ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00316

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 155 del 20/01/2014
Abbinamenti
Atto 1/00168 abbinato in data 20/01/2014
Atto 1/00315 abbinato in data 20/01/2014
Atto 1/00317 abbinato in data 20/01/2014
Atto 1/00318 abbinato in data 20/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: BATTELLI SERGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2014
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2014
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2014
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2014
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2014
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2014
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2014
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2014
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 14/04/2014


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/01/2014
Resoconto BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/01/2014
Resoconto RAMPI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/01/2014

DISCUSSIONE IL 20/01/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/01/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 14/04/2014

Atto Camera

Mozione 1-00316
presentato da
BATTELLI Sergio
testo di
Lunedì 14 aprile 2014, seduta n. 211

   La Camera,
premesso che:
la legge 22 aprile 1941, n. 633, sul diritto d'autore, stabilisce che sia la Siae, ente pubblico economico, cioè un ente pubblico con un capitale proprio ed autonomia giuridica, a detenerne il monopolio;
concedere le licenze di utilizzo di un'opera per conto dell'autore, incassare i proventi del diritto d'autore e redistribuirli tra gli aventi diritto, sono attività totalmente affidate a questo ente; pertanto, non c’è concorrenza, non c’è competizione di mercato ed è espressamente vietato dalla legge costituire un'azienda con le stesse competenze;
in base ad una delibera della Commissione europea, nel 2008, il diritto d'autore e diritto connesso possono essere gestiti in regime di concorrenza sui territori nazionali e a livello transnazionale. Un'ulteriore proposta del luglio del 2012 su iniziativa del Commissario europeo Michel Barnier ha dettato la linea sulla «gestione collettiva dei diritti d'autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l'uso online nel mercato interno». In base a tale delibera viene abolito, di fatto, il monopolio in tema di intermediazione dei diritti d'autore e connessi e liberalizzato il mercato: di conseguenza, ogni autore (o artista e casa discografica) ha oggi facoltà di «spacchettare» i suoi diritti, aderendo a molteplici società di collecting e assegnando a ciascuna di esse la gestione di uno specifico diritto;
da molti anni la Siae, ente nato per tutelare i diritti degli autori di opere intellettuali, in realtà tutela quasi esclusivamente gli interessi dei grandi editori, producendo provvedimenti che – in ragione dei soli fini lucrativi di questi – determinano una politica del diritto d'autore aggressiva e repressiva, in contrasto con lo spirito e la filosofia dei nuovi mezzi e delle nuove tecnologie, quali quelli informatici, che promuovono, al contrario, la condivisione ed il libero scambio di materiale testuale, video ed audio, e dunque di idee, opere e creazioni, che non va necessariamente in direzione di un lucro, ma molto più spesso verso finalità di arricchimento sociale e culturale. Abolire o rivedere profondamente il ruolo della Siae porterebbe grandi benefici a tutti, sia che si tratti di artisti che di consumatori;
non si può non precisare che, oltre ad una contorta ed inefficiente gestione dei diritti degli artisti italiani, la Siae acquisisce il cosiddetto «equo compenso»; essa, inoltre, ha di recente incominciato a pretendere il pagamento di una licenza per il diritto d'autore anche ai siti web che pubblicano trailer cinematografici; infine, il 65 per cento degli artisti registrati alla Siae alla fine dell'anno percepisce in ripartizione dei diritti meno di quanto versa all'ente per la quota di iscrizione;
è conclamato che i ricavi della Siae non vengono correttamente distribuiti, quindi per le realtà medio-piccole i risparmi, a partire dal costo del bollino per arrivare alla tassazione sui live, superano di gran lunga gli eventuali ricavi;
peraltro, come si ricorda, nella XVI legislatura il Ministro per i beni e le attività culturali pro tempore era stato costretto a procedere al commissariamento della Società italiana degli autori ed editori, considerata l'impossibilità di funzionamento degli organi deliberativi e la mancata approvazione del bilancio preventivo con i danni da ciò scaturenti;
l'inefficienza ed i costi di gestione della Siae sono noti: stando al bilancio 2010 la Siae, infatti, poteva contare su 1346 dipendenti e 56 dirigenti, quindi un numero assolutamente sproporzionato per le attività attribuite a tale organismo dalla legge;
fare musica dal vivo, in linea con tutte le normative, è sempre più difficile, in quanto un groviglio di permessi, licenze ed autorizzazioni rende oneroso e complicato organizzare momenti di ascolto live: sia per chi la musica la fa che per chi la ospita; la Siae dichiara di avere fondi a sostegno degli artisti emergenti, ma di questi fondi non vi è traccia; piuttosto, essa aveva un fondo per una previdenza ad artisti che hanno smesso di lavorare, fondi che erano finanziati dagli stessi artisti e con la ristrutturazione della società sono stati azzerati;
inoltre, non può non destare dubbi il fatto che nel 2012, per la prima volta, dopo i bilanci in perdita degli ultimi 20 anni, i conti della società sono tornati in attivo grazie ad una serie di interventi posti in essere dalla gestione commissariale;
è un dato innegabile che un ente pubblico economico, chiamato a svolgere importanti funzioni pubblicistiche nel settore dei diritti di autore, regga i propri conti, ormai, prevalentemente, grazie ad attività e soluzioni finanziarie che non hanno niente a che vedere con il diritto d'autore;
non può costituire una giustificazione l'affermazione del direttore generale della società, secondo la quale «negli ultimi anni la crisi ha cominciato a farsi sentire anche nei settori di interesse della Siae»;
riportando i dati ricavati da un'inchiesta giornalistica al riguardo, l'analisi della gestione dei diritti d'autore da parte della Siae, come sintetizzata dai punti che seguono, appare alquanto deprimente;
dai dati pubblicati dalla Cisac – l'associazione di tutte le più grandi collecting society del mondo – nel suo rapporto 2013, ancorché basato sui dati 2011, si evince che, nel 2011, infatti, nel mondo le collecting society hanno complessivamente incassato, a titolo di diritti d'autore, 7,6 miliardi di euro ovvero l'1 per cento in più di quanto incassato l'anno precedente;
la crisi, dunque, non c'entra con le difficoltà della Siae e non può divenire alibi di inefficienze come quella relativa alla raccolta dei diritti d'autore per gli utilizzi attraverso i canali digitali. Mentre, infatti, nel mondo tale raccolta ha fatto registrare, nel 2011, un aumento del 55 per cento, in Italia – sebbene il bilancio della Siae si riferisca all'esercizio 2012 – è diminuita in percentuale superiore rispetto a quella di ogni altro settore;
nel 2012, infatti, la Siae, ha incassato – a titolo di diritti d'autore – oltre 25 milioni di euro in meno rispetto a quanto incassato nel 2011;
c’è da preoccuparsi se si considera che la Siae, nel 2012, ha visto diminuire ulteriormente anche i già esigui risultati relativi ai diritti riscossi in ambito multimediale in assoluta controtendenza rispetto a quanto accade nel resto del mondo. Una società di raccolta e gestione dei diritti d'autore che, nell'era di internet, vede contrarre gli incassi per le utilizzazioni on-line è una società fuori dal tempo;
anche la rete territoriale della Siae comincia a vacillare: infatti, nel 2012, ha raccolto oltre 10 milioni di euro di diritti d'autore in meno rispetto a quanti ne aveva raccolti nel 2011, anche se i costi della produzione sono – anche se marginalmente – aumentati;
dunque, è evidente che, a ripianare le perdite, nel 2012, hanno contribuito i compensi incassati quali corrispettivi dei servizi che la Siae ha erogato all'Agenzia delle entrate ed all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, gli straordinari proventi finanziari percepiti grazie alla lentezza nel riparto tra gli aventi diritto di quanto di loro competenza e, infine, attraverso le enormi plusvalenze generate dal conferimento straordinario del proprio patrimonio immobiliare nel fondo Norma;
anche per la selezione dei mandatari, il principio di trasparenza, che dovrebbe rappresentare, in un momento come questo e dopo tante polemiche, la parola d'ordine nella gestione di una procedura di selezione tanto importante, invece, risulta del tutto assente;
nell'avviso pubblico si legge, addirittura, che «La valutazione sarà compiuta in forma riservata» e che «non verrà formata una graduatoria finale»; quindi la Siae seleziona i suoi ventotto nuovi «prefetti» sul territorio, attraverso una selezione celere e assai poco trasparente;
l'ultima modifica dello statuto della Siae è stata approvata dal consiglio di gestione il 9 novembre 2012 e ha creato malcontento tra gli associati in quanto sono state adottate regole al limite dell'illegittimità;
infatti, l'articolo 11, comma 2, dello statuto prevede che «ogni associato ha diritto ad esprimere nelle deliberazioni assembleari almeno un voto e poi un voto per ogni euro (eventualmente arrotondato per difetto) di diritti d'autore percepiti nella predetta qualità di Associato a seguito di erogazioni della società nel corso dell'esercizio precedente»;
con la nuova formulazione dello statuto, gli autori che ricevono più compensi (che sono anche i più ricchi e conosciuti) di fatto hanno in mano la gestione dell'ente, non solo dal punto di vista economico riguardo ai compensi del diritto d'autore, ma anche riguardo alle varie forme di tutela e promozione della cultura. In questo modo si perde di vista la realtà, dato che non sempre gli autori e gli editori che storicamente hanno contribuito maggiormente alla crescita economica e culturale del nostro Paese sono stati anche i più ricchi;
il più ricco, diventa, automaticamente anche l'autore ed editore più attivo e produttivo e, per questo, quello più meritevole di governare un ente al quale, il nuovo statuto, attribuisce ruoli e funzioni di tutela e promozione della cultura che vanno ben al di là della semplice gestione economica dei compensi da diritto d'autore intermediato;
il nuovo statuto della Siae, infatti, relega l'arte e la cultura a semplici strumenti di produzione economica e finanziaria e cela una visione del sistema culturale di inaudita povertà sotto il profilo ideologico e politico;
è ingiustificabile la scelta di consegnare la Siae nelle mani di un gruppo di associati, trasformando gli altri in quelli che ai firmatari del presente atto di indirizzo appaiono figuranti, tecnicamente impossibilitati a partecipare democraticamente alla vita dell'ente ed annullando, preventivamente e matematicamente, il loro peso in qualsiasi delibera assembleare;
l'assetto del nuovo statuto – che, tra l'altro, non contiene nessuna previsione idonea a superare le tante ragioni di inefficienza che hanno condotto la società nell'attuale situazione di crisi – è iniquo ed illegittimo;
il sistema attuale della tutela del diritto d'autore e la riscossione e ripartizione risultano obsoleti rispetto alle nuove tecnologie e ai nuovi mercati, che dunque impongono una modernizzazione del sistema;
grazie alle tecnologie odierne non appare più adeguato il monopolio della Siae; le dinamiche sono cambiate e, inoltre, l'eccessiva burocrazia non facilita di certo il compito; la nascita delle etichette indipendenti nonché dei supporti digitali che hanno «facilitato» il lavoro concernente le facoltà intellettive stanno sottoponendo a dura prova le fondamenta dell'ente Siae;
in questi ultimi anni sono nate organizzazioni trasversali che si occupano di creative common sotto vari punti di vista; infatti, una determinata avanguardia culturale ed economica di questo decennio è sicuramente rappresentata da chi non ritiene più la tutela ferma del copyright un meccanismo adeguato a rispondere ai nuovi schemi economici, oltre che culturali; tema, questo, che tocca l'idea stessa di proprietà intellettuale, che ha dei costi altissimi sulle produzioni e che rappresenta un ostacolo allo sviluppo reale della società;
il permanere del monopolio della Siae in materia di diritti d'autore non ha, in questo particolare momento storico, più ragione di esistere e la sua compatibilità con l'ordinamento comunitario e con i principi di concorrenza che lo ispirano appare alquanto dubbia;
è indispensabile portare avanti nuove tecnologie, perché i tempi sono cambiati e le nuove forme di fruizione, accesso e distribuzione dei contenuti creativi sono profondamente evoluti e fluidi;
è doveroso dare la possibilità ad artisti di poter scegliere quali licenze utilizzare per la propria opera e scegliere metodi alternativi di tutela come licenze creative common, copyleft e fair use;
non si può non tener conto degli esempi di altri Paesi, come la Francia e l'Inghilterra, dove sono presenti varie società di collecting che, di fatto, gestiscono piccole porzioni di mercato, oppure della Grecia dove il mercato è totalmente libero e l'intervento statale è finalizzato soltanto alla prevenzione degli abusi;
non si può perdere di vista il fatto che le società di collecting agiscono per la realizzazione degli interessi degli iscritti che possono essere meglio attuati con una regolamentazione di libero mercato dei diritti piuttosto che di monopolio,

impegna il Governo:

ad intervenire, adottando le opportune iniziative normative volte a superare il monopolio della Siae in materia di diritti di autore, affinché l'attività di amministrazione ed intermediazione dei diritti d'autore diventi finalmente libera e in linea con la normativa europea;
ad attivarsi affinché le funzioni relative alla gestione di servizi di accertamento e riscossione di imposte, contributi e diritti, relativi al diritto d'autore (anche in regime di convenzione con enti pubblici) siano esercitate da società di rappresentanza private autorizzate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in grado di operare in regime di concorrenza;
a considerare l'opportunità che anche le funzioni di vigilanza sugli associati prevedano necessariamente nuove forme di controlli moderni e digitali, con inevitabili vantaggi anche in termini economici per la Siae, oltre che di efficienza e trasparenza;
a prevedere forme di pubblicità tali da assicurare la trasparenza e l'immediata conoscibilità, anche con la pubblicazione, accessibile via internet, di una banca dati di tutte le opere rappresentate, in modo che si possa verificarne l'incidenza opera per opera, in via automatizzata;
in attesa di una riforma della normativa in materia di diritti d'autore e della disciplina del relativo mercato, a predisporre un piano immediato di interventi che preveda soluzioni efficaci per consentire la rielaborazione dello statuto della Siae;
a prevedere forme di tutela più incisive per gli artisti e, dunque, per la cultura in generale;
a prevedere strumenti tali da consentire agli autori di scegliere, per ogni singola opera, da quale società di rappresentanza essere rappresentati, nonché di scegliere se utilizzare l'opera in altro modo, ad esempio offrendola in libera promozione o vendendola ad un singolo acquirente;
a tenere conto delle nuove tecnologie, garantendo agli autori la possibilità di scegliere liberamente le nuove licenze open, come creative common, copyleft e fair use;
a valutare l'opportunità di adottare opportune iniziative tese a favorire la liberalizzazione del settore dell'editoria on-line; inoltre, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ad adottare ogni iniziativa di competenza volta ad equiparare sul piano fiscale il libro elettronico a quello cartaceo, ammettendo quindi entrambe le edizioni di un medesimo prodotto editoriale a beneficiare dello stesso trattamento fiscale;
ad adottare le necessarie misure tese a sburocratizzare immediatamente le procedure per gli spettacoli dal vivo, con inevitabili vantaggi occupazionali, favorendo il relativo indotto e la fruizione della cultura e fornendo nuove prospettive per i giovani.
(1-00316) «Battelli, Luigi Gallo, Brescia, Marzana, D'Uva, Di Benedetto, Vacca, Simone Valente, Nuti, Cristian Iannuzzi».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 1941 0633

EUROVOC :

proprieta' letteraria e artistica

diritto d'autore

ente pubblico

editoria

casa editrice

esazione delle imposte

liberta' d'espressione