ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00263

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 126 del 27/11/2013
Abbinamenti
Atto 1/00262 abbinato in data 27/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: BIANCHI NICOLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 27/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
PINNA PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 27/11/2013


Stato iter:
27/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/11/2013
Resoconto BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 27/11/2013
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto PILI MAURO MISTO
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CAPELLI ROBERTO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/11/2013

DISCUSSIONE IL 27/11/2013

RITIRATO IL 27/11/2013

CONCLUSO IL 27/11/2013

Atto Camera

Mozione 1-00263
presentato da
BIANCHI Nicola
testo di
Mercoledì 27 novembre 2013, seduta n. 126

   La Camera,
   premesso che:
    il giorno 18 novembre 2013 il ciclone «Cleopatra» ha inferto alla regione Sardegna ingenti danni e devastazioni causando la morte di 16 persone, il ferimento di una quantità impressionante di uomini e registrando circa 2.700 sfollati;
    quasi 500 chilometri di viabilità provinciale sono stati coinvolti in crolli, frane, ostruzioni e allagamenti, la rete idrica ed elettrica è stata danneggiata e il sistema fognario è stato intasato a causa dell'ingorgo di raccolta delle acque;
    l'eccezionalità dell'evento naturale non può mettere in secondo piano l'evidente aggressione al territorio di cui è stata oggetto la Sardegna, come il resto del territorio italiano, negli ultimi decenni;
    l'effetto congiunto di un'incontrollata espansione edilizia, di una progressiva impermeabilizzazione del suolo, di piani regolatori, varianti urbanistiche e piani di fabbricazione spesso privi dei necessari requisiti di corretto equilibrio territoriale, delle devastanti scelte di sanatorie edilizie che hanno legittimato costruzioni e manufatti in zone a rischio, unite alla scarsa cultura della prevenzione e della messa in sicurezza del suolo, hanno determinato le premesse per catastrofi come quella avvenuta in Sardegna nei giorni scorsi;
    l'espansione urbanistica di Olbia è stata inarrestabile e solo nel decennio 1997-2007, secondo Il Sole 24 Ore, sono sorti «dal nulla» ventitré quartieri e diciassette piani di risanamento, con evidente scarsa attenzione ai potenziali rischi che ne sarebbero derivati;
    i dati sul rischio idrogeologico nel nostro Paese sono allarmanti e da soli sarebbero sufficienti a determinare un'inversione di rotta delle scelte strategiche che riguardano il territorio; il nostro Paese ha bisogno di investire risorse prevalentemente sulla prevenzione del rischio idrogeologico e sulla messa in sicurezza del territorio, utilizzando a tal fine i faraonici investimenti destinati a grandi opere che portano nuovo cemento e scegliendo, finalmente, di indicare come obiettivo quello di fermare il consumo di suolo;
    proprio nella giornata di oggi, il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, durante l'audizione in Commissione Ambiente della Camera dei deputati, ha dichiarato che «La politica deve agire e mettere a disposizione risorse per il dissesto idrogeologico. Non servono le chiacchiere ma i fatti»;
    allo stato attuale le risorse per la difesa del suolo sono ridotte al lumicino e, al termine di una parabola discendente iniziata a seguito della tragedia del Sarno, quando si era deciso – e anche in quel caso fu necessario il sacrificio di decine di vite umane per rendersi conto della gravità del problema – di investire, finalmente, nella prevenzione; purtroppo però negli ultimi anni si è registrata una progressiva quanto inesorabile riduzione delle disponibilità e la legge di bilancio per il 2014 fotografa lo stanziamento di appena 30 milioni per interventi per la tutela del rischio idrogeologico e relative misure di salvaguardia, a cui si aggiungeranno le risorse che il disegno di legge di stabilità intende sbloccare;
    la regione Sardegna, con la delibera n. 48/1 del 2013 ha avanzato alla Presidenza del Consiglio dei ministri la richiesta di dichiarare lo stato di emergenza, di provvedere all'attivazione del Fondo europeo di solidarietà e ha stanziato euro 5.000.000, a valere sul bilancio regionale, per un primo intervento di ripristino delle infrastrutture pubbliche danneggiate;
    il giorno 21 novembre 2013 il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge 24.2.1992 n. 225 e ha stanziato 20 milioni di euro da impiegare per «l'immediato intervento che consiste nelle attività di salvataggio, assistenza alle popolazioni e ripristino della viabilità»;
    a seguito di suddetto stanziamento il presidente della regione Sardegna, Ugo Cappellacci, avrebbe dichiarato che «i 20 milioni di euro stanziati, ai quali si aggiungono i 5 sbloccati dalla regione Sardegna, serviranno appena per riaffacciarsi fuori dall'emergenza per la ricostruzione saranno necessarie ben altre risorse»;
    secondo quanto appreso dalla stampa il sottosegretario alle Infrastrutture, Erasmo De Angelis, si sarebbe dichiarato critico verso l'operato del Ministero del tesoro affermando che la legge di stabilità dispone lo stanziamento di «solo 30 milioni per la riduzione del dissesto idrogeologico»;
    il regolamento (CE) n. 2012/2002 del Consiglio, dell'11 novembre 2002, ha istituito il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) allo scopo di far fronte alle grandi catastrofi naturali e offrire un aiuto finanziario agli Stati colpiti;
    il Fondo può intervenire principalmente qualora, su richiesta di uno Stato membro, si verifichi, sul territorio di tale Stato, una catastrofe naturale grave, con serie ripercussioni sulle condizioni di vita dei cittadini, sull'ambiente naturale o sull'economia di una o più regioni o di uno o più Stati;
    gli interventi urgenti ammessi al Fondo sono i seguenti:
     a) ripristino immediato delle infrastrutture e delle attrezzature nei settori dell'elettricità, delle condutture idriche e fognarie, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell'istruzione;
     b) realizzazione di misure provvisorie di alloggio e organizzazione dei servizi di soccorso destinati a soddisfare le necessità immediate della popolazione;
     c) messa in sicurezza immediata delle infrastrutture di prevenzione e misure di protezione immediata del patrimonio culturale;
     d) ripulitura immediata delle zone danneggiate, comprese le zone naturali;
     e) attivazione del Fondo di solidarietà europeo di cui sopra spetta al Governo nazionale, che deve richiedere le sovvenzioni entro dieci settimane dall'evento calamitoso;
    la domanda d'intervento deve essere presentata dallo Stato alla Commissione entro 10 settimane a partire dal primo danno subito e deve contenere informazioni relative ai danni totali provocati dalla catastrofe e al suo impatto sulla popolazione e sull'economia in questione, la stima dei costi relativi alla messa in sicurezza, ripristino e ripulitura delle zone interessate dal disastro, la presenza di eventuali altre fonti di finanziamento europee, nazionali o internazionali;
    il Commissario europeo all'industria, Antonio Tajani, avrebbe affermato che «la Commissione europea è pronta da subito a collaborare con Ugo Cappellacci e la regione Sardegna per attivare gli aiuti europei dopo l'alluvione che ha colpito l'isola»,

impegna il Governo:

   a stimare con esattezza l'ammontare dei danni e a provvedere allo stanziamento di adeguate risorse finanziarie al fine di garantire il superamento della situazione emergenziale;
   ad attivarsi immediatamente per accedere ai finanziamenti del Fondo di solidarietà per le grandi calamità dell'Unione europea (FSUE), evitando di fare scadere i termini presso la Commissione europea, al fine di richiedere una contribuzione straordinaria per affrontare i terribili danni prodotti dall'alluvione che ha colpito la regione Sardegna;
   ad assumere urgenti iniziative finalizzate allo stanziamento delle ritorse necessarie per affrontare l'emergenza alluvionale che ha colpito le province di Olbia-Tempio e Nuoro, evitando di aggravare la già pesante situazione di carico fiscale dei cittadini, nonché per realizzare il ripristino infrastrutturale ed idrogeologico delle aree danneggiate;
   ad assumere iniziative finalizzate ad escludere dal Patto di stabilità interno relativo agli anni 2014 e 2015 le risorse provenienti dallo Stato e le relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute dalle province e dai comuni nonché le risorse proprie di tali enti impiegate per far fronte all'emergenza alluvionale e alle conseguenti opere di ripristino;
   ad adottare iniziative per provvedere al fermo della riscossione o quanto meno delle azioni coattive di Equitalia nelle zone colpite dal nubifragio per gli anni 2014 e 2015;
   ad adottare iniziative per sospendere i termini di pagamento e gli adempimenti tributari in scadenza tra il 18 novembre 2013 e il 30 giugno 2014 per i contribuenti residenti nelle aree gravemente colpite, nonché la sospensione del pagamento delle rate di adempimenti contrattuali, compresi mutui e prestiti, per l'anno 2014;
   ad adottare iniziative per concedere indennizzi alle attività produttive danneggiate dagli eventi calamitosi, per il ripristino delle scorte andate distrutte o per il ristoro di danni derivanti dalla perdita di beni mobili strumentali all'esercizio delle attività;
   a prevedere, nell'utilizzo delle risorse che verranno individuate, meccanismi che favoriscano la delocalizzazione in aree sicure degli edifici costruiti nelle zone colpite dall'alluvione ed evidentemente a rischio idrogeologico;
   a predisporre un programma di prevenzione ambientale di medio e lungo termine per rendere il territorio nazionale idoneo a fronteggiare in futuro situazioni di maltempo anche di forte entità e ad avviare un serio programma nazionale di ripristino e messa in sicurezza del territorio.
(1-00263) «Nicola Bianchi, Corda, Pinna, D'Ambrosio, Vallascas, Segoni, Terzoni, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Zolezzi».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga). 

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

disastro naturale

Sardegna

zona sinistrata

idrogeologia

cessazione dei pagamenti

inondazione

lotta contro l'inquinamento