ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01114

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 554 del 25/01/2016
Abbinamenti
Atto 1/00976 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01097 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01101 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01112 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01113 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01115 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01117 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01118 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01119 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01120 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01122 abbinato in data 26/01/2016
Atto 6/00197 abbinato in data 26/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: BARBANTI SEBASTIANO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 25/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 25/01/2016
MUCCI MARA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 25/01/2016
PRODANI ARIS MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 25/01/2016
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
IANNUZZI CRISTIAN MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 25/01/2016


Stato iter:
26/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/01/2016
Resoconto MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SISTO FRANCESCO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CARLONI ANNA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MAGORNO ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MASSA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TARTAGLIONE ASSUNTA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 26/01/2016
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/01/2016
Resoconto PISICCHIO PINO MISTO
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto PIEPOLI GAETANO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto BIANCHI DORINA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto D'ATTORRE ALFREDO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MISTO
Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 26/01/2016
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/01/2016

DISCUSSIONE IL 26/01/2016

NON ACCOLTO IL 26/01/2016

PARERE GOVERNO IL 26/01/2016

RESPINTO IL 26/01/2016

CONCLUSO IL 26/01/2016

Atto Camera

Mozione 1-01114
presentato da
BARBANTI Sebastiano
testo presentato
Lunedì 25 gennaio 2016
modificato
Martedì 26 gennaio 2016, seduta n. 555

   La Camera,
   premesso che:
    nel Sud persiste un evidente un gap infrastrutturale, in termini di trasporti, logistica, ricerca e innovazione, rispetto al resto del Paese; le conseguenze della presenza delle associazioni mafiose nel Mezzogiorno si intrecciano in modo complesso con l'economia del Sud, stravolgendo le regole del «fare impresa» e scoraggiando gli investimenti, oltre che creando un grave e indiscusso disagio sociale. Tutto ciò appare paradossale se solo si pensa che ogni iniziativa di carattere pubblico adottata nella storia repubblicana in favore del Sud ha poi regolarmente patito gli effetti della corruzione e dello sperpero;
    la Calabria ha beneficiato di diverse manovre mirate alla defiscalizzazione che non hanno prodotto quei risultati apprezzabili per lo sviluppo dell'economia locale;
    la defiscalizzazione è la sola misura che si continua a perseguire e promuovere come panacea alla penuria di investimenti da parte dei privati quando invece è chiaro che le aziende non investono nelle zone dove la burocrazia diventa un ostacolo e la risoluzione delle questioni legali – per non parlare di quelle legate alla malavita organizzata – sono particolarmente ostiche quanto irrisolvibili, complici i tempi biblici della nostra giustizia;
    tutto ciò viene amplificato nel momento in cui si parla di «fare impresa», che nel nostro territorio non trova un humus fertile in quanto la vetusta gestione della burocrazia e lo sperpero dei fondi europei rendono veramente difficile investire nella regione Calabria, nonostante alcune eccezioni possano far pensare il contrario, merito solo della perseveranza e della tenacia di qualche giovane che vuole sviluppare la sua idea nel posto in cui è nato, accettando eroicamente di scontrarsi con tutto ciò;
    anche le occasioni per creare quest’humus vengono negligentemente «dimenticate» e/o inutilizzate annullando di fatto, la capacità di accedere a cospicui capitali liquidi, come accaduto nel caso dei contratti di sviluppo di Invitalia che avrebbero permesso il recupero e lo sviluppo delle aree industriali disagiate. Infatti, i territori dei comuni ricadenti nelle aree di crisi, nelle aree industriali caratterizzate da crisi complesse o nelle aree di crisi industriale diverse da quelle complesse che presentano un impatto significativo sullo sviluppo dei territori interessati e sull'occupazione vengono raccolte in una lista dal Ministero dello sviluppo economico al fine di avere accesso a detti fondi particolari, eppure nella lista dei comuni compresi nelle aree di crisi di cui alle leggi n. 181 e n. 513 non compare alcun comune calabrese, in quanto la regione Calabria non ha mai segnalato alcun comune o area della Calabria soggetta a tali restrizioni;
    si consideri poi la presenza di alcune anomalie del sistema giuridico e normativo presenti in talune zone industriali che limitano – quando non escludono – le esigenze di sviluppo e di espansione delle attività imprenditoriali. Si prenda ad esempio la zona industriale di Lamezia Terme ove insiste un vincolo paesaggistico conseguente all'emanazione di un provvedimento di 70 anni fa che produce un aggravio di spese e tempi lunghissimi per l'attività imprenditoriale in una zona che invece, vista la presenza di numerose aziende a tecnologia avanzata, la stazione ferroviaria, l'aeroporto internazionale, la prossimità al mare e ad un importante snodo autostradale, potrebbe diventare un fondamentale volano di sviluppo locale;
    di fatto, con le infrastrutture che riguardano i trasporti, considerate tra le peggiori d'Italia – se non le peggiori – è chiaro che altre zone vengano preferite dagli investitori lasciando letteralmente nella condizione di bisogno le popolazioni residenti;
    con la dorsale ionica, le cui ferrovie (per la maggior parte ad un solo binario non elettrificato) dal 2000 in poi soggette ad un progressivo abbandono dei collegamenti a lunga percorrenza ed alla riduzione di quelli regionali, al quale è seguito (e purtroppo in parte sta ancora seguendo) un declassamento infrastrutturale attraverso la riduzione del numero di stazioni portando così ad un'ulteriore riduzione delle potenzialità della ferrovia;
    basti pensare che i tempi di percorrenza ferroviari presentano condizioni di enorme disagio in alcune aree tra la Calabria e – ad esempio – la Puglia. È inimmaginabile che per percorrere i 473 chilometri tra Taranto e Reggio Calabria siano necessari 7 ore e 5 minuti (secondo i dati Trenitalia), mentre per la tratta Roma-Crotone sia necessario cambiare 4 treni con una media di 9 ore di percorrenza;
    tutto questo non ha fatto altro che moltiplicare a dismisura il traffico veicolare, fatto di auto ma anche di decine e decine di autobus – che suppliscono alla mancanza di collegamenti ferroviari – riversati sulla cosiddetta «strada della morte», la strada statale 106 Taranto-Reggio Calabria, che, nella maggior parte della costa, corre parallela alla ferrovia Jonica. Strada statale 106 che negli ultimi 3 anni ha visto perdere la vita di 57 persone, mentre i dati di Aci parlano di oltre 600 morti, se si conta dal 1996 ad oggi, 9.000 sinistri e 24.000 feriti;
    alla luce di quanto sopra si nutrono forti perplessità sulla possibilità che un ulteriore aumento di traffico veicolare – dovuto ad un eventuale aumento della produttività regionale – possa risultare sostenibile da quel tratto stradale, diminuendo al contempo la pericolosità e le sue relative tragiche conseguenze,

impegna il Governo:

   tramite un'apposita iniziativa normativa, ad istituire nelle regioni di Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia, per un periodo di prova di cinque anni, le aree per l'innovazione (api) ovvero delle free zone da sviluppare su aree con estensione (possibilmente non superiore a 500 chilometri quadrati), popolazione residente (preferibilmente inferiore a 100.000 abitanti) e parametri reddituali (a titolo di esempio, con reddito medio pro capite inferiore alla media europea) prestabiliti;
   ad assumere iniziative per ricorrere ad un regime speciale per quanto previsto dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, articolo 37, al fine di ottenere un'area a burocrazia zero, incentivando altresì il ricorso a forme di arbitrato per la risoluzione dei contenziosi, prevedendo un sistema di agevolazioni fiscali per tutte le attività imprenditoriali insistenti nell'area e includendo l'esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente, nel caso di lavoratori che abbiano sottoscritto contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata non inferiore a tre anni, a condizione che almeno il 50 per cento degli occupati risieda nel sistema locale di lavoro in cui ricade l'area per l'innovazione;
   a valutare, al termine del quinquennio di sperimentazione – nel caso in cui il prodotto interno lordo dell'area per l'innovazione abbia subito un incremento pari o superiore al 2 per cento annuo – la proroga per un ulteriore quinquennio, al termine del quale – se risulti confermato l'incremento medio annuo del prodotto interno lordo, previsto per il primo quinquennio – l'area per l'innovazione divenga permanente;
   ad assumere iniziative per rimuovere, per quanto di competenza, eventuali anomalie presenti del sistema giuridico-normativo nelle aree industriali calabresi a partire da una riperimetrazione del vincolo paesaggistico dell'area industriale di Lamezia Terme;
   con riferimento alla strada statale 106 Ionica, ad individuare uno strumento, eventualmente anche facendo ricorso all'istituzione di una commissione ministeriale, che possa valutare attraverso criteri oggettivi la capacità della strada stessa di poter garantire in sicurezza gli attuali volumi di traffico, avviando un'analisi sulle cause che hanno prodotto le pessime condizioni nella quali la stessa versava e continua a versare tutt'oggi, tenuto conto non solo del numero eccessivo di sinistri, feriti e vittime che rendono già da decenni la strada statale 106 una delle strade più pericolose d'Italia secondo l'Aci-stat, ma anche dei costi sociali determinati dall'incidentalità e dalla mortalità stradale sulla strada statale 106, costi che evidenziano una spesa collettiva maggiore in relazione a ciò che potrebbe essere utilmente, giustamente ed economicamente investito nell'ammodernamento di questa importante arteria viaria che ad oggi è tristemente nota solo per essere definita «strada della morte».
(1-01114) «Barbanti, Rizzetto, Mucci, Prodani, Artini, Baldassarre, Turco, Segoni, Bechis, Cristian Iannuzzi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rete stradale

impresa in difficolta'

trasporto ferroviario