ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00978

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 477 del 08/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: RUOCCO CARLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 07/09/2015


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00978
presentato da
RUOCCO Carla
testo di
Martedì 8 settembre 2015, seduta n. 477

   La Camera,
   premesso che:
    secondo l'ufficio studi di Confcommercio, in Italia la pressione fiscale effettiva sul prodotto interno lordo, cioè il totale delle tasse pagate rispetto al reddito complessivo del Paese, ha raggiunto il 53,2 per cento rispetto a quella ufficiale di «appena» il 44,1 per cento. Questo significa che su un euro prodotto, 53 centesimi vanno via per tasse ed imposte varie;
    il livello di tassazione italiano risulta molto elevato anche a fronte di Paesi che hanno notoriamente una forte pressione fiscale come Danimarca (51,3 per cento) e Francia (49,5 per cento). Rispetto all'aumento della pressione fiscale in Italia del 5 per cento dal 2000 al 2013 il prodotto interno lordo procapite è sceso del 7 per cento;
    secondo il rapporto OCSE sulla pressione fiscale nelle economie globali, in Italia il 32,8 per cento) del peso delle tasse è rappresentato dalle imposte sui redditi delle persone fisiche, il 7 per cento) dalle tasse sui profitti delle aziende (contro una media OCSE del 9 per cento) il 30,3 per cento deriva dai contributi sociali e previdenziali, il 25,5 per cento dalle imposte indirette sui consumi (contro il 32,8 per cento della media OCSE) e il 6,3 per cento dalle tasse sugli immobili (contro il 5 per cento della media OCSE);
    proprio queste ultime negli ultimi anni, precisamente dal 2011. al 2014, sono aumentate del 115 per cento: solo nel 2014 l'aumento della tassazione ha raggiunto il 14,7 per cento rispetto al 2013, arrivando a 31,88 miliardi. Più in generale, il peso delle tasse locali sul prodotto interno lordo e più che raddoppiato negli ultimi 20 anni passando dal 2,9 per cento del 1995 al 6,5 per cento del 2014; i tributi centrali sono passati dal 22,7 per cento del prodotto interno lordo a 23,6 per cento del prodotto interno lordo, generando un aumento della pressione fiscale complessiva, salita dal 42,2 per cento del 1995 al 43 per cento nel 2014;
    la componente di tipo patrimoniale prelevata dalle famiglie è salita invece di 7,6 miliardi (+44,9 per cento) passando da 16,9 a 25,5 miliardi di euro;
    altrettanto gravose sono state le imposte locali su imprenditori e professionisti. Imu e tasi hanno comportato un raddoppio del prelievo fiscale su negozi, uffici e capannoni: è la stima effettuata dall'Ufficio studi della CGIA Mestre. Le entrate per i comuni con riferimento agli immobili strumentali sono state di circa 5 miliardi di euro, mentre nel 2014 (con IMU e TASI) hanno superato i 10 miliardi di euro. Nello specifico si sono registrati i seguenti aumenti: +142 per cento per uffici e studi privati; +137 per cento per negozi e botteghe; +107 per cento per laboratori di arti e mestieri; +101 per cento per gli istituti di credito; +94 per cento per gli immobili a uso produttivo e la legge di Stabilità 2015 (articolo 1, commi 244 e 245) ha confermato la circolare dell'Agenzia delle entrate n. 6 del 2012 che prevede l'applicazione dell'imu ai macchinari imbullonati a terrà. Alla categoria degli imbullonati appartengono tutti i macchinari che le imprese usano per la produzione, quindi vitali per la stessa esistenza dell'azienda e che devono essere fissati al suolo affinché non si muovano;
    in base al principio, introdotto dalla circolare dell'Agenzia delle entrate, gli imbullonati aumentano la rendita catastale del fabbricato per effetto dell'inclusione del valore degli impianti e vengono trattati dal fisco come beni immobili su cui imporre una nuova tassa;
    l'Imu sugli imbullonati rappresenta una vera e propria patrimoniale sugli impianti, appesantisce una pressione fiscale già insostenibile e colpisce soprattutto chi, nonostante il periodo di crisi, ha investito negli ultimi anni in nuovi impianti;
    produce effetti distorsivi sulla concorrenza tali per cui alcune aziende in cui gli imbullonati sono essenziali per la produzione, vedranno aumentare la pressione fiscale a differenza di altre in cui tali macchinari, per diversità di struttura e settore di produzione, non sono presenti; confonde i principi del diritto tributario visto che non è ancora chiaro su quale base di diritto il Governo abbia deciso che gli imbullonati aumentano la rendita catastale del fabbricato; penalizza ulteriormente la competitività e il rilancio delle aziende italiane già profondamente in crisi;
    considerato altresì che il meccanismo di imposizione dell'Imu sugli imbullonati viola il criterio sancito dalla Costituzione all'articolo 53 e contravviene ai principi generali elencati all'articolo 1 dello Statuto del contribuente; contravviene a quanto disposto dallo Statuto del contribuente all'articolo 2 in merito alla chiarezza e alla trasparenza delle disposizioni tributaria, all'articolo 5 in merito alla «completa e agevole conoscenza delle disposizioni legislative e amministrative vigenti in materia tributaria» all'articolo n. 6 in merito all'effettiva conoscenza da parte del contribuente degli atti a lui destinati e all'articolo 7 in merito alla chiarezza e motivazione degli atti,

impegna il Governo

ad assumere ogni iniziativa utile al fine di abolire integralmente l'imu relativamente agli impianti così detti «imbullonati» a decorrere dal periodo d'imposta 2015, riducendo il carico fiscale per le aziende e contribuendo concretamente al rilancio dell'intero settore produttivo.
(1-00978) «Ruocco, Castelli, Sorial, Pesco, Frusone, Alberti, D'Incà, Luigi Di Maio, Sibilia, Manlio Di Stefano, Di Battista, Villarosa, Micillo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto interno lordo

fiscalita'

politica fiscale