ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01941/025

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 160 del 27/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: PIRAS MICHELE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/01/2014
BOCCADUTRI SERGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/01/2014


Stato iter:
28/01/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 27/01/2014
BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 27/01/2014

PARERE GOVERNO IL 27/01/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 27/01/2014

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 28/01/2014

CONCLUSO IL 28/01/2014

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01941/025
presentato da
PIRAS Michele
testo di
Martedì 28 gennaio 2014, seduta n. 161

   La Camera,
   premesso che:
    il dibattito sul capitale della Banca d'Italia e, segnatamente, sulla partecipazione allo stesso, risulti particolarmente ampio e risalente, a partire dalle decisioni che furono assunte nel 1936 con l'approvazione di un nuovo Statuto della Banca;
    a tale proposito si possono richiamare due posizioni teoriche, una delle quali prevede che la Banca centrale sia interamente posseduta da soggetti pubblici, mentre l'altra, seguita dalla citata normativa italiana del 1936, prevede una maggiore distanza dell'assetto proprietario della Banca centrale rispetto ai poteri pubblici secondo uno schema che è stato avvicinato, sia pure impropriamente, a quello della public company;
    l'assetto scelto nel 1936 costituisce, forse, una delle migliori realizzazioni assunte in un regime politico, quello dell'epoca, che non può certo essere rimpianto, ma ha subito, nel corso dei decenni, una torsione conseguente al processo di privatizzazione e di aggregazione bancaria avviato negli anni 90 del secolo scorso e che ha portato a concentrare oltre il 50 per cento delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia in mano a due soli gruppi bancari;
    quest'ultima circostanza stona evidentemente con il principio di indipendenza delle banche centrali facenti parte del Sistema europeo delle Banche centrali sancito dai Trattati europei, tant’è che già nel 2005, con la legge n. 262, si era tentato di intervenire su tale aspetto, unitamente ad altre storiche modifiche nell'assetto interno della Banca d'Italia;
    in particolare, con quell'intervento normativo si stabiliva che il Ministero dell'economia e delle finanze procedesse alla quantificazione del valore delle quote di capitale della Banca d'Italia, ai fini del suo riacquisto, dettando una previsione che, tuttavia, non è stata mai applicata;
    l'aumento del capitale della Banca d'Italia previsto dall'articolo 4 del decreto-legge riporta dunque il dibattito politico intorno ai temi della pubblicizzazione o meno della proprietà della Banca stessa, le cui conclusioni sono evidentemente condizionate dalla fiducia che si abbia relativamente alla maggiore o minore vicinanza dell'istituto rispetto alla mano pubblica;
    in tale quadro il decreto-legge consiste, per questo profilo, nella riforma dell'assetto definito nel 1936, in un'ottica di rivisitazione e correzione delle scelte allora compiute, mantenendo comunque una certa distanza tra la proprietà della Banca e l'autorità governativa, ma privatizzando un asset pubblico sostanzialmente per venire incontro alle esigenze di tre soggetti diversi ma che hanno trovato nelle disposizioni del provvedimento al in esame una convergenza di interessi:
     a) gli istituti di credito che senza colpo ferire intascano una plusvalenza di 7,5 miliardi di euro;
     b) il Governo che incasserà circa un miliardo di euro dalla tassazione, sia pur agevolata, di tali plusvalenze;
     c) la stessa dirigenza della Banca d'Italia che ottiene la frammentazione della proprietà e di fatto anche il progressivo ridimensionamento dei poteri del Consiglio superiore dell'istituto;
    tale processo di ulteriore privatizzazione della Banca d'Italia suscita perplessità e dubbi espressi anche dalla stessa BCE nella sua lettera dei 27 dicembre scorso,

impegna il Governo

a riferire ogni sei mesi alle Camere in merito ai risultati conseguiti dalle operazioni relative al capitale della Banca d'Italia in base a quanto stabilito dal Titolo II del provvedimento in esame.
9/1941/25Piras, Paglia, Boccadutri.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

banca

privatizzazione

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