Atto Camera
Risoluzione in Assemblea 6-00054
presentata da
GAETANO PECORELLA
testo di
lunedì 17 gennaio 2011, seduta n.418
La Camera,
esaminata la relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione siciliana (doc. XXIII, n. 2), approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella seduta del 20 ottobre 2010;
premesso che:
la Commissione, nella sua attività d'inchiesta, sta svolgendo una serie di indagini a carattere regionale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti concentrandosi, sino ad oggi, particolarmente sulle regioni del Mezzogiorno;
la relazione in esame è il frutto di una complessa attività istruttoria, che ha visto la Commissione impegnata in tre distinte missioni sul territorio siciliano tra settembre 2009 e giugno 2010, nel corso delle quali ha esaminato la situazione grazie a un numero significativo di audizioni e sopralluoghi;
la relazione, che si caratterizza per una sostanziale completezza, riporta dati obiettivi emersi nel corso delle audizioni o nelle verifiche tecniche svolte durante i sopralluoghi;
l'inchiesta svolta dalla Commissione ha rilevato una grave carenza strutturale ed impiantistica che non consente la realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti sul territorio regionale, come previsto alla normativa in vigore, dal momento che la Regione siciliana smaltisce in discarica il 93 per cento dei rifiuti prodotti e la raccolta differenziata è stimata intorno al 7 per cento;
il sistema di gestione dei rifiuti sul territorio regionale è costituito da discariche per la maggior parte inadeguate sia sotto il profilo dimensionale, non disponendo di una capacità di abbancamento proporzionata alla popolazione, sia sotto il profilo della compatibilità ambientale;
l'inchiesta ha evidenziato una difficile situazione finanziaria degli ambiti territoriali ottimali (ATO) siciliani e delle relative società (nonostante l'importante riduzione del loro numero) dovuta alla lievitazione dei costi del servizio, alle assunzioni avvenute su base clientelare e alla mancanza di un'efficace attuazione del loro piano di risanamento;
la relazione, sulla scorta dei dati forniti dai magistrati impegnati in questo settore, palesa una significativa infiltrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel settore dei rifiuti secondo più livelli: attraverso le tipiche attività estorsive, ossia attraverso l'imposizione del «pizzo» o l'imposizione di assunzioni all'interno delle società che operano nel settore dei rifiuti ovvero attraverso il controllo, diretto o indiretto, delle attività del settore, non solo di quelle principali, quali la gestione di discariche, ma anche di quelle accessorie quali il trasporto, la fornitura dei mezzi d'opera, le attività di manutenzione dei mezzi;
la Commissione, da un lato, ha considerato rilevanti i risultati conseguiti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura nel contrasto alle attività illecite nel settore dei rifiuti; dall'altro, ha rilevato una serie di criticità nel sistema della prevenzione, in particolare risultando scarsamente incisivi i controlli diretti a prevenire le infiltrazioni mafiose negli appalti di maggiore entità, come è emerso dalle indagini sulla gara indetta per la realizzazione di quattro termovalorizzatori;
a fronte di una situazione ambientale complessa, si è però riscontrata in molte zone della Sicilia una preoccupante carenza di polizia giudiziaria e di magistrati, sicché spesso gli organi investigativi non sono adeguatamente attrezzati con gli uomini e i mezzi necessari per effettuare indagini complesse, quali sono quelle in materia di rifiuti e di traffico degli stessi;
la Commissione ha indicato quali obiettivi da perseguire quelli di una normativa più rigorosa sul ciclo dei rifiuti, del potenziamento dei sistemi di controllo giurisdizionali e amministrativi, della formazione di una polizia giudiziaria specializzata ed attrezzata per questo tipo di indagini, nonché di garantire all'autorità giudiziaria la disponibilità di tutti gli strumenti investigativi che il codice di procedura penale prevede per la ricerca della prova;
considerato che il riparto di competenze tra lo Stato, la regione siciliana e gli enti locali nella materia oggetto dell'inchiesta impone una reciproca leale collaborazione nella soluzione delle questioni evidenziate nella relazione, soprattutto allo scopo di favorire la lotta alla criminalità organizzata e contrastare il degrado ambientale che consegue all'abuso del territorio la fa propria,
impegna il Governo
per quanto di competenza, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, della regione siciliana e degli enti locali interessati.
(6-00054) «Pecorella, Bratti, Fava, Granata, Libè, Piffari, Melchiorre».