ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01241

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 617 del 02/05/2016
Abbinamenti
Atto 1/01188 abbinato in data 02/05/2016
Atto 1/01236 abbinato in data 02/05/2016
Atto 1/01242 abbinato in data 02/05/2016
Atto 1/01244 abbinato in data 02/05/2016
Atto 1/01245 abbinato in data 02/05/2016
Atto 1/01246 abbinato in data 17/05/2016
Atto 1/01247 abbinato in data 17/05/2016
Atto 1/01251 abbinato in data 17/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: TRIPIEDI DAVIDE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 02/05/2016
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 02/05/2016
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 02/05/2016
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 02/05/2016
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/05/2016
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 02/05/2016


Stato iter:
17/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/05/2016
Resoconto TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 17/05/2016
Resoconto BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 17/05/2016
Resoconto BARADELLO MAURIZIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto OLIARO ROBERTA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto MARTELLI GIOVANNA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MICCOLI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 17/05/2016
Resoconto BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/05/2016

DISCUSSIONE IL 02/05/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 02/05/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/05/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 17/05/2016

DISCUSSIONE IL 17/05/2016

ACCOLTO IL 17/05/2016

PARERE GOVERNO IL 17/05/2016

APPROVATO IL 17/05/2016

CONCLUSO IL 17/05/2016

Atto Camera

Mozione 1-01241
presentato da
TRIPIEDI Davide
testo presentato
Lunedì 2 maggio 2016
modificato
Martedì 17 maggio 2016, seduta n. 626

   La Camera,
   premesso che:
    la disoccupazione in età matura colpisce moltissimi nuclei familiari producendo devastanti effetti personali, in quanto essa sovente interessa persone coniugate con prole (almeno l'80 per cento). Pertanto le conseguenze di disoccupazione, si riflettono negativamente su tutto il nucleo familiare e quindi su almeno il triplo delle persone disoccupate;
    il fenomeno della disoccupazione e della diffusa precarietà dei lavoratori, anche in età matura, affonda le radici nel radicale mutamento delle politiche occupazionali intervenuto in Italia negli ultimi anni; prima con l'approvazione del «pacchetto Treu», poi con la legge n. 30, sono state precostituite le condizioni per lo sviluppo di un mercato del lavoro caratterizzato da precarietà diffusa. È questo uno dei primi fattori di responsabilità che vanno oggi richiamati; la possibilità di «reclutare» lavoratori, diplomati o laureati, di ingaggiarli con forme contrattuali capestro unita all'opportunità di liberarsene in qualsiasi momento, tutti fattori che hanno contribuito tra gli altri, ad acuire le difficoltà di mantenimento e/o inserimento lavorativo per i lavoratori cosiddetti «maturi», i quali spesso provenivano da situazioni più garantite che si è cercato di soppiantare per far spazio alla diffusa precarietà;
    la condizione di precarietà si è dunque estesa in modo non marginale anche ai lavoratori «maturi» che si sono trovati ad accettare essi stessi condizioni di lavoro diverse dal passato o talora si sono visti addirittura espellere dal mondo del lavoro;
    è peraltro sufficiente analizzare la miriade di interventi autorizzati dai vari Governi su richiesta di medie e grandi imprese che invocano un sostegno per le proprie esigenze di ristrutturazione pena il licenziamento di consistenti gruppi di lavoratori. Questa semplice analisi permette di scoprire che nella stragrande maggioranza dei casi molti lavoratori inseriti nelle liste di mobilità, nei provvedimenti di cassa integrazione e, per ovvi motivi, di prepensionamento, appartengono a fasce di età medio-alta con evidenti difficoltà di ricollocamento e con situazioni personali individuali appesantite dalle responsabilità familiari proprie di quella stesse fasce di età;
    allo scenario fin qui descritto manca il tassello della miriade di «riforme» previdenziali che, a partire dalla metà degli anni ’90 sono state varate, tutte nel segno del peggioramento dei requisiti temporali per l'accesso alla pensione nonché del valore finale della rendita delle pensioni stesse. Riforme che proprio nella fase di crescita del fenomeno dell'espulsione dal ciclo produttivo dei lavoratori «over» hanno totalmente e consapevolmente ignorato le conseguenze devastanti per quei lavoratori che, a pochi anni dal traguardo, perdevano il lavoro e contestualmente, si vedevano prorogare nel tempo il requisito anagrafico e/o contributivo per accedere a quella pensione che avrebbe potuto rappresentare l'unica possibile fonte di reddito;
    come altresì sostenuto da più parti, non va altresì trascurato il disagio psicologico provocato dalla disoccupazione in età adulta. Essa crea una ferita all'identità della persona e appunto disagio sociale. La perdita del lavoro, anche se conseguenza di una crisi aziendale e non dovuta a incapacità della persona, provoca un crollo fortissimo di autostima che porta le persone a nascondere anche a lungo la condizione di disoccupato;
    dal punto di vista delle possibilità di ricollocazione nessuno può ignorare il fatto che è sufficiente scorrere gli annunci di lavoro o visitare una agenzia per il lavoro per rendersi conto delle enormi difficoltà di reinserimento nel ciclo produttivo dopo una certa età;
    tuttavia, porre l'accento sulla questione dei lavoratori cosiddetti «over» non significa disconoscere l'esistenza di specificità proprie di questa o quella categoria sociale, ma, richiama la necessità di affrontare il tema dei diritti, della riforma del sistema del welfare, della previdenza, e altro, con una attenzione rivolta a tutto il mondo del lavoro, perché introducendo nuove forme di tutela esclusive per questa o quella categoria l'unico risultato possibile è quello di accentuare discriminazioni che già dilagano nel nostro Paese;
    occorre riproporre obiettivi comuni a tutto il mondo del lavoro subordinato, come a quello oggi da considerarsi, in molti casi, fittiziamente, «autonomo»;
    occorre una decisa inversione di tendenza, una riforma del welfare che punti sull'introduzione di una forma universale di sostegno al reddito, che si ponga in discontinuità con i tradizionali ammortizzatori sociali oramai sempre più inadatti a turare le falle di un sistema che non tutela;
    oggi una grande massa di disoccupati appartiene anche alla fascia dei ceti medi, del lavoro intellettuale impiegatizio, dei professionisti, dei quadri e dei dirigenti. Il rapporto con queste nuove categorie che sono andate ad ingrossare la fascia dell'esclusione sociale richiede la presenza di operatori pubblici con elevata qualifica professionale, azioni sul territorio al fine di intercettare le reali esigenze in un Paese che deve fare i conti con un sistema basato fondamentalmente sulla piccola impresa e, infine, di investimenti mirati allo sviluppo di un forte rapporto di collaborazione con le imprese stesse;
    intorno al blocco decrescente dei lavoratori stabili e garantiti che in Italia sono rappresentati da un nucleo sempre più basso di unità rispetto all'intera forza lavoro, vi è una massa crescente di lavoratori, appunto anche adulti, capaci di produrre ricchezza e tuttavia esclusi dal mondo produttivo. È necessario porre in essere ogni iniziativa utile a favorire la valorizzazione di queste risorse ai fini del loro reinserimento oltre che intervenire in modo incisivo per sostenerne il reddito;
    infine, in un'ottica di medio-lungo periodo, è evidente che ampie schiere di lavoratori oggi attivi, che oggi non contribuiscono al finanziamento del sistema pensionistico perché non occupati, si avvicineranno all'età di pensionamento, peraltro con ampi «vuoti» contributivi. Ciò impone di affrontare il problema anche nell'ottica della salvaguardia dei lavoratori o disoccupati in età matura che potrebbero moltiplicarsi nei prossimi anni adottando misure volta a prevenire l'aggravarsi del fenomeno,

impegna il Governo:

   a incentivare l'occupazione di questa categoria di lavoratori individuando ove possibile, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica, misure di sostegno al reddito;
   a valorizzare le iniziative già adottate tese a favorire l'utilizzo di strumenti di flessibilità quali il part-time e il lavoro agile anche per i lavoratori «maturi»;
   a valutare la possibilità di promuovere, anche attraverso misure di favore fiscale e di più agevole accesso al microcredito, iniziative dei lavoratori in età matura volte ad avviare l'impresa o a salvaguardare la sopravvivenza dell'impresa ove i medesimi siano stati in precedenza occupati;
   a porre in essere ogni iniziativa utile a favorire le realtà organizzative che, in un contesto sociale ed economico in piena difficoltà, pongano come proprio scopo sociale la salvaguardia dei diritti e la tutela del reddito di lavoratori in età matura espulsi dai processi produttivi;
   a rafforzare, attraverso il ruolo dell'ANPAL, le politiche attive intraprese mettendo in campo ogni ulteriore iniziativa a favore dell'occupazione che tenga in particolare considerazione le persone che potrebbero trovarsi senza reddito;
   a porre in essere iniziative volte a rinsaldare il patto tra le generazioni attraverso l'adozione di misure che tengano conto degli orizzonti futuri della previdenza nel nostro Paese.
(1-01241)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Tripiedi, Ciprini, Cominardi, Dall'Osso, Lombardi, Chimienti, D'Incà».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

condizione di pensionamento

politica occupazionale

licenziamento