ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02894/006

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 382 del 26/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 26/02/2015


Stato iter:
26/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 26/02/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/02/2015
Resoconto PILI MAURO MISTO
 
INTERVENTO GOVERNO 26/02/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/02/2015
Resoconto PILI MAURO MISTO
Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 26/02/2015

PARERE GOVERNO IL 26/02/2015

DISCUSSIONE IL 26/02/2015

RESPINTO IL 26/02/2015

CONCLUSO IL 26/02/2015

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02894/006
presentato da
PILI Mauro
testo di
Giovedì 26 febbraio 2015, seduta n. 382

   La Camera,
   premesso che:
    l'ennesimo decreto sull'Ilva di Taranto impone una riflessione sull'esigenza di colmare le evidenti discriminazioni tra vari comparti produttivi del Paese con particolare riferimento all'inserimento tra le imprese di interesse strategico nazionale;
    l'alluminio è, alla pari se non di più dell'acciaio, un materiale cruciale per qualsiasi sistema economico che si prefigga una crescita compatibile con il rispetto dell'ambiente;
    il tasso di crescita della domanda di alluminio è tra quelli più rilevanti rispetto a quello di altri metalli similari, oltre che del prodotto interno lordo delle diverse economie mondiali;
    la produzione nazionale di primario è pari a circa 190.000 tonnellate all'anno, e copre quindi solo il 12 per cento del fabbisogno interno, il valore più basso tra i Paesi industrializzati; la produzione di alluminio secondario, derivante dal riciclo dell'alluminio, assomma a 700.000 tonnellate all'anno, pari al 43 per cento dell'intera domanda; l’import assomma a circa 764.000 tonnellate all'anno, pari al 47 per cento del fabbisogno;
    l'industria dell'alluminio primario è, per sua natura, un'industria energy intensive alla pari di quella dell'acciaio. L'energia elettrica è a vera materia prima del processo produttivo incidendo per oltre il 30 per cento sui costi operativi. La disponibilità energetica a prezzi sostenibili è, quindi, il principale fattore di sopravvivenza economica degli impianti esistenti, ed è elemento chiave per la localizzazione dei nuovi impianti di produzione primaria (i cosiddetti smelters); negli ultimi anni la posizione competitiva degli impianti italiani, e quello sardo in particolar modo, anche per le condizioni insulari della Sardegna, si è andata deteriorando significativamente;
    alla naturale evoluzione del costo del lavoro, si sono infatti aggiunti due ulteriori elementi negativi: a) il rafforzamento dell'euro, particolarmente penalizzante in un business che, come nel caso del Primario Europeo, sostiene i costi pressoché interamente in euro ed ha i ricavi interamente in dollari; b) l'aumento del costo dell'energia elettrica, indotto non solo da fattori congiunturali attinenti le oscillazioni dei costi delle materie prime energetiche (olio e carbone), ma dalla attuazione delle politiche dell'Unione europea in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia;
    il processo di liberalizzazione del mercato dell'energia in Europa è lontano dall'avere realizzato gli obiettivi di ampliamento della base produttiva, di competitività e di riduzione di prezzo attesi;
    il mercato al momento non è equilibrato, funziona ancora in un regime di oligopolio, non è affatto trasparente e, conseguentemente, non è competitivo per i clienti energy intensive quali i produttori di alluminio e dell'acciaio;
    la carenza di riserva di generazione elettrica ed i vincoli di varia natura alla trasmissione dell'energia pongono un evidente limite strutturale ad uno sviluppo equilibrato dello stesso;
    le attuali regole di funzionamento del mercato, che opera ancora in difetto di reale concorrenza, soprattutto in Sardegna, e di negoziazione dei prezzi, che vedono una posizione di forza preponderante dei fornitori, non sono adeguate per negoziare acquisti di energia a lungo termine;
    nelle condizioni attuali del mercato dell'energia relativamente alle industrie energivore dall'acciaio all'alluminio, senza adeguati interventi strategici e contingenti, si prefigura il seguente scenario: a) sarà impossibile la rinegoziazione dei contratti a condizioni e prezzi internazionalmente competitivi; b) l'incremento del prezzo dell'energia risulterà incompatibile con la sopravvivenza economica degli impianti che conseguentemente non saranno più in condizioni di operare; c) la produzione verrà delocalizzata in Paesi che adottano politiche energetiche compatibili con le loro ambizioni di sviluppo industriale; d) per la natura di «capital intensive» dell'industria del primario la delocalizzazione sarà per lungo tempo irreversibile; e) il metallo prodotto in tali aree, spesso a condizioni agevolate ed incentivate da risorse pubbliche, sarà importato nei Paesi della Comunità; f) l'Europa pagherà i costi sociali ed economici connessi con la delocalizzazione; g) l'Europa perderà la corrispondente occupazione diretta ed indotta;
    la competitività europea sarà penalizzata in quanto: a) l'industria di trasformazione perderà il supporto che deriva dalla disponibilità in loco di metallo primario; b) l'industria manufatturiera perderà le ricadute tecnologiche apportate dalle attività primarie; c) il sistema europeo si troverà a dipendere completamente da importazioni extra UE con ricadute negative, nel lungo periodo, anche sui consumatori;
    l'Italia, con un consumo di alluminio di oltre 1.600.000 tonnellate all'anno è il secondo Paese consumatore del metallo leggero in Europa, e dispone di una industria di trasformazione (laminazione ed estrusi) ancora importante e relativamente competitiva;
    la produzione di alluminio primario in Italia è effettuata in due stabilimenti, entrambi appartenenti alla multinazionale Alcoa, che li ha acquistati in seguito alla privatizzazione dell'industria nazionale dell'alluminio: a) Portovesme, nel Sulcis Iglesiente (Sardegna) con capacità di 150.000 tonnellate all'anno; b) Fusina, nel Veneto, con capacità di 45.000 tonnellate all'anno;
    nel caso italiano, la produzione di alluminio primario risulta particolarmente strategica per le motivazioni seguenti: a) è integrata all'industria di trasformazione a monte valle della filiera produttiva, e ne costituisce importante salvaguardia; b) costituisce un indiretto sostegno della industria del secondario, la più evoluta in Europa, che incontra difficoltà crescenti nell'approvvigionamento dall'estero del rottame;
    in Sardegna la produzione del primario costituisce l'attività principale del nucleo industriale del Sulcis Iglesiente, e fornisce un contributo insostituibile al tessuto socio-economico della Regione,

impegna il Governo:

   a mettere in essere, un piano nazionale che estenda i provvedimenti relativi all'Ilva di Taranto e al suo territorio anche ad altre realtà produttive con le stesse caratteristiche ambientali e strategiche nazionali;
   a prevedere con apposito provvedimento, in relazione al primo disposto del decreto, relativamente alle modalità di individuazione di ruolo strategico nazionale, il riconoscimento di ruolo strategico nazionale degli impianti di alluminio primario e dei suoi connessi;
   a disporre in ottemperanza tutte le autorevoli ed urgenti iniziative necessarie, comprese la definizione di accordi bilaterali ad azienda/e energivore, ritenute strategiche per la propria economia nazionale come lo stabilimento Alcoa, il riconoscimento di un quantitativo di energia elettrica necessario a tali impianti ad un prezzo medio di vendita pari alla media europea;
   a proporre con provvedimento analogo a quello dell'Ilva per il rilancio dell'attività produttiva del Sulcis Iglesiente con particolare riferimento al riavvio degli impianti relativi all'alluminio primario di interesse strategico nazionale;
   a proporre, al fine di garantire condizioni di riequilibrio e di competitività del settore di interesse strategico nazionale dell'alluminio primario, apposito decreto urgente per la proroga delle disposizioni di cui all'articolo 34 decreto crescita 2.0 (decreto-legge n. 179 del 2012 convertito con legge n. 221 del 2012) con la sostituzione dei termini dal «31 dicembre 2015» al «31 dicembre 2025».
9/2894/6Pili.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica energetica

importazione comunitaria

alluminio