ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00855

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 424 del 11/05/2015
Abbinamenti
Atto 1/00697 abbinato in data 11/05/2015
Atto 1/00858 abbinato in data 12/05/2015
Atto 1/00860 abbinato in data 12/05/2015
Atto 6/00137 abbinato in data 12/05/2015
Atto 1/00850 abbinato in data 12/05/2015
Atto 1/00851 abbinato in data 12/05/2015
Atto 1/00854 abbinato in data 12/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: PISO VINCENZO
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 11/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BIANCHI DORINA AREA POPOLARE (NCD-UDC) 11/05/2015
CAPELLI ROBERTO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO 11/05/2015


Stato iter:
04/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/05/2015
Resoconto PISO VINCENZO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/05/2015
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto SCANU GIAN PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto SANNA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 12/05/2015
Resoconto BRESSA GIANCLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 04/06/2015
Resoconto DI GIOIA LELLO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto CAPELLI ROBERTO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto PINNA PAOLA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto NIZZI SETTIMO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PILI MAURO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/05/2015

DISCUSSIONE IL 11/05/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 11/05/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/05/2015

ACCOLTO IL 12/05/2015

PARERE GOVERNO IL 12/05/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/05/2015

DISCUSSIONE IL 04/06/2015

APPROVATO IL 04/06/2015

CONCLUSO IL 04/06/2015

Atto Camera

Mozione 1-00855
presentato da
PISO Vincenzo
testo presentato
Lunedì 11 maggio 2015
modificato
Giovedì 4 giugno 2015, seduta n. 435

   La Camera,
   premesso che:
    in base al rapporto Svimez (diffuso nell'ottobre 2014), nel 2013 il prodotto interno lordo è crollato nel Mezzogiorno del 3,5 per cento, un calo superiore di quasi due punti percentuali rispetto al Centro-Nord (-1,4 per cento); per il sesto anno consecutivo il prodotto interno lordo del Mezzogiorno registra un segno negativo e negli anni di crisi (2008-2013) il Sud ha perso il 13,3 per cento contro il 7 per cento del Centro-Nord; in quest'ambito la Sardegna registra per il 2013 un calo superiore alla media con una riduzione del prodotto interno lordo del 4,4 per cento, mentre per il periodo 2008-2013 il calo è del 13,3 per cento;
    nel 2014, mentre le regioni del Centro-Nord hanno iniziato una faticosa ripresa, il Sud ha continuato nella sua spirale discendente. Per la Sardegna questo significa un calo ulteriore del prodotto interno lordo dello 0,8 per cento; nell'isola il prodotto interno lordo pro capite è pari a 18.620 euro annui, circa la metà della Valle d'Aosta, e il tasso di popolazione in disagio sociale è tra i più elevati d'Italia, il 31,7 per cento. Le famiglie povere sono pari al 24,8 per cento. Il tasso di disoccupazione supera il 19 per cento, il tasso di disoccupazione per i giovani con meno di 24 anni è pari al 54 per cento. Sono in aumento sia la percentuale di laureati emigrati (21,6 per cento), sia il tasso di dispersione scolastica pari al 27 per cento;
    in un'economia ormai in fase di stagnazione, dalla fine del 2013 al settembre 2014 il numero di imprese artigiane della Sardegna è calato del 2,4 per cento. Il rapporto congiunturale sulle imprese artigiane dell'isola, presentato a Cagliari dalla Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa a fine ottobre 2014, segnala che in media ogni mese nell'isola falliscono cento aziende artigiane. Assoturismo registra un bilancio negativo anche nell'ambito delle imprese turistiche, con numero di chiusure pari quasi al doppio delle nuove aperture, nonostante il trend turistico indichi per il 2015 un aumento degli afflussi turistici nella regione;
    in questo quadro è opportuno registrare positivamente quanto stabilito dai commi 511 e 514 dell'articolo 1 della legge di stabilità per il 2015, nei quali si è stabilito che:
     a) le entrate afferenti al territorio della regione Sardegna siano destinate per 50 milioni di euro alle copertura di spese in conto capitale della regione e per la restante parte alla riduzione del debito della regione Sardegna stessa e degli enti locali del proprio territorio;
     b) la regione potrà usufruire di una maggiore manovrabilità della leva fiscale e di una maggiore autonomia nell'utilizzo delle risorse, anche grazie alla riscrittura dell'articolo 10 dello statuto regionale;
    il 6 maggio 2015 la giunta regionale ha autorizzato l'utilizzo dei primi 150 milioni di euro di riserve erariali per abbattere il debito pubblico della Sardegna; tuttavia, sussiste ancora un contenzioso finanziario dovuto alla difformità di interpretazione in merito all'attribuzione di alcuni tributi erariali e ad un residuo debito statale per circa un miliardo da saldare nei confronti della regione sarda, tenendo conto che la stessa regione ha contribuito al ristoro del debito dello Stato per oltre 570 milioni di euro negli anni 2013-2014, con previsione di un ulteriore apporto a decorrere dal 2015 di 97 milioni di euro (comma 400 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2015);
    in Sardegna oltre 35.000 ettari di territorio, pari al 61 per cento del totale delle aree del territorio nazionale, sono oggetto di servitù e 80 chilometri di coste sono sotto vincolo di servitù militare; ma nell'isola si investe solo il 2 per cento dei costi relativi alla funzione difesa. Nel gennaio 2015 la giunta regionale ha chiesto misure di riequilibrio volte a ridurre e compensare i danni sanitari, ambientali, sociali ed economico-produttivi subiti che derivano dai vincoli delle servitù militari; ha chiesto inoltre la progressiva diminuzione delle aree soggette a vincolo oltre alla dismissione di alcuni poligoni;
    un documento condiviso, siglato dalla regione e dal Ministero della difesa a gennaio 2015, prevede di valutare ipotesi di riequilibrio che riducano il gravame delle servitù militari. Nel mese di aprile 2015 si è aperto uno specifico «tavolo Stato-regione» con l'obiettivo di individuare meccanismi per la mitigazione dell'impatto della presenza militare in Sardegna e la definizione dei costi sia per il mancato sviluppo, sia in relazione ai danni ambientali;
    alle imprese sarde l'energia costa trecento milioni di euro l'anno, il 50 per cento in più rispetto alla media dei Paesi dell'Unione europea, mentre l'Italia si attesta su un +30 per cento rispetto alla media europea. Per ogni impresa sarda si tratta di maggiori costi per oltre 2.700 euro l'anno. Gli alti costi e la crisi economica hanno comportato il crollo dei consumi elettrici: un'elaborazione dell'ufficio studi di Confartigianato relativa alla domanda di energia elettrica delle imprese, su dati Terna del 2012 e 2013, ha evidenziato il dato che a livello regionale si è passati da 7.383 a 5.573 gigawatt/ore, con una riduzione dei consumi del 24,5 per cento;
    in tale ambito sussiste un duplice problema: da un lato, anche a seguito dell'uscita dal progetto Galsi, la Sardegna è l'unica regione a non essere metanizzata; inoltre, occorre ricordare che la regione deve ancora subentrare nella gestione degli invasi sfruttati dall'Enel per uso idroelettrico, che, ai sensi del decreto legislativo n. 79 del 1999 sono in concessione fino al 2029; infine, i gestori delle centrali sarde sono ancora in attesa della deliberazione dell'Autorità per l'energia elettrica il gas e il servizio idrico che proroghi anche per il 2015 il riconoscimento del regime di essenzialità per gli impianti di produzione sul territorio dell'isola; tale decisione è di primaria importanza affinché Terna riconosca ai gestori i costi di produzione dell'energia, in modo da garantire alle imprese sarde di poter fruire di più bassi costi dell'energia;
    contestualmente la Sardegna è divenuta una piattaforma di produzione di energia rinnovabile da impianti fotovoltaici ed eolici ed è interessata da numerosi progetti per la realizzazione di pozzi marini per la ricerca di petrolio e gas naturale; peraltro il decreto-legge «sblocca Italia» n. 133 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014, ha ridotto il potere della regione di decidere su prospezioni e coltivazioni di giacimenti di idrocarburi;
    per quel che riguarda l'attuazione del principio della «continuità territoriale», intesa come fattore di riequilibrio di condizioni permanenti di svantaggio derivanti dall'insularità e volta ad assicurare la parità di trattamento, in termini di mobilità interna all'Unione europea, dopo la privatizzazione della compagnia marittima Tirrenia, il 31 luglio 2014 la regione ha siglato un accordo con la compagnia con il quale si è mantenuto un regime tariffario favorevole, ma sono stati ridotti fortemente non solo le corse, specie nel periodo invernale, ma anche i punti di attracco; si consideri altresì che la Tirrenia continuerà a ricevere dallo Stato 52 milioni di euro l'anno fino al 2020 per compensazioni relative alla continuità territoriale;
    a luglio 2015, cioè alla fine del primo periodo regolatorio, da più parti si richiede una profonda rivisitazione della convenzione in quanto il contratto di servizio è ritenuto carente e fondato su parametri di traffico non corretti e complessivamente non rispettoso delle reali esigenze di collegamento della Sardegna; è anche necessario riconsiderare la continuità territoriale merci, ove si tenga conto che i prodotti della regione continuano a soffrire un gap di competitività dovuto alla distanza dai mercati e che negli ultimi 5 anni è scomparso il 21,4 per cento delle imprese di autotrasporto dell'isola;
    quanto al trasporto aereo, nell'ottobre 2014 è stato ritirato, dopo le osservazioni comunitarie, il decreto relativo alla proposta della «continuità territoriale 2» che avrebbe imposto gli oneri di servizio pubblico per i voli tra gli aeroporti di Alghero, Cagliari e Olbia e gli scali cosiddetti minori della penisola: Bologna, Verona, Torino a Napoli; la decisione comunitaria, basata sull'osservazione che per tali tratte esistono già voli di compagnie low cost, ha posto definitivamente in crisi la Meridiana, con il concreto rischio (poi in parte rientrato) di oltre 1600 licenziamenti nel 2015. Meridiana ha svolto in passato un ruolo importante nella continuità territoriale da e per la Sardegna e la decisione comunitaria di favorire le compagnie low cost non appare del tutto congrua con le esigenze occupazionali, ma soprattutto con le esigenze di copertura del servizio anche al di là della redditività economica; peraltro il 13 novembre 2014 sono stati approvati al Senato della Repubblica alcuni atti di indirizzo con i quali il Governo si è impegnato a verificare la compatibilità del piano industriale di Meridiana con il piano generale del trasporto aereo; a definire un'adeguata strategia con la regione sarda che consenta politiche di trasporto aereo per garantire la continuità territoriale di residenti e non residenti; a garantire in linea con la normativa europea regimi tariffari e un adeguato numero di collegamenti aerei da e per la Sardegna di breve e medio raggio, per favorire la libera circolazione di persone e mezzi;
    in materia di infrastrutture, il 2014 e il primo scorcio del 2015 hanno evidenziato segnali indubbiamente positivi per la Sardegna. Nel corso del 2014 è stata registrata una lieve ripresa dei lavori pubblici essendo stati banditi 1.103 appalti del valore di circa 761 milioni di euro, relativi a 980 gare; inoltre il Cipe nel marzo 2015, ha definitivamente approvato il piano per il Sulcis, dotandolo di 127 milioni di euro; infine, nella tabella E della legge di stabilità per il 2015, è stato previsto un fondo di 700 milioni di euro, grazie al quale la regione ha avviato un piano infrastrutturale in cui sono previsti 259 interventi per oltre 550 milioni di euro;
    con riferimento alla legge obiettivo per le infrastrutture strategiche, la Sardegna ha in programma interventi per 6,3 miliardi di euro, su un valore complessivo degli interventi di 285,2 miliardi di euro. Le disponibilità finanziarie ammontano a 3,2 miliardi di euro mentre il fabbisogno residuo ammonta a 3,1 miliardi di euro. Il progetto «Piastra logistica euro mediterranea della Sardegna» prevede importanti investimenti su due delle principali arterie stradali, la strada statale 131 (circa 1,7 miliardi di euro) e la strada statale 597/199 Sassari-Olbia (927 milioni di euro). Quest'ultima opera è finanziata per un importo pari a 606,5 milioni di euro con le risorse del piano nazionale per il sud ed è considerata prioritaria dal Governo. Si tratta dell'unica infrastruttura regionale del Programma delle infrastrutture strategiche inserita tra le opere prioritarie di cui all'Allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza 2015 (aprile 2015); ulteriori opere prioritarie potranno essere individuate in occasione della definizione, entro il mese di settembre 2015, del Documento pluriennale di pianificazione; si rammenta che con il Documento di economia e finanza 2009, oltre alle due opere citate, il Governo si era impegnato anche alla realizzazione della trasversale centrale sarda e del tunnel sotterraneo a Cagliari;
    la Sardegna tuttavia non è ricompresa nell'elenco di progetti infrastrutturali relativi al cosiddetto piano Junker, avviato nel gennaio 2015 con l'intento di rilanciare la crescita economica e in relazione al quale l'Italia ha presentato in tutto 98 progetti per un costo complessivo di oltre 200 miliardi di euro; poiché tale piano non è ancora del tutto definito potrebbe esservi ricompreso il rilancio dell'Alcoa, così come vi è stata compresa l'Ilva di Taranto,

impegna il Governo:

   in relazione al contenzioso finanziario ancora in essere tra lo Stato e la regione Sardegna, ad individuare con urgenza una soluzione condivisa che detti criteri certi di suddivisione delle quote e determini un maggior rafforzamento del ruolo della regione;
   in sede di trattativa Stato-regione Sardegna per quel che riguarda le servitù militari, a valutare l'ipotesi di ridurre le aree della regione soggette a vincolo e contestualmente, nel quadro della trasparenza necessaria sui dati che riguardano la salute dei cittadini, a fornire tutte le informazioni sulle aree contaminate dalle attività militari e una valutazione sugli oneri necessari alla loro bonifica e messa in sicurezza;
   al fine di garantire maggiore competitività alle imprese della regione:
    a) a porre in essere le iniziative necessarie a riequilibrare il differenziale dei costi dell'energia tra la Sardegna e la media dei costi sostenuti nel resto della penisola;
    b) ad avviare le procedure di competenza al fine di istituire in Sardegna una o più zone franche, come previsto dallo statuto speciale della Sardegna;
   in considerazione dei limiti riscontrati nell'applicazione del principio di continuità territoriale:
    a) in vista della prossima revisione prevista per luglio 2015 della convenzione tra Tirrenia e regione Sardegna, ad adoperarsi, per quanto di competenza, per l'ampliamento dei servizi compresi nel contratto di servizio, anche in considerazione del fatto che la Tirrenia, che ha i bilanci in attivo, percepisce contributi dal bilancio dello Stato;
    b) tenuto conto degli atti di indirizzo in materia, approvati dal Senato della Repubblica il 13 novembre 2014, a valutare la possibilità di riproporre il cosiddetto decreto «continuità territoriale 2», secondo modalità che tengano conto delle osservazioni comunitarie;
    c) ad adoperarsi per rafforzare la continuità territoriale merci, che già in passato era stata stabilita per legge mediante applicazione di un regime compensativo in favore delle imprese di trasporto residenti sull'isola, in considerazione del gap competitivo di cui ancora soffrono i beni prodotti in regione e della crisi dell'autotrasporto locale;
    d) a monitorare gli incrementi delle tasse di imbarco nei porti e negli aeroporti della terraferma, a carico dei passeggeri, dei mezzi e delle merci verso la Sardegna, come denunciato dalla regione più volte, intervenendo per una loro riduzione qualora le suddette tasse si configurino come non giustificate;
    e) ad avviare una puntuale analisi e ad assumere, ove necessario, iniziative per la modifica sostanziale delle norme vigenti e della loro applicazione al fine di assicurare la piena mobilità dei cittadini sardi, da e verso la Sardegna;
   in materia di attuazione dei piani infrastrutturali, così come descritti in premessa, in vista della definitiva stesura, prevista per settembre 2015, del documento pluriennale di pianificazione, sentita la regione Sardegna, a dare priorità realizzativa ed adeguata dotazione finanziaria:
    a) agli interventi in materia di adeguamento delle reti stradali e ferroviarie;
    b) agli interventi in ambito portuale;
    c) agli interventi necessari a ridurre il prezzo dell'energia nell'isola, con particolare riferimento al progetto di interconnessione elettrica con l'Italia e agli interventi del piano degli elettrodotti della rete elettrica di trasmissione nazionale;
   con riferimento ai progetti relativi al cosiddetto piano Junker, a valutare se non sia opportuno ricomprendere nei progetti presentati dall'Italia taluni interventi nella regione Sardegna, ivi compreso un piano di rilancio dell'Alcoa, quale industria strategica nazionale.
(1-00855) «Piso, Dorina Bianchi, Capelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trasporto aereo

prodotto interno lordo

rete energetica