ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04394/023

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 778 del 11/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: FARINA DANIELE
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 11/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MAESTRI ANDREA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 11/04/2017
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 11/04/2017
MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 11/04/2017
CIVATI GIUSEPPE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 11/04/2017
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 11/04/2017
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 11/04/2017


Stato iter:
11/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 11/04/2017
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 11/04/2017

PARERE GOVERNO IL 11/04/2017

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 11/04/2017

CONCLUSO IL 11/04/2017

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/04394/023
presentato da
FARINA Daniele
testo di
Martedì 11 aprile 2017, seduta n. 778

   La Camera,
   esaminato il decreto-legge in conversione, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale;
   dal contenuto del decreto-legge emerge con chiarezza la scelta del Governo di perseverare nella scelta di politiche migratorie securitarie, irrazionali e fallimentari, che hanno comportato un ingente costo di vite umane e di sperpero di risorse, senza risolvere le questioni fondamentali poste dagli attuali flussi migratori;
   il decreto-legge manca di una prospettiva e una visione lungimirante attraverso l'adozione di politiche e buone pratiche che possono offrire soluzioni in grado di salvare la dignità e la vita umana di tanti profughi, di aiutare l'opinione pubblica italiana ed europea ad un diverso rapporto con il fenomeno migratorio e ad investire meglio le risorse spese;
   ad esempio, in moltissimi appelli, manifestazioni, mobilitazioni di diverso tipo, i «corridoi umanitari» sono diventati da tempo un concetto chiave e una parola d'ordine: fare arrivare i migranti provenienti da zone di violenza e conflitto senza far loro attraversare la violenza delle frontiere proibite d'Europa, esterne o interne che siano;
   la Carta di Lampedusa, sottoscritta il primo febbraio 2014, afferma la necessità della completa riconversione delle risorse investite per proteggere le frontiere dall'arrivo dei profughi, per assicurare quelli che chiama «percorsi di arrivo garantito» per le persone che migrano;
   i corridoi umanitari o «Percorsi di arrivo garantito», sono un modo per sottrarre i profughi ai trafficanti, per proteggere le loro vite molto prima di ridurli a naufraghi da salvare o da lasciare annegare nel Mediterraneo. Un modo per programmare realmente un'accoglienza dignitosa e razionale, e per rispettare la vita e le scelte delle persone in movimento, peraltro permettendo loro di arrivare ancora con i loro soldi in tasca, e da soggetti di diritto liberi;
   i Corridoi Umanitari sono un pilastro di Mediterranean Hope, un progetto in atto contro la logica delle frontiere e degli Hotspot. Si tratta di una buona pratica condivisa dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant'Egidio, tesa a garantire mille visti per l'accesso legale e sicuro in Italia dei migranti in condizioni di vulnerabilità concentrati in Libano, Marocco ed Etiopia;
   tale buona pratica è stata resa possibile da un protocollo d'intesa sottoscritto dagli enti proponenti e dai Ministeri dell'Interno e degli Affari Esteri nel dicembre 2015. La base giuridica dei corridoi umanitari è rintracciabile nell'articolo 25 del Regolamento di Schengen che consente ai Paesi Ue di rilasciare presso le proprie sedi consolari dei «visti umanitari» a persone vulnerabili;
   in un confronto tra gli enti proponenti e le rappresentanze ministeriali, in pochi mesi sono stati definiti i criteri che qualificano la vulnerabilità, identificando come potenziali destinatari dei visti profughi di guerra, donne vittime di tratta, minori non accompagnati, persone malate o disabili;
   ad oggi sono già arrivati in Italia circa 700 migranti sui 1000 previsti. Giunti in Italia, le persone vengono accolte per un «congruo periodo» dai promotori – come recita il protocollo – a loro intero carico finanziario (la Tavola valdese ha messo a disposizione una quota del suo 8 per mille);
   il bilancio di questo progetto è molto positivo. L'opinione pubblica ha compreso la priorità umanitaria del progetto e apprezza che esso si realizzi in condizioni di assoluta sicurezza sia per i migranti (che evitano i rischi delle traversate in mare) che per gli italiani (che accolgono persone già identificate e accompagnate). È un modo sicuro per tutti, perché il rilascio dei visti umanitari prevede i necessari controlli da parte delle autorità italiane;
   la società civile si è anche mobilitata a favore del corridoio umanitario con gesti di solidarietà offrendo biglietti aerei, fondi per le terapie, auto, abiti, case, eccetera. È il segno incoraggiante di un'Italia diversa da quella impaurita che sembra voler scaricare sui migranti la responsabilità di tutto quello che non funziona, della crisi, della disoccupazione e del degrado di alcune aree urbane. È la retorica dell’«immigrato espiatorio», cacciato il quale si redime la società e il Paese; un mito antico e primordiale che, benché cavalcato da certe forze politiche, non ha consistenza né futuro;
   i corridoi umanitari di Mediterranean Hope sono l'esempio di una buona pratica da replicare e adottare a livello istituzionale, in Italia e negli altri Paesi europei, anche per gli indubbi vantaggi economici. Il progetto Mediterranean Hope avrà un costo complessivo, a carico dei soggetti proponenti, di 2,5 milioni di euro per portare in Italia, in sicurezza, sottraendoli alle mani dei trafficanti, mille profughi. Basti pensare che alla Turchia sono stati promessi 6 miliardi di euro per l'implementazione del Joint Action Plan del marzo 2016. Con quei soldi si sarebbe potuto aprire un corridoio umanitario per mettere in salvo 2,4 milioni di persone,

impegna il Governo

a promuovere l'apertura immediata di corridoi umanitari di accesso in Italia e in Europa per garantire canali di accesso legali e controllati, attraverso i Paesi di transito ai rifugiati che scappano da persecuzioni, guerra e conflitti per mettere fine alle stragi in mare e in terra, e quindi debellare il traffico di esseri umani.
9/4394/23Daniele Farina, Andrea Maestri, Costantino, Marcon, Civati, Fratoianni, Palazzotto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

condizione della donna

lotta contro la criminalita'

traffico di persone