ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00198

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 89 del 02/10/2013
Abbinamenti
Atto 1/00098 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00150 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00171 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00203 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00211 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00228 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00229 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00231 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00233 abbinato in data 05/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: MIGLIORE GENNARO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 02/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013
RAGOSTA MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013
ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013
DI SALVO TITTI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/10/2013


Stato iter:
05/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/11/2013
Resoconto ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/11/2013
Resoconto MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto RAGOSTA MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 05/11/2013
Resoconto CIRILLO MARCO FLAVIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 05/11/2013
Resoconto GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto RUSSO PAOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LABRIOLA VINCENZA MISTO
Resoconto TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto CAPELLI ROBERTO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/11/2013

DISCUSSIONE IL 04/11/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/11/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/11/2013

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 05/11/2013

ACCOLTO IL 05/11/2013

PARERE GOVERNO IL 05/11/2013

DISCUSSIONE IL 05/11/2013

APPROVATO IL 05/11/2013

CONCLUSO IL 05/11/2013

Atto Camera

Mozione 1-00198
presentato da
MIGLIORE Gennaro
testo di
Martedì 5 novembre 2013, seduta n. 111

   La Camera,
   premesso che:
    vaste aree della Campania, e in particolare i territori a nord di Napoli e a sud di Caserta, hanno subito negli ultimi trent'anni un'autentica e impietosa devastazione, soprattutto per il sistematico smaltimento illegale di rifiuti tossici provenienti dalle industrie del Nord e dal tessuto dell'economia illegale locale;
    nella regione Campania è stato rilevato un gravissimo inquinamento ambientale, in particolare per la presenza di diossine e metalli pesanti, quali, ad esempio, l'arsenico e rifiuti tossici con contaminazione delle falde acquifere e ripercussioni su tutta la catena alimentare, con un aumento delle malattie tumorali, respiratorie e delle malformazioni congenite, come provato da numerose indagini svolte da medici e giornalisti nel corso degli ultimi anni; l'area a nord di Napoli e l'area meridionale della provincia casertana hanno pagato un prezzo troppo alto in termini di salute pubblica per le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nella gestione dei rifiuti;
    nel deposito di Taverna del Re, un sito al confine tra le province di Napoli e Caserta, sono accatastate oltre sei milioni di tonnellate di ecoballe, motivo di contestazione da parte dell'Unione europea, che ha avviato nei confronti dell'Italia una procedura d'infrazione e il frutto del disastro perpetrato dalla Fibe-Impregilo nella gestione del ciclo dei rifiuti;
    si continua a puntare a chiudere per sempre la stagione dell'emergenza legata ai rifiuti nel peggiore dei modi, ovvero riempiendo ogni invaso, cava o discarica dismessa, indifferenti a qualunque vincolo, valutazione ambientale o principio di precauzione e costruendo nuovi inceneritori che, oltre a ledere la salute dei cittadini, servono perlopiù ad arricchire le lobby affaristico-criminali;
    nel territorio giuglianese sono presenti già 46 discariche (tra autorizzate e non), oltre ad un impianto di tritovagliatura dei rifiuti ed un sito di stoccaggio di ecoballe e, intorno al solo deposito di Taverna del Re, sono ben 15 le discariche abusive con presenza di rifiuti tossici censite, come riporta l'articolo tratto da Fanpage del 9 agosto 2013, intitolato «Giugliano: si scaldano i motori della rivolta»;
    inoltre, per bonificare solo le due discariche Resit occorrerebbe una cifra intorno ai due miliardi di euro, e, sottolinea il sopra citato articolo, secondo i periti della procura della Repubblica di Napoli, proprio nella zona di Taverna del Re, la falda acquifera dal 2064 sarà irrimediabilmente compromessa e l'acqua, di conseguenza, non sarà più potabile;
    come riportato dall'articolo pubblicato dal quotidiano on-line InterNapoli il 13 settembre del 2013, intitolato «Micillo (M5S) incalza Orlando: »Perché approvare bando e poi dirsi disponibile ad alternative?”, nelle scorse settimane è stata pubblicata una relazione in cui Mario Di Biase, commissario delegato per le bonifiche, ha sottolineato come adesso, data l'irrecuperabilità del territorio giuglianese, si debba cercare solo di ridimensionare i danni, per fermare l'avanzata di percolato e biogas;
    il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, in un'intervista a la Repubblica, pubblicata il 22 settembre 2013, dal titolo «Roberti sulla Terra dei fuochi: »Subito la bonifica«», ha dichiarato che sul dramma della Terra dei Fuochi avvelenata dai rifiuti tossici la magistratura sta facendo la propria parte, con le inchieste e i processi, ma che adesso bisogna fare scelte ben precise, che non toccano alla magistratura, rispetto a se si vuole lasciar marcire il territorio o se, invece, non è arrivato il momento di partire con le bonifiche;
    nel corso dell'intervista Roberti ha spiegato che attualmente non è solo la camorra ad avvelenare il territorio campano e che le inchieste hanno fatto emergere le figure di personaggi che non possono essere catalogati come mafiosi, ma recitano un ruolo di primo piano nelle attività di inquinamento: ad esempio, aziende zootecniche che invece di smaltire i rifiuti secondo legge li sversavano direttamente nei corsi d'acqua, situazione con cui la camorra ha poco o nulla a che fare; oppure, in altri casi, le mafie entrano in scena solo nella seconda fase, quando a loro si rivolgono soggetti esterni alle organizzazioni che trovano più conveniente liberarsi illegalmente dei rifiuti;
    tali dati ed eventi sono stati fatti emergere negli ultimi anni dal lavoro di magistratura, forze dell'ordine, giornalismo d'inchiesta e comitati locali;
    già in passato parte della località La Selva, nel comune di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, area sottoposta a vincolo idrogeologico e naturale, era stata destinata a discarica attraverso lo scavo di una fossa nel terreno priva di ogni rivestimento e di ogni misura igienica o di carattere precauzionale, discarica tale da occupare e ostruire il letto di due corsi d'acqua, Fosso Maltempo e il Fosso del Pazzo, entrambi tributari del rio Selva;
    tra il 1980 e il 1990, ben quattro relazioni geologiche hanno attestato che le rocce sottostanti la discarica sono formate da tufi e da detriti lavici in cui è presente un'alta permeabilità per fessurazione. Poiché i rifiuti vengono sversati nella vallata senza che vi siano sistemi di captazione del percolato, né alcuna altra forma di protezione, il percolato filtra nelle acque sottostanti; le relazioni consigliavano di non alterare l'equilibrio naturale dei luoghi con sbancamenti e movimenti di terra;
    nel 1985, durante lo scandalo dei fanghi del depuratore di Cuma, i consiglieri regionali eletti con la lista Civica e Verde per la Campania denunciarono che i fanghi tossici del depuratore venivano smaltiti nella discarica «La Selva», e che la discarica consisteva in una fossa scavata, in netta e palese violazione dell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982;
    la società AB&F, che gestiva la discarica in questione, è stata coinvolta in procedimenti penali legati alla questione dei fanghi provenienti dall'azienda Alto Adige Service, al rinvenimento di fusti contenenti liquidi di natura imprecisata, allo scarico abusivo di liquidi con particolare riferimento a scoli industriali, al rinvenimento di fusti contenenti liquidi di natura tossico-nociva della Morteo-Soprefin e alla denuncia sporta da Giovanni Martino, un contadino che aveva constatato l'inquinamento del ruscello da fanghi e schiume che non permettevano al bestiame di sua proprietà di abbeverarsi, come rinvenibile nella relazione dei carabinieri del Noe (nucleo operativo ecologico) incaricati dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di effettuare un sopralluogo sulla discarica;
    il pretore di Sessa Aurunca impose all'epoca all'usl 15 di effettuare apposite analisi dalle quali è emerso che nella discarica sono stati scaricati rifiuti tossici e nocivi;
    il primo processo si è celebrato solo cinque anni dopo, il 17 luglio 1990, e Buonamano è stato riconosciuto colpevole per l'imputazione e condannato a 4 mesi di reclusione, oltre a una multa di 1.600.000 lire;
    dal rapporto del nucleo operativo ecologico, risalente al 17 marzo 1989, si legge che nella discarica sono state ammassate tonnellate indefinite di rifiuti di ogni genere provenienti da varie regioni italiane;
    sempre nel rapporto del nucleo operativo ecologico si legge che gli organi preposti istituzionalmente al controllo, benché consapevoli dei reati connessi agli scarichi abusivi di cui ai procedimenti penali, non avevano effettuato i controlli per accertare che infiltrazioni di percolato potessero aver causato irreparabili danni ambientali e di sanità pubblica;
    la discarica ha continuato la sua attività, con l'arrivo ogni notte di decine di tir con bolle di accompagnamento rivelatesi poi false, fino al 19 marzo 1992, quando il sindaco Capriglione ha ordinato la chiusura della discarica;
    durante alcuni lavori sulla variante della strada statale Appia sono state ritrovate diverse tonnellate di rifiuti tossici (cadmio, tungsteno, asbesto, berillio e vanadio) smaltiti abusivamente sotto il manto stradale più di un anno fa, come riporta la rivista online Interno 18 nell'articolo «Sessa Aurunca. Variante Appia e discariche locali al vaglio di Legambiente» del 21 maggio 2013;
    sempre la procura di Santa Maria Capua Vetere sta indagando sull'ormai dismessa centrale elettronucleare del Garigliano, a pochi chilometri di distanza da Sessa Aurunca, dove sono stoccati circa 3 mila metri cubi di rifiuti a media attività, la cui radioattività dura alcuni secoli e sono sepolti 1.100 metri cubi di rifiuti a bassa attività, oltre ad un'enorme quantità di amianto radioattivo, come riportato dall'edizione on-line de Il Fatto Quotidiano in data 8 dicembre 2012, nell'articolo «Disastro ambientale: c’è l'indagine sulla centrale nucleare del Garigliano»;
    il 24 agosto 2013, un'intervista al collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, trasmessa dal canale televisivo satellitare Sky TG24, ha svelato come, nel corso di audizioni nella commissione d'inchiesta sulle ecomafie nel 1997, siano stati rivelati i luoghi esatti dove la camorra ha interrato l'immondizia più pericolosa, tra cui cassette di piombo con materiale nucleare provenienti dal nord Europa, come riportato anche dall'articolo «Schiavone: “Ho detto dove sono i rifiuti tossici, non bonificano perché costa troppo”» pubblicato dall'edizione on-line de Il Fatto Quotidiano del 31 agosto 2013;
    secondo il suo racconto, Schiavone avrebbe consegnato alla commissione d'inchiesta documenti e appunti con l'indicazione delle società coinvolte, delle targhe dei mezzi usati e dei luoghi degli smaltimenti, sentendosi, di rimando, rispondere che una bonifica delle aree è impossibile perché eccessivamente gravosa per le casse dello Stato, come riporta sempre Il Fatto Quotidiano in data 31 agosto 2013, nell'articolo «Traffico di rifiuti, il boss pentito Carmine Schiavone: “Mie denunce inascoltate”»;
    le deposizioni di Schiavone, che ha anche affermato d'esser stato presente ad un sopralluogo interrotto per la presenza di livelli di radioattività troppo alti, sono perfettamente coerenti con quanto, negli ultimi anni, affermato dall'altro pentito del clan dei Casalesi, Gaetano Vassallo, e tuttora secretate, così che non è possibile accertare quanto e cosa fu realmente detto, se non per quanto (poco) risulta dalle relazioni finali della commissione pubblicate nel 2001;
    negli scorsi giorni le dichiarazioni di un altro collaboratore di giustizia hanno portato il nucleo operativo dei carabinieri di Casal di Principe, i tecnici dell'Arpac ed i vigili del fuoco di Caserta a compiere scavi per cercare rifiuti tossici in un terreno in via Sondrio, sulla circumvallazione esterna di Casal di Principe;
    a circa 10 metri sotto terra, da almeno una ventina d'anni, in un terreno di proprietà privata riconducibile, secondo gli investigatori, ad una società immobiliare, erano stati seppelliti fanghi di natura industriale e materiale ferroso, come riporta l'articolo dell'edizione on-line de la Repubblica «Rifiuti tossici, trovati fusti a Casal di Principe» del 17 settembre 2013;
    confinante con il terreno oggetto di scavo, ce n’è anche un altro, già sequestrato, e dove nel luglio 2011 un collaboratore di giustizia fece trovare altri rifiuti industriali, mentre di fronte c’è una ludoteca particolarmente frequentata da bambini, come riportato anche da TGCOM 24 nell'articolo «Casal di Principe, rifiuti vicino a una ludoteca» del 18 settembre 2013;
    il 25 settembre sono partite operazioni analoghe anche a Qualiano, in provincia di Napoli nella zona lungo la circumvallazione esterna, non distante da Giugliano e in località Ponte Riccio, zona dove, negli anni Settanta, era operativa una discarica, poi dismessa, come riporta l'edizione on-line de la Repubblica del 25 settembre 2013, nell'articolo «Rifiuti tossici si ritorna a scavare ma stavolta a Qualiano»;
    pochi giorni prima, a metà agosto 2013 era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando per la realizzazione dell'inceneritore di Giugliano, come riporta l'edizione on-line de Il Mattino del 16 agosto 2013, nell'articolo «Napoli rifiuti, pubblicato il bando per il termovalorizzatore di Giugliano», impianto sarà destinato a bruciare le ecoballe fuori norma stoccate tra Giugliano Villa Literno, Caivano ed altri siti in giro per la Campania;
    al momento non è stabilita la quantità di rifiuti che l'inceneritore brucerà quotidianamente;
    proprio a Giugliano, in particolare nella zona di Casacelle, il 22 settembre 2013 si è sviluppato un vasto incendio, bruciando materiali di risulta abbandonati abusivamente in quella che s’è rivelata essere una vera e propria discarica a cielo aperto, come riporta l'articolo «Terra dei fuochi – vasto incendio a Giugliano, in fiamme rifiuti abbandonati in una discarica a cielo aperto. Paura per gli abitanti della zona», pubblicato il 22 settembre 2013 dal quotidiano on-line Telecapri News;
    sempre il 22 settembre 2013, un incendio doloso, il quarto in un mese e mezzo, ha bruciato le sessantamila ecoballe depositate nel sito di stoccaggio di Toppa Infuocata, a Fragneto di Monforte, in provincia di Benevento, con conseguente sgombero delle case investite dalla nube tossica;
    il sindaco del comune del beneventano, Raffaele Caputo, ha denunciato le inaccettabili condizioni del sito, a cui mancano illuminazione e sorveglianza ed il cui sistema automatico di autospegnimento non ha mai funzionato, come riporta l'articolo «In fiamme 60 mila ecoballe nel beneventano», pubblicato dall'edizione locale on-line de la Repubblica il 24 settembre 2013;
    il 26 settembre 2013, il Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale (Nipaf) del comando provinciale di Napoli in località Sanganiello, «Terra dei fuochi», comune di Caivano, ha individuato una discarica interrata, con 60 fusti da 25 litri (si tratta in genere di vernici e solventi usati per le automobili), tirati fuori uno dopo l'altro da un metro e mezzo di profondità. Un contenitore viene «grattato»: è incisa la scritta «Milano». Più in profondità, a quattro metri, ci sono le morchie, sostanze gommose impregnate di solventi;
    con gli scavi suddetti, non vengono trovati soltanto vernici e solventi. Riemergono anche blocchi di calcestruzzo e di pavimentazione stradale, manufatti che contengono amianto, mattonelle scorie di attività industriali;
    la Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale (Convenzione di Aarhus) dichiara indispensabile il coinvolgimento e la sensibilizzazione attraverso l'educazione ambientale per assicurare a tutte le generazioni presenti e future il diritto a vivere in un ambiente pulito e salubre;
    la sopra citata Convenzione, sancita da trentanove Paesi e dall'Unione europea in Danimarca il 25 giugno 1998, stabilisce che il cittadino ha diritto di essere informato, ha diritto a partecipare e ha diritto ad essere coinvolto e consultato nelle scelte ambientali che lo riguardano;
    anche l'Unione europea ha stabilito che l'incenerimento è una tecnica obsoleta e che dovranno man mano essere spenti tutti quelli presenti nel mondo, mentre numerose ricerche scientifiche (ad esempio, quelle del professore Stefano Montanari e di Paul Connett) hanno dimostrato che tutti gli inceneritori provocano danni irreversibile alla salute a causa dell'emissione di diossine e nanoparticelle che, senza alcun filtro, finiscono direttamente nei polmoni della cittadinanza e nel ciclo biologico delle terre in questione e, quindi, anche nella catena alimentare;
    il continuo stato di emergenza in cui si trovano i territori a nord di Napoli, di cui si parla in tutto il mondo, ci richiama all'ineludibile responsabilità di avviare politiche capaci di consentire una rapida e definitiva uscita dall'emergenza mediante politiche di ciclo virtuoso dei rifiuti, seguendo tasselli propedeutici l'uno all'altro,

impegna il Governo:

   a collaborare con le istituzioni locali affinché si proceda alla rapida e completa bonifica delle aree comprese tra i siti di interesse nazionale in Campania, nonché a favorire in tempi brevi, per quanto di competenza e in raccordo con le regioni, una bonifica completa di quelle aree che, nel corso degli anni, sono diventate uno «sversatoio», con discariche di «tal quale», roghi tossici, discariche abusive, cemento inquinato e terreni avvelenati;
   ad assumere iniziative per la celere istituzione dei sistemi di sorveglianza e dei registri di cui all'articolo 12, comma 11, del decreto-legge n. 179 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012, al fine di monitorare l'incidenza dell'inquinamento provocato dai rifiuti tossici e radioattivi sulla popolazione e sull'ambiente;
   a svolgere immediatamente analisi a tappeto nel vasto territorio interessato, a cominciare da quello indicato dai vari collaboratori di giustizia come luogo di sversamento dei rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata, anche relativamente alle falde acquifere;
   ad avviare rapidamente la perimetrazione dei terreni interessati da coltivazioni ed allevamenti nelle aree coinvolte dallo sversamento di rifiuti tossici, al fine di consentirne la conversione in agricoltura cosiddetta «no food»;
   a rendere pubblici, nell'ambito della legislazione vigente, i nominativi delle società coinvolte a qualsiasi titolo nella produzione, nel trasporto e/o nello smaltimento illecito di materiali tossici;
   a nominare, come richiesto già da tempo dal presidio permanente di Taverna del Re, una commissione di esperti, trasversali, con la presenza anche di medici, che studi un metodo di smaltimento delle ecoballe che non peggiori il già altissimo livello di inquinamento del territorio giuglianese;
   a sviluppare azioni lungimiranti e concrete per la riqualificazione del paesaggio e finalizzate alla restituzione di una dignità a questi luoghi;
   ad assumere adeguate iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, per raggiungere in tempi brevi gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e di implementazione della raccolta differenziata.
(1-00198)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Migliore, Scotto, Giancarlo Giordano, Ferrara, Ragosta, Zan, Zaratti, Pellegrino, Di Salvo, Piazzoni».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2012 0179

EUROVOC :

deposito dei rifiuti

discarica abusiva

protezione dell'ambiente

inquinamento chimico

Campania

eliminazione dei rifiuti

incenerimento dei rifiuti

rifiuti industriali