ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00508

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 248 del 18/06/2014
Abbinamenti
Atto 1/00495 abbinato in data 18/06/2014
Atto 1/00499 abbinato in data 18/06/2014
Atto 1/00500 abbinato in data 18/06/2014
Atto 1/00503 abbinato in data 18/06/2014
Atto 1/00507 abbinato in data 18/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 18/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 18/06/2014
QUINTARELLI GIUSEPPE STEFANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 18/06/2014


Stato iter:
18/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 18/06/2014
Resoconto BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/06/2014
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto MARAZZITI MARIO PER L'ITALIA
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BERNARDO MAURIZIO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GUERINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/06/2014

ACCOLTO IL 18/06/2014

PARERE GOVERNO IL 18/06/2014

DISCUSSIONE IL 18/06/2014

APPROVATO IL 18/06/2014

CONCLUSO IL 18/06/2014

Atto Camera

Mozione 1-00508
presentato da
GALGANO Adriana
testo di
Mercoledì 18 giugno 2014, seduta n. 248

   La Camera,
   premesso che:
    la Quinta relazione annuale sull'immigrazione e l'asilo relativa al 2013, presentata dalla Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio evidenzia come la migrazione legale possa costituire un vero e proprio strumento di crescita, soprattutto in relazione all'acuirsi delle carenze del mercato del lavoro in determinate zone, all'assenza delle competenze necessarie e all'impatto di una popolazione in progressivo invecchiamento sulla produttività e competitività. Nello specifico, nel 2013 svariate iniziative si sono occupate del contributo degli immigrati alla crescita economica e hanno raccolto conferme del vantaggio associato a una migrazione opportunamente gestita e alla mobilità commerciale. Rappresenta un valido esempio il piano d'azione «Imprenditorialità 2020», che delinea un'azione volta a sprigionare le potenzialità imprenditoriali dell'Europa, a rimuovere gli ostacoli e a rivoluzionare la cultura dell'imprenditorialità, testimonianza del fatto che i migranti rappresentano un importante bacino di imprenditori potenziali in Europa;
    la citata relazione evidenzia l'importanza che l'Unione europea e gli Stati membri proseguano e intensifichino il loro operato nel campo dell'immigrazione, dell'asilo e della gestione delle frontiere, rafforzando l'impegno per la lotta alla violenza e alla discriminazione contro gli immigrati e promuovendone attivamente l'integrazione nella società, combattendo razzismo e xenofobia, che possono costituire un deterrente per tutti gli immigrati, compresi quelli altamente qualificati, a scegliere l'Europa come destinazione;
    la necessità di rispondere a situazioni di crisi, impone all'Unione europea di misurarsi con la sfida di garantire la ripresa economica e la crescita;
    un'immigrazione opportunamente regolata, che sappia coniugare il controllo dei flussi migratori con la doverosa solidarietà nei confronti delle persone spinte dalla necessità ad emigrare, può contribuire a dare slancio all'economia, garantendo l'accesso alle competenze necessarie e in grado di far fronte alle carenze del mercato del lavoro;
    il 2013 è stato un anno di negoziati intensi sulla legislazione europea in materia di migrazione legale. Con l'adozione della direttiva 2014/36/UE del 26 febbraio 2014 si è intervenuti per la prima volta in merito all'occupazione stagionale, principalmente con riferimento a immigrati poco qualificati e alla migrazione circolare, vale a dire gli immigrati che trascorrono brevi periodi nell'Unione europea per poi rientrare in un paese terzo allo scadere del loro contratto. Una volta che la direttiva sarà recepita dalla legislazione nazionale entro il 30 settembre 2016, i lavoratori stagionali godranno di parità di trattamento rispetto ai cittadini degli Stati membri ospiti in termini di condizioni di assunzione e di lavoro, e spetterà agli Stati membri verificare che tali lavoratori abbiano accesso ad alloggi adeguati. È evidente che la presenza di maggiori controlli ridurrà il rischio di occupazione irregolare e di sfruttamento dei gruppi vulnerabili;
   la libera circolazione dei lavoratori è una delle quattro libertà dei cittadini dell'Unione europea. Essa include i diritti di circolazione e di soggiorno dei lavoratori, i diritti di ingresso e di soggiorno dei loro familiari e il diritto di svolgere un'attività lavorativa in un altro Stato membro. Questi diritti sono soggetti a talune restrizioni che riguardano, in particolare, i diritti di ingresso e di soggiorno e il diritto di accesso a posti nella pubblica amministrazione. Inoltre, in alcuni paesi si applicano restrizioni per i cittadini provenienti dai «nuovi» Stati membri;
   tuttavia l'articolo 45 del TFUE sancisce, sopra ogni cosa, la libera circolazione dei lavoratori come uno dei princìpi fondamentali dell'Unione europea, un diritto fondamentale dei lavoratori, che comporta l'abolizione di qualsiasi discriminazione basata sulla nazionalità tra i lavoratori degli Stati membri per quanto riguarda l'occupazione, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro e d'impiego. Questo principio è applicato nel diritto dell'Unione finalizzato a garantire il pieno esercizio dei diritti conferiti ai cittadini dell'Unione e ai loro familiari;
    il trattato dell'Unione europea si basa sul rispetto delle condizioni di lavoro e di impiego nel territorio dello Stato membro ospitante, vale a dire che i lavoratori che sono cittadini di un altro Stato membro non possono essere trattati in modo diverso rispetto ai lavoratori di quest'ultimo Stato in ragione della loro nazionalità, in particolare per quanto attiene all'assunzione, al licenziamento e alla remunerazione. La parità di trattamento si applica anche in materia di formazione professionale e di misure di riqualificazione. I cittadini di uno Stato membro che lavorano in un altro Stato dell'Unione beneficiano degli stessi vantaggi sociali e fiscali e dello stesso accesso all'alloggio dei lavoratori nazionali, e hanno diritto alla parità di trattamento per quanto riguarda l'esercizio dei diritti sindacali;
    nella Risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2014 sulle ispezioni sul lavoro efficaci come strategia per migliorare le condizioni di lavoro in Europa, il Parlamento invita la Commissione a riesaminare la legislazione e a monitorare l'attuazione e il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori migranti dell'Unione europea;
    inoltre, nella medesima risoluzione si chiede agli Stati membri, in caso di abusi accertati dagli ispettori del lavoro o segnalati, di tutelare i lavoratori interessati e gli eventuali informatori coinvolti e di metterli in condizione di far valere i loro diritti e si sottolinea l'importanza di tutelare i lavoratori migranti in situazione irregolare ritenendo che ciò debba rappresentare una delle aree problematiche su cui intervenire, La risoluzione rammenta in proposito agli Stati membri la Convenzione OIL sui lavoratori migranti (disposizioni complementari) del 1975;
    la direttiva 2014/54/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014 relativa alle misure intese ad agevolare l'esercizio dei diritti conferiti ai lavoratori nel quadro della libera circolazione dei lavoratori, dispone all'articolo 3 che gli Stati membri provvedano affinché, previo eventuale ricorso ad altre autorità competenti, ove lo ritengano opportuno, a procedure di conciliazione e possano accedere a procedimenti giudiziari finalizzati all'attuazione degli obblighi ai sensi dell'articolo 45 TFUE e degli articoli da 1 a 10 del regolamento (UE) n. 492/2011, tutti i lavoratori dell'Unione e i loro familiari che ritengano di aver subito o di subire restrizioni e ostacoli ingiustificati al diritto di libera circolazione o che si considerino lesi dalla mancata applicazione nei loro confronti del principio della parità di trattamento, anche dopo la cessazione del rapporto in cui si asserisce si siano verificati la restrizione e l'ostacolo o la discriminazione;
    diversi studi effettuati periodicamente evidenziano, come la forza lavoro mobile apporti benefici ai paesi ospitanti. I lavoratori mobili integrano la forza lavoro nazionale colmando le carenze di manodopera, hanno maggiori probabilità di trovare un lavoro ed essendo generalmente in età lavorativa – quindi in media più giovani rispetto alla popolazione del Paese ospitante – hanno meno probabilità di ricevere prestazioni, per cui sono di norma contribuenti netti alle finanze pubbliche;
    la libera circolazione dei lavoratori è soprattutto una risorsa per tutti i Paesi dell'Unione europea. La mobilità può contribuire a combattere i livelli elevati di disoccupazione presenti in alcuni Stati membri e a colmare le carenze di competenze e di manodopera esistenti in altri. Per questo motivo la Commissione si sta inoltre adoperando per migliorare ulteriormente l'efficacia di EURES, la rete paneuropea per la ricerca di lavoro, affinché un maggior numero di candidati in tutta l'Unione europea possa avere accesso a più offerte di lavoro (IP/14/26 e MEMO/14/23);
    l'Europa ha l'esigenza di riprendere a crescere e a questo scopo è importante e urgente che tutti i Paesi europei membri utilizzino le risorse finanziare che l'Unione europea mette a loro disposizione, che invece non sono state utilizzate appieno;
    il Fondo asilo, migrazione e integrazione dell'Unione europea ha una dotazione globale per il periodo 2014-2020 di 3.137 milioni di euro, di cui 2.752 milioni di euro per i programmi nazionali degli Stati membri, e 385 milioni di euro per le azioni dell'Unione, l'assistenza emergenziale, la rete europea sulle migrazioni e l'assistenza tecnica della Commissione. Nell'ambito di tale fondo per il periodo 2014-2020 all'Italia sono assegnati 310,3 milioni di euro;
    nell'ambito del Fondo dell'Unione europea per la sicurezza interna è stato inoltre istituito lo strumento di sostegno finanziario per le frontiere esterne e i visti con una dotazione pari a 2.760 milioni di euro per il periodo 2014-2020 di cui 1.551 milioni di euro per i programmi nazionali degli Stati membri; nell'ambito di tale strumento all'Italia sono assegnati 156,3 milioni di euro,

impegna il Governo:

   a farsi promotore in sede di Unione europea di verifiche puntuali dei programmi di utilizzo delle risorse finanziarie messe a disposizione dei Paesi membri per programmi relativi alla gestione dei flussi migratori e all'integrazione, delle regole che disciplinano l'utilizzo di tali risorse, nonché dei risultati che tali programmi producono;
   ad attuare ogni misura atta ad utilizzare tali risorse in Italia e, visto l'alto interesse nazionale che l'utilizzo di tali risorse presenta, a riferire periodicamente alle Camere sullo stato di avanzamento dell'utilizzo;
   a rafforzare e a intensificare con ogni iniziativa normativa la cooperazione tra gli Stati membri, consentendo in particolare il miglioramento e l'efficacia delle condizioni di lavoro in tutti gli Stati membri, garantendo adeguate politiche di sicurezza e protezione sociale per i cittadini europei e per i migranti;
   a migliorare l'applicazione e il controllo del rispetto delle norme dell'Unione europea in materia di libera circolazione dei lavoratori, come evidenziato nella direttiva 2014/54/UE del Parlamento europeo e del Consiglio;
   a promuovere nuove iniziative normative più efficaci e coordinate a livello dell'Unione con riferimento alle condizioni di lavoro e alla protezione dei diritti dei lavoratori, così come avviene nel settore della salute e della sicurezza sul lavoro in tutti gli Stati membri;
   a promuovere un potenziamento della rete di servizi messi a punto da EURES, la rete paneuropea per la ricerca di lavoro, con l'obiettivo di migliorare l'offerta di lavoro, accrescere le possibilità di incontro tra domanda e offerta di lavoro e aiutare i datori di lavoro, in particolare le piccole e medie imprese, ad assumere personale più competente e in tempi più brevi.
(1-00508) «Galgano, Antimo Cesaro, Quintarelli».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

libera circolazione dei lavoratori

lavoratore migrante

lotta contro la discriminazione

condizioni di lavoro

diritto del lavoro

lavoro stagionale

migrante