ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00061

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 442 del 01/03/2011
Abbinamenti
Atto 6/00060 abbinato in data 01/03/2011
Firmatari
Primo firmatario: CIMADORO GABRIELE
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 01/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 01/03/2011
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 01/03/2011
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 01/03/2011
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 01/03/2011
BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI 01/03/2011


Stato iter:
02/03/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 01/03/2011
Resoconto CALDEROLI ROBERTO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/03/2011

NON ACCOLTO IL 01/03/2011

PARERE GOVERNO IL 01/03/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 01/03/2011

DICHIARATO PRECLUSO IL 02/03/2011

CONCLUSO IL 02/03/2011

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00061
presentata da
GABRIELE CIMADORO
testo di
martedì 1 marzo 2011, seduta n.442

La Camera,
udite le comunicazioni del Governo,
preso atto che:
la situazione economico-finanziaria degli enti locali si attesta su un profilo di estrema criticità, derivante dai rigidi vincoli del patto di stabilità interno nonché, soprattutto, dagli ingentissimi tagli perpetrati ai trasferimenti erariali adottati con numerosi provvedimenti di carattere normativo, tali da compromettere l'erogazione di servizi essenziali per i cittadini;
lo schema di decreto in titolo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale, nel testo originario depositato dal Governo, dispone la devoluzione ai comuni del gettito di numerosi tributi erariali, istituisce una nuova imposta sulle locazioni di immobili ad uso abitativo e prevede, a regime, un nuovo assetto delle attribuzioni fiscali tra Stato ed enti locali nel settore della fiscalità territoriale ed immobiliare, ma, al contempo, presenta importanti limiti di dinamicità e di manovrabilità, oltre a confermare, nella quantificazione delle risorse degli enti locali da fiscalizzare, i tagli operati con la manovra economica dello scorso luglio;
una valutazione degli effetti dello schema di decreto è resa difficile dall'assenza di dati quantitativi di riferimento sufficientemente precisi, in particolare, non è stata ancora definita l'entità esatta dei trasferimenti statali da sopprimere a fronte della assegnazione di risorse tributarie autonome;
il citato schema di decreto risulta contrastante con i principi del federalismo fiscale municipale, pur costituendone l'attuazione, senza contare il parossismo del fatto che solo le imposte facoltative sembrano effettivamente contribuire ad aumentare l'autonomia tributaria dei Comuni, rispetto alla situazione attuale;
il cosiddetto federalismo fiscale municipale andrà a regime solo nel 2014, in quanto la «vera» autonomia si avrebbe solo con l'introduzione della nuova imposta municipale (IMU), ma in tale fase impatteranno - salvo ripensamenti del Governo - anche le riduzioni dei trasferimenti previste per i Comuni superiori a 5000 abitanti nell'ambito della manovra finanziaria di luglio, lasciando presagire un periodo di pesante stress finanziario per le amministrazioni comunali;
in realtà, l'IMU è un modello di imposta fortemente centralizzato, in cui la normativa statale è pervasiva al punto da lasciare spazi estremamente esigui all'autonomia locale. Agli enti locali, a ben vedere, è riconosciuta solamente la possibilità di variare dello 0,3 per cento l'aliquota fissata. Si attua, in tal modo, un sostanziale arretramento sul tema dell'autonomia tributaria, anche semplicemente rispetto al modello dell'ICI;
l'IMU è indeducibile dalle imposte sui redditi e dall'IRAP. Al riguardo, si evidenzia che, nel regime attuale, solo l'ICI è indeducibile, mentre le altre imposte, di cui è prevista la sostituzione, sono deducibili; in primis l'imposta di registro. Per effetto della sostituzione, pertanto, il prelievo fiscale sul trasferimento di immobili sarà sempre indeducibile dall'imposta sul reddito e dall'IRAP, anche laddove oggi sarebbe deducibile. Con un ulteriore effetto indiretto di aggravio dell'imposizione;
nel fissare, con le ultime modifiche intervenute, la tassazione IMU (al 7,6 per mille - con ciò aggravando moltissimo, rispetto alla tassazione ICI, la pressione fiscale), sono scomparsi gli sconti destinati agli immobili strumentali delle imprese e dei soggetti passivi IRES: ciò si tradurrà in un rincaro medio per il comparto del 18,75 per cento rispetto all'aliquota media dell'ICI attualmente in vigore per i medesimi beni, ma il rincaro può arrivare anche al 52 per cento ove l'ICI ordinaria risultasse più bassa della media, come ad esempio è, attualmente, nella città di Milano;
le perplessità sull'IMU si aggravano ove si pensi che questo tributo è il perno del sistema fiscale municipale tratteggiato dallo schema di decreto: al di fuori dell'IMU l'autonomia concessa alle amministrazione locali risulta ancora più impalpabile;
è stata definita, questa IMU, una nuova tassa patrimoniale che colpirà pesantemente artigiani e commercianti: coloro che stanno già pagando un prezzo molto alto a causa della perdurante crisi economica,
impegna il Governo
a rivedere, con opportuni e tempestivi interventi, la disciplina della tassazione IMU, assimilandola a quella vigente per l'ICI, con riguardo agli immobili strumentali delle imprese e dei soggetti passivi IRES.
(6-00061) «Cimadoro, Favia, Borghesi, Messina, Cambursano, Barbato».