ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00633

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 313 del 20/10/2014
Abbinamenti
Atto 1/00629 abbinato in data 20/10/2014
Atto 1/00634 abbinato in data 20/10/2014
Atto 1/00640 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00643 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00646 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00655 abbinato in data 11/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: BRUNETTA RENATO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 20/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RAVETTO LAURA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/10/2014
BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/10/2014
CENTEMERO ELENA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/10/2014
PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 20/10/2014


Stato iter:
11/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/10/2014
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/10/2014
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PILI MAURO MISTO
 
PARERE GOVERNO 11/11/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/11/2014
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CALABRO' RAFFAELE NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/10/2014

DISCUSSIONE IL 20/10/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/10/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/11/2014

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/11/2014

ACCOLTO IL 11/11/2014

PARERE GOVERNO IL 11/11/2014

DISCUSSIONE IL 11/11/2014

APPROVATO IL 11/11/2014

CONCLUSO IL 11/11/2014

Atto Camera

Mozione 1-00633
presentato da
BRUNETTA Renato
testo presentato
Lunedì 20 ottobre 2014
modificato
Martedì 11 novembre 2014, seduta n. 329

   La Camera,
   premesso che:
    diventa sempre più diffuso tra i cittadini l'allarme relativo a rischi sanitari collegati al fenomeno migratorio, vista la presenza di emergenze epidemiologiche in zone da cui si spostano quotidianamente persone che decidono di migrare in Europa;
    è, ora più che mai, evidente il bisogno di un cambio di strategia nel rispondere ai fenomeni in atto, caratterizzati da afflussi contingenti di profughi di intensità straordinaria, provenienti da situazioni di guerra o violenza generalizzata, in aree in cui spesso si associano condizioni sanitarie ad alto rischio, che necessariamente chiamano in causa la capacità di intervento e di mobilitare risorse da parte di tutta l'Unione europea;
    su tutti, l'allarme ebola; al riguardo, di recente, il presidente della Commissione dell'Unione europea, José Manuel Barroso, ha avuto modo di dichiarare: «L'Ebola può diventare una catastrofe umanitaria di grandissime dimensioni: non è solo un problema dei paesi africani che stanno soffrendo molto per il virus», l'epidemia è una «responsabilità di tutta la comunità internazionale», e ha aggiunto: «Insieme agli Usa ed ai partner internazionali va rafforzato il lavoro. L'ebola è una della priorità principali dell'agenda Ue e nel consiglio Ue sarà deciso qualcosa a riguardo»;
    l'epidemia ha preso avvio nella forest region della Guinea, ai confini con la Sierra Leone e la Liberia, e ha coinvolto successivamente la capitale Conakry. Il primo caso in Liberia è stato notificato il 30 marzo 2014 e in Sierra Leone il 25 maggio 2014; dal dicembre del 2013, ossia da quando l'epidemia avrebbe avuto effettivamente inizio, al 3 ottobre 2014 sono stati riportati dall'Organizzazione mondiale della sanità 7.470 casi probabili, confermati e sospetti, inclusi 3.431 decessi, con un tasso di letalità del 46 per cento in Guinea, Liberia e Sierra Leone;
    in Nigeria, dove il virus ebola è stato introdotto nel mese di luglio 2014 dalla Liberia, sono stati registrati 20 casi e 8 decessi. Oltre al caso indice, si sono verificati casi secondari e terziari e, dopo il focolaio iniziale di Lagos, un cluster di casi è stato registrato a Port Harcourt, nello Stato di Rivers, con tre casi confermati. In Senegal è stato registrato un solo caso di importazione dalla Guinea senza ulteriori casi secondari. Sia in Nigeria che in Senegal è stato completato il periodo di sorveglianza sanitaria di 21 giorni senza evidenza di nuovi casi di malattia;
    il focolaio attualmente in corso nella Repubblica democratica del Congo, con 70 casi, di cui l'ultimo isolato il 25 settembre 2014 e 43 decessi, è del tutto indipendente da quelli dei Paesi dell'Africa occidentale. Anche in Congo vengono messe in atto misure di sorveglianza nei confronti dei soggetti venuti in contatto con casi di malattia, che in gran parte hanno già superato il periodo di osservazione di 21 giorni senza sviluppare sintomi sospetti;
    la situazione è estremamente grave, motivo per il quale è necessario un intervento coordinato e anche estremamente rapido nei Paesi interessati per impedire che l'epidemia possa viaggiare;
    sia le Nazioni Unite sia l'Organizzazione mondiale della sanità hanno previsto che l'epidemia arriverà a un picco di 20.000 casi entro la fine del 2014, perché, ovviamente, si trasmette in modo esponenziale;
    si è passati dai pochi casi nel marzo 2014 ai dati odierni perché, come emerso nell'incontro di Washington sulla sicurezza sanitaria globale, si è di fronte ad un problema di infrastrutturazione dei sistemi sanitari nei Paesi del West Africa. Anche l'azione dell'Organizzazione mondiale della sanità, che è un'azione epidemiologica, non è riuscita a frenare il diffondersi dell'epidemia per motivi strutturali, in particolare per la mancanza di medici;
    si è in presenza di Paesi in cui c’è un medico ogni 100.000 persone, e con la popolazione sparsa in villaggi è evidente il rischio del diffondersi a macchia di leopardo dell'epidemia. Pertanto, ci sono stati anche casi di linciaggi di operatori sanitari che andavano, per esempio, a spruzzare disinfettanti. Questo è uno dei motivi per cui, per esempio, l'azione europea, in particolare quella italiana, è estremamente importante, attraverso l'opera di ong che si trovano nei territori da venti o trent'anni e sono estremamente accettate dalla popolazione;
    il livello dell'emergenza in Africa pone un tema sulla sicurezza dell'area globale e, in particolare, sulla sicurezza dei Paesi europei;
    il coordinamento delle misure sanitarie a livello europeo è sotto l'egida del Health Security Committee dell'Unione europea, che, oltre ad avvalersi della consulenza tecnica del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), si basa anche sulle raccomandazioni fornite dall'Organizzazione mondiale della sanità, la quale, al momento, non raccomanda restrizioni di viaggi o controlli all'ingresso;
    per quanto riguarda, in particolare, l'operazione Mare nostrum, di cui il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha annunciato l'imminente chiusura (da ultimo, nel corso dell'informativa urgente tenutasi alla Camera dei deputati il 16 ottobre 2014), la partecipazione del Ministero della salute con propri medici alle attività della Marina militare è volta a consentire, quando ancora i migranti sono a bordo e prima dello sbarco sul territorio italiano, i controlli sanitari per accertare la presenza e i sintomi sospetti di malattie infettive ai sensi del regolamento sanitario internazionale dell'Organizzazione mondiale della sanità;
    in caso di mancanza del medico del Ministero della salute a bordo, i controlli vengono effettuati a terra, prima dello smistamento dei migranti verso i vari centri di accoglienza;
    nonostante l'azione di prevenzione messa in campo, si sono comunque verificati casi che hanno destato l'allarme generale, in particolare per gli operatori e le forze dell'ordine quotidianamente coinvolti nelle operazioni di soccorso e di assistenza ai migranti; quest'estate, la stampa ha diffuso la notizia del caso di meningite accertato in un clandestino maliano sbarcato a Porto Empedocle ed ospite del centro d'accoglienza Villa Sikania di Siculiana, cui sono seguiti altri casi sospetti; sono stati riscontrati, hanno inoltre riassunto i media, 44 casi di scabbia, 4 di tubercolosi e, appunto, un caso di meningite;
    il pericolo di un'emergenza sanitaria non può essere sottovalutato in alcun modo, né può essere minimizzato il rischio a cui sono sottoposte in particolare le forze dell'ordine, svolgendo i servizi legati all'arrivo dei migranti: trascurare tutto questo e non portare avanti opportune iniziative di sicurezza, prevenzione e controllo è un atteggiamento che non garantisce a pieno il diritto alla tutela della salute sancito dalla Costituzione, nonché è segno di grave mancanza di rispetto e di considerazione verso gli operatori coinvolti e verso tutti i cittadini;
    il 1o novembre 2014 partirà Triton, l'operazione messa in campo da Frontex nelle acque del Mediterraneo, con un budget mensile di 2,9 milioni di euro (ovvero meno di un terzo di quanto Mare Nostrum costa all'Italia); quanto all'operatività, il mandato di Triton sembra essere il solo controllo dei confini e non il salvataggio in mare. Le navi e gli aerei impiegati potranno spingersi solo trenta miglia oltre le coste italiane e non fin davanti alle coste libiche, dove sarebbe necessario perché teatro della maggior parte dei naufragi. Non potranno, quindi, essere garantite operazioni di prevenzione come finora sono state fatte su Mare Nostrum. Il personale impiegato non potrà, infatti, come fa la Marina militare italiana, operare screening sanitari a bordo;
    è di tutta evidenza che, vista l'emergenza sanitaria, che non riguarda solo l'ebola, urge la necessità, a partire dall'operazione Triton, di un coinvolgimento e di un rafforzamento dei sistemi di controllo, sia con un'incentivazione delle procedure di sicurezza, sia con azioni di informazione più dettagliata nei confronti dei cittadini;
    è importante avviare un sistema di sorveglianza epidemiologica coordinata a livello globale, a partire dal livello europeo; è una questione di rilievo, soprattutto per l'area mediterranea, tutelare la sicurezza e la salute di quest'area geografica che ha delle esigenze particolari legate al continuo flusso di migranti provenienti da Paesi già colpiti da epidemie e ad alto rischio di contagio;
    la terrificante epidemia di ebola in almeno tre paesi dell'Africa occidentale (Nuova Guinea, Liberia e Sierra Leone) impone non soltanto di dare una risposta immediata per fermarne la diffusione, ma anche di ripensare le politiche legate alla sanità pubblica globale;
    la riunione svoltasi a Bruxelles il 16 ottobre 2014 dei Ministri della salute dell'Unione europea ha posto in evidenza l'incompletezza delle politiche sanitarie e la necessità di un maggior coordinamento tra gli Stati membri,

impegna il Governo:

   ad adottare le opportune iniziative volte a:
    a) provvedere all'interruzione dell'operazione Mare Nostrum, come già dichiarato dal Ministro dell'interno, Angelino Alfano, che ha annunciato, nel corso della recente informativa alla Camera dei deputati, la convocazione di un prossimo Consiglio dei Ministri nel corso del quale sarà stabilita e deliberata la conclusione dell'operazione;
    b) garantire, nell'ambito dell'operazione Triton, adeguati controlli sanitari direttamente a bordo delle navi;
    c) garantire massima tutela, in particolare per gli operatori sanitari e le forze dell'ordine quotidianamente coinvolti nelle operazioni di soccorso e accoglienza dei migranti, attraverso il rafforzamento delle procedure di sicurezza e dei sistemi di prevenzione e controllo del rischio sanitario, relazionando al Parlamento circa le attività portate avanti in merito;
    d) prevedere, in relazione al rischio sanitario, azioni di informazione più dettagliata nei confronti degli operatori coinvolti nelle operazioni di soccorso e accoglienza dei migranti e di tutti i cittadini;
    e) continuare nel lavoro di implementazione del coordinamento dell'attività dei singoli Ministeri della salute dei Paesi europei, che coinvolga i Ministeri degli esteri, della cooperazione e dello sviluppo e i sistemi di difesa nazionale, per attività di prevenzione e controllo del rischio sanitario;
    f) prevedere, al fine di garantire il diritto costituzionale alla salute dei cittadini, che non può essere certamente considerato inferiore al diritto di libertà di circolazione dei migranti, misure di controllo sanitario più stringenti nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo provenienti dai Paesi attualmente focolaio del virus ebola, quali Liberia, Sierra Leone e Nuova Guinea;
    g) potenziare, in accordo con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, la rete dei campi di accoglienza esistenti nei Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo, rafforzando in particolare le procedure interne delle operazioni di sicurezza e controllo per la prevenzione del rischio sanitario;
    h) prevedere, recuperando nuove risorse, l'utilizzo di monitor e strumentazione adeguata negli aeroporti, al fine di attuare operazioni di prevenzione e controllo sanitario dei passeggeri.
(1-00633)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Brunetta, Ravetto, Bergamini, Centemero, Palese».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prevenzione delle malattie

rischio sanitario

controllo sanitario