ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01941/031

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 160 del 27/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: RAGOSTA MICHELE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LAVAGNO FABIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/01/2014
BOCCADUTRI SERGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/01/2014
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/01/2014
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/01/2014


Stato iter:
28/01/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 27/01/2014
BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 27/01/2014

PARERE GOVERNO IL 27/01/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 27/01/2014

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 28/01/2014

CONCLUSO IL 28/01/2014

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01941/031
presentato da
RAGOSTA Michele
testo di
Martedì 28 gennaio 2014, seduta n. 161

   La Camera,
   premesso che:
    più che da vera e propria urgenza, le disposizioni del provvedimento in esame relative alla Banca d'Italia sembrano essere dettate dalla «fretta» di riformare l'assetto proprietario e la governance dell'Istituto, che nell'attuale assetto non ha finora peraltro comportato problemi legati all'indipendenza della Banca d'Italia e alla libertà delle scelte rispetto ai condizionamenti degli attuali detentori delle quote così come risulta dalla approfondita ed esaustiva recente relazione del Governatore Visco in Commissione Finanze al Senato;
    tale riforma, che riveste per di più caratteri ordinamentali oggettivamente incompatibili con i caratteri di necessità e urgenza che dovrebbe recare il decreto-legge, come quelle che la hanno preceduta nella lunga storia dell'Istituto, dovrebbe passare al vaglio di un approfondito dibattito politico, che affronti distesamente ed analiticamente tutti gli aspetti connessi, sottraendola alle semplificazioni insite nella decretazione d'urgenza, per di più, in piena sessione di bilancio e a ridosso della scadenza d'anno e con un Parlamento letteralmente invaso da provvedimenti d'urgenza in modo tale da configurare a volte veri e propri ingorghi a totale detrimento della necessaria riflessione e ponderazione parlamentare di norme a volte fondamentali per il nostro Paese;
    si sarebbe dovuto quindi consentire al Parlamento di affrontare tali rilevanti questioni con tempi adeguati ad una più ponderata valutazione di tutti i temi ad esso connessi, trattandosi di una norma ordinamentale così come sostiene la stessa relazione illustrativa del provvedimento;
    si sarebbe dovuto quindi disporre lo stralcio prevedendo, per le norme relative alla Banca d'Italia, l'iter previsto dall'articolo 72 della Costituzione per i disegni di legge ordinari;
    osserviamo, infatti, che senza essere preceduto dal minimo dibattito politico, si è proceduto per decreto ad una riforma storica dell'assetto proprietario e della governance della Banca d'Italia che pregiudica palesemente la tutela del risparmio sancito dall'articolo 47 della Costituzione che recita «la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito»;
    mentre si dibatte all'infinito di come tassare la prima casa, nessuno, governo, politici, media, si preoccupa di discutere sul fatto che chiunque potrà comprarsi un «pezzo» della Banca d'Italia, anche un soggetto straniero. Il governo non si è preoccupato di dire nulla, ad esempio, sulle possibili conseguenze del fatto che le quote di partecipazione nella nostra banca centrale diventeranno liberamente trasferibili, cioè scambiabili sul mercato;
    il comma 6-bis dell'articolo 4 del decreto in esame prevede che la Banca d'Italia riferisca annualmente alle Camere in merito alla partecipazione al proprio capitale in base a quanto stabilito dal medesimo articolo 4,

impegna il Governo

ad affiancare a tale relazione della Banca d'Italia proprie valutazioni sui risultati, conseguiti o meno, dalle disposizioni sul capitale di Banca d'Italia di cui al presente decreto, ed in particolare in merito al rafforzamento dell'autonomia e dell'indipendenza della Banca, nonché sui risultati conseguiti in termini di saldi di finanza pubblica, insieme ad eventuali proposte anche di ordine legislativo per modificare la normativa al nostro esame.
9/1941/31Ragosta, Lavagno, Boccadutri, Melilla, Marcon.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

autonomia

banca