ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01333

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 665 del 01/08/2016
Abbinamenti
Atto 1/01331 abbinato in data 01/08/2016
Atto 1/01334 abbinato in data 01/08/2016
Atto 1/01335 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01336 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01337 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01338 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01339 abbinato in data 03/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 01/08/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
PICCHI GUGLIELMO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
CASTIELLO GIUSEPPINA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
SALTAMARTINI BARBARA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 01/08/2016


Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/08/2016
Resoconto ROMANO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto ALLI PAOLO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CARROZZA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 01/08/2016
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
PARERE GOVERNO 03/08/2016
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 03/08/2016
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto DISTASO ANTONIO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto DAMBRUOSO STEFANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PICCHI GUGLIELMO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CICCHITTO FABRIZIO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CARFAGNA MARIA ROSARIA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto NICOLETTI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/08/2016

DISCUSSIONE IL 01/08/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 01/08/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/08/2016

NON ACCOLTO IL 03/08/2016

PARERE GOVERNO IL 03/08/2016

DISCUSSIONE IL 03/08/2016

RESPINTO IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Mozione 1-01333
presentato da
PINI Gianluca
testo presentato
Lunedì 1 agosto 2016
modificato
Mercoledì 3 agosto 2016, seduta n. 667

   La Camera,
   premesso che:
    la conduzione della politica estera è responsabilità del Governo, ma il Parlamento può esprimere degli indirizzi ai quali improntarla, anche al di fuori delle circostanze nelle quali il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale rende proprie comunicazioni alle Camere su problemi o questioni più o meno contingenti;
    l'ambiente internazionale si presenta estremamente dinamico, fattore che contribuisce ad acuire la necessità di un confronto più frequente tra Governo e Parlamento in merito alle scelte fondamentali della politica estera;
    nel breve volgere di pochi mesi, sono numerose le novità intervenute in scacchieri di grande rilevanza per il nostro Paese;
    in Turchia, ad esempio, è fallito un tentativo di colpo di Stato, al quale l'esecutivo locale sta reagendo con una massiccia campagna repressiva, che sta assumendo le forme di un'epurazione di massa nei confronti di militari, magistrati, accademici, insegnanti e giornalisti, con sospetti abusi nei confronti di coloro che sono stati imprigionati e l'eventualità di una reintroduzione della pena di morte per i responsabili di quanto è accaduto;
    tali sviluppi in atto in Turchia costituiscono una palese smentita di quanto il Governo di Ankara asserisce essere stato fatto per agevolare l'ingresso del proprio Paese nell'Unione europea ed un giusto motivo per bloccare la continuazione delle trattative finalizzate a questo esito;
    la sospensione dei finanziamenti erogati dall'Unione europea per preparare la Turchia alla sua accessione all'Europa comunitaria sembra conseguentemente opportuna, anche come leva per cercare di condizionarne il comportamento liberticida. A considerazioni analoghe si presta anche la prosecuzione del programma che prevede la concessione di fondi alla Turchia in cambio del suo impegno a controllare i flussi migratori diretti verso il continente europeo;
    proseguono nel frattempo le ostilità in Siria e nelle regioni irachene ancora soggette al cosiddetto Stato Islamico, che tuttavia sta perdendo terreno, mentre sono sempre presenti altre forze più o meno riconducibili all'Islam politico radicale e al jihadismo, che combattono il legittimo governo siriano e cercano l'attivo supporto dei Paesi occidentali;
    in Libia, fatica intanto ad affermarsi la cosiddetta soluzione unitaria ed inclusiva, che dovrebbe portare l'Esecutivo diretto da Fayez al Serraj ad assumere il pieno controllo del Paese, con l'appoggio politico e militare delle Nazioni Unite ed alcuni Stati, occidentali e non;
    la Russia continua ad esser sottoposta ad un regime sanzionatorio piuttosto incisivo, che ha comportato l'adozione di contromisure specifiche da parte di Mosca, in ragione dell'annessione della penisola di Crimea e del conflitto in atto nel Donbass, mentre gli Stati Uniti ne cercano la collaborazione per porre fine al conflitto in atto in Siria e più in generale stabilizzare il Medio Oriente;
    alla Russia, incredibilmente, è tornata a guardare la stessa Turchia, che ha evidente necessità di evitare la completa compromissione della propria industria turistica e dei propri obiettivi di geopolitica energetica;
    proprio la strategia adottata da Mosca nei confronti della Turchia dopo l'abbattimento del jet russo che aveva sconfinato nei cieli turchi nel novembre 2015 costituisce interessante termine di paragone rispetto alla scelta europea di elargire fondi al Governo di Ankara affinché trattenga sul proprio territorio i migranti irregolari in fuga dall'Asia centro-meridionale e dal Medio Oriente;

    l'Alleanza Atlantica, fulcro della politica di sicurezza nazionale del nostro Paese dal 1949 ad oggi, ha iniziato a mostrare finalmente interesse per il cosiddetto fronte sud, anche se permane troppo forte la pressione esercitata al suo interno dal raggruppamento baltico, che sta imponendo alla Nato un pericoloso ritorno alla contrapposizione frontale con la Russia;

    il futuro dell'Unione europea è stato messo in dubbio dalla scelta degli elettori britannici che in un libero referendum si sono espressi in favore del «Brexit», ovvero l'uscita del Regno Unito dall'Europa comunitaria;

    proprio il voto britannico dovrebbe spingere l'Europa ad avviare una riflessione profonda sulle cause della disaffezione dei cittadini comuni nei suoi confronti, tra le quali tuttavia gli effetti dell'evidente supremazia tedesca, delle scelte finora troppo timide nel controllo dei flussi migratori illegali e dell'austerità hanno certamente svolto un ruolo importante, se non decisivo;

    i flussi migratori che il nostro Paese fronteggia derivano da una molteplicità di fattori, tra i quali primeggiano la forte instabilità ai confini dell'Europa, l'utilizzo della leva migratoria da parte di Stati e poteri informali in chiave strategica, per ottenere benefici o vantaggi politici, e la stessa crescita economica dell'Africa, che ha generato le risorse indispensabili a finanziare la mobilità di un crescente numero di persone;

    intensità e velocità raggiunti dai flussi migratori non sono compatibili con il mantenimento a lungo termine degli equilibri sociali interni ai Paesi europei;

    mentre è impossibile negare soccorso ed assistenza a chi davvero fugge da persecuzioni politiche o dalla guerra, appare conseguentemente necessario ribadire che le frontiere dell'Unione europea restano chiuse ai migranti irregolari che tentano di accedervi per ragioni economiche;

    la collaborazione degli Stati attraverso i quali passano migranti è indispensabile per poter procedere ad una scrematura preventiva in loco che permetta di individuare le persone che realmente possano aspirare alla tutela internazionale, isolandole dalle altre;

    i flussi migratori si stanno confermando altresì come una delle vie di accesso all'Europa per aspiranti terroristi jihadisti e persone comunque incaricate di compiere attentati sul nostro continente;

    la sicurezza europea è altresì minacciata gravemente dai giovani musulmani europei che la propaganda jihadista è riuscita a radicalizzare in questi anni, come hanno dimostrato le indagini condotte dopo gli attentati contro Charlie Hebdo, il Bataclan, l'aeroporto di Zaventem e, da ultimo, la Promenade des Anglais a Nizza;

    è quindi di grandissima importanza estendere la collaborazione con i Paesi le cui intelligence sono risultate finora più efficaci nel monitoraggio dei gruppi jihadisti, anche al di fuori dell'Alleanza Atlantica e dell'Unione europea, come la Russia ed alcuni Stati nord-africani, fra i quali spicca il Marocco, il cui Governo tra l'altro conduce da anni un programma di formazione controllata degli imam, interessante anche nella prospettiva del controllo delle moschee sorte nella nostra penisola;

    negli Stati Uniti d'America è in corso una campagna elettorale per determinare chi, tra Hillary Clinton e Donald Trump, succederà a Barack Obama alla guida del Paese. Ciascun candidato ha una propria visione dei rapporti tra il proprio Paese ed il resto del mondo che non spetta in questa fase ad alcun esponente dell'Esecutivo italiano di giudicare, sia perché ciò rappresenterebbe un'illegittima interferenza negli affari interni di un'altra nazione, sia per gli effetti che potrebbero conseguire all'eventuale sconfitta del candidato nei confronti del quale si sia manifestata una preferenza,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per avviare nell'Unione europea una profonda riflessione sugli errori che hanno convinto i cittadini britannici a votare in favore dell'uscita del Regno Unito dall'Europa comunitaria, approfittando della maggiore influenza che la nuova situazione sta regalando al nostro Paese per condurre un'azione più incisiva contro gli eccessi regolatori e la pratica di un'austerità che sta impoverendo molti Stati membri;
   a rivedere in profondità le proprie relazioni con la Turchia, condannando energicamente la repressione in atto dopo il fallito tentativo di colpo di Stato ed esigendo in sede europea il blocco dei negoziati per l'accessione dello Stato turco all'Unione europea nonché di tutti programmi ed accordi che comportino l'elargizione di fondi al Governo di Ankara;
   a continuare la propria azione finalizzata alla sollecita rimozione delle sanzioni alla Federazione Russa, evitando tuttavia in futuro i ripensamenti che hanno contraddistinto in passato l'esplicitazione della posizione di dissenso italiana, prima formalizzata e poi ritrattata in almeno una circostanza;
   a ribadire che gli Stati Uniti e l'Alleanza Atlantica rimangono il perno della nostra politica di sicurezza;
   a perseguire, contestualmente, all'interno della Nato un riequilibrio delle sue priorità, che ne sposti il fuoco di attenzione dall'Est europeo al Mediterraneo, agendo quindi contro il radicalizzarsi della contrapposizione con la Russia, che ha caratterizzato le ultime decisioni assunte anche in occasione del Summit di Varsavia, malgrado tra Stati Uniti e Federazione russa si sia stabilita un'importante cooperazione nella lotta al sedicente Stato Islamico e per porre fine alla guerra civile in corso in Siria;
   a condizionare conseguentemente alcune scelte italiane in ambito Nato all'esigenza di non contribuire all'aggravamento delle tensioni con la Federazione russa, imponendo ad esempio alcune restrizioni alle regole d'ingaggio stabilite per le unità militari italiane che vengono rischierate a ridosso della Federazione russa o nei pressi di dove operano le Forze armate di quest'ultima;
   a proseguire la partecipazione italiana, alla campagna militare in atto contro il cosiddetto Stato Islamico;
   sul fronte «interno» della lotta al terrorismo transnazionale di matrice jihadista, ad accrescere la collaborazione tra i servizi informativi e di sicurezza italiani e quelli dei Paesi europei, dei membri della Nato non europei, di altri Paesi «amici», come la Federazione Russa, e di alcuni Stati della Sponda Sud del Mediterraneo, alcuni dei quali si sono dimostrati in grado di prevedere meglio di altri l'effettuazione di alcuni attentati;
   in relazione al conflitto in atto in Siria, a proseguire sulla strada del ristabilimento di rapporti con il legittimo Governo di Damasco e ad evitare di offrire qualsiasi genere di sostegno a gruppi radicali delle più varie estrazioni, alcuni dei quali hanno vantato rapporti diretti con al Qaeda, malgrado recenti operazioni che appaiono ai firmatari del presente atto «cosmetiche» di rebranding siano state intraprese per farlo dimenticare, come nel caso del sanguinario fronte al Nusra;
   in rapporto alla crisi in corso in Libia, proseguire nello sforzo teso a far prevalere una soluzione unitaria, che permetta di tutelare al meglio i nostri interessi nazionali, avviando al contempo un processo di riconciliazione con l'Egitto, ferma restando l'urgenza di ottenere una versione credibile su quanto accaduto allo sfortunato Giulio Regeni;
   in materia di contrasto all'immigrazione illegale, ad esigere in tutte le competenti sedi internazionali l'adozione di politiche che rendano chiaro come nell'Unione europea non ci sia spazio per i migranti economici irregolari, effettuando respingimenti militarmente assistiti e operando affinché vengano creati nei Paesi di transito centri nei quali operare la selezione dei veri profughi meritevoli di ottenere tutela internazionale nell'Unione europea;
   ad evitare che membri del Governo dichiarino le proprie preferenze nella corsa alla Casa Bianca di qui all'8 novembre, anche allo scopo di predisporsi alla collaborazione con chiunque succederà a Barack Obama il 20 gennaio 2017.
(1-01333) «Gianluca Pini, Giancarlo Giorgetti, Fedriga, Picchi, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Castiello, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Rondini, Saltamartini, Simonetti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

guerra

migrazione illegale

sicurezza pubblica