ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03892/094

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 643 del 28/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: BORDO FRANCO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 28/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 28/06/2016
RICCIATTI LARA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 28/06/2016


Stato iter:
28/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 28/06/2016
BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 28/06/2016

PARERE GOVERNO IL 28/06/2016

RESPINTO IL 28/06/2016

CONCLUSO IL 28/06/2016

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03892/094
presentato da
BORDO Franco
testo di
Martedì 28 giugno 2016, seduta n. 643

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento al nostro esame prevede alcune disposizioni in materia di procedure esecutive e per investitori in banche in liquidazione, cercando di fornire elementi per la risoluzione delle crisi bancarie;
    i responsabili del settore creditizio, i politici, i media, ci hanno raccontato a lungo, dopo lo scoppio della crisi del 2008, che le banche italiane, al contrario di quelle degli altri paesi occidentali, non avevano problemi di sorta. Più di recente, di fronte alla scoperta che il nostro sistema si trovava di fronte a crediti in affanno per un totale di circa 360 miliardi di euro, pari quasi al 20 per cento del totale dei prestiti, gli stessi hanno cercato di cambiare musica. Si è così cominciato a dire che era tutta colpa della crisi, che aveva colpito un settore che per altri versi sarebbe sano. Ma la verità è che esso sta ora cercando di uscire anche da «decenni di corruzione, regolamentazione inefficace, cattiva gestione», come commentava nei giorni scorsi un articolo del Financial Times;
    nel caso dell'Unicredit non troviamo episodi da codice penale, ma delle rilevanti difficoltà procurate da un management non all'altezza della situazione. L'istituto era nel 2004 uno dei più redditivi d'Europa. Così l'amministratore delegato di allora, Alessandro Profumo, avvia un piano di espansione molto ambizioso in Italia e all'estero. Egli crea in poco tempo una grande impresa rivolta verso il Centro e l'Est-Europa. Verrà poi in Italia lo sconsiderato acquisto di Capitalia, mossa apparentemente motivata dalla necessità di reggere la concorrenza di Intesa San Paolo;
    ma la situazione si deteriora ben presto, complice anche la crisi, che in questo caso funziona da circostanza aggravante. Nel 2010 Profumo sarà così sostituito da Ghizzoni; seguono tre aumenti di capitale, mentre le partecipazioni vengono svalutate di 14 miliardi di euro e mentre i non performing loans salgono a 84 miliardi;
    l'ultimo piano di sviluppo varato nel novembre 2015 non convince il mercato perché, tra l'altro, non dice come verranno smaltiti i crediti in sofferenza e come verrà aumentata una redditività che appare molto bassa, mentre il management respinge un possibile ulteriore aumento di capitale pur valutato come necessario da molti esperti;
    nel maggio del 2016 l'amministratore delegato è alla fine costretto a dimettersi. Ma, incredibilmente, la nomina del nuovo capo azienda, e per di più in un momento così delicato, viene rimandata di quasi tre mesi, mostrando al mondo una mancanza assoluta di capacità di programmazione, oltre che una scarsa concordia tra i principali azionisti;
    intanto, il valore in borsa del titolo si è ridotto ai minimi termini, mentre la necessità di un aumento di capitale di almeno 5 miliardi di euro diventa sempre più evidente, anche se appare difficile la loro sottoscrizione sul mercato;
    il caso indicato è soltanto uno tra quelli che mostrano con evidenza che i mali del sistema bancario italiano sono ascrivibili solo in parte alla crisi, che semmai ha funzionato da detonatore di una situazione più complessa, fatta di corruzione, cattiva gestione, assenza totale di controlli, convivenze occulte con la politica;
    così oggi il sistema, mentre pena a trovare le risorse finanziarie per far fronte alle grandi perdite su crediti e agli aumenti di capitale qua e là necessari, deve peraltro cercare di portare avanti un profondo rinnovamento negli uomini e nei sistemi di gestione, nonché nell'organizzazione dei controlli da parte delle autorità preposte;
    un compito, questo, forse impari. Le necessità di rinnovamento si scontrano in effetti con un quadro istituzionale e della società civile che appaiono molto compromessi,

impegna il Governo

a valutare attraverso ulteriori iniziative la possibilità di partecipare tramite la Cassa depositi e prestiti all'aumento di capitale necessari ad Unicredit ottenendo come contropartita, oltre ad un congruo pacchetto di azioni di controllo, la nomina di membri da parte della CDP nel CdA dell'istituto di credito al fine di orientare la politica creditizia di una delle principali banche del nostro Paese verso una maggiore attenzione al credito a favore delle PMI e delle famiglie.
9/3892/94Franco Bordo, Paglia, Ricciatti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aumento di capitale

credito industriale

grande impresa