ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00648

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 319 del 28/10/2014
Abbinamenti
Atto 1/00537 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00609 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00612 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00614 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00621 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00624 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00641 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00642 abbinato in data 11/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: CESARO ANTIMO
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 28/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 28/10/2014
CIMMINO LUCIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 28/10/2014
D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 28/10/2014
SOTTANELLI GIULIO CESARE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 28/10/2014
MAZZIOTTI DI CELSO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 28/10/2014
MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 28/10/2014
VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 28/10/2014
LIBRANDI GIANFRANCO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 28/10/2014
CAPUA ILARIA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 30/10/2014


Stato iter:
11/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 11/11/2014
Resoconto DELRIO GRAZIANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/11/2014
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA
Resoconto PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PISICCHIO PINO MISTO
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto CALABRO' RAFFAELE NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 30/10/2014

ATTO MODIFICATO IL 31/10/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/11/2014

ACCOLTO IL 11/11/2014

PARERE GOVERNO IL 11/11/2014

DISCUSSIONE IL 11/11/2014

APPROVATO IL 11/11/2014

CONCLUSO IL 11/11/2014

Atto Camera

Mozione 1-00648
presentato da
CESARO Antimo
testo di
Martedì 11 novembre 2014, seduta n. 329

   La Camera,
   premesso che:
    le anticipazioni sulle previsioni 2014-2015 contenute nel rapporto Svimez 2014 evidenziano ancora una volta un Paese segnato da un Sud sempre più arretrato economicamente. Nel 2013 il divario di prodotto interno lordo pro capite è tornato ai livelli di dieci anni fa. Negli anni 2008-2013 i consumi delle famiglie sono crollati del 13 per cento circa, gli investimenti nell'industria addirittura del 53 per cento, i tassi di iscrizione all'università tornano ai primi anni del duemila e per la prima volta il numero di occupati ha sfondato, al ribasso, la soglia psicologica dei 6 milioni, il livello più basso dal 1977. In cinque anni le famiglie assolutamente povere sono aumentate di due volte e mezzo, da 443.000 a 1.014.000; sono in diminuzione anche i consumi (-2,4 per cento) e gli investimenti fissi lordi (-5,2 per cento);
    tra il 2008 e il 2013 l'occupazione nel Mezzogiorno è diminuita del 9 per cento, a fronte del -2,4 per cento del Centro-Nord. Delle 985.000 persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro, 583.000 sono residenti nelle regioni meridionali. Una flessione che riporta il numero degli occupati del Sud, per la prima volta nella storia, a 5,8 milioni, il livello più basso dal 1977;
    i dati Inps sulle politiche attive per il lavoro evidenziano una sostanziale prevalenza in Campania di provvedimenti volti all'assunzione agevolata di disoccupati o beneficiari di cassa integrazione guadagni straordinaria da almeno 24 mesi o di giovani già impegnati in borse di lavoro;
    purtroppo, la Youth Guarantee – destinata ad incrementare l'occupazione dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni e che ha portato in dote alla Campania un tesoretto di circa 200 milioni di euro (spalmato su iniziative di vario genere) – non ha, al momento, raggiunto gli obiettivi auspicati. Ciò fa ritenere che sarebbe stato più efficace, forse, destinare questi fondi a poche ma incisive iniziative, anziché ad una frammentata serie, anche alla luce delle due negative peculiarità che incidono sul quadro occupazionale della Campania: il lavoro nero e la criminalità organizzata. In quest'ottica, meritevole di straordinaria attenzione è, da un lato, l'apprendistato scuola-lavoro che ha la precipua finalità di formare i giovani tra i banchi di scuola (in quella delicata età in cui sono più facilmente vittime delle lusinghe della criminalità organizzata), dall'altro, un oculato utilizzo della leva degli sgravi fiscali e contributivi a favore delle imprese per l'assunzione dei giovani, anche in chiave di disincentivo al lavoro nero;
    peraltro, l'attuazione della Youth Guarantee è stata per lo più affidata a strutture obsolete e talora inefficienti, anche per mancanza di risorse, come i centri per l'impiego, che riescono ad intermediare solamente il 2 per cento del lavoro in Italia. Certamente occorre anche ricordare che lo Stato investe su essi solamente circa 500 milioni di euro, contro i 5,6 miliardi di euro della Francia e i 9 miliardi di euro della Germania;
    il prodotto interno lordo dell'Italia non è più aumentato dal secondo trimestre del 2011 e anche per il secondo semestre del 2014 risulta in ulteriore diminuzione (l'Istat conferma il dato tendenziale in lieve peggioramento: dal -0,2 per cento al -0,3 per cento). Da una parte, dunque, abbiamo il nord del Paese che riparte, anche se in maniera non particolarmente incisiva, dall'altra il Sud che, pur arrestando la caduta, presenta dati ancora in negativo;
    la stessa dinamica si prevede per il 2015 e, in questo quadro generale, il Mezzogiorno perde ancora giovani e vive quasi una seconda grande migrazione: fenomeno che dal 2001 ha prodotto un saldo netto di 708.000 persone, di cui 494.000 tra 15 e 34 anni;
    in questa situazione, di per sé già grave, il rapporto Svimez sottolinea che non è solo la recessione ad accentuare il divario tra Nord e Sud, ma anche la spesa pubblica per investimenti che è calata in misura ancor maggiore. Nel 2012, la spesa aggiuntiva per la macroarea è, infatti, diminuita del 67,3 per cento del totale nazionale, ampiamente al di sotto della quota dell'80 per cento fissata per la ripartizione delle risorse aggiuntive tra aree depresse;
    nel Sud esistono poli di eccellenza da sviluppare e sostenere (si pensi, ad esempio, al CEINGE, il centro di ricerca in biotecnologie avanzate di Napoli impegnato in ricerche su un antidoto per il virus ebola). Su questi innovativi poli scientifici e tecnologici occorre investire per creare le premesse per una maggiore attrattività per il Sud, considerando anche i possibili interesso degli investitori internazionali;
    purtroppo, la crisi persistente ha determinato, invece, un processo di disinvestimento con il conseguente ridimensionamento dell'apparato produttivo che ha innescato il rischio, nel Mezzogiorno d'Italia, di una vera e propria desertificazione industriale;
    è diventato, dunque, improcrastinabile promuovere la competitività del Paese attraverso investimenti mirati in infrastrutture su tutto il territorio nazionale e, soprattutto, nel Mezzogiorno ed in Campania, ben oltre gli stanziamenti decisi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti: su una tranche di 15 opere infrastrutturali per 1.664 milioni di euro, ricadono nel Mezzogiorno solamente 90 milioni di euro per la metropolitana di Napoli, 60 milioni di euro per la rete ferroviaria pugliese e 143 milioni di euro per la Sardegna per la sicurezza degli svincoli stradali: vale a dire appena il 17,8 per cento del totale (ciò al di là dei limiti dimostrati dalle regioni meridionali nella spesa dei fondi veicolati dalle politiche di coesione europee, come nella spesa ai fini delle opere di manutenzione per le quali è tristemente noto che, su 16.640 chilometri di rete ferroviaria in Italia, il Mezzogiorno ne detiene 5.730, ma con il più alto numero di chilometri a binario singolo e con i 41 per cento di rete non elettrificata);
    sotto altro profilo, è diventato improcrastinabile promuovere la competitività del Mezzogiorno attraverso investimenti in innovazione e formazione;
    in particolare, il Mezzogiorno si compone per la gran parte di piccole e medie imprese che, se, da un lato, brillano per la qualità dei risultati, come emerge da un recente rapporto di Confartigianato (presentato alla convention Progetto Sud), dall'altro, non tendono all'internazionalizzazione stentando, ad esempio, ad avviare importanti processi di digitalizzazione, né tantomeno investono in formazione interna, che è una fondamentale componente della produttività;
    nel dossier su «L'economia della Campania», pubblicato nel rapporto annuale della Banca d'Italia (giugno 2014), è emerso che nel settore industriale in Campania il fatturato è aumentato soprattutto per le imprese con elevata propensione all’export e gli investimenti hanno mostrato una dinamica migliore rispetto agli anni recenti, seppure limitatamente alle aziende di maggiore dimensione. Nell'edilizia il calo di attività è stato più netto per le imprese fortemente dipendenti dalla domanda di opere pubbliche;
    sul mercato del credito, la dinamica dei prestiti si presenta assai negativa e si sono acuite le difficoltà di rimborso: alla fine del 2013, oltre un terzo dei prestiti erogati alle piccole imprese campane e circa un quarto di quelli erogati alle medio-grandi imprese erano classificati in sofferenza. È emersa, tuttavia, una lieve attenuazione della restrizione nelle condizioni di accesso al credito probabilmente dovuta ad una migliorata situazione di liquidità, favorita anche dal rimborso dei crediti commerciali verso la pubblica amministrazione;
    nel 2013, più del 60 per cento delle famiglie campane ha giudicato inadeguate le proprie risorse economiche: il dato è conseguenza, soprattutto, dell'alta disoccupazione e della debolezza dei salari, con l'aggravio di un carico fiscale che, nelle componenti legate all'autonomia impositiva degli enti locali, è superiore alla media nazionale;
    secondo l'indagine campionaria sul turismo internazionale in Italia della Banca d'Italia, nel 2013 sono aumentati sia gli arrivi sia le presenze di turisti stranieri in Campania (rispettivamente 7,7 per cento e 4 per cento nell'anno precedente). Rispetto al 2012 sono tornate a crescere le presenze presso strutture alberghiere o case in affitto; inoltre, la spesa sostenuta dai viaggiatori stranieri sul territorio regionale è lievemente aumentata (1 per cento). Nel 2013 la spesa dei turisti stranieri ha rappresentato il 4,3 per cento del totale nazionale e l'1,5 per cento del prodotto interno lordo regionale (2,1 per cento in Italia). Tutto ciò rende evidente la necessità di maggiori investimenti nel settore turistico, attualmente più attrattivo rispetto ad altri settori;
    la situazione dei trasporti risulta assai problematica: limitandosi all'analisi del solo traffico passeggeri negli scali portuali campani, esso è diminuito del 6,5 per cento nel 2013 (-1,2 per cento nel 2012); contemporaneamente, è proseguito il calo dei crocieristi (-3,4 per cento), nonostante l'aumento rilevato nel porto di Salerno. Le merci movimentate sono cresciute del 3,8 per cento, mentre è diminuito del 2 per cento il traffico di container, consolidando una tendenza in atto dal 2008. La quota di mercato campana del traffico container italiano è calata negli ultimi dodici anni di 3 punti percentuali (dal 10,3 per cento del 2001 al 7,4 per cento del 2013), a fronte di una sostanziale stabilità della quota meridionale. Il calo è stato in buona parte determinato, da un lato, dal mancato adeguamento dell'infrastruttura portuale napoletana al fenomeno del gigantismo navale, dall'altro, dalla mancanza di programmi e governance in grado di consentirne un efficace ed efficiente funzionamento, rischiando in tal modo anche la dispersione dei fondi europei;
    sotto il profilo degli investimenti, secondo i dati del Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici (Siope), che rileva gli incassi e i pagamenti effettuati dalle pubbliche amministrazioni, nel 2013 i pagamenti per investimenti sostenuti dalle amministrazioni locali campane sono diminuiti del 3,6 per cento rispetto all'anno precedente;
    il 2013 è stato il settimo anno di attuazione del ciclo di programmazione 2007-2013: le risorse a disposizione della Campania, la cui certificazione dovrà essere completata entro la fine del 2015 pena il loro disimpegno, sono gestite nell'ambito di due Programmi operativi regionali (Por), uno relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e l'altro al Fondo sociale europeo (Fse). Dalla fine del 2011, il sensibile ritardo nell'attuazione finanziaria dei due programmi ha reso necessaria l'adozione di interventi correttivi concordati tra Governo e regione, tra i quali ingenti riduzioni di quote di cofinanziamento nazionale. La dotazione finanziaria complessiva dei Programmi operativi regionali, inizialmente di 8 miliardi di euro, è così scesa a 5,4 miliardi di euro a dicembre del 2013 (poco meno di 4,6 miliardi di per il Fondo europeo di sviluppo regionale e di 900 milioni di euro per il Fondo sociale europeo);
    l'irrisolta questione legata al rischio ambientale in Campania – si consideri nello specifico il territorio della cosiddetta «Terra dei Fuochi» – reca grave pregiudizio per un realistico rilancio del settore industriale e turistico: risulta perciò improcrastinabile un efficace sostegno alle politiche ambientali del Mezzogiorno,

impegna il Governo:

   ad attivare un puntuale sistema di monitoraggio sullo stato di attuazione e di avanzamento degli interventi finanziati con i fondi strutturali, al fine di impedirne la dispersione e garantirne un utilizzo efficace e rispondente alle reali esigenze territoriali;
   a promuovere un più tempestivo utilizzo delle disponibilità finanziarie provenienti dai fondi strutturali dell'Unione Europea, al fine di attenuare gli effetti del calo della domanda interna in tutto il Paese, con particolare riferimento alla regione Campania;
   a garantire con la massima tempestività risorse adeguate per le politiche di recupero e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico del Sud, ponendo particolare attenzione ai siti Unesco e attingendo, se necessario, alla dotazione residua della programmazione 2007-2013;
   a potenziare i finanziamenti a favore della ricerca scientifica e industriale, dell'innovazione tecnologica e del settore infrastrutturale, programmando parte della dotazione prevista attraverso i fondi aggiuntivi comunitari e nazionali (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Politica agricola comune, Fondo per lo sviluppo e la coesione), nel rispetto dei principi di semplificazione e di trasparenza dei procedimenti amministrativi, e provvedendo ad effettuare i controlli e ad erogare le risorse finalizzate a tali interventi;
   a predisporre programmi e risorse adeguati per mettere in sicurezza e garantire una più efficiente gestione del traffico passeggeri e merci negli scali portuali campani, in particolare in quello di Napoli, superando l'annosa questione della governance;
   ad avviare politiche di sostegno alla creazione di filiere produttive, con particolare attenzione al comparto turistico e al settore della green economy;
   a destinare con maggiore incisività i fondi strutturali a progetti legati all'innovazione, all'occupazione e all'inclusione sociale al fine di garantire una maggiore attenzione alle politiche attive del lavoro;
   a favorire la diffusione delle informazioni per un più facile accesso agli aggiornamenti sullo stato delle destinazioni più rilevanti dei finanziamenti comunitari;
   ad adottare opportune iniziative per la realizzazione di interventi che consentano la totale messa in sicurezza dei territori italiani, riservando particolare attenzione al Meridione e alla Campania, sia sul fronte del dissesto idrogeologico che su quello dell'inquinamento ambientale, garantendo, con risorse adeguate, il prosieguo dei processi di bonifica in corso;
   a porre particolare attenzione, attraverso un monitoraggio continuo, allo stato di salute delle piccole e medie imprese, attualmente in forti difficoltà, disponendo ogni utile iniziativa atta ad agevolare l'accesso al microcredito, che è quello che negli ultimi anni ha permesso di rilanciare l'economia di Paesi in crisi.
(1-00648)
(Nuova formulazione) «Antimo Cesaro, Catania, Cimmino, D'Agostino, Sottanelli, Mazziotti Di Celso, Matarrese, Vargiu, Librandi, Capua».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

soppressione di posti di lavoro

FESR

sviluppo regionale