ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00150

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 56 del 19/07/2013
Abbinamenti
Atto 1/00098 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00171 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00198 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00203 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00211 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00228 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00229 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00231 abbinato in data 04/11/2013
Atto 1/00233 abbinato in data 05/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CATALANO IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
CURRO' TOMMASO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
PINNA PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
PRODANI ARIS MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
TACCONI ALESSIO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 19/07/2013


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
FURNARI ALESSANDRO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 19/07/2013 22/07/2013
Stato iter:
05/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/11/2013
Resoconto COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/11/2013
Resoconto MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto RAGOSTA MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 05/11/2013
Resoconto CIRILLO MARCO FLAVIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 05/11/2013
Resoconto GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto RUSSO PAOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LABRIOLA VINCENZA MISTO
Resoconto TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto CAPELLI ROBERTO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Fasi iter:

RITIRO FIRME IL 22/07/2013

ATTO MODIFICATO IL 04/11/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/11/2013

DISCUSSIONE IL 04/11/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/11/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/11/2013

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 05/11/2013

PARERE GOVERNO IL 05/11/2013

DISCUSSIONE IL 05/11/2013

VOTATO PER PARTI IL 05/11/2013

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 05/11/2013

CONCLUSO IL 05/11/2013

Atto Camera

Mozione 1-00150
presentato da
DI MAIO Luigi
testo di
Martedì 5 novembre 2013, seduta n. 111

   La Camera,
   premesso che:
    lo studio «Sentieri» (studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento, finanziato dal Ministero della salute e svoltosi tra il 2007 e il 2010) inserisce ben 77 comuni del litorale domizio flegreo e agro-aversano (Acerra, Arienzo, Aversa, Bacoli, Brusciano, Caivano, Camposano, Cancello ed Arnone, Capodrise, Capua, Carinaro, Carinola, Casagiove, Casal di Principe, Casaluce, Casamarciano, Casapesenna, Casapulla, Caserta, Castel Volturno, Castello di Cisterna, Cellole, Cervino, Cesa, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Curti, Falciano del Massico, Francolise, Frignano, Giugliano in Campania, Grazzanise, Gricignano di Aversa, Lusciano, Macerata Campania, Maddaloni, Marcianise, Mariglianella, Marigliano, Melito di Napoli, Mondragone, Monte di Procida, Nola, Orta di Atella, Parete, Pomigliano d'Arco, Portico di Caserta, Pozzuoli, Qualiano, Quarto, Recale, Roccarainola, San Cipriano d'Aversa, San Felice a Cancello, San Marcellino, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, San Paolo Bel Sito, San Prisco, San Tammaro, San Vitaliano, Santa Maria a Vico, Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria la Fossa, Sant'Arpino, Saviano, Scisciano, Sessa Aurunca, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Tufino, Villa di Briano, Villa Literno, Villaricca, Visciano) e ben 11 comuni dell'area del litorale vesuviano (Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Ercolano, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase) tra i siti di interesse nazionale, ovvero siti di interesse che necessitano con urgenza di un piano di bonifica;
    l'articolo 36-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, ha introdotto una serie di disposizioni in materia di criteri di individuazione dei siti inquinati di interesse nazionale (sin). Il comma 1, alla lettera a), novella il comma 2 dell'articolo 252 del codice dell'ambiente di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006, con l'inserimento, dopo la lettera f), di una lettera f-bis), al fine di aggiungere, ai principi e criteri direttivi da seguire per l'individuazione dei siti di interesse nazionale, un nuovo criterio che tiene conto dei siti interessati, attualmente o in passato, da attività di raffinerie, impianti chimici integrati, acciaierie; in osservanza del comma 2 dell'articolo 36-bis della citata legge di conversione del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, cosiddetto «Crescitalia», è stato emanato il decreto 11 gennaio 2013 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, recante «Approvazione dell'elenco dei siti che non soddisfano i requisiti di cui ai commi 2 e 2-bis dell'articolo 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e che non sono più ricompresi tra i siti di bonifica di interesse nazionale» (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale n. 60 del 12 marzo 2013), in ragione del quale per la regione Campania sono stati esclusi i seguenti siti di interesse nazionale: litorale domizio-flegreo e agro aversano (individuato come sito di interesse nazionale dalla legge 9 dicembre 1998, n. 426); Pianura (dichiarato sito di interesse nazionale con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dell'11 aprile 2008); bacino idrografico del fiume Sarno (dichiarato sito di interesse nazionale con legge 23 dicembre 2005, n. 266) e aree del litorale vesuviano (individuato sito di interesse nazionale con legge 31 luglio 2002, n. 179);
    gran parte di questi siti sono collocati nella cosiddetta Terra dei fuochi, dove da anni si consuma uno dei delitti ambientali più atroci: lo sversamento illegale, incessante e continuo di rifiuti industriali pericolosi e tossici, che, dopo aver colmato ogni buca e ogni cava presenti su questo territorio, hanno dato vita a delle piramidi di morte diffuse un po’ in tutta la Campania e poi invaso ogni angolo di campagna fino a lambire i centri abitati, laddove i consueti roghi dolosi, oltre ad amplificare l'effetto inquinante, cancellano le prove che potrebbero inchiodare parecchi responsabili che alimentano questo fenomeno. Fenomeno, quello dei roghi appunto, che in quelle macabre colonne nere che si stagliano nei cieli della terra dei fuochi annuncia la morte dello Stato, il trionfo dell'illegalità, una condanna per gli abitanti, per l'economia, la terra, l'acqua e l'aria;
    tutto questo è la cosiddetta Terra dei fuochi: quell'area compresa tra il litorale domizio flegreo, l'agro aversano-atellano, l'agro acerrano-nolano e vesuviano e la città di Napoli, dove ogni giorno, più volte il giorno, tonnellate di rifiuti industriali, urbani e speciali sono abbandonati incontrollatamente ai margini delle strade o nelle campagne e poi dati alle fiamme. Uno smaltimento a basso costo per chi compie questi atti illeciti, che ha, però, un costo altissimo in termini di salute per chi lo subisce;
    la combustione di materiali eterogenei e pericolosi, infatti, sprigiona una quantità enorme di fumi tossici che, oltre ad avvelenare l'aria di tutta la zona e dei territori limitrofi, ricadendo al suolo compromette irrimediabilmente le colture e gli allevamenti presenti, immettendo, attraverso la catena alimentare, un'enorme quantità d'inquinanti tossici, incontrollati e incontrollabili, fortemente nocivi per la salute umana. Molti di questi prodotti alimentari, sottoposti a controlli insufficienti, sono poi commercializzati su tutto il territorio nazionale, con conseguenze nocive per la salute di chi li mangia e per le economie sane della Campania;
    gli abitanti dell'intera area, una delle più densamente popolate d'Europa, in molti casi senza percepire il reale pericolo, sono costretti a vivere in un luogo altamente inquinato da sostanze molto tossiche (diossine, policlorobifenili, policlorobifenili dioxin like e altro) e ad altissime percentuali;
    tali sostanze procurano una serie di malattie a partire dalla semplice «depressione» fino a quelle più gravi e serie, come le malattie tumorali, la sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi, lupus e altro. L'inquinamento ambientale, infatti, procura uno stress ossidativo cellulare e mitocondriale che, a sua volta, produce una serie di danni seri ed irreversibili all'organismo umano;
    recenti studi statunitensi del professore Martin Pall della Washington State University avrebbero accertato che gli agenti inquinanti innestano un circolo vizioso in cui le sostanze tossiche, con le quali si viene in contatto a livello «locale» (attraverso la cute, gli occhi, nel tratto delle alte vie respiratorie o anche di quello gastrico-intestinale), e cioè molte sostanze chimiche o anche altri fattori stressogeni di tipo «naturale» come i virus o i batteri e le muffe, attivando a più livelli i recettori NMDA (molecola N-Metil-D-Aspartato), molecole presenti in diversi organi, portano alla trasformazione continua ossido nitrico in perossinitrito. Tale trasformazione – sempre secondo il professore Pall – una volta «cronicizzatasi», genera, poi, processi di tipo infiammatorio e ossidativo e la diminuzione delle capacità «detossificante» negli organi deputati allo smaltimento delle scorie metaboliche, processi difficili da fermare e che scatenano meccanismi di sensibilizzazione locale che agiscono, di fatto, «aprendo la porta» a pesanti patologie di tipo sistemico;
    in altre parole, tali reazioni – denominate ciclo dell'ossido nitrico-perossinitrito – rovinerebbero la membrana cellulare che da impermeabile diventa permeabile permettendo, in questo modo, di far entrare nella cellula sostanze che non dovrebbero esserci, alterando il funzionamento della cellula stessa, formando mutazioni epigenetiche e bloccando il funzionamento di alcuni geni. Tali mutazioni epigenetiche si trasformerebbero in mutazioni genetiche per le future generazioni, causando nascite di bambini già ammalati o predisposti ad una serie di terribili malattie;
    sono pochissime le famiglie della zona risparmiate da malattie e, soprattutto, le percentuali di tumori, cancri, leucemie e linfomi sono aumentate in maniera considerevole: è sufficiente controllare le percentuali di casi in tutto il territorio per rendersi conto che nella zona c’è il più alto tasso di questi tipi di malattie e una riduzione della vita media rispetto al resto dell'Italia;
    alla luce di quanto esposto, è di tutta evidenza come sia urgentissimo procedere ad interventi di bonifica del territorio, che però non possono prescindere da una preventiva e immediata messa in sicurezza dello stesso, anche perché la situazione dei danni genetici, che aumenteranno di padre in figlio, causerà un «genocidio»: è stato, infatti, stimato che rebus sic stantibus restano circa 5 generazioni prima che il «genocidio» si compia;
    peraltro, l'ultima stima sui tempi di eventuali bonifiche fatta dal Ministro della salute pro tempore, Renato Balduzzi, ha rilevato che, partendo subito, ci vorranno circa 50 anni per decontaminare il territorio in oggetto e che, comunque, il carico tossico maggiore, pur eliminando da subito tutte le cause, ci sarà nei prossimi 25-35 anni: un'intera generazione, pur non colpevole, dovrà pagare un conto salatissimo per gli errori fatti dalle istituzioni e da chi ha permesso questo orribile scempio;
    a conferma di quanto esposto, si segnalano gli studi che la Nato di prassi svolge sulla condizione ambientale dei luoghi dove risiedono e lavorano i suoi dipendenti civili e militari. Da tali studi, che rappresentano uno dei pochi rapporti pubblici sulla condizione ambientale campana, emerge che molti comuni della zona sono indicati come luoghi nei quali è assolutamente sconsigliabile vivere e che il famoso «triangolo della morte» è diventato una figura geometrica molto più complessa. Questi controlli hanno riguardato l'acqua utilizzata dalle 130 famiglie prese a campione. In ben 30 casi, i risultati hanno costretto le famiglie a lasciare il proprio alloggio per gravi rischi accertati. Le zone altamente tossiche sono aumentate a dismisura negli ultimi decenni e sono molto vicine tra di loro: tutta la provincia di Napoli, la zona del vesuviano, del casertano fino al confine con il Lazio risultano essere territori fortemente contaminati da sostanze tossiche;
    nelle scorse legislature, e da ultimo la XVI, è stata istituita una commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che ha consentito di accertare in modo univoco la gravità esponenziale rispetto al trascorrere del tempo, del disastro ambientale in atto in questi territori;
    nella relazione approvata in Commissione in data 5 febbraio 2013, nella parte relativa alla regione Campania, si legge nelle conclusioni, al punto 1.3.3 «Terra dei fuochi», che «a fronte della piena consapevolezza del problema, deve osservarsi come nessuna attività efficace sia stata messa in atto per tamponare un fenomeno di una gravità inaudita. È come se fosse operativo 24 ore su 24 un inceneritore a cielo aperto nel quale viene bruciato qualsiasi materiale. Le forze dell'ordine interpellate hanno evidenziato l'obiettiva difficoltà di intervento. È possibile tamponare infatti singoli episodi, ma non il fenomeno che continua a persistere alimentando un'economia illegale dello smaltimento dei rifiuti che è inaccettabile in una regione già ampiamente provata dagli inquinamenti imponenti che si sono consumati in passato e continuano a devastare il territorio»;
    in tale gravissimo contesto, con decreto del Ministro dell'interno del 26 novembre 2012 è stato nominato «commissario ai roghi» il viceprefetto Donato Cafagna, per supportare e coordinare le azioni intraprese nel perseguimento dell'obiettivo di contrasto a questo fenomeno delittuoso; nell'ambito delle attività condotte dai soggetti coinvolti (viceprefetto, prefetture di Napoli e Caserta, forze di polizia, regione, province, comuni, Arpac, asl, associazioni ambientaliste e comitati di cittadini), è stato sottoscritto un patto per la Terra dei fuochi che prevede una serie di azioni finalizzate al contrasto del fenomeno. Tra le misure adottate si segnalano: l'attivazione presso le prefetture di Napoli e Caserta di gruppi operativi interforze di contrasto alle condotte e alle attività illecite; la costituzione di una cabina di regia presso la prefettura di Napoli per l'attivazione degli interventi amministrativi d'integrazione e il necessario corollario all'azione di contrasto delle forze dell'ordine (tale cabina di regia ha stabilito di avviare alcune pratiche per supportare i comuni, quali la predisposizione di linee guida elaborate dall'Arpac per la rimozione dei rifiuti abbandonati e la prevenzione dei roghi); l'attivazione sul sito della prefettura del portale «Prometeo» per la trasparenza sull'operato e per la comunicazione e le segnalazioni da parte dei cittadini; l'avvio di corsi di formazione per comandanti e operatori di polizia municipale; l'attivazione di finanziamenti regionali per implementare la videosorveglianza e il telecontrollo; l'esclusione dal calcolo delle percentuali di differenziata raggiunta dai comuni dei rifiuti abbandonati raccolti; l'impegno ad attivare un comitato di coordinamento dei flussi per il trattamento e il conferimento della frazione combusta, per fornire tempestivamente indicazioni ai comuni interessati;
    purtroppo le attività intraprese, da oltre un anno ormai, non rappresentano una risposta efficace e strutturale al problema. Si tratta ancora una volta di una struttura commissariale ed eccezionale, di per sé costosa, che non muta la gestione ordinaria del monitoraggio e del controllo, non ha espresso risultati significativi e non è garanzia di un cambiamento strutturale nell'approccio al problema;
    è necessario che dette attività siano, invece, accompagnate da importanti azioni complementari, così da dimostrare la ferrea volontà di sconfiggere una volta per tutte la criminalità e l'illegalità che genera questo fenomeno;
    relativamente al patto che è stato sottoscritto nel mese di maggio 2013, questo prevede l'impegno da parte dei comuni interessati al monitoraggio e alla rimozione dei rifiuti illecitamente abbandonati. È predisposto da parte dell'Arpac un manuale di linee guida delle procedure per la rimozione ma, come noto, il problema principale non è stabilire come fare, ma è la volontà delle istituzioni locali di provvedere agli interventi;
    non essendo previsti nel patto tempi certi e sanzioni forti per i comuni e gli amministratori, che non provvedano a intervenire repentinamente a seguito di segnalazioni, da parte delle forze dell'ordine o dei cittadini, nei siti di rifiuti illecitamente abbandonati, l'impegno assunto in linea teorica si traduce sostanzialmente in un nulla di fatto. Stando così le cose, risultano inefficaci le azioni volte a prevenire i roghi, i traffici illeciti dei rifiuti industriali pericolosi e non e dei rifiuti urbani e speciali;
    peraltro, gli interventi destinati alla prevenzione dei roghi e dei traffici illeciti di rifiuti urbani e speciali non sarà possibile fino a quando non si consentirà ai comuni l'allentamento del patto di stabilità, per il capitolo relativo alla realizzazione di tali interventi in ambito ambientale (monitoraggio, rimozione dei rifiuti abbandonati e loro corretto smaltimento);
    come se quanto sopra esposto non dovesse bastare per mettere seriamente in pericolo la salute degli abitanti del luogo ed a generare in questi ultimi una legittima aspettativa ad ottenere dalle istituzioni una seria, ponderata e sistematica tutela della propria persona e salute, a rendere ancora più pericolosa di quello che già è l'area de quo per la salute umana, quasi a voler commettere un ultimo scempio ambientale all'interno di un territorio considerato ormai dalle istituzioni senza speranza, nel bel mezzo dell'estate è stato pubblicato un bando di gara avente ad oggetto la concessione per la realizzazione di un impianto, quasi ironicamente chiamato termovalorizzatore, per lo smaltimento delle balle stoccate nei siti della regione Campania stimabili in più di cinque milioni e mezzo di tonnellate e da realizzarsi all'interno del comune di Giugliano in Campania, comune nella provincia di Napoli che si trova nel bel mezzo del territorio di cui la presente mozione è oggetto. Come se non bastassero le fiamme che quotidianamente sono appiccate all'interno del territorio per cancellare ogni traccia dei rifiuti illegalmente sversati, adesso le istituzioni intendono anche esse dare alle fiamme i rifiuti (che vengono però chiamate «balle») della regione Campania, quasi a voler prendere a modello la pratica illegale denunciata e presente sul territorio. Infatti, la composizione delle balle da smaltire è del tutto eterogenea, in quanto trattasi di rifiuti del tipo cosiddetto «tal quale» e rispetto ai quali mai è stata fatta alcuna caratterizzazione o analisi del contenuto,

impegna il Governo:

   alla luce dell'atroce situazione delineata in premessa:
    a) a farsi promotore di una modifica dell'articolo 36-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, affinché sia ripristinata la classificazione da sito di interesse regionale (sir) a sito di interesse nazionale (sin) dei siti campani declassificati in base alla citata norma;
    b) a porre in essere tutte le forme di controllo incisivo del territorio campano atte a far cessare il criminale e illecito sversamento di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa;
    c) a bloccare, in particolare, ogni tipo di sversamento illecito o di combustione dei rifiuti attraverso un importante piano di finanziamento della videosorveglianza (affidata ai comuni e alla polizia locale) e l'utilizzo dell'esercito;
    d) a fare in modo che non si proceda alla realizzazione di qualunque ulteriore impianto impattante su quei territori, alla luce dell'articolo 3 della legge n. 87 del 2007, seppur derogato dall'articolo 18 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, essendo venuti meno i presupposti per tale deroga;
    e) ad intraprendere gli improrogabili interventi di messa in sicurezza delle aree che possono essere recuperate e alla conseguente bonifica del territorio campano, al fine di cercare almeno di limitare i danni di decenni di scellerate politiche di gestione ambientale del territorio, ivi compreso ogni atto e provvedimento volto a formalizzare l'inopportunità di realizzare impianti di trattamento termico dei rifiuti nei territori de quo in assenza della valutazione di soluzioni alternative e largamente più sostenibili, nonché degli interventi di riqualificazione e delle dette opere di bonifica;
    f) ad avviare, con un adeguato coinvolgimento del Ministero della salute, una massiccia campagna di indagini epidemiologiche di approfondimento invocate da precedenti studi come il «Sebiorec» piuttosto che lo studio dell'Organizzazione mondiale della sanità presentato dall'allora Ministro Balduzzi nel mese di febbraio 2013, finalizzate a fare luce sull'impatto delle contaminazioni sulla salute delle popolazioni residenti, anche dando ampia pubblicità ai risultati, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla nocività di certi comportamenti criminali, non essendo concepibile che gli unici dati a disposizione siano quelli forniti dalla Nato;
    g) ad adottare ogni iniziativa di competenza affinché, venute meno le cause ostative che hanno portato alla bocciatura da parte della Corte costituzionale della legge regionale n. 19 del 2012, il cosiddetto registro tumori regionale sia adottato e operi quale strumento imprescindibile per definire in maniera chiara e ufficiale il grave stato di salute del territorio;
    h) ad istituire un tavolo tecnico permanente, che funga da cabina di regia, presso il Ministero dell'ambiente e la tutela del territorio e del mare, nel quale siano coinvolte le associazioni e i comitati di cittadini da anni impegnati nelle lotte a difesa del territorio, personalità del mondo scientifico competenti in materia e rappresentanti di regione ed enti locali, al fine di monitorare la ingravescente situazione sopra illustrata e valutare le soluzioni più adatte alla risoluzione dei disastrosi problemi, facendo sì che, in particolare, tale tavolo tecnico permanente sia finalizzato:
     1) a svolgere attività di impulso, promozione e definizione di strumenti volti alla bonifica e al risanamento dei territori contaminati, nonché al monitoraggio e al controllo sull'esecuzione di tali strumenti;
     2) ad individuare una sede di confronto istituzionale tra il Ministero, gli enti territoriali e le associazioni portatrici degli interessi diffusi delle popolazioni coinvolte, con particolare riferimento al punto di vista della comunità scientifica, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati all'impatto sulla salute;
     3) a promuovere le sopra citate indagini epidemiologiche volte a fare luce sull'impatto delle contaminazioni sulla salute delle popolazioni residenti;
    i) ad assumere iniziative normative per consentire ai comuni interessati l'allentamento del patto di stabilità, indispensabile con riferimento esclusivamente ai capitoli relativi alla realizzazione di tali interventi in ambito ambientale (monitoraggio, rimozione dei rifiuti abbandonati e loro corretto smaltimento).
(1-00150)
(Nuova formulazione)  «Luigi Di Maio, Nuti, Agostinelli, Artini, Alberti, Baldassarre, Barbanti, Baroni, Basilio, Battelli, Bechis, Benedetti, Paolo Bernini, Massimiliano Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Catalano, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Corda, Cozzolino, Crippa, Currò, Da Villa, Dadone, Daga, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, De Rosa, Del Grosso, Della Valle, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Manlio Di Stefano, Di Vita, Dieni, D'Incà, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo, Cristian Iannuzzi, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mannino, Mantero, Marzana, Micillo, Mucci, Nesci, Parentela, Pesco, Petraroli, Pinna, Pisano, Prodani, Rizzetto, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Rostellato, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Segoni, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Tacconi, Terzoni, Tofalo, Toninelli, Tripiedi, Turco, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

rifiuti industriali

sostanza tossica

Campania

regione agricola

eliminazione dei rifiuti

rifiuti pericolosi

inquinamento chimico

agente inquinante

amministrazione locale