ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00829

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 413 del 22/04/2015
Abbinamenti
Atto 1/00755 abbinato in data 27/04/2015
Atto 1/00818 abbinato in data 27/04/2015
Atto 1/00819 abbinato in data 27/04/2015
Atto 1/00820 abbinato in data 27/04/2015
Atto 1/00821 abbinato in data 27/04/2015
Atto 1/00823 abbinato in data 27/04/2015
Atto 1/00828 abbinato in data 27/04/2015
Atto 1/00848 abbinato in data 12/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Data firma: 22/04/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARBANTI SEBASTIANO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
ROSTELLATO GESSICA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
MUCCI MARA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
PRODANI ARIS MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 22/04/2015


Stato iter:
12/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 12/05/2015
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
INTERVENTO GOVERNO 12/05/2015
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 12/05/2015
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto RIZZETTO WALTER MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Resoconto NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto GAROFALO VINCENZO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/04/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 27/04/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/05/2015

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 12/05/2015

ACCOLTO IL 12/05/2015

PARERE GOVERNO IL 12/05/2015

DISCUSSIONE IL 12/05/2015

APPROVATO IL 12/05/2015

CONCLUSO IL 12/05/2015

Atto Camera

Mozione 1-00829
presentato da
RIZZETTO Walter
testo presentato
Mercoledì 22 aprile 2015
modificato
Martedì 12 maggio 2015, seduta n. 425

   La Camera,
   premesso che:
    Poste italiane spa è una società con partecipazione pubblica totalitaria, il cui oggetto sociale è costituito – anche se non in via esclusiva gestendo anche l'attività di Bancoposta – dal servizio postale universale, che, in quanto destinato a soddisfare interessi pubblici di preminente interesse generale, rientra a pieno titolo nella categoria dei servizi pubblici;
    è evidente, dunque, che la società, prestando un servizio pubblico essenziale, deve garantire ai cittadini-utenti la fruizione dello stesso secondo standard di qualità e di efficienza;
    nel mese di dicembre 2014 Poste italiane spa ha approvato un piano industriale e strategico per il periodo 2015-2020 che stanzia 3 miliardi di euro di investimenti in 5 anni, per arrivare ad un fatturato di 30 miliardi di euro alla fine del quinquennio. L'amministratore delegato di Poste italiane spa, Francesco Caio, ha dichiarato che si tratta di «un piano di sviluppo» che tra gli obiettivi si propone di procedere ad una riconsiderazione di quello che deve essere il servizio universale postale, poiché attualmente non risulta essere in linea con le esigenze degli utenti e non più sostenibile economicamente;
    già da tempo la società ha annunciato che in attuazione del nuovo piano strategico è previsto un progetto di razionalizzazione per il quale si vuole procedere alla chiusura di 455 uffici postali a livello nazionale e alla riduzione degli orari di apertura di altri 600, ritenuti improduttivi nonché diseconomici;
    sul piano di razionalizzazione degli uffici e, dunque, sulla chiusura di un considerevole numero di sedi sono intervenute ben presto le accese proteste sia dei cittadini che degli amministratori locali. Sono numerosi anche gli atti di sindacato ispettivo presentati al Governo, per scongiurare l'attuazione del piano. Vi è, infatti, il timore che le decisioni assunte unilateralmente da Poste italiane spa su tutto il territorio nazionale possano determinare un grave calo della qualità e della fruibilità del servizio per i cittadini che risiedono in zone svantaggiate, come quelle di montagna;
    in Friuli Venezia Giulia, ad esempio, rispetto alle annunciate chiusure degli uffici postali ad essere danneggiati sono i piccoli uffici, indispensabili, soprattutto, alle persone anziane sprovviste di mezzi per spostarsi. È la provincia di Udine ad essere più penalizzata con il 70 per cento delle chiusure regionali. Tale regione già qualche anno fa è stata interessata da una prima tornata di chiusure che ha decimato soprattutto le zone di montagna. Sul punto, se è vero che non tutti gli uffici raggiungono la produttività ricercata dal management centrale, non può non tenersi conto che per un adeguato servizio dovrebbe essere presente almeno una sede per ciascun comune. Gli amministratori locali hanno, quindi, cercato un confronto con la società per evidenziare il disagio che si determinerebbe per la chiusura degli uffici e individuare delle soluzioni alternative;
    sulle annunciate chiusure in Friuli Venezia Giulia è stata presentata un'interrogazione (la n. 5-04731) al Ministero dello sviluppo, per evitare che Poste italiane spa proceda unilateralmente alla chiusura di uffici in zone svantaggiate con conseguente danno ai cittadini, che vengono ingiustamente privati di un adeguato servizio pubblico. Inoltre, si è richiesta l'adozione di provvedimenti affinché la società non disponga l'attuazione del piano, in assenza di una preventiva e necessaria concertazione con gli enti locali interessati. Non soddisfacente è stata la risposta del Ministero dello sviluppo economico che ha dichiarato genericamente, in sostanza, che le disposte chiusure sono conformi ai criteri previsti dalle disposizioni in materia. Il Ministero ha giusto tentato di dare delle rassicurazioni, affermando che, su propria richiesta a Poste italiane spa, il piano di razionalizzazione degli uffici verrà attuato solo con il completamento di un dialogo avviato con le istituzioni locali e che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni continuerà a vigilare sulla corrispondenza degli interventi ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale;
    ebbene, si ritiene necessario un cambio di politica da parte della dirigenza di Poste italiane spa, che troppo spesso assume unilateralmente decisioni senza un'idonea e concreta concertazione con le istituzioni centrali e locali. Non può essere consentito alla società di attuare le misure in questione, alla luce di una logica ragionieristica, che non considera né la fondamentale funzione sociale di un servizio pubblico, né le esigenze e peculiarità dei singoli territori coinvolti dagli interventi del piano di razionalizzazione;
    dunque, ricordando che la società ha un capitale che è detenuto al 100 per cento dallo Stato italiano, è chiaro che non può procedere all'attuazione di interventi di rilievo in esclusiva autonomia, soprattutto quando questi hanno serie ripercussioni non solo rispetto agli utenti, ma altresì verso i lavoratori della società stessa. Infatti, il nuovo piano strategico fa temere conseguenze negative anche da un punto di vista occupazionale, per il personale attualmente addetto presso le agenzie di recapito, sebbene l'amministratore delegato abbia dichiarato che, trattandosi di un piano di sviluppo, non sono previsti licenziamenti ma proseguirà il programma di uscite agevolate iniziato nel 2010,

impegna il Governo:

   a verificare che sia confermato il differimento comunicato il 7 aprile 2015 da Poste italiane Spa, in attesa di una concertazione tra la società e le amministrazioni locali coinvolte, finalizzata a valutare l'impatto degli interventi sulla popolazione interessata e la possibile individuazione di soluzioni alternative, qualora vi sia il rischio di non poter garantire standard di qualità e di efficienza del servizio a tutti i cittadini, con particolare attenzione per i territori svantaggiati, come quelli di montagna;
   a promuovere iniziative affinché nell'attuazione del nuovo piano venga garantita la salvaguardia dei posti di lavoro della società.
(1-00829)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Rizzetto, Barbanti, Rostellato, Mucci, Baldassarre, Artini, Prodani, Segoni, Turco, Bechis».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

regione montana

zona agricola svantaggiata

conservazione del posto di lavoro