ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00120

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 40 del 25/06/2013
Abbinamenti
Atto 1/00051 abbinato in data 26/06/2013
Atto 1/00118 abbinato in data 26/06/2013
Atto 1/00121 abbinato in data 26/06/2013
Atto 1/00122 abbinato in data 26/06/2013
Atto 1/00123 abbinato in data 26/06/2013
Atto 1/00125 abbinato in data 26/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: FORMISANO ANIELLO
Gruppo: MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 25/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 25/06/2013
PISICCHIO PINO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 25/06/2013
LO MONTE CARMELO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 26/06/2013


Stato iter:
26/06/2013
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 26/06/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/06/2013

RITIRATO IL 26/06/2013

CONCLUSO IL 26/06/2013

Atto Camera

Mozione 1-00120
presentato da
GIORGETTI Giancarlo
testo presentato
Martedì 25 giugno 2013
modificato
Mercoledì 11 settembre 2013, seduta n. 75

   La Camera,
   premesso che:
    esprimendo il proprio apprezzamento per il tentativo in atto in queste ore, teso a scongiurare l'attacco alla Siria e a rilanciare il dialogo tra le parti coinvolte nel locale conflitto civile, con l'obiettivo finale di giungere ad una sua ricomposizione su basi eque, come recentemente raccomandato anche dalla Santa Sede;
    consapevole che la strada della pace in Siria e nella regione, alla quale è funzionale anche il disarmo chimico di Damasco, rimane irta di ostacoli, anche per l'esistenza di attori che hanno interessi di varia natura alla prosecuzione ed all'aggravamento della guerra in corso;
    condividendo la posizione adottata dal Governo italiano nella veste comunicata alle Commissioni Esteri dei due rami del Parlamento dal Ministro degli affari esteri lo scorso 27 agosto, in base alla quale risultava evidente il carattere pregiudiziale della presenza di un mandato delle Nazioni Unite all'appoggio di qualsiasi intervento armato contro il regime di Damasco;
    rilevando tuttavia, come l'apposizione della firma italiana alla Dichiarazione di San Pietroburgo, avvenuta da parte del Presidente del Consiglio al margine del G20, abbia non solo sancito una nuova spaccatura in seno all'Unione europea, per la decisione della Germania di non condividerla, ma altresì modificato la posizione dell'Italia nella crisi siriana senza alcuna consultazione con il Parlamento, prefigurando un appoggio politico del nostro Paese al possibile attacco alla Siria anche in assenza di un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mentre venivano contestualmente date ampie assicurazioni alla Presidenza di turno del G20 circa il fatto che l'Italia rimaneva indisponibile a partecipare attivamente ad un intervento militare contro il regime di Damasco, generando conseguentemente incertezza sulla reale collocazione del nostro Governo;
    sottolineando come l'atteggiamento prescelto sia connotato da un'ambiguità che ha obiettivamente reso poco nitida e difficilmente leggibile la posizione italiana, con l'effetto di indebolirla rispetto a tutte le parti in causa;
    osservando altresì, come l'offerta di appoggio politico da parte dell'Italia alla coalizione dei volenterosi in predicato di attaccare la Siria ponga in condizioni di oggettivo pericolo i 1.100 soldati italiani partecipanti all'Unifil II, di stanza nel Libano meridionale, esponendoli al rischio di rappresaglie da parte dell'Hezbollah, in caso di intervento militare contro il regime di Damasco;
    ricordando inoltre, che la percezione del crescente pericolo di estensione al Libano della guerra civile siriana ha già indotto il Governo turco a ritirare recentemente i propri caschi blu dall'Unifil II e quello degli Stati Uniti a disporre il rimpatrio di tutto il personale diplomatico non strettamente necessario in servizio nel Paese dei Cedri;
    segnalando che la decisione della Difesa italiana di inviare nelle acque prospicienti il Libano del cacciatorpediniere Andrea Doria parrebbe comprovare l'esistenza di preoccupazioni anche all'interno delle Forze armate del nostro Paese, che peraltro il rischieramento della citata unità non è in grado di dissipare completamente, essendo insufficiente a dissuadere o respingere eventuali attacchi terroristici da parte dell'Hezbollah;
    sottolineando che la prosecuzione degli interventi militari italiani nei teatri di crisi all'estero è assicurata soltanto fino al prossimo 30 settembre e sono da reperire i fondi per coprire le esigenze operative ad essi connesse sino al termine dell'anno in corso,

impegna il Governo:

   a chiarire in modo univoco e non ambiguo che l'Italia non appoggerà alcuna iniziativa militare internazionale che non abbia solide fondamenta nel diritto internazionale, e comunque previa autorizzazione del Parlamento, e nell'accertamento delle responsabilità per quanto accaduto alla periferia di Damasco lo scorso 21 agosto, tuttora oggetto di controverse ricostruzioni, in conformità con le deliberazioni adottate a suo tempo dal Consiglio Supremo di Difesa il 19 marzo 2003, alla vigilia di Iraqi Freedom, se del caso dichiarando espressamente come allora la non belligeranza dell'Italia;
   a predisporre comunque in via cautelativa il rimpatrio del contingente italiano di stanza in Libano, in ogni caso prima del varo del prossimo decreto-legge di proroga delle missioni internazionali delle nostre Forze armate, atteso entro il 30 settembre prossimo.
(1-00120)
(Testo corretto) «Giancarlo Giorgetti, Gianluca Pini, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Prataviera, Rondini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica comune di difesa

mercato del lavoro

politica di difesa

aereo

investimento