ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01628/003

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 90 del 03/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: MONGIELLO COLOMBA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/10/2013


Stato iter:
03/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 03/10/2013
BRAY MASSIMO MINISTRO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 03/10/2013

PARERE GOVERNO IL 03/10/2013

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 03/10/2013

CONCLUSO IL 03/10/2013

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01628/003
presentato da
MONGIELLO Colomba
testo di
Giovedì 3 ottobre 2013, seduta n. 90

   La Camera,
   premesso che:
    il territorio settentrionale della Puglia è storicamente noto anche con la designazione di «Daunia», una vasta area geografica che nel primo Millennio a.c. si estendeva dal fiume Tiferno (l'odierno Biferno) all'Ofanto;
    secondo la mitologia, infatti, le popolazioni indigene di questa area geografica discenderebbero dal dio Dauno, figlio di Licaone, re dell'Arcadia;
    attualmente l'area geografica in questione, appartenente alla provincia di Foggia, ospita numerosi siti archeologici, tra cui quello di Arpi, un esteso insediamento dauno risalente al III-II Millennio a.c. All'interno del sito di Arpi è presente l'ipogeo della Medusa ed in esso è ospitata l'omonima tomba della Medusa;
    si tratta di un'opera funeraria a camera di tipo ipogeico, ricca di valore storico e simbolo della immensa ricchezza archeologica della città di Arpi. Essa è interrata a più di 5 metri ed era abbellita da decorazioni pittoriche di straordinaria bellezza;
    la tomba della Medusa nel corso degli anni è stata oggetto di gravi atti vandalici e di furti. Fin dal 1980, quando fu individuata dai «tombaroli», venne completamente saccheggiata dei suoi reperti e del suo corredo e successivamente, nel 1984, sempre i predetti tombaroli la deturparono con un escavatore meccanico, distruggendone la copertura del vestibolo e trafugandone il frontone che raffigurava la Medusa. Di tutto il materiale fino ad allora trafugato, solo i capitelli figurati e lo stesso frontone furono ritrovati e riportati nel sito;
    nel 1998 la regione Puglia, nell'ambito dei programmi operativi europei «pop 94/99», ha assegnato specifici fondi (3 miliardi di lire) al comune di Foggia (anche quest'ultimo ha contribuito al finanziamento con 555 milioni di lire), per la realizzazione del parco archeologico della Medusa. L'ipotesi progettuale prevedeva, tra l'altro, la realizzazione di un percorso museale lungo la rete autostradale della A14;
    nel corso dei successivi tre anni, a causa di complicazioni amministrative e di contenziosi nella gestione degli appalti relativi alla realizzazione del sito museale, i lavori di recupero e di restauro della tomba hanno subito gravi rallentamenti e numerose sospensioni, per poi riprendere nuovamente nell'aprile del 2001, a seguito di una perizia tecnica suppletiva chiesta dalla competente Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia. Tuttavia, nel luglio del 2002 i lavori furono nuovamente interrotti in ragione di problematiche connesse alla revisione dei prezzi di appalto;
    da ultimo, per consentire la prosecuzione dei predetti lavori, sono stati assegnati al parco archeologico della Medusa oltre un milione e mezzo di euro nell'ambito dell'accordo di programma tra regione Puglia e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
    a seguito dei lavori di restauro, la tomba della Medusa è stata quindi racchiusa in una infrastruttura di cemento armato, dotata di cupole in vetro, di zone di accesso, di ampie aree per accogliere il pubblico e per erogare servizi di informazione e approfondimento culturale, con all'esterno un'area a verde e locali per gli addetti alla sorveglianza;
    purtroppo, allo stato attuale, la tomba della Medusa versa nel più totale stato di incuria, con le strutture di protezione e di arredo rimosse, i servizi e gli impianti elettrici danneggiati e le vetrature distrutte. Inoltre, a causa del deterioramento delle strutture, essa è soggetta a infiltrazioni di acqua che ne mettono a rischio il prezioso patrimonio archeologico e artistico, già seriamente compromesso a causa dei continui atti vandalici;
    in tale contesto di abbandono sono anche riprese le azioni di furto e di saccheggio dei reperti archeologici da parte dei «tombaroli». Si è calcolato che il numero dei reperti trafugati dagli anni ’80 a oggi nella tomba della Medusa ammonti a oltre 200.000;
    va infine fatto presente che questo sito, ove fosse gestito e valorizzato in maniera adeguata, potrebbe rappresentare uno tra i più importanti beni archeologici del nostro Paese, capace di richiamare milioni di appassionati e di studiosi da tutto il mondo, trasformandosi in prezioso volano economico e di occupazione per un territorio del Sud che ancora oggi è considerato nell'ambito «obiettivo convergenza» dell'Unione europea,

impegna il Governo

a valutare la necessità di intraprendere, d'intesa con le istituzioni regionali e territoriali competenti, ogni più utile iniziativa, improcrastinabile ed urgente, capace di far superare lo stato di degrado e di abbandono in cui versa il sito archeologico della Tomba della Medusa e conseguentemente possa consentirne il recupero, la protezione e la valorizzazione unitamente all'intero parco archeologico della Medusa. In tale ambito, ad attivare altresì misure tese a salvaguardare il valore del sito e a diffondere ulteriormente la sua notorietà, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale.
9/1628/3Mongiello.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

archeologia

Puglia

sito storico

opera d'arte

protezione del patrimonio