ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01361

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 679 del 26/09/2016
Abbinamenti
Atto 1/01344 abbinato in data 26/09/2016
Atto 1/01358 abbinato in data 26/09/2016
Atto 1/01359 abbinato in data 26/09/2016
Atto 1/01360 abbinato in data 26/09/2016
Atto 1/01362 abbinato in data 28/09/2016
Atto 1/01365 abbinato in data 28/09/2016
Atto 1/01366 abbinato in data 28/09/2016
Atto 1/01367 abbinato in data 28/09/2016
Atto 1/01368 abbinato in data 28/09/2016
Atto 6/00260 abbinato in data 28/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: SALTAMARTINI BARBARA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 26/09/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CASTIELLO GIUSEPPINA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
PICCHI GUGLIELMO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 26/09/2016


Stato iter:
28/09/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/09/2016
Resoconto VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BALDELLI SIMONE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO GOVERNO 28/09/2016
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 28/09/2016
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto BARADELLO MAURIZIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CASTIELLO GIUSEPPINA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto TANCREDI PAOLO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BALDELLI SIMONE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VEZZALI MARIA VALENTINA MISTO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 28/09/2016
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
PARERE GOVERNO 28/09/2016
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/09/2016

DISCUSSIONE IL 26/09/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/09/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/09/2016

DISCUSSIONE IL 28/09/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 28/09/2016

ACCOLTO IL 28/09/2016

PARERE GOVERNO IL 28/09/2016

APPROVATO IL 28/09/2016

CONCLUSO IL 28/09/2016

Atto Camera

Mozione 1-01361
presentato da
SALTAMARTINI Barbara
testo presentato
Lunedì 26 settembre 2016
modificato
Mercoledì 28 settembre 2016, seduta n. 681

   La Camera,
   premesso che:
    il terremoto del 24 agosto 2016, che ha colpito il territorio delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, ha avuto effetti devastanti, provocando lo «sbriciolamento» delle case in muratura di Amatrice e Accumoli e delle loro frazioni e creando seri danni ad edifici pubblici e privati in comuni come Arquata del Tronto, Acquasanta Terme, Montegallo e Montemonaco;
    è preoccupante il fatto che lo sciame sismico continua; dal 24 agosto ad oggi sono state registrate 11.600 scosse; ancora il 20 settembre una forte scossa di magnitudo 4,1 ha colpito Amatrice, il 21 settembre un'altra scossa di magnitudo 2,8 ha interessato la provincia di Perugia, il 22 settembre una scossa di magnitudo 2,3 ha interessato il comune di Norcia;
    il piano di frattura, lungo 25-30 chilometri, situato nell'area compresa tra Amatrice e Norcia, ha registrato un abbassamento di 20 centimetri, e un movimento co-sismico importante, dell'ordine di 1 metro, nella campagna di Amatrice; la sismicità dei giorni a seguire la scossa principale ha interessato un volume crostale più esteso; i geologi che hanno e effettuato i monitoraggi sul territorio hanno anche evidenziato un rischio, anche se con probabilità inferiore al 10 per cento che la faglia, che ha causato il terremoto di Amatrice, possa aver attivato le faglie vicine;
    sono 298 le persone che hanno perso la vita, migliaia i feriti di cui 388 gravi, 238 le persone che sono state estratte illese dalle macerie; 3.190 sono le persone assistite nei campi e negli alberghi, 318 quelle ospitate negli hotel messi a disposizione a San Benedetto, 90 che hanno deciso di trasferirsi nei moduli abitativi provvisori e le abitazioni del progetto «Case» messe a disposizione a L'Aquila;
    è stato gravemente danneggiato il principale ospedale dell'area, il «Francesco Grifoni» di Amatrice, da dove sono stati evacuati tutti i pazienti ricoverati, rendendo ancora più complicato il soccorso sanitario dei feriti;
    il terremoto ha causato vasti danneggiamenti anche al patrimonio culturale della zona, a chiese ed edifici storici;
    le attività delle circa 670 aziende che hanno sede proprio nel cuore dell'Appennino, tra Arquata del Tronto, Amatrice e Accumoli sono paralizzate; circa 50 attività hanno dovuto chiudere;
    le vie di comunicazione hanno subito seri danni – in particolare la Salaria, la strada regionale 260, la strada statale 685 delle Tre Valli Umbre – ed è rimasta interrotta buona parte della viabilità secondaria, provocando intralci e ritardi ai soccorsi. La tempestività dei soccorsi è stata compromessa anche dalle problematiche preesistenti sulla viabilità principale e secondaria e dai cantieri in corso sulla Salaria, asse principale di collegamento;
    la difficile situazione delle comunicazioni è stata aggravata dalle linee telefoniche interrotte e dalla scarsa copertura della zona da parte dei gestori di telefonia mobile, probabilmente poiché si tratta di aree senza interesse commerciale;
    con il decreto Ministeriale 1o settembre 2016 il Governo ha sospeso fino al 16 dicembre 2016 i termini dei versamenti e degli adempimenti tributari, nei confronti delle persone fisiche che, alla data del 24 agosto 2016, avevano la residenza, ovvero la sede operativa, nel territorio dei comuni colpiti dal terremoto;
    non è stato previsto il rinvio dei pagamenti di oneri e contributi previdenziali; la mancata previsione di tale rinvio rischia di aggravare la situazione delle aziende agricole e delle piccole imprese della zona;
    parimenti, non è stato previsto il rinvio dei versamenti e degli adempimenti tributari nei confronti dei cittadini non residenti che hanno perso la casa o hanno la casa inagibile nell'area del sisma e che dovrebbero comunque pagare le imposte sulla casa e sulle forniture dei servizi per tali immobili;
    inoltre, la sospensione del pagamento dei tributi, contributi e premi assicurativi dovrebbe riguardare l'intero periodo della ricostruzione, evitando il sistema dell'attivazione di mutui previsto per il terremoto dell'Emilia per la restituzione di quando dovuto. Ponendo direttamente a carico dello Stato i pagamenti sospesi e lasciando una percentuale minima a carico dei cittadini colpiti, si potrebbe evitare, da una parte, di porre a carico dello Stato spese per interessi che superano il capitale originario e, dall'altra, di caricare di ulteriori mutui i cittadini che ancora non hanno completato la ricostruzione;
    occorre subito la dichiarazione di una «No tax area» per la zona colpita dal terremoto, con una esenzione delle tasse dovute soprattutto per le imprese e i coltivatori diretti e per le attività che vivono di turismo;
    il 19 settembre 2016 è stata firmata dal capo del dipartimento di Protezione civile, l'ordinanza n. 394, ossia la sesta ordinanza per la gestione dell'emergenza terremoto che il 24 agosto 2016 ha colpito il territorio delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo; tale ordinanza comprende la realizzazione delle strutture abitative in emergenza e delle strutture temporanee a usi pubblici, prevedendo di predisporre il minor numero di aree possibili, nel rispetto delle esigenze abitative dei nuclei famigliari;
    il tessuto edilizio della zona colpita dal sisma è costituito da piccoli borghi e da case con orto, ove la cura dell'orto è spesso l'unica occupazione della maggior parte della popolazione che è costituita per lo più da persone anziane in pensione; occorre, pertanto, anche in considerazione delle asperità del territorio e delle difficoltà climatiche della zona, valutare le situazioni caso per caso e, qualora esista l'idoneità tecnica e geologica del terreno e la possibilità della fornitura dei servizi, permettere la collocazione di moduli abitativi nel terreno privato, in assenza di autorizzazione paesaggistica e del parere dell'ente parco, previa sottoscrizione di un atto convenzionale che garantisca la rimozione del manufatto al momento della consegna della nuova abitazione;
    il sisma ha colpito un territorio dove l'agricoltura è una delle principali fonti di reddito; occorre permettere ad agricoltori e allevatori di continuare la loro attività sul territorio; pertanto, occorre permettere di collocare nelle aziende distrutte o danneggiate dal sisma le casette provvisorie, consentendo ai produttori di continuare ed accudire quotidianamente il bestiame, di ovicaprini o vacche da carne e da latte;
    nella ricostruzione, occorre tenere conto dell'esperienza passata. Celerità, risorse adeguate, semplificazione burocratica e trasparenza devono essere le basi della ricostruzione, come anche la necessità di garantire la permanenza della gente colpita nel proprio territorio;
    Amatrice fa parte della Comunità montana «Velino» ed è sede del polo agroalimentare del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga; tutta la zona è interessata da vincoli paesaggistici e la preoccupazione principale della popolazione è che la burocrazia blocchi o rallenti la ricostruzione e la possibilità degli imprenditori di risollevarsi;
    uno degli elementi particolari delle zone distrutte è che in questo caso si tratta di centri caratteristici di villeggiatura, con molte seconde case, ovvero case ereditate dai genitori, costruite molti anni fa e con mezzi modesti, che i figli hanno cercato di rendere decorose; queste, pur figurando come seconde case rappresentano le radici storiche della gente colpita, con tutti i ricordi di famiglia. È importante assicurare a tutti aiuti economici efficaci per mantenere la propria identità. È importante ridare ad Amatrice e Accumoli e ai borghi del comprensorio colpito l'aspetto pulito, ordinato e gioioso del passato, poiché se gli aiuti si limitano alle sole prime case il tessuto edilizio non potrà mai essere ricostruito;
    come hanno riportato tutti i giornali, ci si poteva aspettare il terremoto di Amatrice e Accumoli; si tratta di una zona ad altissimo rischio sismico per il quale non sono state prese adeguate misure di prevenzione; non solo: con finanziamenti pubblici sono stati ricostruiti edifici pubblici, come scuole, senza rispettare le norme antisismiche;
    quasi la metà del nostro territorio, dove vive il 40 per cento della popolazione, è soggetta a rischio sismico; in particolare, l'area dell'Appennino ha una situazione geologica molto complessa, a causa dell'immersione della placca Adriatica sotto a quella dell'Eurasia, del movimento degli Appennini, della collisione fra l'Africa e l'Eurasia, che spinge la catena alpina verso Nord, e dell'allargamento del bacino tirrenico;
    il territorio dell'intero Paese versa in condizioni critiche. Da una parte il pericolo sismico, dall'altra, il rischio idrogeologico e la franosità delle nostre montagne, mettono annualmente in ginocchio intere aree, creando vittime e danni ingenti; infatti, è sotto gli occhi di tutti che la risposta sta nella «prevenzione»: prevenzione con strutture antisismiche per evitare danni maggiori nell'evoluzione delle scosse sismiche, prevenzione con interventi strutturali di difesa del suolo per far fronte ai sempre più frequenti fenomeni alluvionali che i cambiamenti climatici degli ultimi anni presagiscono;
    è evidente che le sole detrazioni fiscali per le ricostruzioni edilizie e per l'efficienza energetica, estese anche all'adeguamento antisismico degli edifici, non bastano. Occorrono risorse finanziarie adeguate, aiuti concreti per l'adeguamento antisismico degli edifici, almeno nelle zone dichiarate ad alto rischio sismico;
    accanto alla prevenzione occorre una corretta informazione; occorre un approccio consapevole, che deve cominciare dalle scuole, che aiuta la popolazione a creare, sin dall'età scolastica, una informazione vera e una conoscenza reale del proprio territorio; secondo alcuni studi, una percentuale tra il venti e il cinquanta per cento dei decessi in occasione dei terremoti è causata dalla mancata informazione e da comportamenti sbagliati dei cittadini durante l'evento sismico;
    con l'articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009 n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77 e, a seguito al terremoto che ha colpito L'Aquila, è stato istituito un Fondo per la prevenzione del rischio sismico, con una dotazione di 44 milioni di euro per l'anno 2010, di 145,1 milioni di euro per l'anno 2011, di 195,6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, di 145,1 milioni di euro per l'anno 2015 e di 44 milioni di euro per l'anno 2016; le disponibilità del Fondo si esauriscono con l'anno in corso;
    il terremoto di Amatrice e Accumoli ha portato alla ribalta il problema della normativa antisismica del nostro Paese;
    fino al 2003, la mappa sismica in Italia non era altro che la mappa dei territori colpiti dai forti terremoti avvenuti dopo il 1908, restando classificati come zone non sismiche i restanti territori, ivi compresi i territori colpiti da sisma prima di tale data; conseguentemente, su tali aree, che rappresentavano la maggior parte delle zone sismiche del Paese, non vi era alcun obbligo di costruire nel rispetto della normativa antisismica;
    dopo il terremoto del 31 ottobre 2002, che ha colpito i territori al confine fra il Molise e la Puglia, la Protezione civile ha adottato l'ordinanza 20 marzo 2003, n. 3274, con lo scopo di fornire una risposta immediata alla necessità dell'aggiornamento della classificazione sismica o delle norme antisismiche, dando mandato alle regioni, in armonia con il dettato dell'articolo 112 del decreto legislativo n. 112 del 1998, per l'individuazione delle zone sismiche;
    tale ordinanza, per la prima volta, ha classificato tutto il territorio nazionale come sismico suddividendolo in 4 zone, caratterizzate da pericolosità sismica decrescente; per ciascuna zona sono previsti interventi antisismici differenti in grado di rispondere alla potenza sprigionata dal probabile sisma. Successivamente, in attuazione dell'articolo 5 del decreto-legge n. 136 del 2004, è stato emanato il decreto ministeriale 14 settembre 2005, con il quale sono approvate le norme tecniche per le costruzioni, allo scopo di riunire in un unico testo la disciplina tecnica relativa alla progettazione ed all'esecuzione delle costruzioni e di realizzarne nel contempo l'omogeneizzazione e la razionalizzazione;
    l'entrata in vigore del decreto ministeriale 14 settembre 2005, ha determinato la piena operatività della nuova classificazione sismica, comportando la necessità dell'applicazione dell'articolo 104 del Testo Unico in materia edilizia, n. 380 del 2001, relativo alle «Costruzioni in corso in zone sismiche di nuova classificazione»;
    tuttavia, tale normativa si applica alle nuove costruzioni o a quelle che si sottopongono ad interventi di rilevante ristrutturazione, non essendo obbligatorio l'adeguamento sismico degli edifici esistenti; sarebbero obbligatorie, invece, le verifiche di edifici e infrastrutture definiti strategici, ossia di quelli che in caso di calamità naturale devono restare in piedi per consentire di gestire le emergenze e assicurare il ricovero delle persone, come stadi, prefetture, ospedali, scuole, verifiche che, in realtà, non sono mai state effettuato sulla base di una precisa pianificazione;
    un'altra questione riguarda i beni storici, ove le norme consentono un intervento di «miglioramento» antisismico, più leggero rispetto all’«adeguamento», per evitare di snaturare gli immobili storici; ma anche questa possibilità è obbligatoria solo in caso di manutenzione straordinaria;
    gli esperti stimano in 40.000 euro l'adeguamento antisismico per ogni 100 metri quadrati di edificio, attraverso tiranti, catene e fasciature, interventi che non si presentano proibitivi economicamente ma che non si presentano nemmeno risolutivi, ma solo destinati ad evitare il crollo; peraltro, tali interventi devono fare comunque i conti con le aggregazioni particolari e con i vincoli delle soprintendenze sulle facciate degli edifici per tutti i casi dei centri storici e dei borghi del Paese, come il caso di Amatrice che dal 2015 è entrata a far parte del Club «I borghi più belli d'Italia»;
    chiaramente, la situazione non è semplice, specialmente per un Paese come il nostro, pieno di centri storici e di borghi e con oltre ventiquattro milioni le persone che vivono in zone a elevato rischio sismico. Nonostante le detrazioni fiscali del 65 per cento (almeno fino al 31 dicembre prossimo, salvo proroghe), il problema dell'adeguamento antisismico degli edifici si presenta grave e complesso;
    tuttavia, il mancato aggiornamento delle norme tecniche per le costruzioni è inaccettabile; il testo tecnico in vigore è ancora quello del 2009, aggiornato a luglio di quell'anno, proprio dietro la spinta del terremoto dell'Abruzzo, nonostante sia prevista una revisione biennale; inoltre, risale al 2006 anche la mappa del rischio sismico, che classifica il territorio italiano in base alla potenza sprigionata dal probabile sisma; ad esempio, risulta che i comuni di Amatrice e di Accumuli sono classificati a livello 1, mentre il comune di Arquata del Tronto, anch'esso gravemente danneggiato, risulta classificato a livello 2,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per prevedere in favore delle popolazioni interessate dal terremoto del 24 agosto 2016 la sospensione dei pagamenti per le forniture dei servizi, di tasse e tributi e, parallelamente la sospensione dei termini dei versamenti e degli adempimenti tributari nei confronti dei residenti e non residenti, relativamente agli immobili di proprietà situati nel territorio dei comuni colpiti dal terremoto, distrutti o dichiarati inagibili;
   ad assumere iniziative per prevedere anche il rinvio dei pagamenti di oneri e contributi previdenziali per non aggravare la situazione critica delle aziende agricole e delle piccole imprese della zona;
   ai fini della restituzione dei versamenti sospesi, ad assumere le opportune iniziative per evitare il sistema dell'attivazione di mutui già previsto per il terremoto dell'Emilia;
   ai fini della sospensione dei versamenti e della concessione delle agevolazioni e dei contributi, ad assumere iniziative per rivedere la perimetrazione del cratere sismico sulla base della rendicontazione dei danni da parte dei comuni, anche in ordine allo sciame sismico in atto;
   ai fini della ricostruzione, e in considerazione dei vincoli ambientali e paesaggistici che interessano la zona, ad adottare tutte le opportune iniziative per garantire il coordinamento con le autorità locali, celerità di intervento, risorse adeguate e semplificazione burocratica e trasparenza e assicurare la permanenza dei cittadini colpiti dal terremoto nel proprio territorio, adottando procedimenti di partecipazione da parte di tutti i soggetti interessati, concertazione nella pianificazione attuativa del tessuto edilizio perso o danneggiato, nonché accordi tra pubblico e privato ai fini del celere ripristino dei luoghi;
   in considerazione del fatto che il tessuto edilizio della zona è costituito da piccoli borghi, da case con orto e da imprese agricole, oltre che da imprese commerciali e rinomate attività di ristorazione, ad adottare le opportune iniziative per permettere la collocazione di moduli abitativi provvisori anche nel terreno di proprietà privata, provvedendo alla sospensione del vincoli che insistono sul territorio e all'abbreviazione delle procedure burocratiche, in tal modo permettendo soprattutto ad agricoltori e allevatori di continuare la loro attività sul territorio, ferme restando l'idoneità tecnica e geologica del terreno e la possibilità della fornitura dei servizi, nonché la sottoscrizione di un atto convenzionale che garantisca la rimozione del manufatto al momento della consegna della nuova abitazione;
   a dare priorità, nel finanziamento diretto e indiretto dello Stato, alla realizzazione delle infrastrutture adeguate a garantire un efficace e tempestivo sistema di soccorsi: realizzazione di ferrovie, aeroporti, eliporti, costruzione o modernizzazione strade, consolidamento viadotti e gallerie, conclusione delle opere in corso;
   ad adottare ogni iniziativa utile a garantire il mantenimento e la piena operatività degli ospedali delle zone in questione in raccordo con le regioni, affinché nei piani di riordino, razionalizzazione e riclassificazione, non vengano sguarnite di strutture sanitarie fondamentali a garantire la salvaguardia della vita umana e la tempestiva assistenza;
   a prevedere, ai fini della trasparenza e della conoscibilità degli atti, delle procedure e delle decisioni adottate, la pubblicità, anche tramite i siti Internet della protezione civile, nonché d'intesa con gli enti locali interessati, dell'elenco dei fornitori, comprensivo dell'oggetto della fornitura e del relativo importo, dello stato delle somme erogate e dei relativi beneficiari, degli interventi programmati, degli avvisi, dello stato di realizzazione delle opere, nonché di tutta la normativa nazionale, regionale, provinciale e comunale, afferente agli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici;
   ad adottare e le opportune iniziative per la predisposizione di ammortizzatori sociali per le imprese colpite dal terremoto e ad attivarsi presso le competenti sedi dell'Unione europea per la destinazione di fondi a sostegno del comparto agricolo e boschivo danneggiato dal sisma;
   ad assumere iniziative per prevedere l'esenzione dai vincoli della finanza pubblica per i comuni colpiti, per tutte le spese destinate alla ricostruzione;
   su richiesta dei subappaltatori, ad assumere iniziative per prevedere l'obbligo per la stazione appaltante di procedere al pagamento diretto dei subappaltatori per tutti i lavori di ricostruzione connessi al sisma;
    per evitare il pendolarismo degli studenti, ad assumere iniziative per la deroga delle norme sull'accorpamento degli istituti scolastici, di cui al decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 per le zone colpite dal terremoto;
   ai fini della prevenzione, a promuovere l'immediato aggiornamento delle norme tecniche per le costruzioni, con particolare riferimento all'adeguamento antisismico degli edifici e a procedere ad un costante monitoraggio del territorio ai fini del tempestivo aggiornamento della classificazione sismica e del rischio al quale sono esposti il patrimonio abitativo, la popolazione e i sistemi infrastrutturali;
   a procedere al controllo costante e all'adeguamento antisismico degli edifici pubblici, con particolare riferimento alle scuole;
   ad affrontare i problemi legati all'adeguamento antisismico degli edifici esistenti in presenza di vincoli, semplificando le procedure per il rilascio delle autorizzazioni;
   a promuovere accordi con i gestori di telefonia mobile ai fini della copertura delle comunicazioni e dell'istituzione di aree wi-fi nelle zone ad alta e media sismicità;
   a promuovere campagne d'informazione, anche nell'ambito dei programmi scolastici, per migliorare la conoscenza del fenomeno sismico e della classificazione sismica della propria zona, e a mettere in atto una costante e incisiva azione di informazione e sensibilizzazione dei cittadini volta a diffondere la cultura della prevenzione;
   ad assumere iniziative per rifinanziare con maggiori risorse il fondo per la prevenzione del rischio sismico, al fine di consentire la prosecuzione degli interventi nelle prossime annualità di bilancio e per attuare un piano di messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici e privati nelle zone a più elevato rischio sismico;
   a promuovere presso le istituzioni europee le opportune iniziative finalizzate allo stanziamento di appositi fondi per l'adeguamento antisismico degli edifici pubblici e privati negli Stati membri dell'Unione.
(1-01361)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Saltamartini, Castiello, Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Picchi, Gianluca Pini, Rondini, Simonetti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sisma

sismologia

prevenzione antisismica