ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00019

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 163 del 21/04/2009
Abbinamenti
Atto 6/00017 abbinato in data 22/04/2009
Atto 6/00018 abbinato in data 22/04/2009
Firmatari
Primo firmatario: GOZI SANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/04/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALBONETTI GABRIELE PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
CASTAGNETTI PIERLUIGI PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
FARINONE ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
LUCA' MIMMO PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
LUONGO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
MERLONI MARIA PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
POMPILI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009
ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO 21/04/2009


Stato iter:
22/04/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 22/04/2009
Resoconto BUONFIGLIO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 22/04/2009
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO UNIONE DI CENTRO
Resoconto FARINONE ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD PADANIA
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GOTTARDO ISIDORO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/04/2009

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 22/04/2009

ACCOLTO IL 22/04/2009

PARERE GOVERNO IL 22/04/2009

DISCUSSIONE IL 22/04/2009

APPROVATO IL 22/04/2009

CONCLUSO IL 22/04/2009

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00019
presentata da
SANDRO GOZI
testo di
mercoledì 22 aprile 2009, seduta n.164

La Camera,
premesso che,
la XIV Commissione (politiche dell'Unione europea) e, per le parti di rispettiva competenza, le Commissioni permanenti e il Comitato per la legislazione, hanno operato un esame approfondito e articolato del programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e del programma di diciotto mesi del Consiglio, presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese, svolgendo anche rilevanti audizioni su diversi aspetti toccati dai documenti esaminati;
l'esame degli strumenti di programmazione legislativa dell'Unione europea si è confermato un passaggio di estrema importanza ai fini dell'intervento del Parlamento nella fase di formazione delle politiche e delle decisioni dell'Unione europea, esaltandone la possibilità di concorrere alla definizione delle scelte e degli obiettivi politici e aumentandone la capacità di effettiva incisività rispetto a proposte non ancora definite in modo netto e definitivo;
in quest'ottica l'esame dei programmi legislativi ha costituito l'occasione per una riflessione sull'esigenza che il Parlamento riformi e ammoderni gli strumenti legislativi e regolamentari esistenti, tenendo conto dell'evoluzione dell'assetto istituzionale nazionale ed europeo, specie in vista dell'auspicata entrata in vigore del Trattato di Lisbona;
sono ancora da migliorare i tempi di avvio e di conclusione dell'esame dei progetti di atti comunitari, che vanno adeguati al ciclo decisionale dell'Unione europea, mentre è urgente l'introduzione di una sessione comunitaria di fase ascendente da svolgersi nei primi mesi di ogni anno, ai fini della definizione di indirizzi al Governo sia su aspetti di carattere generale sia su questioni specifiche, abbinando sin dall'inizio l'esame del programma legislativo della Commissione europea e degli altri strumenti di programmazione dell'Unione europea con quello della relazione annuale sulla partecipazione italiana all'Unione europea;
andrebbe poi attentamente esaminata la possibilità di ridefinire le competenze della XIV Commissione e delle Commissioni di merito nella fase ascendente, così come andrebbe approfondita la portata delle future disposizioni relative al ruolo dei Parlamenti nazionali, con particolare riferimento alle procedure di allerta precoce per il controllo di sussidiarietà e alle consultazioni dei consigli e delle assemblee legislative regionali italiane;
la formula «più Europa, più sussidiarietà» ricomprende le due direttrici di sviluppo più proficue per la costruzione europea, prefigurando una natura federale della costruzione europea dove Stati, Parlamenti nazionali e Governi trovino la loro funzione e lo spazio per una sovranità coordinata con il processo decisionale comunitario e con il crescente ruolo del Parlamento europeo;
per quanto attiene al merito del programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009, sono da segnalare luci e ombre per la distanza tra la gravità del momento che sta attraversando l'Europa e l'insufficiente capacità di leadership della Commissione europea;
in particolare, nonostante la presenza di elementi incoraggianti, come la focalizzazione su un numero limitato di obiettivi politici, di iniziative strategiche e prioritarie, il programma rimane troppo poco ambizioso rispetto alla necessità di compiere un deciso salto di qualità in quasi tutti i principali ambiti dell'azione politica (crisi economica, infrastrutture, spazio di libertà, sicurezza e giustizia, partenariato euromediterraneo) e sostanzialmente incapace di orientare sulle scelte chiave del futuro europeo: la riforma del bilancio, il coordinamento delle politiche fiscali nazionali e la governance economica, la politica sociale, l'emissione di titoli pubblici europei per la costruzione delle grandi reti infrastrutturali, la costruzione di una politica energetica europea per ridurre la nostra vulnerabilità strategica, la questione della difesa comune europea, una politica comune sull'immigrazione e l'integrazione che si allontani dal mero controllo dei confini;
proprio il contesto e l'occasione della crisi economica hanno segnalato - all'interno del tentativo generoso delle istituzioni europee di offrire una risposta tempestiva e flessibile - le lacune sia sotto il profilo dell'insufficienza delle risorse comunitarie messe a disposizione, sia sotto quello della «debolezza» e assenza di vincolatività degli strumenti di mero coordinamento delle politiche economiche e di occupazione,
impegna il Governo:
a sollecitare lo stanziamento di un maggiore importo di fondi comunitari in funzione anti-crisi e, coerentemente, ad aumentare le risorse nazionali destinate allo sviluppo, al sostegno dei redditi e al contrasto delle conseguenze sociali più pesanti della crisi, introducendo le necessarie direttive amministrative che consentano alle amministrazioni, statali, regionali e locali, l'erogazione di aiuti alle imprese secondo i più flessibili criteri dettati dalle recenti comunicazioni della Commissione europea dei mesi di gennaio e febbraio 2009;
a promuovere un'effettiva convergenza delle attività di regolamentazione e vigilanza sui mercati finanziari, anche attraverso la concentrazione a livello europeo di alcune funzioni in capo ad una o più autorità di regolamentazione ovvero ad un sistema europeo di vigilanza, sulla scorta delle raccomandazioni espresse dal gruppo di esperti ad alto livello sulla vigilanza finanziaria nell'Unione europea costituito dalla Commissione europea (cosiddetto «gruppo de Larosiére»);
a promuovere un effettivo rafforzamento della regolamentazione finanziaria e dei meccanismi per la gestione delle crisi a livello globale, operando in seno al Fondo monetario internazionale, al Financial stability forum e al Comitato di Basilea;
a sostenere lo sviluppo di una rappresentanza unitaria dell'Unione europea o quanto meno dell'area euro nelle istituzioni finanziarie internazionali, con particolare riguardo al Fondo monetario internazionale;
a promuovere nelle sedi europee ogni iniziativa legislativa e regolamentare volta ad aumentare i poteri del Parlamento europeo e a prevedere strumenti più vincolanti, trasparenti e stringenti per la convergenza delle politiche economiche e fiscali dei singoli Stati;
a sostenere, nell'ambito della discussione sulla riforma del bilancio dell'Unione europea, la necessità di concentrare le spese su obiettivi ad alto valore aggiunto europeo, come: competitività, innovazione, conoscenza, solidarietà, regolazione dei flussi migratori;
a salvaguardare, nel quadro finanziario post 2013, le risorse per la politica di coesione, mantenendone il suo fondamento regionale;
ad assicurare, altresì, che il bilancio dell'Unione europea attribuisca, anche attraverso il ricorso all'emissione di titoli di debito europei, risorse significative a progetti e «prodotti» europei ad altissimo valore aggiunto, in particolare nel campo della sanità, della ricerca e delle infrastrutture;
ad estendere il cofinanziamento anche a settori in cui attualmente esso non si applica, come, in particolare, all'agricoltura, al fine di assicurare che gli stanziamenti del bilancio dell'Unione europea producano un «effetto leva» e incrementino così il volume delle risorse complessivamente disponibili;
a riproporre in ogni occasione la centralità degli interventi in favore delle piccole e medie imprese, prospettando un consistente aumento dei finanziamenti a loro rivolti, la riduzione e la semplificazione degli oneri amministrativi per le piccole e medie imprese e l'introduzione di regole più flessibili per la concessione di aiuti di Stato alle stesse piccole e medie imprese e in materia di iva e di una disciplina specifica in materia di appalti, nonché l'attuazione delle altre misure indicate dal cosiddetto Small business act;
a promuovere un effettivo coordinamento delle politiche economiche e dell'occupazione, adoperandosi a tal fine per definire una rinnovata strategia per la crescita e l'occupazione successiva al 2010, che contempli un nucleo ristretto di obiettivi comuni realmente prioritari ed indichi con puntualità le risorse finanziarie, europee e nazionali, destinate alla loro realizzazione;
a coinvolgere pienamente e tempestivamente il Parlamento nella definizione della Strategia di Lisbona dopo il 2010, facendolo partecipare più attivamente e sistematicamente alla predisposizione degli strumenti di coordinamento e di programmazione previsti;
a promuovere un forte rinnovamento nell'approccio europeo al tema dell'immigrazione, superando l'idea meramente conservativa e «securitaria», contenuta nel deludente «Patto per l'asilo e l'immigrazione», che si limita al giusto contrasto dell'immigrazione illegale e al controllo delle frontiere, ma dimentica di delineare una vera governance europea delle politiche di integrazione, a partire dagli impegni presi nella cosiddetta Agenda sociale in tema di coesione sociale e misure anti-discriminatorie, temi questi che, invece, rappresenteranno il vero futuro per chi vuole un continente europeo più dinamico, plurale e prospero;
a riproporre il tema del «mutamento climatico» della green economy e di un'Europa all'avanguardia della nuova economia sostenibile quale priorità assoluta nella strategia europea di sviluppo e contrasto della crisi, sulla base del cosiddetto «pacchetto clima-energia», e l'avvio dell'esame del terzo «pacchetto energia», adottando coerentemente le misure necessarie a sostenere il risparmio energetico, lo sviluppo delle energie rinnovabili, la riconversione ecologica del sistema produttivo, adottando anche uno specifico piano nazionale di attuazione;
a sostenere in occasione dell'elaborazione del nuovo programma per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia per il periodo 2010-2015 - che verrà adottato dal Consiglio europeo nel dicembre 2009 - le misure volte a migliorare la qualità e l'efficacia dell'attività delle amministrazioni della giustizia, in particolare mediante il riconoscimento reciproco e l'esecuzione delle decisione e il rafforzamento della cooperazione, sul piano operativo, delle forze di polizia;
a svolgere un'azione incessante e pressante perché si acceleri il processo di allargamento verso i Balcani occidentali, rimuovendo gli ostacoli e i veti che ancora impediscono la conclusione di importanti accordi di associazione e stabilizzazione, nonché a promuovere un rinnovato protagonismo dell'Unione del Mediterraneo, in particolare assicurando che la proporzione delle risorse destinate a questa regione e al nuovo e auspicabile partenariato orientale rimanga nella misura convenuta;
a fornire tempestivamente al Parlamento, in relazione agli strumenti di programmazione politica e legislativa delle istituzioni dell'Unione europea, inclusa la strategia politica annuale della Commissione europea, indicazioni circostanziate sui profili aventi particolare rilevanza o impatto per l'Italia e sugli orientamenti del Governo al riguardo.
(6-00019) «Gozi, Albonetti, Castagnetti, Farinone, Garavini, Giachetti, Lucà, Luongo, Merloni, Pompili, Verini, Zampa».