ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01196

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 596 del 23/03/2016
Abbinamenti
Atto 1/01197 abbinato in data 29/03/2016
Atto 1/01198 abbinato in data 29/03/2016
Atto 1/01199 abbinato in data 29/03/2016
Atto 1/01200 abbinato in data 29/03/2016
Atto 1/01201 abbinato in data 31/03/2016
Atto 1/01202 abbinato in data 31/03/2016
Atto 1/01203 abbinato in data 31/03/2016
Atto 1/01204 abbinato in data 31/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI VITA GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2016


Stato iter:
31/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/03/2016
Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/03/2016
Resoconto MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 31/03/2016
Resoconto BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 31/03/2016
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto GALATI GIUSEPPE MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto GIGLI GIAN LUIGI DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BALDELLI SIMONE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/03/2016

DISCUSSIONE IL 29/03/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/03/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 31/03/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 31/03/2016

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 31/03/2016

PARERE GOVERNO IL 31/03/2016

DISCUSSIONE IL 31/03/2016

VOTATO PER PARTI IL 31/03/2016

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 31/03/2016

CONCLUSO IL 31/03/2016

Atto Camera

Mozione 1-01196
presentato da
DI VITA Giulia
testo presentato
Mercoledì 23 marzo 2016
modificato
Giovedì 31 marzo 2016, seduta n. 599

   La Camera,
   premesso che:
    nel 2011 il Parlamento ha approvato il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, (cosiddetto Salva Italia). L'articolo 5 del decreto-legge contiene le indicazioni per la definizione del nuovo ISEE. È in quell'articolo che viene previsto di considerare come reddito anche le provvidenze assistenziali di qualsiasi natura (pensioni sociali, indennità di accompagnamento, assegni di cura ed altro);
    in attuazione dell'articolo 5 del decreto-legge «salva Italia» il Governo ha poi adottato il «Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)», di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, in vigore dall'8 febbraio 2014;
    si tratta di un provvedimento che interessa milioni di cittadini italiani poiché la dichiarazione ISEE (DSU) viene richiesta per l'accesso a prestazioni sociali agevolate cioè servizi o aiuti economici rivolti a situazioni di bisogno o necessità (solo a titolo di esempio: dalle prestazioni ai non autosufficienti ai servizi per la prima infanzia, dalle agevolazioni economiche sulle tasse universitarie a quelle per le rette di ricovero in strutture assistenziali, alle eventuali agevolazioni su tributi locali);
    lo Stato, pertanto, si trova nell'imbarazzante posizione di dover riconoscere come voce di reddito e, quindi, di ricchezza le indennità che esso stesso corrisponde ai beneficiari sulla base di un'effettiva condizione di svantaggio e che mirano al superamento di tale condizione, così come recita l'articolo 3 della Costituzione; un paradosso a cui si è successivamente cercato di porre rimedio attraverso la previsione di apposite franchigie;
    contro il provvedimento le associazioni e le federazioni di categoria hanno alzato subito la voce ma senza trovare piena sponda in Parlamento;
    tali disposizioni, invero, hanno introdotto il principio secondo cui un soggetto destinatario delle provvidenze assistenziali vedrà innalzarsi la propria fascia reddituale. In questo modo non si è proceduto ad una razionalizzazione nel determinare i redditi ma si è di fatto prodotta l'esclusione da servizi sociali di famiglie a basso reddito, anziani e persone disabili che si sono ritrovati ad essere riconosciuti come ricchi e quindi non aventi diritto a servizi;
    il Tar del Lazio è fortunatamente intervenuto per affermare che tale normativa fosse da rivedere procedendo alla esclusione delle provvidenze assistenziali nella determinazione del reddito, rimediando ad un'evidente stortura: il giorno 11 febbraio 2015, infatti, il tribunale amministrativo ha accolto, pur parzialmente, tre ricorsi presentati delle associazioni di categoria e delle famiglie di persone con disabilità contro il citato decreto del presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013;
    le tre sentenze modificano parzialmente l'impianto di calcolo dell'Indicatore della situazione reddituale, cioè di una delle due componenti dell'ISEE;
    ebbene, l'adito Tar con tre sentenze (Tar Lazio, Sezione I, n. 2454/2015, 2458/2015 e 2459/2015) ha:
     a) accolto il secondo motivo di ricorso, per l'effetto annullando l'articolo 4, comma 2, lettera f) del decreto del presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, nella parte in cui ha incluso, tra i dati da considerare ai fini ISEE per la situazione reddituale i trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari percepiti dai soggetti portatori di disabilità;
     b) accolto pure il terzo motivo di ricorso, annullando così l'articolo 4, comma 4, lettera d) del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, soltanto nella parte in cui, nel fissare le franchigie da detrarre dai redditi, aveva introdotto «... un'indistinta differenziazione tra persone disabili maggiorenni e minorenni, consentendo un incremento di franchigia solo per quest'ultimi, senza considerare l'effettiva situazione familiare della persona disabile maggiorenne...»;
    le pronunce, data la loro immediata esecutività, avrebbero avuto il pregio di favorire gran parte dell'utenza, con l'effetto di diminuire il valore finale dell'ISEE per l'accesso alle prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria;
    il Governo ha tuttavia deciso di andare contro tali sentenze, presentando ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo contestualmente il congelamento degli effetti nelle more della pronuncia definitiva;
    il Consiglio di Stato si è conseguentemente pronunciato non concedendo la sospensiva agli effetti delle sentenze del Tar, di cui veniva ribadita l'immediata esecutività, sancendo l'illegittimità dell'operato del Governo per non aver dato applicazione a quanto stabilito dal Tar;
    con sentenza del 29 febbraio 2016 (n. 00842/2016) il Consiglio di Stato ha infine respinto il ricorso dell'esecutivo contro le sentenze del Tar del Lazio dell'11 febbraio 2015, confermando in toto le statuizioni del giudice amministrativo di prime cure;
    secondo il Consiglio di Stato, «l'indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all'accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un'oggettiva e ontologica situazione d'inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com’è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest'ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una “migliore” situazione economica della persona disabile rispetto alla persona non disabile, al più mirando a colmare tal situazione di svantaggio subita da chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa»;
    si legge ancora nella pronuncia del Consiglio di Stato: «Deve il Collegio condividere l'affermazione degli appellanti incidentali quando dicono che ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dalle persone disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito – come se fosse un lavoro o un patrimonio – ed i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni, non un sostegno alla persona disabile, ma una “remunerazione” del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione»;
    il Consiglio di Stato ha quindi sostanzialmente confermato quanto già sentenziato dal Tar del Lazio, il quale aveva respinto «una definizione di reddito disponibile che includa la percezione di somme, anche se esenti da imposizione fiscale»: in sintesi, le provvidenze economiche previste per la disabilità non possono e non devono essere conteggiate come reddito;
    fintantoché il Governo non deciderà di adeguarsi alle pronunce del Tar e del Consiglio di Stato, modificando finalmente l'articolo 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, il nuovo ISEE 2015, così come formulato, deve pertanto ritenersi illegittimo;
    a tal proposito il collegio si è espresso chiaramente: «Non convince infine il temuto vuoto normativo conseguente all'annullamento in parte qua di detto DPCM, in quanto, in disparte il regime transitorio cui il nuovo ISEE è sottoposto, a ben vedere non occorre certo una novella all'articolo 5 del DL 201/2011 per tornare ad una definizione più realistica ed al contempo più precisa di «reddito disponibile». All'uopo basta correggere l'articolo 4 del DPCM e fare opera di coordinamento testuale, giacché non il predetto articolo 5, c. 1 del DL 201/2011 (dunque, sotto tal profilo immune da ogni dubbio di costituzionalità), ma solo quest'ultimo ha scelto di trattare le citate indennità come redditi»;
    il MoVimento 5 Stelle, prestando ascolto alle numerose, più che giustificate, critiche in merito provenienti da tutto il mondo della disabilità, ha sempre tenuto alta l'attenzione sul tema della necessaria riforma dell'ISEE, presentando alla Camera dei deputati e al Senato della repubblica numerosi atti parlamentari in merito, sia di sindacato ispettivo che di indirizzo, da ultimo una mozione in Senato (atto n. 1-00532), che non è stata calendarizzata, nonché un emendamento (1-01124/11. Di Vita e altri) alla mozione n. 1-01124 presentata dal deputato Maurizio Lupi sulle politiche a sostegno della famiglia, che ha ricevuto però il voto contrario della maggioranza dell'aula il 2 marzo 2016. Relativamente alle circostanze appena citate risulta difficile comprendere le ragioni per cui il Governo abbia propeso verso una valutazione in senso negativo, dal momento che ogni opzione relativamente al tema di cui si discute appare ormai obbligata, vista la precisa direzione tracciata dalla pronuncia del Consiglio di Stato;
    il 17 marzo 2016 è stata altresì approvata in Commissione VII (Cultura) la risoluzione conclusiva di dibattito n. 8-00175 (Ghizzoni e altri) sul diritto allo studio universitario connesso al nuovo metodo di calcolo dell'ISEE, con cui, in particolare, il Governo tenuto conto della sentenza del TAR Lazio sopra richiamata, si è impegnato ad esplicitare normativamente lo scorporo dell'ISEE dell'assegno di disabilità percepito dal nucleo familiare, nel caso di studenti disabili o appartenenti ad un nucleo familiare in cui uno o più membri percepiscano tale assegno, nonché a prevedere interventi compensativi per gli studenti che siano rimasti esclusi dai benefici nell'anno accademico 2015/2016 sebbene non avessero modificato le condizioni economiche delle famiglie;
    da più recenti fonti stampa si apprende che, secondo le cifre fornite dal Ministero dell'economia e delle finanze, sarebbero un milione e duecentomila le dichiarazioni ISEE delle famiglie con persone disabili falsate dalla impropria inclusione dei sussidi ai fini del calcolo del reddito familiare, e che hanno creato ulteriori difficoltà a queste famiglie che, in molti casi, non hanno potuto accedere ad altre agevolazioni in virtù di un reddito ISEE ingiustamente superiore alla soglia di accesso;
    il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti ha assicurato che dopo la decisione del Consiglio di Stato sarà modificato il regolamento sull'ISEE per allinearsi a ciò che la sentenza richiede, manifestando tuttavia contrarietà alla previsione di eventuali forme risarcitorie o di ristoro nei confronti delle famiglie medio tempore danneggiate dal provvedimento in questione;
    secondo le famiglie promotrici del ricorso, invece, nella vicenda vi sarebbe stato un accanimento da parte del governo, che ben avrebbe potuto applicare la sentenza del Tar in attesa di quella del Consiglio di Stato, ma scegliendo invece deliberatamente di non farlo, ritengono, abbia conseguentemente procurato danni in alcuni casi molto consistenti;
    il ricalcolo dell'ISEE rischia di trasformarsi in un vero e proprio caos e, proprio per questo motivo, le associazioni delle famiglie con persone disabili sollecitano il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti a convocare un tavolo di discussione per la modifica della normativa di calcolo dell'ISEE. Un tavolo al quale le associazioni chiedono di partecipare per evitare il rischio che, per compensare il costo derivante dalla sentenza del Consiglio di Stato, vengano inasprite le soglie di accesso ai servizi;
    alla luce di tale sentenza appare totalmente condivisibile l'affermazione delle associazioni ricorrenti, le quali hanno affermato con forza che ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dalle persone disabili significa considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito, come se fosse un lavoro o un patrimonio, ed i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni non un sostegno alla persona disabile, ma una «remunerazione» del suo stato di invalidità: un dato oltremodo irragionevole oltre che in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione;
    la decisione del Consiglio di Stato ripristina un principio di giustizia, ma pone altresì una serie di questioni assai rilevanti, prima tra tutte il risarcimento dei cittadini che a causa del meccanismo previsto dalla normativa ISEE non hanno potuto usufruire dei servizi sociali che sarebbero loro spettati,

impegna il Governo:

   ad intraprendere le opportune e improcrastinabili iniziative, affinché il calcolo dell'ISEE sia effettuato tutelando i soggetti più deboli della nostra società, quali sono gli anziani malati e i disabili in condizione di gravità, conformemente alla citata sentenza del Consiglio di Stato;
   nelle more di un intervento di riforma della normativa vigente in conformità alla sentenza citata del Consiglio di Stato, a valutare l'adozione di idonee iniziative per definire il valore dell'ISEE indicanti le modalità transitorie di calcolo da effettuarsi in base alle disposizioni normative antecedenti alla riforma intervenuta con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 3 dicembre 2013;
   a proseguire la discussione nell'ambito del comitato consultivo istituito in attuazione dell'articolo 12, comma 6, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013;
   a disporre una specifica informativa pubblica tramite i propri canali di comunicazione istituzionale, allo scopo di rendere a tutti soggetti interessati, ovvero coloro i quali hanno presentato delle dichiarazioni ISEE non conformi alla citata sentenza del Consiglio di Stato, tutte le informazioni e i chiarimenti del caso, compresa l'indicazione della procedura da seguire per la corretta compilazione del modello ISEE.
(1-01196)
(Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate)  «Di Vita, Silvia Giordano, Mantero, Colonnese, Lorefice, Grillo, Baroni, Agostinelli, Alberti, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Cominardi, Corda, Cozzolino, Crippa, Da Villa, Dadone, Daga, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, Del Grosso, Della Valle, Dell'Orco, De Rosa, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, D'Incà, Manlio Di Stefano, Dieni, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Grande, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lupo, Mannino, Marzana, Micillo, Nesci, Nuti, Parentela, Pesco, Petraroli, Pisano, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Terzoni, Tofalo, Toninelli, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

disabile

prestazione di servizi

risoluzione