ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02433/027

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 247 del 17/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAPARINI DAVIDE
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 17/06/2014


Stato iter:
17/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/06/2014
MORANDO ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 17/06/2014

PARERE GOVERNO IL 17/06/2014

RESPINTO IL 17/06/2014

CONCLUSO IL 17/06/2014

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02433/027
presentato da
CAPARINI Davide
testo di
Martedì 17 giugno 2014, seduta n. 247

   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 21, nel testo risultante dalle modifiche apportate al Senato, reca disposizioni concernenti l'articolazione territoriale e il riassetto industriale di RAI S.p.A. finalizzate a garantire maggiore efficienza e contenimento dei costi. In previsione dei risparmi di spesa, prevede la riduzione di 150 milioni di euro per il 2014 delle somme, derivanti dai canoni di abbonamento alla televisione, da riversare alla medesima concessionaria;
    sembra paradossale che a fronte dei minori costi previsti per l'espletamento del servizio pubblico radiotelevisivo, i cittadini utenti siano dovuti a pagare il canone Rai senza alcuna riduzione perché il Governo ha previsto, al comma 4 dell'articolo in questione, di trattenere 150 milioni di euro per il 2014 da destinare a finalità non meglio specificate e che probabilmente non avranno nulla a che fare con un servizio di informazione pubblica;
    il pagamento del canone di abbonamento, istituito con il Regio decreto n. 246 del 1938 quando ancora non esisteva la TV, è dovuto per la semplice detenzione di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle diffusioni televisive, indipendentemente dai programmi ricevuti, a seguito di una sentenza della Corte costituzionale del 2002 che ha riconosciuto la sua natura sostanziale d'imposta per cui la legittimità dell'imposizione è fondata sul presupposto della capacità contributiva e non sulla possibilità dell'utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo al cui finanziamento il canone è destinato;
    nei fatti, considerati i dati relativi al mancato pagamento del canone correlati alle diverse aree del Paese, il Nord (con un tasso di evasione che si assesta al 5 per cento) pagando il canone continuerà a finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo e in più finanzierà anche qualcos'altro che non è ancora dato sapere, mentre il Meridione (con un tasso di evasione che oscilla fra il 30 e il 50 per cento) continuerà a godere di vantaggi su diversi fronti;
    si tratta di una imposta antiquata e iniqua, che non ha alcun motivo di esistere anche in virtù del maggiore pluralismo indotto dall'ingresso sul mercato di nuovi editori e dall'apporto delle nuove tecnologie (DTT, DDT, DVbh, TV satellitare, ADSL, WI-FI, cavo e analogico) e dal fatto che spesso il vero ruolo di servizio pubblico, considerata la copertura capillare su tutto il territorio nazionale, viene svolto dalle tv locali;
    le emittenti locali potrebbero rivestire un ruolo altrettanto determinante per colmare il digital divide anche attraverso il pieno e completo riconoscimento della loro prerogativa a svolgere il ruolo di operatore di rete in tecnica digitale in ambito locale consentendogli di concedere la capacità trasmissiva ai fornitori di servizi di media, ai fornitori di servizi di media audiovisivi lineari, ai fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta, ai fornitori di contenuti audiovisivi e di dati ed ai fornitori di servizi media radiofonici autorizzati in ambito nazionale e locale;
    se le stime del Governo hanno previsto, a fronte del canone pagato, un risparmio di 150 milioni da parte della concessionaria del servizio pubblico, sarebbe logico che questo importo fosse utilizzato comunque per garantire la qualità dell'informazione destinando le risorse alle emittenti locali che davvero svolgono un servizio sull'intero territorio nazionale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di destinare per il 2014, attraverso ulteriori iniziative normative, le risorse pari a 150 milioni di euro delle somme derivanti dai canoni di abbonamento alla televisione, trattenute dallo Stato e non riversare alla concessionaria Rai, alle emittenti locali al fine di salvaguardare l'informazione locale e al contempo di potenziarla, secondo criteri di equità, efficacia ed appropriatezza sulla base di apposite graduatorie elaborate dai Corecom e di una verifica da parte del Ministero dello sviluppo economico.
9/2433/27Caparini.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA SPA

EUROVOC :

televisione

parafiscalita'

informazione del consumatore

divario digitale

evasione fiscale

risparmio

concessionario