ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00024

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 210 del 28/07/2009
Abbinamenti
Atto 6/00023 abbinato in data 29/07/2009
Atto 6/00025 abbinato in data 29/07/2009
Atto 6/00026 abbinato in data 29/07/2009
Atto 6/00027 abbinato in data 29/07/2009
Atto 6/00028 abbinato in data 29/07/2009
Firmatari
Primo firmatario: LO MONTE CARMELO
Gruppo: MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Data firma: 28/07/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 28/07/2009
MILO ANTONIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 28/07/2009
BELCASTRO ELIO VITTORIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 28/07/2009
IANNACCONE ARTURO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 28/07/2009
LATTERI FERDINANDO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 28/07/2009
LOMBARDO ANGELO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 28/07/2009
SARDELLI LUCIANO MARIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 28/07/2009


Stato iter:
29/07/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/07/2009
Resoconto PEPE MARIO (PD) PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FARINONE ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TIDEI PIETRO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto POLLEDRI MASSIMO LEGA NORD PADANIA
Resoconto BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 29/07/2009
Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/07/2009
Resoconto SORO ANTONELLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VIETTI MICHELE GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO
Resoconto CONTENTO MANLIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD PADANIA
Resoconto BITONCI MASSIMO LEGA NORD PADANIA
Resoconto MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/07/2009
Resoconto IANNACCONE ARTURO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto TABACCI BRUNO UNIONE DI CENTRO
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD PADANIA
Resoconto BARETTA PIER PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MARINELLO GIUSEPPE FRANCESCO MARIA POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto CIRIELLI EDMONDO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 29/07/2009
Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/07/2009

DISCUSSIONE IL 29/07/2009

NON ACCOLTO IL 29/07/2009

PARERE GOVERNO IL 29/07/2009

DICHIARATO PRECLUSO IL 29/07/2009

CONCLUSO IL 29/07/2009

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00024
presentata da
CARMELO LO MONTE
testo di
martedì 28 luglio 2009, seduta n.210

La Camera,
esaminato il Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2010-2013;
considerato che:
il quadro macro economico contenuto nel DPEF 2010-2013 indica i dati della crisi economica mondiale che dal 2006 ad oggi ha visto una caduta del PIL di oltre 7 punti percentuali in maniera uniforme in tutta Europa;
lo scenario macro economico nazionale attesta che a fronte di una tenuta nei consumi si registra un sensibile calo degli investimenti stimato al 6.5 per cento;
per quanto riguarda l'occupazione il DPEF 2010-2013 afferma che l'Italia registra 300.000 disoccupati in più;
risulterebbero essere 5 milioni i lavoratori fuori dal mercato del lavoro e di questi 3 milioni sono residenti nel sud dell'Italia;
il Sud si presenta come la vera grande emergenza nazionale, sottovalutata e non affrontata, ed allo stesso tempo come la vittima di un pesante drenaggio di risorse in direzione esattamente contraria a quello che sarebbe necessario per il suo sviluppo e per quello del Paese, anche in considerazione del fatto che la sua più ampia potenzialità di crescita potrebbe svolgere una funzione trainante per il rilancio dell'intera economia italiana;
le politiche degli ultimi anni dei Governi che si sono succeduti non hanno colto in nessun modo la dimensione nazionale della questione meridionale e non hanno mai affrontato il problema nelle sue reali dimensioni;
il Mezzogiorno, che vive una grave carenza di infrastrutture e livelli gravi ed eccezionali di disoccupazione e inoccupazione, in particolare giovanile e di lavoratori fuoriusciti dal sistema produttivo, ha anzi visto il continuo storno di fondi destinati alle aree sottoutilizzate;
in particolare nell'allegato III del DPEF, nella relazione del Ministero dello sviluppo economico, si afferma che solo prendendo a riferimento gli interventi anticrisi e le misure attuate dal Governo hanno trovato, tra gli altri, parziale o totale copertura finanziaria prelevando risorse dal Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS): a) l'incremento del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione per 4 miliardi di euro; b) la creazione del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale per 9,05 miliardi di euro dei quali circa 4 miliardi destinati agli interventi di ripristino dei danni conseguenti al terremoto in Abruzzo e per interventi relativi al vertice mondiale G8;
nell'ultimo anno è stata più volte confermata la pratica di utilizzare le disponibilità del FAS come un «bancomat» improprio, a copertura degli oneri di disposizioni legislative che nulla o poco hanno a che fare con la ripresa economico-strutturale del Mezzogiorno, causando decurtazioni di stanziamenti pari a 16,4 miliardi nel solo periodo 2008-2011. Questo vero e proprio saccheggio ha comportato, in termini di programmazione economica, una riduzione del FAS di oltre 13,8 miliardi, di cui 10,5 miliardi a valere sul ciclo di programmazione 2007-2013, e, cosa ancora più grave, ha sospeso una serie di interventi già programmati dal Ministero per lo sviluppo economico in favore delle aree del sud d'Italia: si tratta, in particolare, di 2 miliardi destinati al recupero dei siti industriali inquinati, di 1,8 miliardi per nuovi contratti di sviluppo per il Mezzogiorno, di 200 milioni destinati all'estensione del programma «Industria 2015», di 800 milioni per la rete a banda larga; di 700 milioni per incentivare l'utilizzo di fonti rinnovabili e il risparmio energetico, oltre a 100 milioni per l'avvio delle zone franche urbane;
in questo modo si è penalizzato fortemente il Mezzogiorno, mentre vi è la necessità di dotare il sud dell'Italia di un sistema di infrastrutture e di servizi che consenta allo stesso di «competere» ad armi pari con il resto del Paese, al fine di non rendere vani gli sforzi prodotti in tal senso dalle popolazioni locali, dagli imprenditori, dai giovani e dagli enti locali tesi a rendere autonoma e competitiva l'economia locale;
si assiste in maniera netta all'impoverimento dell'intero Paese e tale fenomeno investe, in modo particolare, le famiglie numerose e le popolazioni del Mezzogiorno da sempre afflitte da maggiori tassi di disoccupazione e lavoro precario, soprattutto femminile;
la grave situazione economica e sociale che stiamo vivendo richiederebbe un' attenzione particolare nei confronti delle politiche sociali, e un ulteriore sforzo che superi definitivamente quella visione puramente assistenzialistica e risarcitoria che fino ad oggi ha caratterizzato le scelte delle politiche del welfare, utilizzando quegli interventi e quelle prestazioni per rilanciare e rafforzare lo sviluppo nazionale e del Mezzogiorno, in particolare la crisi può rappresentare l'occasione per il nostro Paese per riconvertire il sistema di welfare, mettendo al centro dell'azione politica la famiglia, la non autosufficienza ed il terzo settore;
nel 2008 il Pil ha segnato nel Mezzogiorno meno 1,1 per cento ed è da sette anni che il Sud cresce meno del Centro-Nord;
tra le tante difficoltà percepite dalle aziende del Sud, oltre a quella dell'aggravarsi delle condizioni economiche di contesto, vi è quella riconducibile alla loro difficoltà di accesso al credito. L'avvio di nuove imprese nel Mezzogiorno è impedito in particolare da un sistema creditizio e bancario inefficace, in cui il costo del denaro è uno dei più alti d'Europa;
il sistema finanziario italiano, marcatamente «bancocentrico», nel corso degli anni novanta ha visto il graduale processo di integrazione nazionale dei mercati bancari regionali (noto anche come «debancarizzazione del Mezzogiorno»), che ha avuto come conseguenza diretta, da un lato che una parte rilevante dell'offerta finanziaria nelle diverse aree del Paese fa oggi capo agli stessi gruppi creditizi (per lo più del Nord) e dall'altro che gli stessi, nel corso di tale processo, hanno drenato ingenti flussi di denaro, con relativo trasferimento di risorse (incentivi e risparmio) dalle regioni meridionali a quelle del Centro-Nord. Da tale assorbimento è derivata anche una riduzione della capacità di offerta di credito in questa area del Paese;
la situazione di grave crisi economica che investe il Paese detta anche la necessità di un'articolazione di iniziative che consentano, soprattutto nelle aree depresse del Paese, una possibilità di ripresa. In tal senso anche gli enti locali possono rappresentare un volano importante per lo sviluppo e, conseguentemente, è necessario trovare nuove fonti di investimento che li vedano protagonisti;
il divario Nord -Sud si misura su altri indicatori anche storici: ad esempio nel 2008 il PIL per abitante è stato nel sud di 17.971 euro, il 59 per cento in meno di quello del Centro-Nord in cui è stato di 30.681 euro;
nel 1951 nel Mezzogiorno veniva prodotto il 23,9 per cento del PIL nazionale, nel 2008 il PIL prodotto nella stessa zona del Paese è stato addirittura inferiore: il 23,8 per cento;
il DPEF 2010-2013 risulta quindi essere totalmente insufficiente rispetto alle necessità e alle aspettative del Mezzogiorno, non fornendo alcuna indicazione strutturale e non individuando alcuna forma aggiuntiva di finanziamento per sostenere l'attuazione di un non più prorogabile piano straordinario per il mezzogiorno che sostenga tra l'altro: l'adeguamento e lo sviluppo di una rete infrastrutturale, il sostegno alle piccole e medie imprese, il sostegno al reddito delle famiglie, la garanzia di una rete di servizi efficienti ed efficaci, la programmazione di azioni forti a sostegno dell'agricoltura e, nel campo dell'energia, la produzione di energia attraverso fonti rinnovabili;
il Mezzogiorno, fisicamente e storicamente proiettato nell'area mediterranea, potrebbe candidarsi a divenire zona-cerniera, ponte del partenariato e della zona di libero scambio euro mediterranei;
impegna il Governo
a modificare profondamente le politiche nei confronti del Sud, avviando, a partire dalla prossima manovra di finanza pubblica, una profonda inversione di rotta sul piano degli investimenti economici e finanziari, restituendo al Mezzogiorno, in modo progressivo ma in tempi certi, le risorse sottratte negli ultimi anni, nonché a prendere atto della dimensione nazionale della questione meridionale e dell'impossibilità per una nazione di mantenere la propria unità se parti di essa procedono a diverse velocità, accentuando fra loro il disequilibrio;
a prevedere la predisposizione entro novanta giorni di un articolato ed efficace Piano straordinario per il Mezzogiorno, sostenuto da adeguate e congrue risorse finanziarie, aggiuntive rispetto a quelle derivanti da Fondi europei;
a promuovere una maggiore coesione ed equità sociale, finalizzata a favorire un modello di sviluppo economico che coinvolga l'intero Paese e, in particolare, a sostenere le aree più svantaggiate;
a valutare attentamente le opere infrastrutturali da realizzare dal punto di vista della loro sostenibilità economica ed ambientale e della loro funzionalità, concentrando le risorse verso interventi infrastrutturali realmente utili al nostro Paese, definendo uno specifico Piano infrastrutturale per il Mezzogiorno, in particolare assumendo come fondamentale, la definizione del Corridoio 1 Palermo-Berlino, attraverso la costruzione del ponte sullo Stretto, il completamento dell'autostrada Reggio Calabria-Salerno, la realizzazione e l'ammodernamento delle opere di viabilità primaria e secondaria, nonché l'alta velocità Napoli-Bari;
a prevedere, attraverso iniziative normative di Governo certe nei tempi e nelle modalità, la restituzione delle risorse sottratte al Meridione con l'approvazione del decreto-legge n. 93 del 2008;
a rafforzare i sistemi portuale ed aeroportuale meridionali, nonché le attività di logistica ad essi connesse, così da sfruttare la vocazione dell'Italia - del Sud e delle isole in particolare - come naturale piattaforma logistica nel Mediterraneo, ancora di più in vista dell'apertura dell'area di libero scambio nel 2010, completando e realizzando le autostrade del mare;
a provvedere all'ottimizzazione delle reti ferroviarie del Sud, in particolare di quelle capaci di ottimizzare il trasporto pubblico locale, e a trasferire il trasporto di merci e passeggeri dalla gomma al ferro;
ad intensificare gli investimenti nel settore della sostenibilità ambientale nel Mezzogiorno per far fronte e risolvere l'emergenza rifiuti e l'emergenza idrica;
a sviluppare il sistema delle telecomunicazioni, delle energie alternative, della difesa del suolo e del recupero dei centri storici delle città meridionali;
a rifinanziare, rendendolo uno strumento serio e radicato, il sistema del credito d'imposta automatico e diretto per le imprese che investono nelle aree dell'ex «Obiettivo 1» e per le assunzioni aggiuntive a tempo indeterminato, anche privilegiando il settore primario e manifatturiero, l'occupazione femminile e la produzione di servizi esposti alla concorrenza internazionale;
a promuovere l'emersione del lavoro irregolare, con particolare riguardo al Mezzogiorno, riconoscendo i contributi per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro;
ad introdurre nel nostro sistema tributario, per quanto riguarda il Mezzogiorno, valutati i profili di compatibilità con la disciplina dell'Unione europea, la fiscalità di vantaggio per promuovere l'aggregazione tra le imprese operanti nel Mezzogiorno, al fine di favorire lo sviluppo del tessuto produttivo meridionale puntando sul rafforzamento dei legami di rete e cooperazione;
ad incentivare nel Mezzogiorno la creazione di distretti industriali, sistemi produttivi locali e reti di piccole e medie imprese per migliorare le produttività, il tasso di innovazione e il livello di apertura internazionale delle imprese che, singolarmente, non possiedono le capacità di rischio e di investimento necessarie;
a sostenere, anche in sede europea, la necessità di dedicare risorse per la messa in opera delle zone franche urbane, in particolare nel Sud, al fine di sviluppare nuove logiche di implementazione o di ristrutturazione industriale;
ad incentivare il rilancio dell'agricoltura come settore economico di valore strategico, in particolare per il Mezzogiorno, garantendo politiche volte a definire, in un quadro di sviluppo sostenibile, il settore delle produzioni tipiche;
ad implementare, sempre per il Mezzogiorno, una politica complessiva di incentivazione della localizzazione degli investimenti esteri, in particolare mediante un organico piano di marketing territoriale;
a rafforzare la riduzione del cuneo fiscale secondo un criterio di distinzione territoriale che tenga conto delle aree sottoutilizzate;
a favorire l'accesso al credito da parte delle realtà produttive del Mezzogiorno, rafforzando il sistema delle forme di garanzia collettiva fidi anche come azione di contrasto al ricorso a forme alternative ed illegali, come l'usura, di finanziamento da parte delle imprese, con conseguente riduzione del peso della criminalità sul sistema imprenditoriale, studiando la possibilità, a tal fine, di uno specifico fondo rivolto agli enti territoriali (regioni ed enti locali) competenti per le aree dell'Obiettivo 1, finalizzato all'attivazione, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria, di strumenti (consorzi di garanzia collettiva dei fidi) atti ad assistere in modo strutturato le imprese attraverso lo svolgimento di funzioni di accompagnamento al mercato, nonché attraverso azioni di intermediazione informativa e formativa finalizzata;
a prevedere la istituzione di un fondo di garanzia per il microcredito, destinato a finanziare l'avvio di nuove imprese da parte di soggetti disoccupati residenti nelle regioni meridionali, gestito dalla Cassa depositi e prestiti, che copra il 50 per cento dei rischi di insolvenza a favore degli intermediari finanziari che erogano il prestito;
a prevedere un aumento delle soglie di accesso, da parte degli enti locali, ai finanziamenti del cosiddetto Fondo rotativo per la progettualità, ed un aumento della soglia di indebitamento dell'importo annuale degli interessi dei mutui precedentemente contratti dagli stessi, al fine di rimettere in moto la loro attività di investimento con chiaro beneficio per i singoli territori ed in particolari per quelli del Mezzogiorno;
a dedicare maggiore attenzione alle famiglie che, stante il livello di inflazione e l'inadeguatezza dei salari, rischiano di vedere ulteriormente peggiorate le loro condizioni di vita, con particolare riferimento al Mezzogiorno dove disoccupazione e lavoro precario rendono più difficile sostenere gli attuali livelli di vivibilità;
a dare centralità e riconoscimento alla famiglia, costretta, nel nostro Paese, ad un sovraccarico funzionale, partendo dall'adozione di politiche fiscali che tengano conto dei carichi familiari, sostenendo in tutte le istituzioni l'introduzione nel nostro sistema fiscale del quoziente familiare, forma di prelievo calcolato, non solo sulla base del reddito percepito, ma anche del numero dei componenti del nucleo soggetto a tassazione, e che tenga conto dei costi più alti che i nuclei familiari con più figli a carico devono necessariamente fronteggiare, mettendoli, così, al riparo dalla eccessiva pressione fiscale che altrimenti subirebbero;
a sostenere, a tutti i livelli istituzionali, il miglioramento della rete territoriale di servizi adeguati a sostegno della non autosufficienza, attraverso un programma di sostegno alle famiglie e agli anziani, e la congrua e costante implementazione del Fondo nazionale per la non autosufficienza, stanziando per esso adeguate risorse finanziarie da integrare con cofinanziamenti degli enti territoriali interessati, rafforzando l'assistenza domiciliare, anche attraverso la predisposizione di opportuni incentivi, al fine di soddisfare la crescente domanda di assistenza proveniente, in particolare, dalla popolazione più anziana, e garantire un flusso costante ed adeguato di risorse in maniera uniforme, al fine di ridurre le disparità territoriali presenti nel nostro Paese.
(6-00024) «Lo Monte, Commercio, Milo, Belcastro, Iannaccone, Latteri, Lombardo, Sardelli».