ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00474

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 233 del 26/05/2014
Abbinamenti
Atto 1/00426 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00473 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00477 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00476 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00478 abbinato in data 26/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: COVA PAOLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2014
BIANCHI DORINA NUOVO CENTRODESTRA 28/05/2014
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 28/05/2014
ZACCAGNINI ADRIANO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 28/05/2014
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
FERRARI ALAN PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
BOSSA LUISA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
BRAGANTINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
CAPONE SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
CASATI EZIO PRIMO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
FOSSATI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
GELLI FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
IORI VANNA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
PATRIARCA EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
PICCIONE TERESA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
SCUVERA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2014
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 28/05/2014
CATALANO IVAN MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 28/05/2014


Stato iter:
28/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/05/2014
Resoconto COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/05/2014
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 28/05/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 28/05/2014
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO MISTO
Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PICCONE FILIPPO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO GOVERNO 28/05/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 28/05/2014
Resoconto BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/05/2014

DISCUSSIONE IL 26/05/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/05/2014

ATTO MODIFICATO IL 28/05/2014

ACCOLTO IL 28/05/2014

PARERE GOVERNO IL 28/05/2014

DISCUSSIONE IL 28/05/2014

APPROVATO IL 28/05/2014

CONCLUSO IL 28/05/2014

Atto Camera

Mozione 1-00474
presentato da
COVA Paolo
testo presentato
Lunedì 26 maggio 2014
modificato
Mercoledì 28 maggio 2014, seduta n. 235

   La Camera,
   premesso che:
    secondo le stime dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), delle 100 specie di colture che forniscono il 90 per cento di prodotti alimentari in tutto il mondo, 71 sono impollinate dalle api;
    nonostante la grande moria di alveari verificatasi dal 2008, l'Italia è al quarto posto in Europa con un patrimonio apistico di 1.300.000 alveari, 50.000 apicoltori, per un fatturato complessivo di 60 milioni di euro che arriva a 2,5 miliardi di euro se si considera l'incremento produttivo che le api generano in agricoltura attraverso l'impollinazione;
    l'esportazione di miele, supportata dai sistemi di certificazione che ne garantiscono la qualità come quello del biologico, della denominazione di origine protetta e dell'indicazione geografica protetta, contribuisce ad incrementare il valore dell’export agroalimentare italiano grazie ai circa 10 mila quintali venduti ogni anno in Europa, Stati Uniti, Giappone e Paesi Arabi;
    in Italia l'apicoltura, considerata «attività agricola», ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile, costituisce, secondo la legge 24 dicembre 2004, n. 313, un settore di interesse nazionale utile per la conservazione dell'ambiente naturale, dell'ecosistema e dell'agricoltura in generale ed è finalizzata a garantire l'impollinazione naturale e la biodiversità di specie apistiche, con particolare riferimento alla salvaguardia della razza di ape italiana (apis mellifera ligustica spinola) e delle popolazioni di api autoctone tipiche o delle zone di confine;
    l'articolo 5 della legge n. 313 del 2004 prevede, in particolare, che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali predisponga il «documento programmatico per il settore apistico» anche sulla base di quanto disposto dall'articolo 1 del regolamento (CE) n. 797/2004 del Consiglio del 26 aprile 2004 relativo alle azioni dirette a migliorare le condizioni della produzione e della commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura;
    il documento programmatico per il settore apistico sottolinea come, per la salute degli alveari, non sia più possibile prescindere da una corretta gestione igienico-sanitaria basata su specifiche ed efficaci misure di profilassi;
    nonostante l'impegno delle regioni nel combattere la moria delle api attraverso i programmi apistici regionali, anche nel 2014, il servizio «spia» (squadra di pronto intervento apistico) del progetto di monitoraggio Beenet, sotto l'egida del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha ricevuto decine e decine di segnalazioni da tutta Italia;
    le api sono contemplate nella Strategia dell'Unione europea 2007-2013 per la salute degli animali e nella legislazione sulla certificazione sanitaria di salute animale, che prevede i requisiti per i movimenti di api fra gli Stati membri (direttiva 92/65/CEE);
    il regolamento (CE) 1107/2009 ha, inoltre, stabilito che un prodotto fitosanitario possa essere autorizzato soltanto se, alla luce di un'adeguata valutazione del rischio, fondata su orientamenti per l'esecuzione di test riconosciuti a livello comunitario o internazionale, sia stabilito che, nelle condizioni d'utilizzo proposte, tale prodotto comporti un'esposizione trascurabile per le api, o non abbia alcun effetto inaccettabile acuto o cronico per la sopravvivenza e lo sviluppo della colonia, tenendo conto degli effetti sulle larve e sul comportamento delle api;
    a maggio del 2012, nel contesto della propria strategia per combattere la diminuzione del numero di api, la Commissione europea ha stanziato 3,3 milioni di euro a sostegno di 17 Stati membri che stanno effettuando studi di sorveglianza volti a raccogliere ulteriori informazioni sulle perdite di colonie di api da miele;
    secondo una relazione dell'Efsa, pubblicata il 13 marzo 2014, sul lavoro di valutazione del rischio ambientale per le api svolto nell'Unione europea, occorre una cooperazione più intensa tra agenzie, Stati membri e ricercatori per una migliore comprensione di come i fattori multipli di stress danneggino la salute delle api;
    per limitare la moria delle api l'Efsa ha, pertanto, proposto la creazione di una rete che comprenda il «Gruppo interservizi per le api» della Commissione europea, il laboratorio europeo di riferimento per la salute delle api, organismi degli Stati membri, come l'Agenzia francese per la sicurezza alimentare Anses, altre agenzie dell'Unione europea, come l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) e organizzazioni internazionali;
    secondo il rapporto «Api, il bottino avvelenato», di Greenpeace international, pubblicato il 16 aprile 2014, che riporta i dati del più vasto studio condotto a livello europeo su oltre 100 campioni prelevati contemporaneamente in 12 Paesi, due pallottoline su tre, del carico di ciascuna ape bottinatrice, è contaminato da un micidiale cocktail di molecole tossiche (insetticidi, acaricidi, fungicidi ed erbicidi);
    i risultati dell'indagine hanno evidenziato che una delle più rilevanti cause della moria di api sia da attribuirsi all'impiego dei neonicotinoidi nella concia delle sementi di mais; la sospensione cautelativa di tali prodotti predisposta dal Governo ha prodotto, infatti, effetti benefici e la stessa Unione europea ha approvato, il 25 maggio 2013, la messa al bando di tre pesticidi appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi;
    per descrivere il fenomeno della moria delle api, alcuni scienziati americani hanno studiato il colony collapse disorder, una sindrome dello spopolamento degli alveari caratterizzata dalla rapida perdita della popolazione di api operaie adulte, per la quale non è stata individuata un'unica causa, ma sono stati indicati diversi fattori concomitanti, che agiscono in combinazione fra loro o separatamente;
    fra i predetti fattori si annoverano, oltre ai noti effetti dell'agricoltura intensiva e dell'uso di pesticidi, la scarsa o del tutto insufficiente alimentazione delle api, i virus, tra i quali la peste americana, Nosema spp, Covata calcificata causata da Ascospherosi, gli attacchi di agenti patogeni e delle specie invasive, come, ad esempio, l'acaro varroa (Varroa destructor), la vespa asiatica (Vespa velutina), il piccolo scarabeo dell'alveare (Aethina tumida) e l'acaro Tropilaelaps, i vegetali geneticamente modificati e i cambiamenti ambientali, quali la frammentazione e perdita dell’habitat;
    a differenza degli altri animali non è la singola ape ad essere allevata ma il super organismo, comunemente definito «colonia», costituito dall'insieme degli insetti e da tutti gli elementi che solidalmente ne fanno parte (le differenti caste di api, la covata, i diversi tipi di favi, le riserve di miele, di polline, la propoli, l'arnia in cui è contenuta);
    per tali ragioni l'allevamento delle api comporta una notevole specializzazione da parte degli apicoltori in quanto l'accudimento si svolge principalmente sulla base di osservazioni effettuate durante la visita delle colonie; la conduzione delle colonie richiede, quindi, una grande abilità e un intervento professionale continuativo da parte dei veterinari pubblici e privati quando si verifichino patologie a carico dell'alveare; lo stesso sistema «spia», in maniera incomprensibile, non prevede la figura del medico veterinario per le api;
    per poter definire una politica sanitaria di profilassi e prevenzione è necessaria la diagnosi di infezione o infestione o inquinamento dell'alveare da parte del veterinario aziendale libero professionista, che rileva le manifestazioni cliniche o subcliniche e le indagini di laboratorio e le comunica al servizio veterinario pubblico;
    una politica pubblica di profilassi deve, dunque, prevedere la formazione degli apicoltori e delle altre figure professionali che collaborano con loro (responsabili veterinari specializzati, istituti di ricerca e tecnici specializzati) ed attuare politiche sanitarie con la piena collaborazione e l'aiuto delle associazioni apistiche;
    attualmente i veterinari dotati di conoscenze apistiche adeguate sono molto pochi, talvolta completamente mancanti, pertanto non disponibili a intraprendere ispezioni in campo su vasta scala, quali visite complete di tutti gli alveari prima di prescrivere un medicinale veterinario;
    l'obiettivo da perseguire è, dunque, quello di disporre di una rete geografica di sufficienti competenze veterinarie nell'ambito di ciascuna regione;
    le differenze tra le api e le altre specie allevate non permettono, infatti, l'utilizzazione di prodotti farmaceutici per trasposizione e i farmaci che molti allevatori utilizzano hanno una ricaduta negativa sulla salute umana, in quanto non prevedono tempi di sospensione adeguati ad impedire che tali farmaci finiscano nella catena alimentare umana;
    la mancanza di medicinali, preventivi e curativi, efficaci per la lotta contro le diverse malattie o parassiti, e la sottovalutazione dei rischi dei residui conseguente all'assenza di metabolizzazione delle molecole facilitano e incoraggiano l'utilizzazione diffusa di sostanze chimiche illegali;
    l'Unione europea vieta l'uso di farmaci, antibiotici e sulfamidici in apicoltura proprio perché non si calcolano i tempi di sospensione; in particolare, non sono determinati i tempi di lmr (livello massimo di residuo) e comunque, indipendentemente da questo, la presenza dell'antibiotico permarrebbe all'interno dell'alveare trattato e inquinerebbe in maniera permanente la matrice dell'alveare, sensibilizzando le api per più tempo, anche successivamente ai trattamenti antibiotici; inoltre, le api trattate con antibiotici potrebbero distribuirlo sulle piante e sui fiori che vanno ad impollinare, determinando un ulteriore inquinamento del territorio,

impegna il Governo:

   al fine di consentire una corretta diagnosi del fenomeno della mortalità delle api, a promuovere un'indagine epidemiologica sulla presenza di malattie infettive e parassitarie delle api effettuata dai veterinari aziendali libero professionali, in collaborazione con i veterinari pubblici dipendenti e con la rete del sistema sanitario nazionale, servizio profilassi;
   ad adottare una politica pubblica di profilassi che preveda necessariamente e diffusamente una seria formazione degli apicoltori ed il loro accompagnamento ad opera di personale veterinario specializzato;
   a favorire, per una loro giusta attuazione, lo sviluppo di adeguate politiche sanitarie a livello nazionale, con la piena collaborazione delle associazioni apistiche;
   a ribadire il divieto dell'uso di antibiotici e di sulfamidici nell'allevamento delle api, in linea con quanto stabilito dalla normativa europea e italiana che ne vieta l'utilizzo in considerazione del fatto che non è possibile determinare i tempi di lmr (livello massimo di residuo) e che la presenza dell'antibiotico permane all'interno dell'alveare a tempo indeterminato, sensibilizzando le api per più tempo anche in assenza di trattamenti antibiotici che riassumono il farmaco dalla matrice dell'alveare stesso;
   ad attuare una politica pubblica di profilassi e di prevenzione per affrontare le problematiche conseguenti alle patologie degli alveari, con lo scopo di impostare una medicina preventiva sulle api, attraverso l'aiuto e la piena collaborazione tra le associazioni apistiche e i veterinari pubblici e libero professionisti per favorire forme adeguate di tutela della salute delle api e di controllo sulla salubrità dei prodotti apistici;
   ad attuare, anche all'interno del piano di azioni per l'agroalimentare «Campolibero» promosso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, un piano di assistenza tecnica volto a rafforzare le attività di supporto agli apicoltori (formazione, addestramento, informazione) per migliorare la conoscenza della salute dell'ape e la profilassi diretta in apiario ad opera di personale veterinario specializzato, personale ad oggi non previsto nei progetti «spia» e Beenet;
   ad assumere iniziative per migliorare, per quanto riguarda i veterinari, la conoscenza dell'ape e la formazione in patologia apistica, implementando lo sviluppo di formazione specifica in apicoltura negli studi universitari di medicina veterinaria e creando una rete di esperti in grado di fornire supporto ai veterinari per le visite di campo;
   ad assumere iniziative per sviluppare laboratori in grado di coprire l'intera gamma di analisi necessarie alla diagnostica delle problematiche dell'apicoltura, anche al fine di valutare gli effetti dei pesticidi sugli impollinatori e ridurne l'utilizzo, di stimolare ricerca e sviluppo di tecniche non inquinanti per la gestione dei parassiti e di promuovere la diffusione di pratiche agricole ecologiche;
   ad aumentare il monitoraggio e i controlli per evitare l'introduzione di parassiti emergenti e a implementare azioni per contribuire a contrastare l'attuale presenza e un'ulteriore diffusione della vespa velutina, fornendo linee guida alle associazioni degli apicoltori sulle azioni da intraprendere in caso di rinvenimento di nuove parassitosi e patologie;
   a sostenere lo sviluppo di una rete di centri tecnici di riferimento diffusi in ogni regione, in grado di adottare misure per aumentare la diversità floreale mellifera e pollinifera, al fine di assicurare alle api un'alimentazione di qualità;
   a limitare il carico di burocrazia sulla professione di apicoltore e a gestire le patologie entro limiti che non presentino rischi per gli allevatori, definendo metodiche chiare e semplici da seguire e diffondere nel mondo apistico;
   a sostenere in sede europea il bando dei tre pesticidi neonicotinoidi, principale causa della moria delle api (evitando quanto accaduto nel maggio 2013 quando fu impedito il raggiungimento della prevista maggioranza qualificata dei due terzi per il bando permanente), assumendo iniziative per colmare alcune carenze con cui è stato concepito il provvedimento comunitario, in particolare integrando nel divieto anche le serre e le coltivazioni apparentemente non attrattive per le api quali i cereali invernali;
   ad assumere iniziative al fine di allargare l'estensione del bando a tutte le sostanze di sintesi chimica riconosciute dannose e letali per le api e gli insetti impollinatori, risultando insufficienti le restrizioni incluse nell'attuale divieto temporaneo di due anni che si applicano solo su una parte dei pesticidi tossici per le api attualmente in commercio in Europa;
   ad assumere ogni iniziativa di competenza in relazione ai trattamenti antiparassitari con prodotti fitosanitari ed erbicidi tossici per le api, al fine di salvaguardarne l'azione pronuba non solo durante il periodo di fioritura ma anche in quello di melata;
   ad attivare immediatamente un tavolo tecnico coinvolgendo le associazioni di apicoltori riconosciute a livello nazionale, l'Ispra, gli enti di ricerca universitari ed istituzionali e l'Efsa, per individuare lo «stato dell'arte» e le linee guida per l'eradicazione della vespa velutina e degli altri patogeni e parassiti che minacciano le api e per la formazione degli apicoltori, al fine dell'individuazione e dell'ubicazione dei nidi e degli esemplari di calabrone asiatico;
   a promuovere una rete geografica di adeguate competenze veterinarie nell'ambito di ciascuna regione.
(1-00474)
(Nuova formulazione).  «Cova, Massimiliano Bernini, Dorina Bianchi, Caon, Zaccagnini, Oliverio, Lenzi, Luciano Agostini, Antezza, Anzaldi, Carra, Cenni, Covello, Dal Moro, Ferrari, Fiorio, Marrocu, Mongiello, Palma, Taricco, Tentori, Terrosi, Valiante, Venittelli, Zanin, Amato, Argentin, Beni, Bossa, Paola Bragantini, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Gelli, Grassi, Iori, Miotto, Murer, Patriarca, Piccione, Sbrollini, Scuvera, Franco Bordo, Catalano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

apicoltura

politica sanitaria

prevenzione delle malattie

prodotto farmaceutico

antiparassitario

produzione vegetale