ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00217

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 104 del 24/10/2013
Abbinamenti
Atto 1/00345 abbinato in data 20/03/2014
Atto 1/00353 abbinato in data 20/03/2014
Atto 1/00359 abbinato in data 20/03/2014
Atto 1/00361 abbinato in data 20/03/2014
Atto 1/00366 abbinato in data 20/03/2014
Atto 1/00384 abbinato in data 20/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: BERGAMINI DEBORAH
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 24/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALLI PAOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013
BERNARDO MAURIZIO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013
RAVETTO LAURA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013
GELMINI MARIASTELLA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013
FONTANA GREGORIO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013
POLVERINI RENATA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013
GIAMMANCO GABRIELLA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013
ABRIGNANI IGNAZIO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013
ROTONDI GIANFRANCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/02/2014
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 19/03/2014


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
COSTA ENRICO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/10/2013 26/03/2014
Stato iter:
26/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/03/2014
Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/03/2014
Resoconto PAGANO ALESSANDRO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PASTORINO LUCA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 26/03/2014
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/03/2014
Resoconto SCHIRO' GEA PER L'ITALIA
Resoconto BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BERNARDO MAURIZIO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PANNARALE ANNALISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BERLINGHIERI MARINA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/02/2014

ATTO MODIFICATO IL 14/02/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 19/03/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/03/2014

DISCUSSIONE IL 20/03/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/03/2014

ACCOLTO IL 26/03/2014

PARERE GOVERNO IL 26/03/2014

DISCUSSIONE IL 26/03/2014

APPROVATO IL 26/03/2014

CONCLUSO IL 26/03/2014

Atto Camera

Mozione 1-00217
presentato da
BERGAMINI Deborah
testo di
Mercoledì 26 marzo 2014, seduta n. 198

   La Camera,
   premesso che:
    la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (CEB) è una banca multilaterale a vocazione esclusivamente sociale e una delle più antiche istituzioni finanziarie internazionali europee. Quando venne creata, sulla base di un accordo parziale tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa, il 14 aprile del 1956, lo scopo prioritario era quello di fornire aiuti finalizzati e risolvere i problemi dei rifugiati. Da allora il suo campo d'azione si è progressivamente esteso ed oggi contribuisce in modo significativo al rafforzamento della coesione sociale in Europa;
    la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa è uno strumento chiave della politica di solidarietà europea, che opera aiutando gli Stati membri – attualmente quaranta – a perseguire una crescita sostenibile ed equa, finanziando progetti di investimento sociale suddivisi in tre ambiti, stabiliti nel 2006 dal consiglio d'amministrazione dell'istituzione: il rafforzamento dell'integrazione sociale, la gestione ambientale e il sostegno alle infrastrutture pubbliche a vocazione sociale. Per la sua attività la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa non riceve aiuti o sovvenzione dagli Stati membri e basa la propria attività su fondi e riserve propri;
    in particolare, interviene in favore dei 21 Paesi d'Europa centrale, orientale e del sud-est, che costituiscono, conformemente agli orientamenti strategici del piano di sviluppo 2010-2014, un obiettivo «prioritario». Nel decennio 2002-2011 sono stati approvati progetti per oltre 21 miliardi di euro ed erogati oltre 16 miliardi di euro di prestiti. Tra i principali Paesi beneficiari vi sono la Polonia, l'Ungheria e la Romania. L'interlocutore della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa è comunque sempre uno Stato membro, mai direttamente le imprese;
    forte è la cooperazione della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa con la Commissione europea e con altre banche regionali e istituzioni finanziarie multilaterali, come la Banca europea per gli investimenti, il Western Balkans investment framework, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, la Banca mondiale, la Nordic investment bank e la Banca Kfw;
    di fronte alle difficili sfide dell'attuale contesto economico e finanziario internazionale, che implicano una crescita importante della domanda di prestiti da parte degli Stati membri, la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa è chiamata a uno sforzo straordinario volto ad assicurare, da un lato, il contenimento dei profili di rischio e, dall'altro, il completo rispetto del mandato statutario-sociale;
    il 4 febbraio 2011 il consiglio di direzione della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, con la risoluzione n. 386, ha approvato il sesto aumento di capitale della banca, finalizzato a sostenere i principali campi d'intervento, che ha portato il capitale totale sottoscritto da 3,3 miliardi di euro a 5,5 miliardi di euro;
    con la legge 6 luglio 2012, n. 117, l'Italia ha aderito a tale aumento di capitale, per un importo complessivo di 366.078.000 euro, comprendenti l'incorporazione di riserve nel capitale liberato per 40.964.000 euro e la sottoscrizione di nuovi titoli per 325.114.000 euro, con conseguente incremento della quota di capitale detenuta fino all'ammontare di 915.770.000 euro, senza obbligo di versamento immediato, in quanto la sottoscrizione di una quota di capitale «a chiamata» non comporta esborsi finanziari effettivi;
    con tale sottoscrizione l'Italia ha mantenuto la misura attuale di partecipazione e di diritto di voto e continua a svolgere un ruolo centrale nel processo decisionale: in quanto azionista della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, l'Italia partecipa alle riunioni degli organi di governo della banca stessa, con rappresentanti dei Ministeri dell'economia e delle finanze e degli affari esteri;
    l'Italia, assieme a Francia e Germania, è il maggior azionista della Banca; al 31 dicembre 2012 il nostro Paese deteneva il 16,77 per cento del capitale sottoscritto, in una quota superiore rispetto alla partecipazione ad altri organismi multilaterali di intervento finanziario;
    nel decennio 2002-2011 il consiglio d'amministrazione della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa ha approvato prestiti a favore dell'Italia per un volume totale di 1,9 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi già erogati, principalmente a favore di piccole e medie imprese, per interventi di ricostruzione a seguito di catastrofi naturali, nel campo dell'istruzione, nella sanità e nelle infrastrutture locali, ma anche a favore di interventi in favore del patrimonio storico, l'edilizia sociale ed aiuti a favore di rifugiati e migranti. Tuttavia, l'ultimo progetto di sviluppo della Banca in Italia risale al biennio 2007-2009;
    nel 2011, su 2,11 miliardi di euro di progetti approvati, nessuno coinvolgeva l'Italia e, su 1,85 miliardi di euro di prestiti approvati, 16 milioni di euro (0,9 per cento) riguardavano il nostro Paese. Analogamente, dei 28 progetti approvati nel 2012 dal consiglio di amministrazione della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, per un totale di 1.798 milioni di euro, nessuno riguardava l'Italia;
    il 2011 e il 2013 sono stati approvati 11 progetti (per 515 milioni di euro) a favore di altrettante sussidiarie banche italiane (Intesa Sanpaolo e gruppo Unicredit) in Europa centrale, orientale e sudorientale (quindi, non in Italia);
    nel primo quadrimestre del 2013 sono state approvate undici richieste di finanziamento, per un importo complessivo di 613,9 milioni di euro. Di questi progetti due terzi (399 milioni) sono volti a potenziare la coesione sociale e un terzo è a supporto di infrastrutture pubbliche con fini sociali (scuole, centri di ricerca, carceri). Anche in questo caso non si registrano progetti provenienti dal nostro Paese;
    nel novembre 2013 è stato approvato un progetto di soli 6 milioni di euro a favore di PerMicro, intermediario finanziario attivo a livello nazionale con 13 agenzie in 10 regioni e specializzato nel microcredito a favore di immigrati;
    il dato di fatto evidente è che negli ultimi anni il nostro Paese non ha usufruito dei prestiti provenienti dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, al cui finanziamento contribuisce in maniera sostanziosa;
    la questione della coesione sociale e del suo rafforzamento all'interno dell'Unione europea è uno dei temi centrali della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
    la Commissione europea, il 20 febbraio 2013, nella comunicazione «Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020» (COM (2013) 83), ha elencato le sfide che la politica sociale dell'Unione europea dovrà affrontare nei prossimi anni;
    tra gli obiettivi fondamentali da perseguire attraverso una piena integrazione tra utilizzo dei fondi europei, azioni ricomprese nella strategia Europa 2020 e programmi nazionali di riforma, viene ricompreso l'utilizzo con la massima efficacia dei fondi europei. In particolare, gli Stati membri sono invitati a ricercare i modi per integrare le risorse dell'Unione europea mediante finanziamenti provenienti dalla Banca mondiale, dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa e dal gruppo della Banca europea per gli investimenti;
    allo stesso modo la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa si è posta come obiettivo strategico per la programmazione 2014-2016 l'affiancamento degli Stati membri nell'Unione europea per un migliore utilizzo dei fondi strutturali europei, a cominciare dal fondo sociale;
    l'allocazione dei fondi del fondo sociale europeo prevede che una quota minima di investimenti sia riservata ad ogni Stato membro dell'Unione europea e che la distribuzione dei restanti fondi avvenga in base alle esigenze regionali e non nazionali, tenendo in questo modo conto delle differenze, anche profonde, tra i livelli di benessere presenti all'interno di uno stesso Stato;
    i potenziali settori di intervento riguardano, infatti, aree che rispondono ad esigenze su cui l'attenzione è particolarmente alta in questo momento nel nostro Paese: su tutti, il tema della prevenzione di catastrofi naturali e di protezione del territorio ed interventi di ricostruzione; azioni in favore di rifugiati e migranti; istituti penitenziari; salvaguardia e protezione del patrimonio storico e culturale;
    alla luce del mutato quadro europeo negli ultimi anni, in una situazione internazionale particolarmente complicata, di fronte a una crisi economico-finanziaria di portata mondiale, bisognerebbe, altresì, rivedere la strategia di intervento della stessa Banca europea per gli investimenti, che ha sempre privilegiato obiettivi calibrati su determinate aree geografiche, senza procedere, invece, per specifiche aree tematiche di azione;
    gli obiettivi prioritari non dovrebbero essere fissati su base geografica, ma tematica: la Banca centrale europea dovrebbe adattare i propri obiettivi alle nuove priorità e necessità del continente europeo. La frattura della coesione sociale non segue più il confine tra oriente ed occidente, ma ha un andamento puntinato che percorre il continente nella sua totalità; l'intervento della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa deve, quindi, operare nelle situazioni e aree specifiche di maggior disagio e necessità;
    in data 3 dicembre 2013, è stato audito, presso la delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea del Consiglio d'Europa, il professor Nunzio Guglielmino, Vice Governatore della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, che ha svolto in merito alcune dichiarazioni ed osservazioni,

impegna il Governo:

   ad intervenire con determinazione, anche attraverso il coinvolgimento degli altri Stati aderenti alla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, per promuovere un cambio di rotta nella strategia di azione della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, incentivando, già a partire dal 2014, programmi di intervento trasversali basati su specifiche aree tematiche e non su obiettivi territoriali, nonché per incentivare, nell'ottica di una migliore integrazione con gli strumenti finanziari dell'Unione europea, una omogeneizzazione dei criteri di allocazione dei fondi con una definizione delle aree prioritarie basata sui confini regionali e non nazionali degli Stati membri;
   ad adottare ogni opportuna iniziativa per favorire una maggiore trasparenza delle attività della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, anche attraverso la pubblicazione di una mappatura chiara degli importi investiti e delle aree interessate dagli investimenti;
   ad attivarsi per promuovere una migliore conoscenza della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa in Italia, al fine di incentivare e accrescere in Italia l'utilizzo degli strumenti finanziari messi a disposizione degli Stati aderenti, in particolare attraverso un idoneo orientamento e supporto dei soggetti interessati ai finanziamenti, a partire dalle regioni, nonché a rimuovere ogni possibile ostacolo amministrativo e burocratico che possa aggravare o intralciare le procedure di intervento della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa nel nostro Paese;
   ad incentivare l'utilizzo di tutti quei programmi volti a creare dinamiche e prospettive d'investimento, di crescita e di occupazione a livello nazionale e regionale e che prevedono la partnership delle maggiori istituzioni politico-finanziarie europee e internazionali, con le autorità nazionali e regionali;
   a dare attuazione a quanto indicato dalle istituzioni europee, favorendo il più possibile l'integrazione delle risorse dell'Unione europea, con i finanziamenti provenienti dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa;
   a sostenere la promozione di un cambiamento degli statuti affinché la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa possa adottare politiche di sostegno ed erogare finanziamenti diretti ad istituzioni ed enti pubblici, senza ricorrere all'intermediazione degli istituti bancari privati;
   ad avviare approfondimenti con la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, al fine di verificare la possibilità di interventi straordinari in Italia rivolti, in particolare, all'edilizia scolastica e carceraria, alla salvaguardia del patrimonio storico e culturale, alla prevenzione di catastrofi naturali e alla protezione del territorio.
(1-00217)
(Nuova formulazione) «Bergamini, Alli, Bernardo, Ravetto, Gelmini, Gregorio Fontana, Polverini, Giammanco, Abrignani, Rotondi, Elvira Savino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

coesione economica e sociale

finanze internazionali

Consiglio d'Europa

banca di sviluppo

istituto finanziario

beneficiario dell'aiuto

organizzazione internazionale