Legislatura: 17Seduta di annuncio: 283 del 04/09/2014
Primo firmatario: BASILIO TATIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014 CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 03/09/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 04/09/2014 Resoconto BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE PARERE GOVERNO 24/09/2014 Resoconto ROSSI DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA) DICHIARAZIONE VOTO 24/09/2014 Resoconto ZAN ALESSANDRO MISTO-LIBERTA' E DIRITTI - SOCIALISTI EUROPEI (LED) Resoconto ADORNATO FERDINANDO PER L'ITALIA Resoconto NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE Resoconto CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE Resoconto MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Resoconto CAUSIN ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA Resoconto ALLI PAOLO NUOVO CENTRODESTRA Resoconto VITO ELIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto SCANU GIAN PIERO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/09/2014
DISCUSSIONE IL 04/09/2014
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/09/2014
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/09/2014
NON ACCOLTO IL 24/09/2014
PARERE GOVERNO IL 24/09/2014
DISCUSSIONE IL 24/09/2014
RESPINTO IL 24/09/2014
CONCLUSO IL 24/09/2014
La Camera,
premesso che:
il progetto Joint Strike Fighter, avviato in prima istanza nel 1998 e definito nel 2002, con lo stanziamento di circa 13 miliardi di euro, non appare adeguato ai nuovi contesti di crisi internazionale che necessitano invece di maggiori iniziative diplomatiche e di sistemi d'arma in grado di tutelare le popolazioni civili;
il concetto di tale cacciabombardiere era basato su condizioni geopolitiche che non esistono più; gli eventi degli ultimi mesi mettono in risalto l'inefficacia di strumenti come l'F-35: i bombardamenti in corso in Iraq contro l'Is hanno secondo i firmatari del presente atto di indirizzo più il ruolo di lavare la coscienza dei Paesi che hanno creato quella crisi, con le scelte fatte negli ultimi 15 anni nell'area Mediorientale, che risolvere il problema;
ad oggi, il programma F-35 prevede un onere complessivo, per l'acquisizione degli aerei e il supporto logistico, stimato in circa 10 miliardi di euro, con completamento previsto nel 2027 (in media poco più di 111 milioni di euro ad aereo per 90 aerei);
a questi fondi bisogna aggiungere oltre 3 miliardi di euro, di cui circa 2,7 miliardi di euro già spesi. Nel dettaglio si tratta di:
a) 1 miliardo di dollari per la fase di sviluppo iniziale, ufficialmente completata (già pagati);
b) 900 milioni di dollari per la fase di production, sustainment, and follow-on development, completamento previsto nel 2047 (già pagati);
c) 795,6 milioni di euro per la realizzazione della linea di assemblaggio e supporto di Cameri (Faco), le cui attività dovrebbero completarsi nel 2014 (già pagati);
d) 465 milioni di euro per le attività di predisposizioni e di adeguamento infrastrutturale delle basi e dei siti di Aeronautica e Marina che ospiteranno il velivolo;
di questi risultavano già stati spesi, a fine 2012:
a) oltre 19 milioni di euro per la base di Amendola, che ospiterà 2 gruppi di volo di F-35A, su un totale previsto di oltre 100 milioni di euro;
b) 4 milioni di euro per la base di Grottaglie, su circa 140 milioni di euro previsti;
c) 10 milioni di euro per la portaerei Cavour, di cui 4,8 milioni di euro per l'adeguamento del sistema Alis (Automatic logistic information system), su un totale previsto di 87,5 milioni di euro; 3,6 milioni di euro per Cameri relativi all'adeguamento dei sistemi di ausilio alla navigazione;
accanto a questi interventi sono previste misure analoghe per la base di Decimomannu, per le quali si prevede di spendere oltre 48 milioni di euro, e per la base di Ghedi (dedicata allo strike nucleare), che ospiterà 2 gruppi di F-35A, con avvio dei primi lavori a partire dal 2016 e previsione di spesa complessiva di 87,5 milioni di euro;
la Faco risulta, ad oggi, l'unico luogo in Europa, già costruito ed operativo, per la manutenzione e l'aggiornamento dei futuri aerei F-35;
da tutte le audizioni della recente indagine conoscitiva della Commissione parlamentare difesa della Camera dei deputati sui sistemi d'arma, anche dalle più favorevoli al progetto, si evince che l'F-35 è un «proiettile d'argento», ovvero uno strumento dedicato ad alcune particolari funzioni (come il first-strike nucleare), ma, pur essendo definito come «aereo multiruolo», non è particolarmente efficiente in situazioni come il combattimento aria-aria ravvicinato (close air combat) o il supporto tattico alle forze terrestri (close air support) che richiede voli a bassa quota;
l'implicazione industriale e tecnologica (in termini di know-how) è limitata rispetto ad altri progetti già in essere. L'impatto in termini di posti di lavoro è limitato se si considera l'enormità della spesa pubblica sostenuta (la Faco offrirà al massimo 1.815 posti di lavoro); ciò non toglie che il know-how che le imprese (anche piccole e medie) implicate nel progetto (soprattutto nella gestione delle parti in titanio) potrebbero sviluppare aprirebbe a loro nuovi mercati nel settore aeronautico;
all'Italia non è consentito nessun tipo di accesso alle tecnologie caratterizzanti l'F-35. In particolare, ciò riguarda la tecnologia stealth (la palazzina delle radiomisure della Faco è interdetta all'accesso agli italiani quando i sistemi sono in funzione e sarà possibile solo tarare gli aerei italiani) e il codice sorgente del software dell'aereo. Quest'ultimo elemento impedisce qualsiasi futura integrazione italiana di nuovi o diversi sistemi sull'aereo (armi, sistemi di difesa elettronica, sensori ed altro);
inoltre, le informazioni allarmanti circa la possibilità segnalata dalla Rete italiana per il disarmo di ritardi nello sviluppo e nella risoluzione degli evidenziati, numerosi problemi di costruzione, potrebbero comportare problemi di «concurrency», anche oltre la fase di produzione iniziale a basso rateo che dovrebbe concludersi nel 2019, ovvero portare ad avere un prodotto in fase di piena produzione con problemi da risolvere ancora (e non risolti nella fase di produzione iniziale a basso rateo) e che dovrà essere richiamato per la correzione dei problemi, con un aumento di costi incalcolabile;
gli F-35 sono ispirati ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo ad una modalità di difesa che non rientra nell'alveo dei dettami dell'articolo 11, comma 1, della Costituzione. L'acuirsi delle tensioni e delle guerre di queste settimane – Ucraina, Gaza, Iraq, Siria e Libia – impongono al contrario un cambio di strategia politica e militare a livello internazionale. Appare anacronistico proseguire con l'acquisizione di sistemi d'arma costosissimi ma inadatti ad intervenire nelle moderne aree di crisi;
la decisione del governo Usa di ammodernare le bombe nucleari di stanza nelle basi di Ghedi ed Aviano per renderle compatibili con gli F-35 presuppone che l'Italia diventi la linea più avanzata della deterrenza nucleare della Nato, contraddicendo spirito e lettera dell'adesione dell'Italia al Trattato di non proliferazione nucleare,
impegna il Governo:
a cancellare la partecipazione dell'Italia al programma Joint Strike Fighter e a sospendere immediatamente qualsiasi attività contrattuale;
in subordine all'impegno precedente:
a) a sospendere immediatamente l'attività contrattuale dei velivoli F-35B dei prossimi lotti previsti, al fine di conseguire risparmi stimati, di spese in conto corrente, di circa 560 milioni di euro;
b) a sospendere l'attività contrattuale fino alla fase di piena produzione, posto che, in base alle proiezioni presentate dal General accounting office degli Stati Uniti relativamente all'auspicata riduzione del prezzo unitario degli F-35 costruiti nella fase di piena produzione che sarà avviata nel 2019, rispetto a quelli prodotti nella fase di produzione iniziale a basso rateo attualmente in corso, il solo rinvio dell'acquisto dei 24 aerei che l'Italia prevede di acquistare entro il 2019 comporterebbe un risparmio di almeno un miliardo di dollari (i 24 aerei costerebbero in tutto circa 2,27 miliardi di dollari, anziché 3,35 miliardi di dollari), senza contare che detti velivoli non richiederebbero i successivi interventi di ammodernamento causati dal fenomeno della «concurrency»;
c) ad avviare comunque la rinegoziazione con il Joint program office delle funzioni della Faco e delle capacità industriali connesse, giacché la Faco (final assembly and check out) è di proprietà dello Stato e potrà per questo essere utilizzata come centro di manutenzione, anche se Lockheed Martin decidesse di annullare la produzione a Cameri e, conseguentemente, ad avviare una valutazione degli investimenti che impattano sulle aziende italiane collegate al Joint Strike Fighter, al fine di mantenere la loro capacità di sviluppo industriale e know-how acquisibile;
a ridurre il fondo appositamente creato nel 2002 di spese in conto capitale che prevede il finanziamento del progetto Joint Strike Fighter, liberando così immediatamente risorse impegnate per i prossimi anni;
ad avviare da subito una prima fase di sospensione del progetto, al netto dei lotti già contrattualizzati definitivamente (LRIP 6 e LRIP 7 per 6 aerei) e della valutazione dello stato di acquisizione dei lotti successivi (LRIP 8, LRIP 9, LRIP 10 e LRIP 11).
(1-00577) «Basilio, Rizzo, Artini, Paolo Bernini, Corda, Frusone, Tofalo, Manlio Di Stefano, Di Battista, Sibilia, Del Grosso, Grande, Spadoni, Scagliusi, Carinelli».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):piccole e medie imprese
aereo
industria aeronautica