report evidenzia come il numero dei migranti individuali sia calato del settantanove per cento nelle isole elleniche dell'Egeo e nella parte continentale della Grecia, in particolare a seguito dell'entrata in vigore, nel marzo 2016, dell'accordo Unione europea-Turchia, che ha portato ad un'intensificazione dei controlli alle frontiere da parte delle autorità turche, all'accelerazione dei rimpatri di migranti dalla Grecia alla Turchia, cui si somma una stretta sui controlli alle frontiere nei Balcani occidentali;
particolarmente significativo risulta il raddoppio nell'ultimo anno del numero dei minori stranieri non accompagnati sbarcati lungo le coste del nostro Paese, passato da 12.360 nel 2015 a 25.846 nel 2016, cui va aggiunto il numero, anch'esso in costante crescita, dei minori che arrivano attraverso i valichi alpini, in particolare del Friuli Venezia Giulia, come evidenziato dalla struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati istituita presso il dipartimento dell'immigrazione del Viminale;
contestualmente, come affermato dal direttore di Frontex nel corso di un seminario di clausura del Partito cristiano sociale bavarese (Csu) e riportato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, gli Stati europei espellono solo il 43 per cento dei migranti cui non è stato riconosciuto asilo;
con il 1o gennaio 2017 è ufficialmente iniziato il semestre di Presidenza del Consiglio dell'Unione europea da parte di Malta, che non potrà non annoverare fra sue priorità una gestione comune della politica migratoria di fronte a posizioni nettamente divergenti dei partner europei. In questo quadro vanno apprezzate le parole del premier di Malta Joseph Muscat, che ha affermato di condividere la stessa posizione del governo italiano, auspicando che un accordo con la Libia possa essere trasposto a livello europeo;
va registrato il sostanziale fallimento del piano Junker di ricollocamento dei mila profughi da Grecia e Italia, deciso nel 2015 e boicottato da parte dei Paesi del cosiddetto gruppo Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) e che ha portato a meno di diecimila ricollocati (dati aggiornati ai primi di dicembre 2016);
forte preoccupazione desta nell'opinione pubblica la presenza di circa 400 detenuti a «rischio radicalizzazione» presenti negli istituti penitenziari italiani, di cui 170 sottoposti a «specifico monitoraggio», ai quali si aggiungono 45 detenuti in Italia per terrorismo internazionale. Va quindi espresso il vivo ringraziamento a tutti gli agenti della Polizia penitenziaria, ai direttori e a tutti gli operatori che svolgono il proprio gravoso lavoro in strutture spesso inadatte e con gravi carenze di organico. Per contrastare l'estremismo islamico serve un incremento del numero di agenti di polizia penitenziaria e maggiori fondi per la formazione e per le dotazioni degli agenti stessi, un incremento e una capillare diffusione di educatori, assistenti sociali, mediatori culturali e di esperti in quell'attività di intelligence nelle carceri, fondamentale per fronteggiare fenomeni di proselitismo jihadista;
occorre ripensare l'operazione Eunavfor Med, a cui partecipano in vario modo 25 nazioni europee, concepita con lo scopo di individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai contrabbandieri e dai trafficanti di esseri umani. A tali compiti sono stati affiancati gli incarichi di addestramento della Guardia Costiera e della Marina libica e il contributo alle operazioni di embargo alle armi in accordo alla Risoluzione dalle Nazioni Unite nr. 2292 del 14 giugno 2016. Sin dall'inizio, inoltre, le navi impegnate nell'operazione hanno contribuito alla salvaguardia della vita umana in mare. La flotta europea si è – di fatto – limitata a raccogliere in mare immigrati clandestini e a sbarcarli nei porti italiani affidando alla giustizia gli scafisti (o presunti tali) catturati;
il passaggio alla cosiddetta «fase tre» dell'operazione Eunavfor Med diviene quindi esiziale: la neutralizzazione delle imbarcazioni e delle strutture logistiche usate dai contrabbandieri e trafficanti sia in mare che a terra sulle coste libiche è fondamentale per scoraggiare ulteriori attività criminali. È ben conosciuto il traffico, purtroppo lecito, di gommoni che attraverso la Turchia e Malta giungono in Libia e che non è possibile bloccare prima dell'arrivo nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Ma per colpire i gommoni sulla costa e nelle acque territoriali libiche l'operazione Eunavfor Med deve essere autorizzata dall'Onu o dal governo libico;
l'addestramento della Marina Libica, richiesta dal Governo riconosciuto dalla comunità internazionale e sviluppata sotto l'egida dell'Unione europea si inquadra nelle attività di Maritime Capacity Building and Training e Maritime Security, ed è un importante tassello nella stabilizzazione dell'intera area, ma rischia di essere del tutto inutile se la comunità internazionale e le fazioni che si contendono il potere in Libia non troveranno un accordo stabile e duraturo;
il modello fin qui seguito nella gestione dei flussi migratori va ripensato, mettendo in atto un intervento a tutto campo, basato su quelle esperienze che nel mondo hanno dato risultati positivi e centrato su alcuni punti fissi:
a) missioni di respingimento: «fermare le navi per fermare le morti (come attuato in Australia dal premier conservatore Tony Abbott “Operation Sovereign Borders”), accogliendo solo chi scappa veramente da una guerra»;
b) chiusura moschee e luoghi di culto irregolari e senza controlli; apertura solo di luoghi di culto autorizzati e controllati;
c) sistematico controllo del territorio rispetto al fenomeno dei centri di aggregazione clandestini;
d) scelta anno per anno delle quantità e tipologie di immigrati effettivamente integrabili nel mercato del lavoro italiano (come fanno altri Paesi, a partire da Canada e Australia);
e) accettare immigrazione selezionata e contingentata, compatibile con la possibilità di inserimento sociale, lavorativo ed abitativo;
f) nessun automatismo per la cittadinanza: come negli Stati Uniti essa è solo l'ultimo passo di un lungo percorso,
impegna il Governo:
1) ad intensificare la stipula dei necessari accordi internazionali con i Paesi di partenza degli Migrati al fine facilitare e velocizzare i rimpatri dei migranti non in possesso dei requisiti necessari per usufruire delle forme di protezione internazionale e a promuovere accordi bilaterali volti ad agevolare il trasferimento dei detenuti stranieri nei Paesi d'origine;
2) a intensificare gli sforzi diplomatici con i partner europei, con il Governo libico e con le Nazioni Unite, al fine di portare alla cosiddetta «fase tre» l'operazione Eunavfor Med;
3) a valutare l'opportunità di incrementare le risorse a disposizione delle forze dell'ordine e degli apparati di sicurezza al fine di implementare l'attività di prevenzione delle infiltrazioni terroristiche e di contrasto dei fenomeni di proselitismo jihadista;
4) ad agire in sede comunitaria per la stipula di accordi economici fra l'Unione europea e i Paesi di origine e transito dei migranti, incrementando le politiche di cooperazione.
(1-01466)
(Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate) «Altieri, Palese, Bianconi, Capezzone, Chiarelli, Ciracì, Corsaro, Distaso, Fucci, Latronico, Marti».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):controllo alla frontiera
Unione europea
accordo bilaterale