ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01061

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 517 del 09/11/2015
Abbinamenti
Atto 1/00979 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01056 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01057 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01058 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01059 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01060 abbinato in data 09/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: BIANCHI DORINA
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 09/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC) 09/11/2015
PICCONE FILIPPO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 09/11/2015


Stato iter:
19/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 19/11/2015
Resoconto OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/11/2015
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LAVAGNO FABIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/11/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/11/2015

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 19/11/2015

ACCOLTO IL 19/11/2015

PARERE GOVERNO IL 19/11/2015

DISCUSSIONE IL 19/11/2015

APPROVATO IL 19/11/2015

CONCLUSO IL 19/11/2015

Atto Camera

Mozione 1-01061
presentato da
BIANCHI Dorina
testo presentato
Lunedì 9 novembre 2015
modificato
Giovedì 19 novembre 2015, seduta n. 525

   La Camera,
   premesso che:
    la risicoltura in Italia, secondo i dati Ismea, vanta una filiera agroindustriale ben integrata ed efficiente che coinvolge oltre 4 mila aziende agricole e 95 industrie di trasformazione (riserie) a forte connotazione territoriale, che ricadono, per il 74 per cento delle riserie e per il 90 per cento delle superfici investite, nei primi cinque distretti produttivi (Pavia, Vercelli, Novara, Milano, Alessandria), determinando una contiguità geografica tra la fase agricola ed industriale che non ha eguali nel settore cerealicolo nazionale;
    sul fronte della dimensione media aziendale la risicoltura risulta un caso a sé, con una superficie di 54 ettari per azienda contro gli 8 ettari dell'agricoltura italiana nel suo complesso, che fa dell'Italia, tra l'altro, il primo produttore europeo di riso, con un quantitativo che nel 2014 ha superato le 850 mila tonnellate per un controvalore di 1,1 miliardi di euro;
    l'Italia ospita il 51 per cento della superficie totale coltivata a riso dell'Unione europea, con una superficie assai rilevante che, in buona parte, non può essere convertita ad altre colture;
    in Italia la coltivazione del riso si è sviluppata sia in termini di superficie che di innovazione tecnologica per rispondere alle esigenze dei consumatori europei;
    nell'Unione europea il consumo del riso è stabile nelle ultime campagne e l'Italia colloca su tale mercato circa il 90 per cento della propria produzione, riservando il restante 10 per cento all'esportazione verso i Paesi terzi;
    la risicoltura riveste ed ha sempre rivestito una grande importanza per l'Italia e che sono trascorsi più di 500 anni da quando si è iniziato a coltivare riso nella pianura padana;
    la coltivazione del riso costituisce una realtà sociale e produttiva unica nel panorama agricolo italiano ed europeo, che continua oggi ad essere fonte di occupazione e di lavoro per migliaia di persone;
    la risicoltura risulta, altresì, determinante per l'ambiente, con i suoi canali, le rogge, i fossi e i fontanili, assicurando il mantenimento dell'acqua per un lungo periodo dell'anno ed in una stagione, quella estiva, nella quale essa tende a ridursi in natura, costituendo il naturale rifugio per molte specie avicole destinate, diversamente, a migrare in altri ambienti. La risaia, pertanto, costituisce un importante ecosistema artificiale. La sua grande varietà e ricchezza di forme viventi contribuisce alla salvaguardia della biodiversità;
    il settore risicolo del nostro Paese sta vivendo una fase di crisi che desta particolare allarme per le conseguenze negative che incidono in modo grave sull'occupazione e sulla redditività dei risicoltori, anche a causa di un considerevole aumento delle importazioni di riso nell'Unione europea dai Paesi meno avanzati, con ricadute negative per i produttori italiani e anche per i consumatori per la presenza nel riso importato di principi attivi non autorizzati e per l'assenza di certificazioni sanitarie;
    si rileva un calo delle aree destinate alla produzione di riso in Italia e un incremento delle importazioni di riso di qualità indica proveniente dalla Cambogia, che è passata da 5 mila a 181 mila tonnellate, raggiungendo il 23 per cento di tutto l’import dell'Unione europea grazie alla completa liberalizzazione tariffaria, avvenuta il 1o settembre 2009, a favore dei Paesi beneficiari del sistema di preferenze tariffarie generalizzate di cui all'articolo 1, paragrafo 2, lettera c), del regolamento (UE) n. 978/2012;
    è da sottolineare che la coltivazione in Europa del riso indica è stata introdotta alla fine degli anni ’80 grazie a specifici aiuti comunitari per incentivare la coltivazione di questo tipo di riso, gradito dal consumatore europeo, riducendo la dipendenza dal riso d'importazione e in pochi anni la coltivazione di tale varietà in Italia è cresciuta grazie all'apprezzamento dei consumatori e in virtù dell'allargamento dell'Unione europea, fino a superare i 70 mila ettari negli ultimi anni;
    la concorrenza cambogiana ha di fatto ridotto i prezzi del mercato del riso greggio di tipo indica prodotto nell'Unione europea al di sotto dei costi di produzione, provocando, di conseguenza, una prima sensibile contrazione delle superfici seminate nel 2014 (circa il 22 per cento in meno);
    il considerevole aumento delle importazioni dalla Cambogia continua a creare pressione sul mercato dell'Unione europea, con conseguente riduzione dei prezzi del riso greggio;
    senza l'attivazione delle misure di salvaguardia, le industrie italiane e dell'Unione europea non potranno più approvvigionarsi di riso greggio indica e perderanno il mercato del riso lavorato indica, acquisito nell'ultimo decennio grazie ad importanti investimenti in corso di ammortamento, fattore che contribuirà a un irreversibile deterioramento dell'equilibrio economico e finanziario del settore industriale al quale sarà impossibile porre rimedio in futuro con conseguente crisi occupazionale e rischio di fallimenti, che condurrà il consumo comunitario a dipendere sempre di più dalle importazioni;
    la situazione delle importazioni a dazio zero dalla Cambogia è allarmante, atteso che tale Paese ha ancora una grande possibilità di espandere la propria produzione ed aumentare l'eccedenza esportabile;
    alla 5o World rice conference, svoltasi ad Hong Kong nel novembre 2013, il rappresentante degli esportatori cambogiani ha manifestato l'intenzione di continuare la rapida espansione delle esportazioni anche nei prossimi anni, atteso che nella campagna 2012-2013 l'Unione europea ha assorbito il 55 per cento del volume totale esportato dalla Cambogia, passando al 64 per cento nella campagna 2013-2014;
    i produttori italiani sono i primi interessati dalla concorrenza del riso cambogiano importato in esenzione dai dazi, poiché garantiscono il 43 per cento di tutta la produzione di riso greggio indica coltivato nell'Unione europea, con un giro d'affari di circa 232 milioni di euro; pertanto, la diminuzione della produzione di riso greggio indica delle aziende agricole italiane provocherà una drastica riduzione della produzione dell'industria italiana, con serie conseguenze di carattere economiche, finanziarie e sociali;
    da fonti di stampa si è appreso che il Governo italiano avrebbe avanzato presso l'Unione europea la richiesta di adozione di misure di salvaguardia nei confronti dell'importazione di riso greggio cambogiano del tipo indica, di cui all'articolo 22 del regolamento (UE) n. 978/2012, per ristabilire i normali dazi della tariffa doganale comune per le importazioni di riso dalla Cambogia: la clausola di salvaguardia, infatti, prevede la possibilità di ripristinare i diritti della tariffa doganale comune per i prodotti la cui importazione provoca o può provocare gravi difficoltà per i produttori europei di prodotti simili o direttamente concorrenti,

impegna il Governo:

   a continuare ad intervenire nelle competenti sedi comunitarie, in particolare affinché sia attivata la clausola di salvaguardia nei riguardi dell'importazione a dazio zero di riso cambogiano, nei Paesi dell'Unione europea, in virtù dell'articolo 22 del regolamento (UE) n. 978/2012, al fine di ristabilire i normali dazi della tariffa doganale comune per le importazioni di riso dalla Cambogia;
   a valutare l'opportunità di attivare iniziative dirette ad indicare in etichetta la provenienza del riso e a fare conoscere i nomi delle industrie che utilizzano riso proveniente dai Paesi terzi dell'Unione europea.
(1-01061)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Dorina Bianchi, Binetti, Piccone».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cerealicoltura

importazione

preferenze generalizzate