ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04741/032

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 894 del 30/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: DURANTI DONATELLA
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 30/11/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LAFORGIA FRANCESCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 30/11/2017
SANNICANDRO ARCANGELO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 30/11/2017
MATARRELLI TONI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 30/11/2017
MELILLA GIANNI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 30/11/2017
ALBINI TEA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 30/11/2017
CAPODICASA ANGELO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 30/11/2017
MOGNATO MICHELE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 30/11/2017


Stato iter:
30/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 30/11/2017
CASERO LUIGI ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
PARERE GOVERNO 30/11/2017
CASERO LUIGI ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/11/2017

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 30/11/2017

PARERE GOVERNO IL 30/11/2017

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 30/11/2017

CONCLUSO IL 30/11/2017

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/04741/032
presentato da
DURANTI Donatella
testo di
Giovedì 30 novembre 2017, seduta n. 894

   La Camera,
   premesso che:
    il prestito ponte di mezzo miliardo che il Governo aveva destinato a fine 2015 al piano di risanamento per il disastro ambientale e sanitario dell'Ilva non è stato erogato. Ed ora, alla luce di quanto previsto dal presente provvedimento, finisce a copertura del decreto fiscale per finanziare altre misure;
    si tratta del prestito ponte di cui disponeva la gestione commissariale del colosso siderurgico «al fine esclusivo dell'attuazione e della realizzazione del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria» dell'Ilva: 600 milioni da spendere nel 2016 e altri 200 nel 2017.
    534 milioni degli ottocento stanziati dal decreto 191 del 2015 non sono stati spesi ed il Governo, con una singolare partita di giro, li ha smistati per finanziare misure che con il disastro ambientale dell'Ilva non hanno nulla a che fare. Con due disposizioni finanziarie (articolo 20, comma 5, lettere f) e g) del collegato, l'esecutivo ha dirottato due franche del prestito (200 milioni e 334 milioni) su altri capitoli di spesa;
    il Gruppo parlamentare articolo 1- MDP ha denunciato come si trattasse di soldi che dovevano essere spesi diverso tempo fa e soprattutto come non si capisse assolutamente il motivo per cui una somma così ingente non sia stata mai impiegata alla luce del dramma ambientale, industriale e occupazionale che la città di Taranto sta soffrendo ormai da anni;
    a ben vedere, non è detto che queste risorse non possano, in futuro, servire per il risanamento delle aree colpite dai fumi dell'Ilva. Ma è pur vero che dal 2015 ad oggi sono cambiate molte cose sotto il cielo grigio di Taranto. Dopo un lungo tira e molla tra Milano e la Svizzera, a maggio scorso sono stati fatti rientrare, e sono disponibili sul conto Tesoreria dello Stato, un miliardo e trecento milioni del Gruppo Riva, gli ex proprietari accusati per il disastro ambientale. E c’è un investitore, l'Am Investco, la joint-venture composta da ArcelorMittal e Marcegaglia, che si è aggiudicato il colosso siderurgico battendo la concorrenza della cordata targata Jindal. I nuovi investitori si sono impegnati a mettere sul piatto, ha comunicato il commissario Laghi a luglio scorso, ben 1,1 miliardi di euro per il Piano Ambientale: «In totale – ha aggiunto Laghi – per risanare Taranto» riportandola a una situazione precedente ai danni ambientali causati dalla precedente gestione dell'Ilva «saranno investiti più di 2 miliardi di euro provenienti da privati»;
    i soldi per le bonifiche ci sono quindi e li mettono i privati. Tuttavia sono diversi i punti interrogativi dietro la partita di giro attuata dal Governo che ha trasformato un prestito ponte (soldi che sarebbero quindi dovuti rientrare nelle casse dello Stato maturando solo interessi ridotti) in risorse per finanziare ben altre misure, non si comprendono, in particolare le ragioni per cui questi siano rimasti congelati per tutto il 2016 dal momento che i commissari erano stati autorizzati a spendere fino a 600 milioni già durante lo scorso anno;
    ci sono poi le risorse finanziarie dei Riva. Già in conto Tesoreria, il commissario Laghi ha fatto sapere in audizione alla Camera che sono stati già in parte spesi per il risanamento dell'area esterna al polo Ilva e continueranno a finanziare le bonifiche delle aree su cui insiste l'acciaieria. Ma sono sufficienti ? Secondo quanto risulta per il risanamento ambientale dell'area, sia interna che esterna, gli esperti dicono che servono dai 3,5 ai 4 miliardi è saremmo ben lontani dagli ipotetici due 2,4 miliardi disponibili;
    d'altronde, è stata anche l'esiguità dei soldi che i Riva a maggio 2017 hanno fatto rientrare in Italia per le bonifiche a motivare il rigetto del patteggiamento richiesto da procura e legali degli ex proprietari da parte del Gip di Milano Maria Vicidomini, dove si celebra un troncone dell'inchiesta Ilva. Il giudice non ha ritenuto adeguata la cifra di 1 miliardo e 330 milioni di euro messa sul piatto dai Riva in cambio di un trattamento più morbido nella definizione della posizione giudiziaria dei tre imputati: «L'accordo – ha scritto a febbraio scorso – rischia di tradursi in una sostanziale abdicazione alla tutela di molteplici e variegati interessi non solo da parte degli imputati ma anche del commissario straordinario di Ilva spa e del curatore speciale di Riva Fire» nei confronti di coloro che hanno il diritto ad essere risarciti. Interessi «che richiederebbero altre forme di salvaguardia»,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa normativa finalizzata a realizzare il risanamento ambientale dell'area, sia interna che esterna, al polo ILVA rispetto alla quale gli esperti dicono che servono dai 3,5 ai 4 miliardi di euro, considerato che ad oggi saremmo ben lontani dagli ipotetici due 2,4 miliardi di euro disponibili.
9/4741/32Duranti, Laforgia, Sannicandro, Matarrelli, Melilla, Albini, Capodicasa, Mognato.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

disastro causato dall'uomo

degradazione dell'ambiente

protezione dell'ambiente