ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03892/123

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 643 del 28/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: RUBINATO SIMONETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GINATO FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2016
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2016
MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2016
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2016
DE MENECH ROGER PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2016
MOGNATO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2016
ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2016
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 28/06/2016
PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI 28/06/2016


Stato iter:
28/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 28/06/2016
BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 28/06/2016
Resoconto RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 28/06/2016
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 28/06/2016

DISCUSSIONE IL 28/06/2016

ACCOLTO IL 28/06/2016

PARERE GOVERNO IL 28/06/2016

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 28/06/2016

CONCLUSO IL 28/06/2016

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03892/123
presentato da
RUBINATO Simonetta
testo di
Martedì 28 giugno 2016, seduta n. 643

   La Camera,
   premesso che:
    i piccoli azionisti della Banca Popolare di Vicenza (BPV) vivono una situazione di enorme difficoltà dato che nel corso degli ultimi due anni hanno visto il valore delle azioni dell'istituto precipitosamente svalutato, senza la possibilità di alienare i predetti titoli partecipativi. Come previsto dalla disciplina delle Banche Popolari, il valore delle azioni è stato determinato dalla società medesima, in assenza di confronto con il mercato: a seguito dell'attività ispettiva svolta dalla Banca d'Italia, è emerso che l'istituto ha proceduto al riacquisto delle proprie azioni senza le autorizzazioni imposte dal legislatore. La Procura della Repubblica di Vicenza ha dunque avviato un'indagine penale nei confronti dei vertici societari e la Banca Centrale Europea, tra il 26 febbraio e il 3 luglio 2015, ha condotto un'ispezione sulla banca;
    da tali attività è emerso che la BPV, oltre ad aver riacquistato azioni proprie senza le necessarie autorizzazioni, non ha dedotto – per un ammontare cospicuo dal patrimonio di vigilanza – il capitale raccolto a fronte di finanziamenti erogati dalla stessa BPV ai sottoscrittori con la finalità di acquisto delle sue azioni né comunicato tali operazioni agli organi di vigilanza. L'istituto ha infatti concesso ai clienti finanziamenti destinati all'acquisto delle azioni dell'Istituto stesso (cosiddetti finanziamenti «baciati»). In alcuni casi, l'acquisto di azioni della stessa Popolare sarebbe stato imposto ai clienti anche quale contropartita per ottenere i finanziamenti commerciali; inoltre è emerso che alcuni soggetti sarebbero stati indotti all'acquisto sulla base di valutazioni patrimoniali riferite dalla stessa Popolare non corrispondenti ai dati reali. Il risultato è stata una significativa sopravvalutazione delle azioni e, di conseguenza, di fronte alla necessità di una valutazione reale (molto inferiore delle citate sopravvalutazioni), in ossequio al sopravvenuto obbligo di quotazione sui mercati regolamentati delle banche popolari, un grave danno in capo agli azionisti;
    la relazione della Bce avrebbe inoltre evidenziato che 58 mila azionisti erano stati classificati in modo inappropriato, ai fini della normativa MIFID, con attribuzione di un profilo di rischio e competenze finanziarie non corrispondenti alla realtà. Altri 29 mila azionisti non sarebbero stati assistiti adeguatamente, dopo che ad essi era stato comunicato il diritto di prelazione;
    a seguito delle suesposte vicende, l'Assemblea di Banca Popolare di Vicenza ha disposto in più occasioni la svalutazione delle proprie azioni, da un valore di partenza di 62,50 euro nel 2014 (approvazione bilancio 2013) a 6,3 euro di febbraio 2016 per i soci che non avessero partecipato all'aumento di capitale, però con contestuale sospensione del diritto di recesso. Con l'intervento del fondo Atlante nell'aprile del 2016 è stato sottoscritto un nuovo aumento di capitale, con l'ulteriore abbassamento del prezzo di ciascuna azione a 10 centesimi di euro;
    le medesime vicende sono emerse anche con riferimento a Veneto Banca, destinataria, nel 2013, di una decisione della Consob (delibera n. 18446) con la quale sono state comminate sanzioni pecuniarie nei confronti dell'istituto e degli esponenti apicali, in quanto dall'attività di vigilanza erano emerse diffuse e reiterate condotte irregolari, relative alla valutazione di adeguatezza delle operazioni disposte dalla clientela, in particolare su azioni e obbligazioni emesse dalla Banca, sostanziatesi in frequenti riprofilature della clientela che, in un significativo numero di casi, sono risultate strettamente funzionali a rendere adeguata un'operazione altrimenti non coerente con il profilo dell'investitore; una diffusa riproposizione in regime di appropriatezza di ordini che altrimenti sarebbero risultati inadeguati (e ciò nonostante le procedure aziendali qualifichino espressamente come del tutto eccezionali i casi in cui ciò può accadere, nonché numerosi casi di ordini proposti direttamente in regime di appropriatezza, nonostante l'utilizzo di un canale di contatto «fisico» con la clientela (sportello ovvero promotore finanziario) tipicamente orientato a fornire raccomandazioni personalizzate (consulenza), per le quali è richiesto l'espletamento del questionario di valutazione di adeguatezza;
    sempre per quanto riguarda Veneto Banca, la situazione finanziaria e patrimoniale dell'istituto appare fortemente rischiosa per azionisti e obbligazionisti. Standard & Poor's ha infatti abbassato da CCC- a D il rating di un prestito obbligazionario emesso nel 2007, stante il mancato pagamento da parte dell'emittente delle cedole dovute nel mese di dicembre 2015: ciò in virtù del fatto che i requisiti di capitale dell'istituto (in particolare il Cet1 Rado e il Total Capital Ratio) risultavano, al momento della cancellazione del coupon, al di sotto dei minimi imposti dall'autorità di vigilanza. Veneto Banca registra inoltre un elevato livello di credit spread (ovverosia l'indice utilizzato per misurare la rischiosità dell'investimento): pertanto gli analisti hanno valutato il rischio di credito dell'emittente come significativo. L'istituto ha dunque deliberato un aumento di capitale che, qualificato come un'operazione a massimo rischio, allo scadere dei termini nella scorsa settimana dell'offerta in opzione ai soci e di quella successiva agli investitori istituzionali, ha visto presentate adesioni per un importo complessivo per euro 22.330.793,98, pari al solo 2.23 per cento del controvalore dell'offerta globale. Per cui è saltata la quotazione in Borsa per scarsità del flottante e si è reso necessario anche per Veneto Banca l'intervento di salvataggio del fondo Atlante, che ha acquisito il 96,5 per cento del pacchetto azionario a dieci centesimi per azione, titoli che fino a qualche mese fa erano valutati oltre quaranta euro l'uno;
    la situazione sopra descritta apre scenari di crisi per entrambi gli istituti che avranno ripercussioni certe e diffuse su un rilevante numero di risparmiatori e imprese, per la maggior parte vittime di scelte gestionali e meccanismi fraudolenti oggetto di indagine da parte della magistratura, che hanno portato alla distruzione del valore delle due popolari venete, con un danno per il territorio quantificato in almeno 10 miliardi di euro, e che, senza l'intervento del fondo Atlante, messo in campo con l'assenso del Governo, avrebbe costituito un vero e proprio rischio sistemico per l'intero settore del credito del Paese;
    vicende di una tale rilevanza, che minano alla radice la fiducia dei cittadini non solo nel sistema del credito, ma anche nelle Autorità preposte alla sua vigilanza e nelle Istituzioni che governano il Paese, fatta salva la competenza dell'Autorità giudiziaria nel perseguire le responsabilità personali, interpellano anche il Parlamento, quale massima sede della rappresentanza popolare, a mettere in campo, oltre alle rilevanti riforme già approvate per rendere più solido e trasparente il sistema bancario italiano, tutte le iniziative normative ed ispettive necessarie per fare chiarezza su quanto è accaduto, prevenire il ripetersi di analoghe vicende, assicurare effettivi strumenti di tutela dei risparmiatori;
    il decreto-legge n. 59 del 2016, oggetto di conversione con l'A.C. n. 2362 oggetto di esame da parte dell'Assemblea, agli articoli 8-10 introduce misure volte al ristoro degli investitori dei quattro istituti bancari posti in risoluzione nel mese di novembre 2015, consentendo loro l'accesso diretto all'apposito Fondo di solidarietà istituito dalla legge di stabilità 2016; a tali soggetti è infatti riconosciuto – a specifiche condizioni patrimoniali e reddituali – un indennizzo forfetario, pari all'80 per cento del corrispettivo pagato per l'acquisto degli strumenti finanziari (obbligazioni subordinate) erogati dagli istituti;
    vi è una sostanziale analogia della condizione in cui versano gli investitori delle quattro banche poste in liquidazione e gli investitori della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, in quanto anche per questi ultimi verosimilmente non vi è stata una corretta rappresentazione del rischio insito nella sottoscrizione degli investimenti offerti dagli istituti bancari e dal momento che entrambe le tipologie di risparmiatori hanno subito un crollo della valutazione dei titoli posseduti, con ingenti perdite a carico dei soggetti economicamente più deboli, quali i piccoli risparmiatori e le famiglie;
    la crisi della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e la stringente necessità di reintegrare il capitale stanno comportando la richiesta di rientro immediato da affidamenti bancari commerciali alle imprese del territorio che in molti casi avevano dei fidi garantiti anche attraverso le azioni che la medesima Banca proponeva loro di acquistare quale condizione del prestito; ciò sta causando situazioni di crisi di liquidità per le aziende con conseguenti gravi danni al tessuto produttivo locale e ai lavoratori;
    tuttavia nessun rientro anticipato di finanziamento dovrebbe essere previsto a favore degli istituti coinvolti a causa della riduzione del valore delle azioni atteso che le stesse sono state poste – in maniera pressoché coercitiva – a garanzia del fido dagli stessi soggetti concedenti, i quali non potevano non essere consapevoli dell'inadeguatezza della garanzia stessa, essendo gli stessi soggetti che artatamente hanno determinato il «fittizio» maggior valore dei titoli a garanzia. In sostanza ad origine il finanziamento risultava non garantito, pertanto la variazione di valore della garanzia inesistente – non dovrebbe divenire pretesto dell'anticipato rientro finanziario;
   tutto ciò premesso,

impegna il Governo:

   ad attivarsi in tutte le sedi competenti perché venga fatta quanto prima chiarezza su quanto accaduto nella gestione delle quattro banche oggetto della procedura di risoluzione nel novembre scorso, nonché di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e siano accertate le relative responsabilità, ad ogni livello, anche rafforzando le risorse umane e strumentali necessarie all'operatività degli uffici giudiziari preposti alle indagini nei confronti dei vertici aziendali, nonché favorendo ogni utile iniziativa parlamentare, inclusa l'istituzione di una Commissione d'inchiesta o di indagine;
   ad assumere con urgenza tutte le iniziative opportune a tutela delle imprese esposte con i predetti istituti al fine di salvaguardare la continuità del sistema produttivo veneto e non solo, anche attraverso i meccanismi di garanzia e co-garanzia previsti dalle vigenti leggi;
   a valutare la possibilità di estendere in futuro l'operatività del fondo di solidarietà istituito per l'erogazione di prestazioni in favore degli investitori nei quattro istituti bancari in liquidazione dall'articolo 1, comma 855, della legge di Stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015), nonché i meccanismi di indennizzo previsti dagli articoli 8-10 del decreto-legge n. 59 del 2016, in presenza delle medesime condizioni di liquidazione agli investitori in altri istituti bancari che siano vittime di meccanismi fraudolenti individuati nel corso dell'attività investigativa ed ispettiva.
9/3892/123. (Testo modificato nel corso della seduta) Rubinato, Ginato, Borghi, Moretto, Rotta, De Menech, Mognato, Zardini, Naccarato, Palese, Naccarato, Palese.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca popolare

risoluzione

sicurezza e sorveglianza